Cronache Economiche

05.10.2022

La Banca Centrale turca taglia il tasso di riferimento per il secondo mese consecutivo al 12%, per salvaguardare la crescita e l’occupazione e malgrado un tasso di inflazione che sfiora l’80%. Focus sui rincari trainati dalla componente energia

Il 18 agosto scorso, la Banca Centrale della Turchia (CBRT) guidata dal governatore Şahap Kavcıoğlu, aveva deciso di ridurre il tasso di riferimento dal 14 al 13%, quest’ultimo in vigore dallo scorso dicembre, nell’aspettativa è che si arrivi presto ad un processo di disinflazione e che l’attuale contesto di inflazione dilagante sia da considerare un fenomeno esogeno e temporaneo, determinato dagli effetti ritardati e indiretti dell’aumento dei prezzi dei prodotti energetici e alimentari. Nelle parole del Governatore la motivazione era stata presa per “salvaguardare condizioni finanziare favorevoli al mantenimento della crescita della produzione industriale e del tasso di occupazione” , Una mossa in gran parte inaspettata da parte degli analisti internazionali i quali prevedevano invece un mantenimento costante del tasso per evitare di sottopone la valuta turca a rischi di tensione ancora maggiori.

Lo scorso 22 settembre il Comitato per la politica monetaria (MPC), ha ridotto ulteriormente il tasso di 100 punti base al 12% per sostenere la crescita economica del Paese a fronte del l’aumento dei rischi geopolitici, delle previsioni al ribasso di crescita globale con una recessione all’orizzonte sempre più minacciosa. Il Governatore ha poi commentato che la forte crescita interna nel primo semestre dell’anno, da luglio scorso si è ridotta a causa dell’indebolimento della domanda esterna; tuttavia i buoni risultati del tasso di occupazione e il forte contributo assicurato dalle entrate del settore turistico contribuirebbero a migliorare l’equilibrio delle partite correnti atteso per ristabilire al più presto i prezzi nel mercato turco.

Anche durante la riunione dello scorso 22 settembre il Comitato ha ribadito che l'aumento dell'inflazione è determinato dai forti shock negativi sull’offerta derivanti dall’aumento dei prezzi globali dell'energia, dei prodotti alimentari e delle materie prime agricole e che si attende presto un processo di disinflazione. Il Comitato ha anche valutato che il livello del tasso di riferimento al 12% è considerato per il momento adeguato per le attuali esigenze del Paese e ha affermato che continuerà a utilizzare con decisione tutti gli strumenti disponibili per perseguire la strategia della c.d. “liralizzazione" ossia il contenimento dell’utilizzo delle valute estere nell’economia turca: a tale riguardo la stessa CBRT lo scorso 20 agosto scorso aveva anche rafforzato quelle misure tese a contenere entro limiti definiti la crescita quantitativa del credito in genere, fatta eccezione per quello rivolto alle imprese esportatrici e ad altre specifiche categorie (PMI, artigiani e agricoltori, ad esempio) al fine di ridurre i margini esistenti tra i tassi di interesse applicati dalle Banche turche sui finanziamenti (dal 27 al 50%), e quelli applicati sui depositi (18%) e appunto il tasso di riferimento oggi al 12%.

Misure, quelle di agosto scorso, che hanno suscitato un certo scetticismo all’interno del settore bancario per gli squilibri finanziari che potrebbero verificarsi e al contempo preoccupazione per la possibile volontà, di introdurre una sorta di controllo dei movimenti di capitale. Peraltro l’irrigidimento introdotto sul credito disincentiverebbe i flussi di investimenti diretti esteri in entrata di cui la Turchia ha estremo bisogno per ridurre il deficit delle partite correnti della sua bilancia dei pagamenti; nel primo semestre del 2022 il deficit si è infatti ampliato raggiungendo i 32,4 miliardi di dollari con un aumento dell’import superiore al 40% rispetto all’analogo periodo dello scorso anno.

Il cambio lira turca - dollaro, che aveva reagito in mondo piuttosto blando al primo taglio di 1 punto percentuale del 18 agosto, con la successiva decisone della CBRT del 22 settembre scorso di un ulteriore taglio del tasso di interesse al 12%, ha accusato un calo immediato(la valuta nazionale è stata cambiata a 18,42 con la moneta statunitense) per poi però scendere sotto quota 18, il più basso cambio da dicembre scorso quando la lira turca perse il 40% del suo valore con il dollaro e dopo un primo trimestre del 2022 che ha visto una riduzione di circa il 20%.. Da segnalare che alcuni analisti indipendenti avevano stimato prima dello scorso 22 settembre, un cambio di oltre 23 lire turche per 1 dollaro nel caso di ulteriori tagli al tasso ufficiale di riferimento.

Più preoccupante, invece, l’incessante crescita dei prezzi al consumo: i generi alimentari sono cresciuti nel solo mese di agosto dell’1%, con un impatto dell’inflazione sul “food” che ha abbondantemente superato il 90%: il prezzo del solo pane, un alimento indispensabile per i consumatori a basso reddito, è aumentato di oltre il 102% in un anno. Seppur nell’ultimo trimestre si sia registrata una lieve diminuzione dei prezzi dell'energia con riduzioni parziali del costo del carburante (-1,8%), l’inflazione annua ha avuto un impatto enorme sui trasporti, i cui prezzi accelerano sfiorando il 120% mentre sui beni durevoli (mobili ed elettrodomestici) si è attestata al 92%. In piena stagione turistica, che in Turchia si protrae oltre il mese di settembre, i prezzi dell’hotelier hanno già fatto registrare un tasso annuo tendenziale di +81%. L’aumento congiunturale degli indici alla produzione continuerà nei prossimi mesi con ulteriori aggravi sulle famiglie non solo a basso reddito e nonostante agli aumenti salariali mentre il tasso di inflazione si attenuerà non prima dell’inizio del 2023. L’aspetto positivo della nuova ambiziosa politica monetaria, finanziaria ed economica di Erdoğan di mantenere tassi di interesse bassi nonostante una dilagante inflazione è stata la crescita del PIL del 7,6% nella prima metà dell'anno; crescita però alimentata soprattutto dalla scelta di molti risparmiatori di investire in case, automobili e beni durevoli per contrastare la perdita di potere di acquisto e grazie alla competitività degli esportatori turchi, aumentata a causa del deprezzamento della lira. Nell’immediato futuro, però, difficilmente il PIL potrà sostenere ritmi così elevati per il resto del 2022, come del resto confermato da Ankara.

Tornando all’ultimo taglio del tasso dell’1%, la BCRT da dunque nuovamente dato continuità alla strada delineata dal Presidente Erdoğan, una strategia in controtendenza rispetto a quella messa in atto da quasi tutte le altre Banche Centrali del resto del mondo che, per contrastare la fiammata dei prezzi, stanno alzando i tassi di interesse. L’ulteriore allentamento dello scorso 22 settembre non sembrerebbe aver sorpreso i mercati come il taglio operato il 18 agosto scorso. Una riduzione era attesa ad esempio, da Morgan Stanley, UniCredit S.p.A. e Citigroup Inc., anche se di soli 50 punti base e non di 100.

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05.10.2022

L’Ambasciata d’Italia in Turchia partecipa alla 48ma edizione del Forum Ambrosetti. Partecipazione del VM dell’Energia Alparslan Bayraktar. Partecipazione in remoto da Istanbul di qualificati imprenditori italiani e turchi

Il 2 settembre scorso, l’Ambasciatore d’Italia in Turchia Giorgio Marrapodi ha ospitato, per un collegamento attraverso l’“hub Turchia” al Forum di Ambrosetti di Cernobbio, il Vice Ministro dell’Energia Alparslan Bayraktar per la prima sessione del Forum dal titolo “Le sfide globali del futuro e gli impatti sull’economia. Lo scontro è avvenuto: e adesso?”.

Il Vice Ministro turco è intervenuto dall’Ambasciata d’Italia in Ankara, in videoconferenza a conclusione del panel moderato da Monica Maggioni, Direttrice del TG1 della RAI, sul “ruolo dell’Azerbaijan per la sicurezza energetica. Il nuovo ordine globale. Il ruolo dell’Asia e dell’Africa nel turbolento scenario geopolitico attuale”, permettendo, alla fine del dibattito l’inclusione della prospettiva geopolitica turca.

Il Vice Ministro Bayraktar, nel commentare gli interventi di tre analisti che hanno rappresentato modelli e concezioni diverse del sistema delle relazioni internazionali in Cina, Russia e USA, alla luce della guerra in Ucraina e della susseguente crisi energetica, ha fornito la visione strategica turca in tema energetico evidenziando in particolare l’interesse della Turchia di continuare a potenziare le infrastrutture già esistenti nel Paese.

Il Vice Ministro Bayraktar con l’Ambasciatore Marrapodi

A tale riguardo il Vice Ministro ha anche ricordato il Southern Corridor che collega la regione del Mar Caspio all’Europa in alternativa a Eastmed per affrancarsi dal gas russo ma anche eventuali futuri collegamenti con Israele.Particolare attenzione e’ invece stata data allo sfruttamento del giacimento di gas naturale di Sakarya nel Mar Nero che, assieme al potenziamento delle energie rinnovabili (la Turchia si colloca nella top 10 al mondo) potrebbe rappresentare alternative percorribili per reperire fonti di approvvigionamento di energia alternative senza tralasciare i recenti contatti tra la russa Rosatom per gli investimenti nella costruzione della prima centrale nucleare turca di Akkuyu.

I lavori del Forum Ambrosetti sono poi stati seguiti da un folto gruppo di qualificati imprenditori italiani e turchi ospitati dall’Ambasciatore Marrapodiil 3 e 4 settembre presso Palazzo di Venezia ad Istanbul.

Il Forum Ambrosetti nell’edizione di quest’anno “Lo scenario di oggi e domani per le strategie competitive” è stato anticipato da un messaggio del Presidente Mattarella , mentre al termine della Prima sessione del 2 settembre è intervenutoin videoconferenza il Ministro degli Affari Esteri Di Maio.

Alcuni imprenditori Italiani e Turchi ospitati dall’Ambasciatore Marrapodi a Palazzo di Venezia

Chi è il Vice Ministro dell’Energia Alparslan Bayraktar Attualmente Viceministro presso il Ministero presso il Ministero dell’Energia e delle Risorse Naturali (MENR), ha ricoperto il ruolo di Sottosegretario aggiunto alla Direzione Generale delle Relazioni Esterne dell’Unione Europea presso il MENR tra il 2016 e il 2018 e di Membro del Consiglio di Amministrazione presso l’Autorità di Regolamentazione del Mercato dell’Energia tra il 2010 e il 2016. Prima di assumere incarichi pubblici, ha lavorato nel settore privato in Turchia e all’estero. È stato Presidente della Confederazione dei regolatori dell’energia (ICER) e dell’Associazione regionale dei regolatori dell’energia (ERRA). Attualmente è presidente del “World Energy Council Turkey”.

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05.10.2022

L’Ambasciata d’Italia ad Ankara ha presentato lo scorso 8 settembre la campagna di nation branding” Italy is simply extraordinary: be IT” con un evento celebrativo davanti a un qualificato e folto pubblico

L’8 settembre scorso, nella splendida cornice del prestigioso ed iconico Mall della Capitale turca “Atakule”, collocato sulle alture di Cankaya che dominano la città di Ankara, l’Ambasciatore Giorgio Marrapodi ha presentato, davanti ad oltre 300 ospiti appartenenti almodo politico, culturale, imprenditoriale, dell’arte,dello spettacolo e della stampa, la campagna Be IT di promozione del Made in Italy a sostegno delle esportazioni italiane e dell’internazionalizzazione del sistema economico nazionale.

Si tratta di una campagna di comunicazione “Italy is simply extraordinary: be IT” promossa dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale in collaborazione l’Ice-Agenzia e ITA Italian Trade Agency. L’obiettivo della campagna di nation branding è quello di raccontare al pubblico turco in maniera originale e innovativa l’Italia, i suoi valori e talenti, le sue competenze e le straordinarie potenzialità. La campagna si sviluppa principalmente sui canali digitali ma viene presentata con eventi mirati attraverso la rete diplomatica consolare Italiana nel mondo. Dopo l’apertura dell’evento da parte dell’Ambasciatore Marrapodi, che nel suo discorso introduttivo ha anche ricordato candidatura di Roma ad ospitare l'edizione 2030 dell'Expo Universale, l’artista Sissa Micheli ha presentato la raccolta fotografica “Mountain Pieces. Reflecting History Memoriali Performativi Contro La Guerra”.

I bellissimi scatti dall’artista nell’Alta Val Pusteria affrontano il tema della guerra e della pace, consentendo al visitatore di guardare oltre lo scenario delle montagne dove la bellezza contrasta con il passato bellico.

La serata all’Atakule è poi continuata con l’esposizione curata dall’Associazione Turca dei Lettori di Fumetti dedicata al fumetto italiano che in Turchia hauna lunga tradizione. Durante l’evento, infine, si sono esibiti musicisti che hanno offerto al folto pubblico canzoni italiane, un noto gruppo jazz locale.Vi è stata infine un’esibizione di opere italiane da parte di un baritono e di una soprano.

Sponsor della serata Calzedonia Group, marchio con una presenza di grande successo in Turchia. All’evento hanno anche partecipato con propri stand Ducati, presente in Turchia attraverso l’importatore locale Korlas, ed il Gruppo Campari (rappresentato in Turchia dalla Carlsberg Türkiye Group) che ha offerto agli ospiti presenti l’ Aperol Spritz.

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05.10.2022

Nell’ambito della VI edizione dell’Italian Design Day 2022, è stata organizzata lo scorso 16 settembre presso la Residenza dell’Ambasciatore Giorgio Marrapodi la mostra-evento “Sustain IT” in collaborazione con l’Università METU

In occasione dell’Italian Design Day 2022, l’Ambasciata d'Italia ad Ankara ha organizzato un evento dal titolo “SUSTAIN-IT” che ha premiato i migliori progetti sul design sostenibile realizzati dai laureandi turchi iscritti alla Facoltà di Architettura e Urbanistica presso la prestigiosa Università della Capitale “METU”, Middle East Technnical University.

L’evento dedicato all’Italian Design Day nel mondo giunto alla sua VI edizione, offre al pubblico internazionale di oltre 100 Paesi il meglio dell’arredo, dell’architettura e del design italiano quest’anno dedicato alla “Ri-Generazione. Design e nuove tecnologie per un futuro sostenibile”.

L’edizione di quest’anno si rivolge alle sfide attuali che il design si trova ad affrontare tra cui la promozione di nuovi stili di vita che possano coniugare funzionalità e benessere e impatto ambientale, “ri-generando”, appunto, oggetti e spazi; ma anche “ri-utilizzare”, “rinnovare”, e “riciclare” i materiali e i prodotti esistenti e contestualmente concepire nuovi prodotti con l’utilizzo di tecnologie sostenibili fondate sul concetto di economia circolare.

In tale cornice, l’Ambasciatore Giorgio Marrapodi ha inaugurato lo scorso 16 settembre presso l’Ambasciata d’Italia ad Ankara, un evento in presenza che ha coinvolto una sessantina di laureandi turchi della Facoltà di Architettura, Urbanistica e Design Industriale dell’Università METU di Ankara e premiato i lavori più creativi che hanno promosso le eccellenze del design e della sostenibilità, traendo ispirazione dal design, dall’architettura e dalla cultura italiana e dal concetto di sostenibilità all’interno dellecittà italiane più note.

Nel suo intervento di apertura, l’Ambasciatore Marrapodi ha voluto ricordare l’importanza della lotta al cambiamento climatico, riconoscendo gli sforzi della Turchia in relazione agli obiettivi di de-carbonizzazione previsti dagli Accordi di Parigi, nonché l’importanza della firma, avvenuta nel corso dell’ultimo Vertice Intergovernativo del 5 luglio scorso ad Ankara, del memorandum of understanding tra Italia e Turchia sullo sviluppo sostenibile. L’Ambasciatore Marrapodi ha poi attirato l’attenzione del pubblico presente sugli obiettivi dell’Agenda 2020 delle Nazioni Unite, richiamati anche in un pannello ad hoc inserito all’interno della mostra.

Coordinato dalla Professoressa Bahar Gedikli (METU), Ambasciatore del Design italiano ad Ankara per l’anno 2022, il progetto “SUSTAIN-IT” presentato ad Ankara ha visto la partecipazione di numerosi accademici, studenti, designer, architetti e rappresentanti del mondo delle Istituzioni turche ed è stato sponsorizzato dalla Fondazione di ricerca VEKAM dell’Università Koc della Capitale e da Barilla Turchia.

La mostra dei progetti presentati il 16 settembre è stata poi trasferita presso la Facoltà di Architettura dell’Università METU e resterà aperta al pubblico fino al prossimo 13 ottobre.

L’evento “SUSTAIN-IT” si inserisce nel percorso di avvicinamento al Festival dello Sviluppo Sostenibile che si svolge in Italia e nel Mondo dal 4 al 20 ottobre con l’obiettivo di promuovere l’Agenda 2030 delle Nazioni Unitesullo sviluppo sostenibile.

I 14 progetti realizzati dagli oltre 50 studenti dell’Università METU di Ankara sono stati allestiti presso la Residenza dell’Ambasciatore d’Italia Giorgio Marrapodi. Nella foto i laureandi premiati.

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05.10.2022

Il TÜİK ha pubblicato lo scorso 31 agosto il dato sul PIL relativo al 2° semestre del 2022 (+7,6% e 2° miglior risultato della Turchia in ambito G20) Focus sul recente “Medium Term Program 2022-2024”

L'economia della Turchia è cresciuta del 7,6% annuo nel secondo trimestre dell'anno, confermando la robusta crescita registrata anche durante il primo trimestre del 2022 (+7,3%) grazie all’aumento delle esportazioni e della domanda interna e malgrado un raffreddamento dell’attività produttiva durante il primo semestre dell’anno causata dal rallentamento delle economie dei principali partner commerciali della Turchia. L'aumento del PIL è stato più rapido del previsto, poiché l'inflazione, la più alta degli ultimi 24 anni, ha spinto i consumatori ad anticipare gli acquisti in previsione dell’ aumento dei prezzi. Gli analisti tuttavia prevedono che l’economia rallenti in modo significativo nella seconda metà dell’anno in previsione di un raffreddamento dell’attività produttiva in Europa mentre i dati resi noti lo scorso 27 settembre dall’OECD stimano una crescita dell’economia turca al 5,4% quest’anno (le precedenti stime dell’OECD si era fermate al 3,7%) e del 3% del 2023 mentre sempre secondo l’Organizzazione internazionale il tasso di inflazione atteso in Turchia alla fine del 2022 si attesterebbe al 71%.

Nel frattempo, sempre l'Istituto statistico turco (TÜİK), ha reso pubblici gli indici di fiducia nelle varie componenti dell’economia turca del mese di agosto su quello precedente di luglio: quello economico generale principale è sceso dello 0,2% su base mensile lo scorso mese di agosto rispetto al mese precedente mentre l’indice di fiducia dei consumatori (72,2) è aumentato del 7,4% nel periodo in osservazione restando però ben al di sotto della soglia di 100 punti. Quello composito del clima di fiducia delle imprese ha fatto registrare un +6,1%; guardando alle singole componenti si rileva un leggero calo di fiducia del settore reale (-1,1%) mentre nel settore dei servizi il calo è stato dell'1,3%. Anche nel settore del commercio al dettaglio si registra un calo dello 0,4% (112,9). I settori che hanno invece fatto registrare una dinamica positiva sono stati quelli delle costruzioni (+1,5%)

“Medium Term Program” pubblicato il 5 settembre 2022 dal Ministero delle Finanze
Segnali più ottimistici sulle prospettive del PIL turco e sugli altri indicatori congiunturali e macroeconomici provengono invece dall’ultimo “Medium Term Program” 2022.2024, elaborato dal Ministero delle Finanze lo scorso 5 settembre.

Nel dettaglio la tabella di marcia del nuovo programma prevede una crescita del 5% nel 2022 e del 5,5% nei due anni successivi, ed in parallelo un graduale decremento dell’inflazione che dovrebbe raggiungere il 65% entro la fine del 2022 per poi continuare a ridursi fino a raggiungere il 10% circa nel 2025.

Sempre secondo il nuovo programma, i costi per maggiori acquisti di combustibili dovrebbe salire a 103,5 miliardi di dollari nel 2022 per poi però scendere nei due anni successivi sulla base dell'ipotesi che il prezzo del greggio brent si attesterà a 88 dollari al barile nel 2023 e a 83,9 dollari nel 2024.

Il governo prevede anche che le maggiori entrate nelle casse dello Stato deriveranno dall’aumento delle esportazioni nel 2023 (265 miliardi di dollari) e l’anno successivo (285 miliardi di dollari) fino a superare la soglia dei 300 milioni di dollari nel 2025. Il disavanzo delle partite correnti, secondo il programma, dovrebbe ridursi dal 47,3 miliardi di dollari (ossia il 5,9% del PIL) del corrente anno a 22 miliardi di dollari (2,5% del PIL) nel 2023.

Il tasso di disoccupazione del paese rimarrà leggermente al di sopra del 10% nel 2023 ma scenderà al 9,9% nel 2024 e al 9,6% nel 2025.

Il Ministro del Tesoro e delle finanze Nureddin Nebati ha recentemente affermato che il nuovo programma dà priorità alla crescita e alla creazione di posti di lavoro e mira a incrementare la produzione ponendo al centro del progetto di governo a medio termine la crescita delle esportazioni.

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05.10.2022

Le stime preliminari sulla disoccupazione in Turchia diffusi dall’Istat turco “TÜİK” riferite a luglio 2022 fanno registrare una diminuzione del tasso che si attesta al 10,1%

Lo scorso 15 settembre l'Istituto statistico turco (TÜİK) ha diffuso i dati sulla disoccupazione per luglio 2022. TÜİK ha affermato che il tasso di disoccupazione è diminuito di 0,3 punti e si attesta al 10,1% rispetto al mese di giugno. Sempre secondo l’Istat turco, il numero di disoccupati a luglio è sceso di 113 mila unità con 3,5 milioni di disoccupati.

L’indagine rileva inoltre una disoccupazione all’8,6% per gli uomini e al 13,1% per le donne; l’occupazione, dopo mesi di espansione che ha sfiorato il 48% a maggio scorso, è scesa (-148 mila unità e un tasso al 47,3%) ed è pari a quasi 30,6 milioni di persone con il 64,6% per gli uomini ed il 30,3% per le donne. Il tasso di disoccupazione giovanile (il doppio della media OCSE)nella fascia di età 15-24 è stato del 19,1% (si era attestato al 20,3% a maggio)con una ripartizione del 16,2% per gli uomini e del 24,7% per le donne. Infine, l'orario di lavoro settimanale effettivo medio destagionalizzato è stato di 43,1 ore.

Commentando i dati dell’Istat turco, il Ministro del Tesoro e delle Finanze Nureddin Nebati ha sottolineato come l’economia abbia mantenuto una crescita costante ed equilibrata negli ultimi cinque consecutivi trimestri consentendo a quasi 1 milione di persone di trovare impiego, il Ministro ha inoltre aggiunto che questo risultato è stato reso possibile dal nuovo modello economico del Paese che privilegia la crescita e l'occupazione sostenendo la produzione e le esportazioni.

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05.10.2022

Aggiornamento dei flussi in entrata degli IDE a cura dell’Associazione non governativa degli investitori internazionali in Turchia. Focus sul primo semestre del 2022

I dati i più aggiornati sui flussi di investimenti diretti esteri (IDE) in Turchia, pubblicati lo scorso 12 settembre dall’Associazione non governativa degli Investitori Internazionali (YASED), indicano che nei primi sette mesi del 2022 gli IDE in entrata sono stati pari a 6,11 miliardi di dollari (-0,2% rispetto all’analogo periodo dello scorso anno). In particolare, nel mese di luglio scorso, sono ammontati 658 milioni di dollari (16% del deficit delle partite correnti); “a losing momentum” definisce il risultato di luglio l’ultimo rapporto di YASED rispetto ai mesi di maggio e giugno scorsi.

Nel dettaglio l’afflusso di IDE è stato guidato nel mese in osservazione, per un valore di 306 milioni di dollari, dai ricavi dalle vendite delle proprietà immobiliari a cittadini stranieri (erano stati più del doppio nel mese di maggio con oltre 650 milioni di dollari) seguiti dall’acquisizione di partecipazioni azionarie (387 milioni di dollari) che rallentano insieme agli investimenti derivanti da crediti e depositi commerciali e sottoscrizioni di titoli obbligazionari.

Se consideriamo i primi sette mesi del 2022, la quota percentuale di IDE affluita sotto forma di vendite immobiliari ai residenti stranieri raggiunge il 62% del totale mentre i primi tre settori economici che hanno conquistato la quota maggiore degli afflussi di capitale estero in forma di acquisizione di partecipazioni azionarie sono stati i settori del commercio all'ingrosso e al dettaglio e ITC apparecchiature elettriche ed elettroniche.

I dati di luglio mostrano ancora una volta i Paesi dell’Unione Europea più il Regno Unito tra i principali investitori in Turchia, con la quota di maggioranza (pari al 63%) degli IDE totali in entrata nel Paese: la Svizzera nel mese in considerazione si piazza al primo posto con il 23% dei flussi in entrata seguita dall’Italia e dall’Irlanda. In questo mese il nostro Paese è balzato al 2° posto anche grazie alla recente acquisizione, da parte della TISG Italia (società attiva nel settore della nautica di lusso del Gruppo CG Holding S.p.A.), di una importante quota della TISG Turchia YAT A.S.. A questa operazione si aggiunge la fusione della “ProntoPro” con la turca “Armut” nel settore dell’e-commerce .

Sempre nel mese in osservazione si osserva una maggiore presenza degli investimenti di capitale azionario da parte dei Paesi Europei e dell’Asia orientale che continuano ad ampliare la loro presenza in Turchia.

Nel 2021 gli IDE in entrata si attestarono a 14,1 miliardi di dollari (+48% rispetto al 2019) con una quota globale pari allo 0,86% e hanno finanziato oltre il 40% del deficit delle partite correnti della bilancia dei pagamenti. Nel primo semestre del 2022, secondo gli ultimi dati diffusi dalla Banca Centrale, gli afflussi totali di IDE nel Paese sono ammontati a 5,5 miliardi di dollari, in aumento del 21% su base annua che potrebbero attestarsi alla fine dell’anno a 14,8 miliardi di dollari, rispetto appunto ai 14,1 miliardi di dollari dello scorso anno.

Nel semestre in considerazione i Paesi Bassi occupano la prima posizione con 590 milioni di dollari di IDE verso la Turchia, seguiti da Svizzera (513 milioni di dollari) e da Germania (211 milioni di dollari). Commentando i recenti dati sugli IDE il Presidente dell'Ufficio per l’attrazione degli investimenti (ISPAT), Burak Dağlıoğlu, ha osservato che “la Turchia continua ad essere un “faro” per molte aziende straniere in svariati settore della propria economia grazie ad una offerta diversificata dei propri prodotti e servizi che possono oggi competere su scala globale”. Dağlıoğlu ha anche aggiunto che la Turchia è diventata un importante e strategico polo di R&S di tutta la regione con una infrastruttura logistica importante e in crescita e con un ecosistema di startup tecnologiche all’avanguardia che sempre nel primo semestre dell’anno le hanno ricevuto 1,4 miliardi di dollari di investimenti.

L’obiettivo di Ankara resta quello di aumentare la propria quota globale dei IDE in entrata dallo 0,85% attuale all’1,6% entro il prossimo anno.

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05.10.2022

Dopo mesi di crescita il settore immobiliare fa registrare una riduzione dei contratti di compravendita di immobili ad uso abitativo. Focus sul nuovo programma di edilizia popolare mai realizzato in Turchia

Lo scorso 15 settembre sono stati resi pubblici da parte dell’Istat turco (TÜİK) i dati riferiti al mese di agosto delle compravendite di immobili ad uso abitativo. Dopo un vertiginoso aumento registrato durante la prima metà dell’anno (da gennaio a giugno gli immobili venduti a non residenti hanno fatto registrare un +72,7% rispetto al primo semestre del 2021), i contratti di compravendita sono diminuiti del 12,7% ad agosto rispetto allo stesso mese dell'anno precedente attestandosi a poco più di 123 mila unità. Già il mese di luglio aveva mostrato una forte diminuzione delle vendite rispetto al mese precedente di giugno (si è passati da 145 mila a 94 mila unità vendute) principalmente a causa dell’aumento continuo dei prezzi e delle crescenti difficoltà nell’ottenimento dei mutui.

Istanbul ha registrato la quota più alta di vendite con il 15,0%, equivalenti a 18 mila unità vendute, seguita, a distanza, dalla Capitale Ankara (9,7 mila) e dalla città di Izmir (6,3 mila) con una quota di incidenza rispettivamente del 7,9% e del 5,2%.

Nel dettaglio, gli acquisti di immobili di nuova costruzione nel mese di agosto sono diminuiti dell'8,5% rispetto allo stesso mese dell'anno precedente e ammontano a 39 mila unità; nel primo semestre del 2022 questa tipologia di vendita aveva invece fatto segnare un aumento del 13,6% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente attestandosi a 276 mila unità vendute.

Passando alle vendite di immobili a stranieri, escluse le compravendite legate all’acquisto della cittadinanza, la città di Antalya ha superato al primo posto Istanbul e Mersin, con un aumento del 44,6% nel periodo gennaio-agosto 2022 rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente (oltre 44 mila unità). Gli acquisti vedono in testa i cittadini russi (gli acquisti di immobili da parte dei cittadini della Federazione Russa nella prima metà di quest’anno hanno superato quelli dell’intero 2021) seguiti da iraniani e iracheni.

Nonostante il calo registrato nel mese di agosto, il mercato immobiliare, soprattutto quello residenziale, registra dall’inizio dell’anno vendite record che collocano alcune grandi città della Turchia ai primi posti al mondo nonostante, secondo alcune fonti come il Global Residential Cities Index di Knight Frank, i rincari degli immobili nel primo semestre dell’anno siano risultati tra i più alti al mondo. Su tutti spicca Istanbul con i prezzi di vendita degli immobili residenziali cresciuto della percentuale record del 184,9%.

Nell’ambito del settore immobiliare in Turchia va menzionato il recente progetto di edilizia popolare a favore delle famiglie a basso reddito, la fascia di popolazione che ha più di tutti sofferto l’aumento dei prezzi delle case e degli affitti nelle principali metropoli del Paese ma anche nelle periferie. Il piano prevede la costruzione di oltre mezzo milione di unità abitative tra il 2023 e il 2025. Il progetto, con un investimento pari a circa 900 miliardi di lire turche, comprende anche 250 mila appezzamenti di terreno che verranno destinati in prima battuta a pensionati, giovani, giovani coppie, parenti delle vittime del terrorismo e disabili.

Il Ministro dell’Ambiente, dell'Urbanizzazione e del Cambiamento Climatico, Murat Kurum, ha recentemente affermato che l’esecuzione del piano sarà affidata all'agenzia immobiliare statale TOKİ (quasi 2 milioni di case costruite nell’ultimo decennio) mentre le città principalmente interessate saranno Istanbul (che ospita 1/5 degli 85 milioni di abitanti della Turchia), Ankara, la provincia egea di Izmir e quella sudorientale di Gaziantep. Il finanziamento sarà offerto a tassi di interesse vantaggiosi (il 40% delle vendite beneficerà di sussidi governativi) con un periodo di rimborso non inferiore a 20 anni e con rate a partire da 125 dollari per le famiglie con un reddito non superiore alle 18 mila lire turche. Si stima che entro il 2028 i proprietari di case in Turchia supereranno la quota di 10 milioni.

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05.10.2022

L’industria del turismo in Turchia è in aumento: nei primi sette mesi del 2022 il settore ha fatto registrare un +128% rispetto all’analogo semestre dello scorso anno

Il turismo rappresenta un importante settore dell’economia turca ed il ritmo di crescita registrato nel primo semestre del 2022 spinge a rivedere al rialzo le aspettative sia per quanto riguarda gli arrivi internazionali nel Paese che per quanto concerne gli introiti generati. Dopo l’eccezionale risultato della festa religiosa di Eid al-Adha dello scorso luglio, che ha fatto registrare il tutto esaurito con un numero di turisti impressionante e i successivi aumenti di presenze del mese successivo, le stime del Ministero del Turismo dello scorso mese di settembre sono in rialzo con l’obiettivo di 37 miliardi di dollari di entrate turistiche e 47 milioni di turisti entro il 2022, una stima indubbiamente ottimistica se si considerano i 29,3 milioni di turisti stranieri che hanno visitato la Turchia nel periodo gennaio- agosto 2022. Il dato dei primi 8 mesi di quest’anno è raddoppiato rispetto all’analogo periodo dell’anno scorso (+108,5%) quando furono 14 milioni le presenze in Turchia.

A tale proposito Mehmet Işler, vicepresidente della “Türkiye Hoteliers Federation” (TÜROFED) ha affermato: “non ci aspettavamo un risultato così netto considerando le incertezze legate all'invasione russa dell'Ucraina e la susseguente crisi economica, eppure proprio gli arrivi dalla Federazione russa tra giugno e agosto scorso hanno evidenziato un continuo aumento, in particolare nelle località di Antalya, Bodrum e Dalaman”.

Per quanto riguarda il turismo dalla Russia, l’ottimo risultato registrato dalla Turchia questa estate è stato in particolare agevolato dalla possibilità concessa da alcune banche locali di utilizzare il circuito delle carte di credito della Federazione russa (MIR) nonché dal mantenimento dei collegamenti aerei tra Turchia e Russia.

Anche il numero di viaggiatori internazionali provenienti da altri Paesi mostra una continua tendenza al rialzo: da gennaio ad agosto Regno Unito e Germania hanno fatto registrare quasi 7 milioni di arrivi, un numero non atteso ad inizio stagione, e i dati disponibili riferiti ai primi sette mesi del 2022 indicano un numero di presenze di oltre 23 milioni di visitatori (26 milioni se si considerano i cittadini turchi che vivono all'estero) in crescita del 128,6% rispetto all’analogo periodo dell’anno scorso. Nel solo mese di agosto la Turchia ha ospitato 6,6 milioni di visitatori stranieri con un incremento del 52,84% rispetto allo stesso mese dell'anno precedente.

Dalla seguente tabella si evince che nei mesi in osservazione i tedeschi rappresentano il 13,13% delle presenze totali, seguiti dai russi (10,24%) e dai britannici (8,05%).

Julia Simpson, presidente e CEO della “World Travel and Tourism Council” (WTTC), ha dichiarato: “la Turchia sta diventando una destinazione incredibilmente popolare e prevediamo che alle attività turistiche saranno direttamente riconducibili oltre il 14% del PIL e il settore potrebbe raggiungere i livelli pre-pandemia entro il 2023”. Citando i dati del World Travel and Tourism Council, Simpson ha affermato che il settore ha conosciuto una straordinaria espansione contribuendo con oltre 526 miliardi di lire turche (circa 60 miliardi di dollari) all'economia nazionale nel 2021, quando il tasso di cambio della valuta nazionale veniva scambiato con il dollaro in media a 8,88 (oggi siamo a 18,45) e una spesa complessiva da parte dei turisti stranieri che, sempre lo scorso anno, e’ stata pari a 249 miliardi di lire turche (circa 13,7 miliardi di dollari).

A livello di distribuzione, dal 1 gennaio al 15 settembre, città come Istanbul, la mediterranea Antalya ed Edirne nella Turchia nordoccidentale, al confine con Bulgaria e Grecia, hanno intercettato la gran parte dei flussi turistici internazionali. L’incidenza per Istanbul è stata del 41,3% del flusso totale con 6,8 milioni di presenze, seguita da Antalya con il 24,7% e più di 4 milioni di turisti ed Edirne con una quota del 10,7% sul totale e quasi 2 milioni di visitatori.

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05.10.2022

Rafforzamento della cooperazione economica con i Balcani in primo piano durante la vista di Erdoğan in Bosnia- Erzegovina, Serbia e in Croazia lo scorso 6 settembre. Erdoğan: “fondamentali i legami commerciali con i Paesi dell’area”

Il rafforzamento dei legami commerciali bilaterali ed il rilancio della cooperazione economica dell’area sono stati tra i temi trattati dal Presidente turco durante il suo recente viaggio nei Balcani dove ha incontrato il Consiglio presidenziale della Bosnia-Erzegovina (che include il membro bosniaco Sefik Dzaferovic, il membro croato Zeljko Komsic e il membro serbo Milorad Dodik), accompagnato da una folta delegazione (tra cui oltre 100 businessman) sbarcata a Sarajevo lo scorso 6 settembre.

La visita di Erdogan era stata preceduta nei primi giorni di settembre da quella del Ministro degli affari Esteri turco, Mevlut Cavusogli, che aveva partecipato a Belgrado all’ “Open Balkan Initiative Summit”, un forum economico che ha coinvolto anche l’Albania, la Macedonia del Nord e la Serbia, a testimonianza dell’interesse della Turchia ad ampliare la sua influenza, non solo economica, in tutta l’area. In quell’occasione, vale la pena sottolinearlo, Çavuşoğlu, congratulandosi con la Macedonia del Nord e l'Albania per l'avvio dei negoziati di adesione all’Ue ed evidenziando l’importanza dell’allargamento, ha sottolineato che “nonostante gli ultimi anni delle relazioni tra Turchia e UE siano stati segnati da controversie su diverse questioni, la Turchia fa parte dell'Europa e vede il suo futuro nell'UE”.

Con la Bosnia-Erzegovina, la Turchia intrattiene relazioni culturali storiche e l’obiettivo è di rafforzare anche quelle commerciali accelerando, ad esempio, la procedura per l’abolizione dei visti di ingresso. Il commercio bilaterale è di 1 miliardo di dollari ma il livello degli IDE turchi nel Paese è molto consistente. Esso è considerato dalla Turchia fondamentale, sia per la vicinanza che per la presenza di una nutrita comunità turca, soprattutto nella regione di Sancak. Per creare nuove opportunità economiche è stato rivisto, arricchendolo, l'accordo di libero scambio tra Turchia e Bosnia-Erzegovina e contestualmente è stato anche deciso di intensificare le visite economiche con la presenza del DEIK (il Foreign Economic Relations Board of Turkey) con periodici forum economici.

Nei giorni seguenti il Presidente turco ha visitato la Serbia e la Croazia.

Con la Serbia (quasi un migliaio le aziende turche presenti nel mercato) le relazioni economiche sono cresciute negli ultimi anni: il volume dell’interscambio bilaterale si è attestato a 1,73 miliardi di dollari nel 2021 ma anche con questo Paese le relazioni commerciali e gli investimenti reciproci sono reputate al di sotto del reale potenziale, come è stato anche evidenziato dal presidente serbo Vucic, che ha aperto ad un prossimo "partenariato strategico" per rafforzare i reciproci legami commerciali.

La Turchia è stata tra i primi paesi a riconoscere l'indipendenza della Croazia e da allora ha stabilito relazioni molto proficue sostenendo la sua adesione alla NATO. Le visite ad alto livello, con l'istituzione del meccanismo di consultazione trilaterale Turchia-Bosnia-Erzegovina-Croazia nel contesto del Processo di cooperazione dell'Europa sudorientale (SEECP), ha consentito alla Turchia di sviluppare una stretta cooperazione con la Croazia, anche dal punto di vita commerciale e degli investimenti delle aziende turche. I settori più interessanti risultano essere in particolare quello del turismo, della finanza, energetico, edile e del tessile. Nel 2021 l’interscambio tra i due Paesi ha sfiorato il miliardo di dollari con un saldo molto equilibrato ma l’obiettivo della Turchia è di raggiungere presto i 2 miliardi di dollari di commercio bilaterale nei prossimi anni.

Il Ministro dell'Economia turco Nihat Zeybekci, ha espresso soddisfazione per l'andamento della cooperazione economica tra la Turchia e i tre Paesi Balcani, elogiando l'apertura, a Istanbul, di un ufficio congiunto Bosnia-Erzegovina e Ente camerale serbo a sostegno di investimenti congiunti. I settori più promettenti per intensificare la cooperazione commerciale ed economica con Bosnia, Serbia e Croazia sono, per Zeybekci, quelli dell’agricoltura e allevamento, del tessile, degli appalti pubblici, dell’energia rinnovabile e del turismo.

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05.10.2022

Le relazioni commerciali tra Italia e Turchia nel nuovo aggiornamento di settembre dell’ICE-Agenzia di Istanbul che fotografa l’interscambio nei primi sette mesi del 2022

La Turchia è il primo partner commerciale dell’Italia nell’area del Mediterraneo con un flusso stabile e bilanciato a testimonianza dell’elevato livello di interconnessione esistente tra le due economie. Interessante anche il dato sulle tipologie di prodotti scambiati che, a parte l’export di ferro e acciaio dalla Turchia all’Italia, vede tra le prime categorie merceologiche prodotti ad alta intensità tecnologica quali ad esempio macchinari e apparecchiature meccaniche, autoveicoli e parti di ricambio, macchinari di precisione.

Dopo un già brillante 2021 nel quale l’interscambio totale è stato pari a 23 miliardi di dollari (+33,3% rispetto all’analogo periodo dell’anno recedente), con oltre 11 miliardi e mezzo di esportazioni (un risultato in linea con un anno straordinario del Made in Italy con oltre 500 miliardi di euro di merci vendute in tutto il mondo), nei primi sette mesi del 2022, secondo i dati resi pubblici dall’Ice-Agenzia di Istanbul, l’Italia si posiziona quale 5° partner commerciale della Turchia con 15,4 miliardi di dollari, segnando un +20,8% rispetto all’analogo periodo dello scorso anno. Dopo un primo semestre che aveva visto distribuire equamente vendite e acquisti tra i due Paesi con un saldo pressoché in equilibrio, il mese di luglio ha registrato un saldo negativo per la Turchia di quasi mezzo miliardo di dollari.

Anche nei primi sette mesi l’Italia si conferma il 5° fornitore della Turchia (con quasi 8 miliardi di dollari di export, +19% rispetto all’analogo periodo dello scorso anno) dopo Federazione russa, Cina, Germania e USA mentre passa dal 3° al 4° posto tra i più importanti clienti della Turchia preceduta da Germania e Stati Uniti e scavalcata dal Regno Unito, con 7,5 miliardi di dollari di merci e servizi acquistati dalla Turchia.

La dinamica dell’export italiano nei primi sette mesi dell’anno è stata trainata soprattutto dall’aumento delle vendite di combustibili e oli minerali (+440,9% rispetto all’analogo perdio dello scorso anno) e, in misura meno marcata, dalle nostre esportazioni di ferro e acciaio e materie plastiche. Le principali voci del nostro export nel periodo in osservazione restano quelle tradizionali dei “macchinari e apparecchiature meccaniche” (quasi 2 miliardi di euro), degli “autoveicoli, trattori e parti di ricambio”.

Nel confronto con i principali partner commerciali europei, nei primi sette mesi del 2022 l’aumento delle esportazioni dell’Italia (+19%) è nettamente superiore ai lievi incrementi registrati dalla Germania (+1,9%), e dal Regno Unito (+0,5%), mentre la Francia ha fatto registrare un +12,2% rispetto ai primi sette mesi del 2021. Si registrano invece, sempre nel periodo in osservazione, incrementi delle quote di export dalla Turchia verso la Germania (+12,2%), il Regno Unito (3,3%) e verso la Francia (+5,7%). In ambito Ue, l’Italia si posiziona invece al secondo posto con oltre 15 miliardi di interscambio totale con la Turchia, seconda solo alla Germania (25 miliardi di dollari) e prima di Francia (11 miliardi di dollari) e Spagna (10 miliardi di dollari).

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05.10.2022

La cooperazione turco-israeliana può soddisfare la domanda di energia in Occidente. Primo incontro tra Erdoğan e Lapid dal 2008. Focus sui rapporti commerciali tra i due Paesi

La cooperazione energetica è uno dei temi più importanti al centro dell’azione diplomatica mirata ad un riavvicinamento tra Israele e Turchia. Dopo la ripresa dei rapporti diplomatici lo scorso 17 agosto con la conferma dei rispettivi Capi Missione che avevano lasciato i due Paesi nel 2018 ed a seguito dell’incontro del 22 settembre tra il Presidente Erdoğan e il Premier Lapid a New York a margine dell’Assemblea Generale dell’ONU, i rapporti tra i due Paesi si sono intensificati.

Un segnale della volontà di riallacciare i legami politici ed economici che era stata lanciata nei mesi precedenti con la storica visita del Presidente israeliano Herzog in Turchia a marzo e quella del Ministro degli Affari esteri turco Cavusoglu a Tel Aviv a maggio di quest’anno.

Il Ministro degli Affari esteri turco Çavuşoğlu alla UNGA a New York

L’approvvigionamento energico, e in particolare quello del gas, ha certamente influito su questo percorso di riavvicinamento, considerando che il gas presente negli ingenti giacimenti israeliani potrebbe essere trasportato in Turchia e successivamente anche in Europa attraverso le infrastrutture esistenti in Turchia.

Il tema energetico è stato intensamente affrontato dai due Paesi nei recenti incontri con un focus particolare sulla cooperazione energetica nel Mediterraneo orientale per lo sfruttamento delle riserve di idrocarburi israeliane, in particolare quelle di gas del Leviathan. Gli obiettivi di Ankara sono noti: spingere per l’utilizzo delle reti già esistenti in Turchia (che sono collegate anche all’Europa tramite il TAP) per far affluire il gas israeliano, a costi stimati come inferiori rispetto a quelli del gasdotto sottomarino East Med che dovrebbe collegare Israele, Cipro, Grecia e infine Italia. A livello di numeri, però, è importante ricordare le ingenti riserve di gas liquefatto che invece potrebbero essere trasportate su navi in Turchia e in Europa: il giacimento del Leviathan (quasi 700 miliardi di metri cubi di riserve), di proprietà della Chevron e della israeliana NewMed Energy, che già rifornisce Giordania ed Egitto, potrebbe aumentare la produzione dagli attuali 12 a 21 miliardi di metri cubi all’anno (la Turchia consuma oltre 60 miliardi di MC di gas naturale ogni anno) che potrebbero soddisfare la domanda turca e europea. Il rilancio dei rapporti commerciali tra Turchia e Israele che in questi ultimi due anni hanno triplicato il volume di merci scambiate nonostante l’assenza dei rispettivi Ambasciatori, potrebbe influire anche su una rafforzata partnership energetica.

La cooperazione economica bilaterale Gli eccellenti legami commerciali tra Turchia ed Israele (che resta uno tra i più rilevanti partner commerciali di Ankara) sono stati confermati dai primi sette mesi del 2022: oltre 5 miliardi di dollari di export turco che collocano Israele al nono posto tra i più importanti mercati di sbocco delle merci e dei servizi della Turchia che nel 2021 aveva oltrepassato i 7 miliardi di dollari di vendite (+35% rispetto all’analogo periodo del 2020).

Secondo i dati resi recentemente pubblici dall’Assemblea degli esportatori turchi (TIM), le importazioni della Turchia da Israele nel periodo in osservazioni sarebbero invece cresciute del 37% attestandosi a 2 miliardi e mezzo di dollari.

La cooperazione economica non si ferma al solo interscambio commerciale: il settore agricolo (come ad esempio il commercio della frutta secca o la tecnologia applicata all’agricoltura di cui Turchia ne ha estremo bisogno per ammodernare il suo sistema produttivo), quello dall'industria siderurgica e del turismo, rappresentano aree di interesse per accrescere gli investimenti reciproci. Un potenziale di collaborazione esiste anche al di fuori delle tradizionali aree commerciali di scambio: acciaio, chimica, automotive, green economy e high-tech potrebbero rappresentare settori importanti per il futuro delle relazioni tra i due Paesi secondo quanto emerge da uno studio di uno dei principali think tanks turchi, “Economic Policy Research Foundation of Türkiye” (TEPAV). Temi economici e commerciali che la TEPAV prevede possano essere presto ampliati grazie alla Commissione economica mista Turchia-Israele che riprenderà a riunirsi nei prossimi mesi, grazie anche alla riapertura dei rispettivi Uffici commerciali nelle Ambasciate dei due Paesi.

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05.10.2022

Dopo il “downgrade” da “B+” a “B” da parte di Fitch, ad agosto l’agenzia di rating alza invece le sue stime sulla crescita dell’economia turca; gli fa eco Moody’s che rivede anch’essa al rialzo le previsioni di crescita della Turchia

L’agenzia di rating internazionale Fitch, che nel luglio scorso aveva declassato la Turchia di ben 5 livelli sotto il c.d. “investment grade”, ha più recentemente rivisto le stime di crescita della Turchia prevedendo una crescita del PIL nel 2023 di quasi il 3%. Fitch ha abbassato le sue stime di crescita dell’economia globale (2,4% nel 2022 e dell’1,7% nel 2023), ma ha contemporaneamente aumentato quelle di crescita per l'economia turca aggiungendo che nel 2022 potrebbe espandersi del 5,2%. Dati che sono in linea con i dati diffusi dall’OECD (crescita del PIL del 5,4% nel 2022 e del 3% del 2023) ma inferiori a quelli previsti dal nuovo “Medium Term Program 2022-2024” del Governo di Ankara dello scorso 5 settembre (crescita del 5% nel 2022 e del 5,5% nel 2023).

Anche Moody's ha aumentato le previsioni di crescita dell'economia turca per il 2022 dal 3,5% al 4,5%, secondo l'aggiornamento di agosto scorso del Global Macro Outlook 2022-2023, motivando tale previsione con il forte impulso dato da Ankara al credito, alle politiche a sostegno dei salari minimi e della politica monetaria che ha potuto sostenere i consumi interni, mentre la l’aumento della domanda dei principali partner commerciali della Turchia e una valuta nazionale debole hanno rafforzato le esportazioni e la ripresa del turismo.

Moody’s nel suo rapporto di settembre aggiunge che l'inflazione in Turchia dovrebbe scendere al 70% entro la fine di quest'anno e al 40% nel 2023 (attualmente il dato è oltre l’83%). Moody's ha anche evidenziato che l'attività manifatturiera turca si sta espandendo nei mercati dei Paesi emergenti (Brasile, India e Indonesia su tutti) con prospettivi positive per la Turchia.

Sia Fitch che Moody’s hanno invece abbassato la previsione di crescita delle economie del G-20 al 2,5% per il 2022 e al 2,1% per il 2023.

Resta il declassamento di rating Fitch del debito turco a “altamente speculativo” come conseguenza dell'elevata inflazione, del crescente disavanzo delle partite correnti e della bassa liquidità esterna, fattori che scoraggiano gli IDE (malgrado una netta ripresa dell’industria del turismo). Pesano infine nelle valutazioni di Moody’s, le considerazioni sulla tenuta della lira turca se persisteranno le politiche monetarie espansive di Ankara che potrebbero contribuire ad una ulteriore erosione delle riserve valutarie.

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05.10.2022

Il conto della bilancia dei pagamenti in Turchia secondo gli ultimi dati diffusi dalla Banca Centrale turca

A luglio 2022 il disavanzo di conto corrente in Turchia, anno su anno, è stato pari a 4 miliardi di dollari, con un aumento di 3,7 miliardi rispetto allo stesso mese dell’anno precedente; di conseguenza l’ampliamento del deficit mobile a 12 mesi è salito a 36,6 miliardi di dollari contro i 29,4 registrati il mese precedente.

Il conto delle partite correnti, al netto dell’oro e dell’energia ha invece fatto registrare un surplus di 3,7 miliardi di dollari nel luglio 2022, con un aumento di 613 milioni di dollari rispetto a luglio 2021.

Il deficit delle partite correnti registrato in Turchia è dovuto principalmente all’espansione del saldo della bilancia commerciale (9,3 miliardi di dollari sempre nel mese in osservazione e +6,2 miliardi rispetto allo scorso anno) che continua a risentire delle maggiori spese per l’approvvigionamento energetico del Paese e per la diminuzione del surplus dei redditi secondari e delle altre passività del conto finanziario.

In miglioramento, ma comunque insufficiente per immaginare un equilibrio o un avanzo di conto corrente della bilancia dei pagamenti nel breve termine, gli afflussi dalla voce dei servizi, che hanno fatto registrare un avanzo netto di 5,8 miliardi di dollari (+2,3 miliardi rispetto a luglio 2021). Nell’ambito dei servizi, i viaggi hanno rappresentato da soli un afflusso netto di 4,1 miliardi di dollari. Gli IDE in entrata sono ammontati a 252 milioni di dollari, mentre gli investimenti di portafoglio hanno fatto registrare un calo di 631 milioni a luglio 2022. In miglioramento le riserve ufficiali con un + 4,4 miliardi.

Graph 1: Current account (in million USD)

Source: Central Bank of the Republic of Turkey

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05.10.2022

Il commercio estero della Turchia fotografato dall’ultimo rapporto dell’Istat (TÜİK) e del Mincomes turco: focus sulle importazioni energetiche sulla performance di alcune categorie dell’export turco

Secondo i dati prodotti con la collaborazione dell'Istituto statistico turco (TÜİK) e del ministero del Commercio, nel mese di luglio scorso le esportazioni della Turchia sono ammontate a 18,5 miliardi di dollari con un incremento del 13,4% mente le importazioni sono cresciute del 41,4% attestandosi a 29,2 miliardi rispetto all’anno precedente. Nei primi sette mesi del 2022 le esportazioni sono state pari a 144,3 miliardi di dollari (+19,1%) mentre l’import si è attestato a 206,5 miliardi (+40,7%) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Nel complesso l’interscambio totale ha registrato un aumento del 30,9% passando da 267,9 a 350,8 miliardi di dollari mentre il deficit della bilancia commerciale della Turchia è salito a 62,6 miliardi di dollari.

Il rapporto di copertura delle esportazioni e delle importazioni che si era attestato all’82,6% nel periodo gennaio-luglio 2021, è sceso al 69,9% nello stesso periodo di quest'anno.

Nel periodo gennaio-luglio 2022, la Federazione russa ha nuovamente conquistato il primo posto come principale mercato di provenienza delle importazioni turche con acquisti pari a 32,1 miliardi di dollari (chiaramente in larga parte riferibili a combustibili e gas); seguita dalla Cina (23,8 miliardi di dollari), dalla Germania (13,2 miliardi di dollari), dagli Stati Uniti (8,9 miliardi di dollari) e dall'Italia che si piazza al 5° posto con 7,9 miliardi di dollari. Le importazioni dei primi cinque Paesi hanno rappresentato nei primi sette mesi del 2022 il 41,7% degli acquisti totali della Turchia. Interessante segnalare che l’importo pagato dalla Turchia per le importazioni energetiche è aumento del 95,7% a luglio scorso rispetto all’analogo periodo del 2021 (+7,7 miliardi di dollari nel solo mese in considerazione). Se consideriamo il periodo gennaio – luglio del 2022, le importazioni di combustibili hanno subito una variazione del +145% rispetto ai primi sette mesi dello scorso anno passando da 22,6 a 55,5 miliardi di dollari.

Passando ai principali mercati di sbocco delle esportazioni turche, al primo posto si colloca la Germania (12,1 miliardi di dollari), seguita da Stai Uniti (9,3 miliardi), Regno Unito (7,5 miliardi), Italia (7,4 miliardi) e Iraq, Spagna e Francia rispettivamente con 7,3, 5,1 e 5 miliardi di dollari.

Il Ministro del Commercio Mehmet Muş commentando i dati dell’export ha evidenziato l’eccellente performance dall'inizio dell'anno delle entrate provenienti dalla voce “servizi” (+66% nei primi 7 mesi dell’anno rispetto al 2021) che oltrepasseranno l'obiettivo iniziale di 68,5 miliardi di dollari stimato entro il 2022; un risultato, secondo il Ministro, che contribuirà significatamene a migliorare il saldo delle partite correnti della bilancia dei pagamenti. Il Ministro Muş ha poi aggiunto che le esportazioni di servizi svolgono un ruolo chiave nell’economia del Paese facendo affluire valuta forte e sostenendo così l’occupazione e la crescita del PIL.

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05.10.2022

La BERS ha finanziato un prestito di 127 milioni di dollari alla İş Bankası a favore del consolidamento delle imprese guidate da donne

La Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS) ha recentemente finanziato con un prestito di 127 milioni di dollari alla “İş Bankası” turca, un programma volto a facilitare la transizione della Turchia verso un'economia verde e a favorire le imprese femminili.

Nel dettaglio i fondi verranno suddivisi tra due programmi: il primo, “Türkiye Women in Business” (TurWiB II), sostiene e promuove le piccole e medie imprese guidate da donne, mentre il secondo programma “Türkiye Sustainable Energy Finance Facility” (TurSEFF III), è rivolto al miglioramento dell’efficienza delle energie rinnovabili nell’ambito di progetti di imprese.

"La BERS è fortemente impegnata a garantire la competitività delle imprese guidate da donne in Turchia e continuerà ad ampliare le opportunità, anche con nuovi finanziamenti a lungo termine, per le donne nell’economia del Paese in particolar modo per le manager donna “più green” ha affermato Arvid Tuerkner, amministratore delegato della BERS Turchia.

Contributi a favore delle imprese che nasceranno con i prestiti BERS saranno incentivati anche dal fondo turco di garanzia del credito del Ministero del Tesoro e delle Finanze.

La BERS sostiene anche investimenti verdi con l’obiettivo di abbattere le emissioni di carbonio in Turchia; la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo sta infatti disponendo nuovi prestiti, fino a 50 milioni di euro, ad una altra banca turca, la filiale finanziaria e di leasing della “Yapı Kredi”, al fine di ampliare le opportunità di finanziamento rivolte alle imprese locali impegnate nella green economy, nella lotta al cambiamento climatico e nel campo delle energie rinnovabili e delle sue applicazioni anche al settore residenziale.

Il prestito verrà erogato nell’ambito dell'iniziativa “Green Economy Financing Facility” (GEFF) della BERS con un portafoglio da oltre 500 milioni di euro e consentirà a Yapı Kredi Leasing di offrire finanziamenti a chi pianifica investimenti nell'economia verde

La BERS è impegnata a 360 gradi per facilitare un futuro sostenibile in Turchia con progetti ambiziosi in un Paese dove restano alte le emissioni di Co2 che aumentano i rischi climatici. Dal 2009 l’organizzazione internazionale ha investito oltre 16,5 miliardi di euro in 378 progetti nel Paese, la maggior parte dei quali nel settore privato.

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05.10.2022

Revisione dell’Unione Doganale: partecipazione dell’Ambasciatore Marrapodi all’incontro ad Istanbul dopo la visita a Bruxelles dei rappresentanti dei principali enti camerali europei in Turchia

Si è svolto lo scorso 6 settembre ad Istanbul un incontro tra l’Ambasciatore d’Italia Giorgio Marrapodi ed i rappresentanti delle Camere di Commercio del principali Paesi europei in Turchia per confrontarsi ed analizzare gli esiti della missione di sistema condotta dagli Enti Camerali a Bruxelles. Scopo principale della missione era quello di perorare la causa della revisione e modernizzazione dell’Accordo di Unione Doganale Turchia-UE, risalente agli anni ’90.

Quello della modernizzazione e dell’ampliamento del campo di applicazione dell'attuale Unione Doganale tra Turchia e Unione europea è un processo cui da anni si guarda con grande aspettativa in Turchia (risalgono al 2014 i colloqui iniziali) e in questi mesi invocato spesso dal Governo di Ankara. Se si considera che l'Accordo è stato attuato per la prima volta nel 1996 e, da allora, non è mai stato aggiornato mentre l'economia mondiale e gli schemi commerciali sono completamente cambiati in quasi 3 decenni, è chiaro che intere gamme di prodotti e settori restano completamente esclusi dalla disciplina, basti pensare ad esempio alla categoria dei servizi, assente nell'attuale regime di Unione doganale. Questa esigenza di rilancio è chiaramente mostrata anche nel Position Paper realizzato nel 2021 da TOBB (L’Unione delle Camere di Commercio turche) e dalle Camere di Commercio Estere Bilaterali in Turchia.

Nel 2019, prima della Pandemia, il volume totale degli scambi bilaterali tra la Turchia e l'UE era di 141 miliardi di dollari. I dati più recenti elaborati dall’Ufficio ICE (vedi infra.) mostrano che il commercio bilaterale tra Turchia e Ue nei primi sei mesi del 2022 ha già raggiunto i 114 miliardi di dollari con un aumento del 14% rispetto ai primi sei mesi del 2021. Con ogni probabilità questo trend in crescita proseguirà anche nei prossimi anni, favorito dal “near-shoring” delle catene del valore che l'Emergenza Covid-19 ha innescato. Questo è un chiaro indicatore del fatto che l’attuale Accordo non possa più essere considerato adeguato ai tempi, escludendo una gamma rilevante di settori commerciali che va dall’agricoltura agli appalti pubblici, passando per il commercio elettronico ed i servizi. Viene stimato che l’ampliamento dell’Accordo a questi vitali settori possa notevolmente incidere sul commercio bilaterale UE-Turchia con oltre 300 miliardi di dollari di interscambio all’anno rispetto agli attuali 165 miliardi di dollari oltre che contribuire alla crescita del PIL della Turchia fino all’1,9%.

I Presidenti degli enti camerali europei in Turchia durante la missione a Bruxelles hanno posto l’accento sull'interesse reciproco per arrivare alla ripresa dei negoziati per la modernizzazione dell’Accordo segnalando che la Turchia è peraltro l'unico Paese extra UE con un accordo di unione doganale con l’UE congelato, ed evidenziando l’affidabilità oramai raggiunta dalla Turchia come interlocutore di fondamentale importanza per l’UE. I presidenti hanno concluso affermando che non possono più essere considerati sufficienti gli “accordi temporanei” del passato per oltrepassare le barriere tariffarie e i dazi nell’entrata e nell’uscita di merci e servizi tra l’UE e la Turchia.

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05.10.2022

Inaugurato lo scorso mese dal Presidente Erdoğan il più grande evento di tecnologia applicata alla difesa e all’aerospazio “Teknofest” che nelle parole del Presidente “rappresenta una vera e propria “rivoluzione intellettuale” dei nostri giovani”

Il Presidente Recep Tayyip Erdoğan ha inaugurato alla V edizione di “Teknofest 2022” organizzato dalla Turkish Technology Team Foundation (T3 Foundation) e dal Ministero dell'Industria e della Tecnologia e svoltosi presso l'aeroporto di Çarşamba (Mar Nero), dove hanno partecipato oltre mezzo milione di giovani che hanno gareggiato in 40 categorie tecnologiche diverse, dai semiconduttori ai droni, passando per satelliti, razzi, robotica e intelligenza artificiale. Erdoğan, nel suo discorso introduttivo, ha ricordato con orgoglio i velivoli da combattimento senza pilota (UCAV), esportati in oltre 30 Paesi definendo il nuovo sistema nazionale di droni chiamato Bayraktar Kızılelma come “rivoluzionario" nella storia militare della Turchia e per il mantenimento della pace. Il nuovo sistema di aviazione (MİUS) Kızılelma prodotto dal leader turco dei droni Baykar dovrebbe effettuare il suo primo volo nel 2023 e sarà in grado di decollare e atterrare sulla nave d'assalto anfibia della Turchia, prima nave del suo genere al mondo che consente l'atterraggio di velivoli UCAV. Dopo il successo del famoso Bayraktar TB2, Baykar sta attualmente lavorando alla nuova versione aggiornata, il Bayraktar TB3 UCAV, in grado di operare in tandem con velivoli pilotati e potrà trasportare missili aria-aria e condurre una moltitudine di azioni militari offensive strategiche, di supporto aereo ravvicinato e di difesa aerea.

il presidente Recep Tayyip Erdoğan pone la sua firma sul drone da combattimento Kızılelma

L’evento-festival ha attirato 900.000 visitatori, secondo le stime di Zülkif Dağli, governatore della provincia di Samsun, in una sei giorni che ha ospitato attività di “air show” di velivoli da guerra, spettacoli con droni ed elicotteri, nonché seminari e competizioni tra i più giovani.

Il festival prevedeva varie competizioni nei settori della tecnologia applicata al volo per premi di oltre 7 milioni di lire turche (circa 400 mila euro): vincitori, al primo e secondo posto, la Corea del Sud nella gara del “World Drone Cup-2022”, mentre la Francia è risultata terza

All'evento erano presenti i droni Bayraktar TB2, Kızılelma e Aksungur, nonché i caccia F-16 e F-4 Phantom, gli elicotteri Gökbey e Bell 429 M, aerei da addestramento Hürjet e quello da trasporto Hürkus, e gli aerei per il pattugliamento marittimo P-72. Presenti numerose aziende locali operanti nei settori della difesa, dei trasporti e delle comunicazioni.

Il “Teknofest”, organizzato per la prima volta nel 2018, era stato presentato lo scorso anno all'aeroporto Atatürk mentre l’edizione del 2022 è stata preceduta per la prima volta in assoluto da una pre-edizione “estera” di Teknofest che si tenuta nella capitale azera Baku.

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05.10.2022

Ankara garantisca che la Turchia non avrà problemi questo inverno: le bollette non svuoteranno i portafogli dei cittadini turchi grazie alla predisposizione di appositi sussidi. Focus sugli approvvigionamenti di gas della Turchia

Il Ministro dell'energia e delle risorse naturali Fatih Dönmez ha dichiarato recentemente che l’aiuto alle famiglie turche per contrastare il caro bolletta ha raggiunto, per il riscaldamento, i 150 miliardi di lire turche (circa 8,2 miliardi di dollari) nei primi sei mesi del 2022; un impegno del Governo di Ankara con lo scopo di proteggere i cittadini dall'aumento incontrollato dei prezzi dell'energia. Il sussidio, che si concretizzerebbe in circa 2 mila lire turche a famiglia, servirebbe, nelle parole del Ministro, a far fronte ad un consumo di gas naturale che nel 2021 è stato superiore ai 60 miliardi di metri cubi di gas naturale (rispetto ai 48 miliardi del 2020). Dönmez ha anche ricordato che nel 2020 mille metri cubi di gas costavano circa 150 dollari, mentre oggi il prezzo è salito a circa 2 mila dollari.

Tuttavia il volume delle riserve di gas naturale scoperte nel Mar Nero a Sakarya, potranno assicurare al Paese entro il 2023 una fornitura più continua e ridurre la dipendenza dall’import russo. Il giacimento di Sakaraya scoperto nell’estate del 2020 avrebbe riserve di gas naturale per oltre 600 miliardi metri cubi. Situato al largo della provincia settentrionale di Zonguldak, circa 140 chilometri del gasdotto sottomarino (lungo in totale 170 chilometri) sono stati completati e, dalla scorsa estate, le navi posatubi dell’italiana Saipem “Castorone” e “Castoro 10” stanno assicurando la posa dei tubi prodotti dall’italiana Tenaris.

La nostra Castorone sta installando la sezione di tubi in acque profonde mentre la Castoro 10 ha l'incarico di installare 5 chilometri di condotta in acque basse.

La Turchia punta dunque a trasferire 10 milioni di metri cubi (mcm) di gas naturale al giorno a partire dal 2023 che sarebbero sufficienti per far fronte alla domanda crescente interna insieme alle importazioni di gas naturale e liquefatto (GNL) dall’estero, senza il rischio di subire interruzioni durante l’imminente inverno. Per altro lo stoccaggio sotterraneo di gas naturale della Turchia consentirebbe di soddisfare la domanda interna già a cominciare dall’inizio dell’autunno: la Turchia, infatti, dispone due strutture: la prima è rappresentata dall'impianto di stoccaggio sotterraneo di gas naturale di Silivri,; la seconda è invece la struttura sotterranea di gas naturale di Tüz Gölü (letteralmente Lago di Tuz). Complessivamente esse assicurano al Paese 5,6 miliardi di metri cubi (bcm), circa il 10% del consumo annuale di gas della Turchia, sufficienti per coprire il fabbisogno per più di un mese a cui vanno aggiunte le forniture di gas naturale da Iran, Azerbaigian e Russia (che copre quasi la metà del fabbisogno energetico turco attraverso il TurkStream) e quelle di gas naturale liquefatto (GNL) da Qatar, Nigeria, Norvegia, Algeria e Stati Uniti (la Turchia ha aumentato i suoi acquisti di GNL del 102% a 561 milioni di tonnellate).

Inoltre il Paese ospita quattro terminali GNL mentre un quinto terminal è in costruzione a Saros, nella provincia di Edirne, ed è prevista in futuro la messa in operatività di una nuova centrale nucleare, la prima in Turchia, grazie alla collaborazione con la russa Rosatom.

Non va dimenticato, infine, l'uso efficace dell'energia solare. Lo sfruttamento dell’energia solare, cosi come di quella eolica, è molto avanzato ed è in grado di ridurre notevolmente le emissioni di gas serra dell'industria elettrica e aumentare la sicurezza energetica.

Con una durata media giornaliera del sole di oltre 8 ore le centrali solari turche, dislocate in ben 78 province del Paese, sono in grado di generare una capacità di energia solare installata di 8,3 GW che dovrebbe superare i 30 GW entro il 2030; la centrale solare di Karapınar Solar Power Plant (GES) installata a Konya, la più grande della Turchia e tra le più importanti in Europa, raggiungerà la piena capacità con i suoi 1350 MW di potenza installata entro la fine del 2022.

A pieno regime la GES di Konya si prevede che possa fornire energia elettrica pulita a oltre 2 milioni di famiglie in attesa che anche la Turchia possa sviluppare anche la tecnologia idonea per lo sfruttamento dell’idrogeno.

La Turchia sta inoltre avviando negoziazioni con l'Oman per il commercio di gas naturale e più recentemente ha avuto colloqui con il Presidente della Petroliam Nasional Berhad (PETRONAS) malese.

La Federazione Russa resta tuttavia, almeno per ora, il più grande fornitore di gas naturale alla Turchia con oltre 2 miliardi di metri cubi, ma le importazioni sono diminuite dallo scoppio dell’invasione dell’Ucraina di quasi il 30% su base annua cosi come e’ calata la quota dall'Iran del 22,2%.

Sarebbero invece aumentate le importazioni di gas naturale dagli Stati Uniti (del 100% su base annua a 299 milioni di metri cubi) e quelle dall'Azerbaigian (aumentate del 40% a 729 milioni metri cubi). Nel dettaglio, nella prima metà del 2022, le importazioni turche di gas naturale sono state pari a 30,8 miliardi di metri cubi, con un aumento dell'1,7% su base annua, mentre i consumi interni sono aumentati dello 0,45% a circa 32 miliardi di metri cubi.

Nell'ultimo programma economico “Medium Term Program” pubblicato lo scorso 5 settembre dal Ministero delle Finanze, le previsioni macroeconomiche e le stime per il 2023-2025 per il settore energetico prevedono una spesa per le importazioni di energia di 103,5 miliardi di dollari nel 2022; si prevede che la bolletta energetica del Paese diminuirà a 85 miliardi di dollari nel 2023 e poi fino a 76,3 miliardi nel 2024 per attestarsi infine a 70,9 miliardi di dollari nel 2025.

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