08.11.2022
Il 20 ottobre scorso, la Banca Centrale della Turchia (CBRT) guidata dal governatore Şahap Kavcıoğlu, ha deciso di ridurre nuovamente il tasso di riferimento - per il terzo mese consecutivo - dal 12% al 10,50%. La Banca Centrale turca ha commentato la sua decisione adducendo gli effetti negativi causati dai crescenti rischi geopolitici sull’attività economica internazionale che impongono un approccio “macroprudenziale”. Una decisione presa, si legge nel comunicato, anche alla luce delle previsioni di crescita che, nell’immediato futuro, tendono al ribasso con all’orizzonte il possibile ristagno delle principali economie.
Nel contesto internazionale si monitorano, prosegue la nota della CBRT, le continue interruzioni di approvvigionamento che in alcuni settori, in particolare in quello alimentare, rendono preoccupante l’incessante aumento dei prezzi globali. Kavcıoğlu giudica inoltre l'elevata inflazione su scala internazionale, gli squilibri tra domanda e offerta e la rigidità del mercato del lavoro delle principali economie. Rispetto alle economie avanzate la Turchia ha registrato un aumento dell’occupazione e le prospettive di crescita del PIL sono positive anche grazie al contributo, più marcato del previsto, dei ricavi provenienti dal settore turistico che hanno assorbito parte del disavanzo corrente. La BCRT inoltre osserva attentamente gli effetti sull’economia nazionale della recessione dei principali partner commerciali della Turchia che rendono concreti i rischi di una continua instabilità interna dei prezzi e la riduzione del potere di acquisto dei redditi delle famiglie.
Sul lato della politica monetaria, la Banca Centrale segue con attenzione il differenziale tra il tasso ufficiale di riferimento e i tassi di interesse bancari sui prestiti rafforzando gli strumenti a sostegno della strategia della c.d. “liralizzazione", ossia il contenimento dell’utilizzo delle valute estere nell’economia turca. Analogamente a precedenti comunicati, la BCRT, ribadendo che l’attuale contesto di una inflazione dilagante sia da considerare un fenomeno esogeno e temporaneo, determinato dagli effetti ritardati e indiretti dell’aumento dei prezzi dei prodotti energetici ed alimentari, prevede a breve un processo di disinflazione grazie alle misure adottate per rafforzare la stabilità finanziaria. Infine, gli effetti del rallentamento della domanda estera sulla domanda aggregata e della produzione interna sono anch’esse attentamente monitorate per preservare lo slancio della crescita della produzione industriale e il trend positivo dell'occupazione in Turchia. Per le ragioni di cui sopra il Comitato di Politica Monetaria ha annunciato che al presente taglio ne seguiranno altri finche’ non si giungerà ad un calo dell’inflazione. È molto probabile una nuova riduzione del tasso di riferimento per portarlo al 9% entro la fine del 2022.
Una settimana dopo la riduzione del tasso di riferimento, la BCRT ha rivisto le sue aspettative di inflazione. Le attese dell’inflazione al consumo si attestano al 65,2% nell’anno in corso (rispetto al 60,4% della precedente proiezione) mentre per il 2023 il tasso si attesterebbe al 22,3% e all’8,8% nel 2024 (l’obiettivo target della BCRT era del 5%).
Il cambio della lira turca, che aveva reagito ai due precedenti tagli del 18 agosto e del 22 settembre toccando i minimi storici, è stato nuovamente sottoposto a pressione dopo l’ulteriore taglio dello scorso 20 ottobre che ha portato la moneta turca a 18,607 per dollaro, nuovo tracollo dall’inizio dell’anno.
L’Associazione degli industriali e degli uomini d'affari indipendenti (MUSIAD), in una rara manifestazione pubblica di disapprovazione sul modus operandi della BCRT, per voce del suo presidente Mahmut Asmali, ha sollevato forti preoccupazioni per l'incertezza economica che si respira tra imprese e uomini d’affari dopo l’ulteriore ritocco al tasso di riferimento e, esprimendosi comunque a favore di un ulteriore taglio, ha commentando “che il taglio avvenga subito ad una cifra anche a novembre, ma che sia unico per i mesi a venire”. Asmali ha poi aggiunto che l’ aumento, giudicato “troppo generoso”, del salario minimo prospettato dal Presidente Erdoğan già da dicembre prossimo, aggraverebbe la situazione di molte aziende turche.
In vista delle elezioni del giugno 2023, il Governo starebbe infatti predisponendo aumenti del salario minimo, degli stipendi pubblici e delle pensioni. Il Ministro del Lavoro e della Previdenza sociale, Vedat Bilgin, ha recentemente affermato che l'aumento del salario minimo dello scorso luglio a 5.500 lire turche (circa 300 dollari) potrebbe salire tra gli 8 e i 9 mila lire entro la fine dell’anno (alcuni ipotizzano che si potrebbe superare anche le 10 mila lire turche per attirare un bacino consistente di elettori indecisi) con oneri crescenti per i datori di lavoro.
08.11.2022
In occasione del mese della Ricerca sul cancro al seno, l’Ambasciatore d’Italia in Turchia Giorgio Marrapodi ha aperto lunedì 17 ottobre una tavola rotonda organizzata dall’Ambasciata in collaborazione con il Ministero della Salute turco, l’OMS Turchia e con la partecipazione dell’Istituto Superiore di Sanità di Roma. Si è trattato di un evento congiunto a cui hanno preso parte in presenza una sessantina di medici turchi e che ha visto anche la partecipazione del Vice Ministro turco della Salute Dott. Tolga Tolunay, del Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità italiano - in collegamento da Roma - Professor Silvio Brusaferro e del Rappresentante dell’OMS Turchia, Dott. Batyr Berdyklychev.
Il programma dal titolo “Italy- Türkiye: Breast Cancer Awareness Workshop” si è articolato in due sessioni: la prima con un simposio sul “National Cancer Control Program of Türkiye”, moderato dal Dr. Toker Ergüder, National Professional Officer dell’OMS Turchia; la seconda sessione, dal titolo “National Cancer Control Program of Italy”, è stata presentata dal Professor Brusaferro all’audience turca presente in sala.
Ai due panel è seguita una ”Tavola rotonda” aperta anche alla stampa locale, a personalità del mondo delle ONG, delle Ambasciate, professori universitari ed esperti intervenuti successivamente ai lavori. A conclusione sono poi stati presentati i risultati del workshop a cura del Professor Brusaferro e dei vertici dell’Organizzazione Mondiale della Sanità Turchia che hanno delineato lo stato dell’arte nei rispettivi Paesi, i protocolli di prevenzione e lo stato di avanzamento sulla ricerca per la prevenzione del cancro al seno per promuovere nuove e successive collaborazioni.
L’Ambasciatore Marrapodi, intervenendo all’apertura del Workshop, ha voluto sottolineare il rilievo internazionale dell’evento realizzato nel campo della ricerca sul cancro che consente ai due Paesi di confrontarsi, non solo sul rafforzamento dei legami economici, ma permette di espandere gli eccellenti rapporti ad ogni settore, dalla cultura alla ricerca, dallo sport alla salute. “Il settore sanitario è sicuramente uno dei più strategici, con la recente crisi pandemica che ci ha mostrato chiaramente quanto la cooperazione internazionale in materia sanitaria sia fondamentale per superare le sfide e le minacce globali. La presenza del Vice Ministro della Sanità Tolunay e del Presidente del nostro Istituto Superiore di Sanità, principale centro di ricerca, di controllo e di consulenza tecnico-scientifica sulla salute pubblica in Italia, guidato dal Professor Brusaferro, testimoniano l’occasione straordinaria che ci viene offerta oggi in questa sala per confrontarci sul ruolo cruciale nella prevenzione e promozione della salute, nella lotta al cancro, alle malattie croniche e neurodegenerative, dall'autismo alle malattie rare, dalle malattie infettive alle dipendenze patologiche”. L’Ambasciatore Marrapodi ha poi aggiunto: “il concept del Workshop di oggi serve a contribuire e sensibilizzare i nostri due Paesi per uno scambio di idee e buone pratiche che possano consentirci di rafforzare ulteriormente la cooperazione tra Italia e Turchia per un miglioramento reciproco dei protocolli di screening e delle terapie”.
Da parte sua il Vice Ministro della Salute Tolga Tolunay, elogiando l’organizzazione di una così importante giornata dedicata alla ricerca congiunta durante il mese di sensibilizzazione sul cancro al seno, nel suo intervento ha posto l’accento su come l’attuazione di strategie per un’azione tra Turchia e Italia per la prevenzione e la diagnosi precoce per il trattamento dei tumori al seno rilevate nelle sue fasi iniziali, possa essere vincente. Il Vice Ministro Tolunay e il Professor Brusaferro hanno poi condiviso con la platea i dati nazionali aggiornati sul numero di screening effettuati da Italia e Turchia del cancro al collo dell’utero, del colon-retto e della mammella. In questo contesto il Prof. Silvio Brusaferro ha evidenziato come nel nostro Paese gli screening per l’individuazione precoce dei tumori possono essere considerati un pilastro dell’ISS italiano e i risultati raggiunti incoraggiano ad investire sempre più nella prevenzione, soprattutto pe il cancro al seno che richiede che gli screening per la diagnosi siano eseguiti più spesso, ampliando la fascia di età.
“Ammirevole l’evento organizzato oggi presso la Rappresentanza diplomatica italiana ad Ankara” è stato infine il commento di Batyr Berdyklychev, Rappresentate del WHO in Turchia il quale ha aggiunto: “ogni anno a oltre 2 milioni e mezzo di donne in tutto il mondo viene diagnosticato un cancro al seno e quasi 700 mila non ce la fanno: attraverso incontri come quello di oggi si sensibilizza l’opinione pubblica e si rafforzano le forze congiunte per incoraggiare la prevenzione; l'OMS si impegna a ridurre il cancro al seno del 2,5% fino all'anno 2040 e a salvare la vita di quasi 2,5 milioni di donne".
08.11.2022
L’Ambasciatore Giorgio Marrapodi si è recato lo scorso mese di ottobre ad Istanbul in occasione della Fiera Internazionale di Ankiros dove ha potuto visitare il padiglione Italia allestito dall’ICE-Agenzia di Istanbul. La rassegna fieristica internazionale di Anikros è un punto di riferimento per l’industria metallurgica dell’area medio orientale (in Turchia in forte espansione grazie ad ingenti investimenti da parte del Governo di Ankara) e ha offerto in questa edizione soluzioni tecnologicamente avanzate.
Il padiglione dell’ICE-Agenzia di Istanbul ha radunato una trentina di aziende italiane, di cui una dozzina leader nel settore dell’acciaio e molte presenti in Turchia con un proprio agente di rappresentanza i a testimonianza della volontà di stringere rapporti più proficui con le controparti turche. La presenza ad Istanbul della nostra Associazione Nazionale Fornitori Macchine e Materiali per fonderie (AMAFOND) con il Presidente Fabrizio Carmagnini, è stato un concreto segnale dell’interesse verso un mercato come quello metallurgico turco sempre più con grandi potenzialità di crescita nei settori ad alta intensità tecnologica che rappresentano le prime voci merceologiche del nostro interscambio come i macchinari e le apparecchiature meccaniche, gli autoveicoli e i macchinari di precisione.
L’Ambasciatore Marrapodi visitando il padiglione Italia, in una intervista alla stampa locale, ha evidenziato la forte complementarietà tra i due sistemi economici e le grandi potenzialità di crescita e di investimenti reciproci sottolineando il costante aumento degli ultimi anni dell’commercio bilaterale: “se guardiamo ai primi nove mesi del 2022 - ha spiegato l’Ambasciatore Marrapodi - il volume di nostri scambi e’ stato addirittura migliore rispetto agli anni pre pandemia e, dopo un 2021 che ha fatto segnare oltre 20 miliardi di dollari di merci scambiare, ci aspettiamo una crescita dell’interscambio ancora più sostenuta per il 2022.”.
Dal canto sui il Direttore dell’Ice Agenzia di Istanbul, Riccardo Landi, che ha coordinato il padiglione Italia alla Fiera turca, spiega che le nostre vendite nel settore metallurgico in Turchia, compreso l’indotto, hanno fatto segnare ricavi per circa 15 milioni di dollari con un aumento del 76% rispetto ai 9 milioni di dollari dello stesso periodo dell'anno scorso; “si tratta nel complesso di un fatturato marginale rispetto al nostro export totale” - avverte Landi - ma la Turchia in questi ultimi anni e’ cresciuta molto nel settore dei metalli non ferrosi e dell’alluminio è non ha solo importato: dalla Turchia, infatti, il nostro Paese ha acquistato per 1 miliardo di dollari”. Per quanto attiene l’afflusso di IDE, ci si attende che l’Italia aumenti gli investimenti nel settore tecnologico, considerando che il futuro della Turchia sarà decisamente interessante potendo contare su una forza lavoro sempre più qualificata e tecnologica. Sarà importante per le imprese italiane tecnologicamente più avanzate intercettare l’onda di sviluppo metallurgico e le sue applicazioni tecnologiche di Ankara.
08.11.2022
Lo scorso 28 settembre il Presidente Erdogan ha inaugurato l’imponente ospedale Etlik di Ankara realizzato in Joint Venture dall’italiana We Build (51%) e dall’azienda turca Turkerler (49%) che consentirà di creare a pieno regime 20.000 posti di lavoro e fornire assistenza ad un flusso giornaliero di circa 50.000 persone. Alla cerimonia inaugurale ha partecipato l’Ambasciatore Marrapodi insieme al Ministro della Salute Koca e numerosi altri Ministri ed alti funzionari della Repubblica di Turchia. Si tratta di un’opera del valore di circa un miliardo di euro, composta da 17 edifici, che si configura come la maggior opera ad oggi realizzata in Turchia nel settore della salute ed uno dei più estesi campus sanitari a livello mondiale. Al suo interno si trovano anche un’Università, un hotel e diversi spazi commerciali. I lavori sono stati sviluppati secondo lo schema della Public Private Partnership (PPP) che prevede la concessione in esclusiva per un consistente numero di anni alle società costruttrici, sono stati commissionati nel 2012 dal Ministero della Salute turco ad un main contractor, costituito appunto dalla Joint Venture tra l’italiana Astaldi (oggi We Build), e l’azienda locale “Türkerler”.Il progetto è stato possibile anche grazie ad un finanziamento della BEI di 50 milioni di euro, approvato nel 2016.
Rivolgendosi al folto pubblico radunatosi per l’occasione, il Presidente Erdoğan nel suo discorso ha voluto enfatizzare come il complesso ospedaliero di Etlik costituisca la ventesima grande opera di questo tipo realizzata in Turchia, nonché la seconda ad Ankara dopo quello di Bilkent già in servizio da alcuni anni, con altri 13 ospedali in fase di costruzione e 2 in fase di progettazione, risultati concreti della “Riforma Bianca” del sistema sanitario turco.
Il Presidente Erdoğan ha poi proseguito ringraziando tutti i medici ed il personale sanitario per l’eccellente qualità dei servizi ospedalieri, che fanno della Turchia uno dei Paesi più all’avanguardia a livello mondiale nel settore medico, sottolineando poi come, “a differenza di molti altri Paesi sviluppati”, la Turchia abbia gestito con successo la pandemia grazie proprio alle solide infrastrutture sanitarie esistenti ed agli ospedali cittadini costruiti e messi rapidamente in servizio durante il periodo critico, spesso in tempi record. Erdoğan ha infine affermato che la Turchia non solo è riuscita a fornire servizi sanitari di elevata qualità ai propri cittadini, ma ha anche inviato forniture mediche in aiuto di 161 Paesi e 12 Organizzazioni Internazionali.
L’Ospedale Etlik di Ankara costituisce solo uno degli ultimissimi esempi della politica fortemente proattiva promossa da Erdoğan negli ultimi 20 anni nel settore delle grandi opere. Tale linea è stata possibile grazie anche ad un utilizzo sempre più estensivo (a volte anche oggetto di rilievi sulla necessità di maggior trasparenza nella gestione come ad esempio espressamente segnalato nell’ultimo Country Report 2021 del FMI) degli schemi di Public Private Partnership (PPP). I progetti in PPP, se da un lato hanno avuto il pregio di “scaricare” la gran parte dei costi iniziali di progettazione e costruzione, consentendo all’Erario di non indebitarsi eccessivamente nel breve (la Turchia dal 2001 al 2021 ha registrato una media inferiore al 50% di debito in rapporto al PIL), dall’altro lato costituiscono anche un’ “ipoteca” sui conti pubblici nel medio-lungo periodo.
08.11.2022
L’Ambasciata d’Italia ad Ankara ha lanciato il primo appuntamento del nuovo formato di incontri “MeeTürkItaly” ospitando lo scorso 26 ottobre nella prestigiosa cornice di Palazzo di Venezia ad Istanbul Nerio Alessandri, fondatore e CEO di Technogym.
Nell’incontro con la folta comunità italiana e turca del mondo imprenditoriale, finanziario ed economico è intervenuto”, l’Ambasciatore Marrapodi che ha presentato il Fondatore e CEO di Technogym Nerio Alessandri. L’incontro è stata un utile occasione di confronto sui nuovi modelli di business, molto più attenti alla sostenibilità, e sull’importanza delwellness anche quale strumento per creare ambienti di lavoro più sani, confortevoli e aumentare il benessere organizzativo dei dipendenti all’interno delle aziende.
Attraverso il nuovo format “MeeTürkItaly” l’Ambasciata intende creare nuove occasioni di dialogo informale su vari temi, non limitandosi solo ai temi economico-finanziari e commerciali per la comunità imprenditoriale italiana in Turchia, ma ampliando i tavoli di lavoro a diversi settori come ad esempio quelli culturale, sanitario, sportivo e scientifico, contribuendo in tal modo ad aumentare ulteriormente il clima di amicizia tra Italia e Turchia.
“MeeTürkItaly” si riunirà nuovamente il prossimo mese di novembre per presentare due ospiti molto popolari in Italia e Turchia e protagonisti in passato nei campi di calcio di tutto il mondo: Giancarlo Antognoni e Fatih Terim.
08.11.2022
Si è svolta il 10 ed 11 ottobre scorsi la missione a Izmir dell'Ambasciatore Giorgio Marrapodi il quale, attraverso un articolato programma, ha potuto visitare alcune aziende italiane, vere eccellenze del made in Italy, e incontrare le autorità locali e gli esponenti della collettività italiana.
L’Ambasciatore Marrapodi ha inoltre incontrato il Presidente della Camera di Commercio di Izmir con cui ha discusso delle prospettive di collaborazione, ed ha avuto incontri istituzionali con le componenti della rete di istituzioni legate all'Italia (Camera di Commercio Italiana, Centro Goldoni, Scuola Primaria e dell'Infanzia e i Com.It.Es.). L’’Ambasciatore si è poi intrattenuto con il contingente presso la base NATO di LANDCOM e con i religiosi italiani in Turchia impegnati nei lavori sinodali.
Il primo incontro è stato dedicato al Presidente della Camera di Commercio di Izmir, Mahmut Ozgener, recentemente insignito del Cavalierato dell'Ordine della Stella d'Italia, e rieletto a capo di una Camera con oltre 90.000 iscritti. Quale seguito del Vertice intergovernativo dello scorso 5 luglio ad Ankara, e in vista della prossima Joint Economic and Trade Commission nel 2023, l'Ambasciatore Marrapodi ed il Presidente Ozgener hanno concordato circa l’opportunità di approfondire gli scambi in settori come lo sviluppo sostenibile, la green economy, il food innovation, come delineato nella Carta di Matera, ed nelle energie pulite. In particolare, la Camera di Commercio di Izmir ha creato un nuovo Innovation Center in centro, mentre nella zona di Dikili, a nord della città ha realizzato un vasto progetto di “smart agriculture” rivolto a serre e impianti di confezionamento dei prodotti alimentari. L'auspicio comune è quindi stato quello di realizzare dei progetti che prevedano scambi di delegazioni italiane e turche in questi settori chiave.
I rapporti commerciali tra i due Paesi e il ruolo della Turchia, e in particolare della zona egea, nel contesto del “reshoring” delle multinazionali è stato l'argomento al centro dell’incontro dell'Ambasciatore Marrapodi con i rappresentanti della Camera di Commercio Italiana di Izmir e un gruppo di imprenditori e manager italiani attivi nell'automotive, nel packaging, nella logistica, nel tessile e nel riciclo. Tutti hanno concordato delle opportunità di cui beneficiano le rispettive aziende nell'essere presenti in Turchia, sia per il ruolo di “hub” per le esportazioni verso Paesi terzi, sia per le opportunità del mercato locale in crescita, contraddistinto da una popolazione giovane e dall'alto livello di istruzione. L'Ambasciatore Marrapodi ha quindi visitato gli stabilimenti produttivi di Ferrero a Manisa (prodotti per il mercato turco e per altri 20 Paesi della Nutella), di Bitron (leader nella produzione di componentistica per elettrodomestici e per auto) e infine Eldor (leader mondiale nella produzione di ignition coil per auto e ora proiettata verso l'auto elettrica).
L'Ambasciatore Marrapodi ha poi visitato la sede dell'Associazione di Amicizia e Cultura italo-turca, il Centro Goldoni, sede dell’istituto Culturale del Consolato Italiano di Izmir, e la Scuola Italiana Primaria e dell'Infanzia di Izmir, unico istituto non paritaria della rete del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Italiana, per poi incontrare il Com.It.Es. di Izmir che ha fornito alcuni spunti per mantenere viva la lingua italiana in Turchia.
L'Ambasciatore d’Italia ha quindi salutato il contingente italiano presso la base NATO di LANDCOM responsabile per tutte le operazioni terrestri della NATO, e composto da oltre trenta militari il cui Senior Representative è il Deputy Commander Gen. C.d'A. Nicola Zanelli, ricordando l'eccellente sforzo che le nostre Forze Armate sono chiamate a porre in essere in una fase di crisi internazionale dovuta all'aggressione russa all'Ucraina. L'Ambasciatore ha infine incontrato i numerosi religiosi italiani di Izmir e di tutta la Turchia riuniti in città per i lavori sinodali il cui ruolo è fondamentale per portare avanti il dialogo interreligioso in Turchia.
08.11.2022
Intervenendo alla 21ma assemblea generale della Confederazione degli artigiani e degli artigiani (TESK) il 29 settembre scorso, il Presidente Erdoğan ha rilasciato dichiarazioni chiare sulla politica monetaria del Paese in riferimento ai nuovi tagli del tasso di riferimento, oggi al 10,50% dopo l’ennesima riduzione da parte del Comitato di politica monetaria (MPC) del 20 ottobre scorso, Una decisione giunta in una fase nella quale l’inflazione annua ha raggiunto l’85,51%.
Rivolgendosi alla folta platea, Erdoğan ha riaffermato la necessità di salvaguardare le condizioni favorevoli al mantenimento della crescita del PIL (7,6% nel primo trimestre e del 7,3% nel secondo di quest’anno), del tasso di occupazione (sceso ad una singola cifra per la prima volta dopo 20 anni), delle esportazioni e degli investimenti sostenendo che tassi di interesse più bassi (è atteso un ulteriore taglio ad una cifra entro la fine dell’anno), porteranno nel 2023 ad una graduale riduzione del tasso di inflazione.
Il Presidente turco ha voluto anche rassicurare cittadini e imprese ( i primi schiacciati dall'aumento vertiginoso dei prezzi al consumo, le seconde alla prese con indebitamenti sempre più alti), anticipando nuove misure di sollievo per contrastare l’aumento del costo della vita che si aggiungono a quelle recentemente adottate nel 2022 come l’aumento del salario minimo, il tetto massimo del 25% sugli aumenti degli affitti, la riduzione delle tasse sulle bollette di gas e luce oltre al lancio del progetto abitativo per gli strati più fragili della popolazione. Erdoğan nel suo intervento ha anche evidenziato come molti Paesi in via di sviluppo che stanno utilizzando politiche monetarie ortodosse per affrontare l'inflazione siano entrati in recessione ed ha ricordato che l’andamento inflazionistico in Turchia negli ultimi tre anni, allorquando a seguito di un brusco balzo del tasso di inflazione nel 2019 di oltre il 20% l'economia cresceva al 3% mentre nel 2020, con una inflazione scesa al 12%, il tasso di crescita del PIL non aveva oltrepassato l’1%. Con l'attenuarsi dell'impatto della pandemia da coronavirus, l'economia turca è cresciuta nel 2021 dell'11,4% ma la spirale inflazionistica non si è arrestata attestandosi al 36%. Chiaro il messaggio del Presidente turco che, davanti al ceto più produttivo del Paese, ha fatto intendere che proseguirà nella sua politica monetaria espansiva con tassi anche al di sotto dell’attuale 10,50% al fine di sostenere al massimo la crescita del Paese. Nel frattempo, ha proseguito Erdoğan, il tasso di inflazione annuo dovrebbe raggiungere il suo picco dell'84% a novembre prima di scendere a circa il 65% a dicembre, mentre si collocherebbe a circa il 55% a gennaio 2023 e a circa il 50% a febbraio del prossimo anno, dichiarando che “la politica dei tassi bassi ha iniziato a dare i suoi frutti”. Tuttavia nelle previsioni prezzi al consumo non scenderanno di molto nel breve periodo e ci si attende, con le elezioni alle porte (giugno 2023), l’adozione a breve di ulteriori misure “compensative” quali un sostanzioso aumento del salario minimo D’altra parte, l’Istat turco “TurkStat” alla luce delle informazioni più recenti, ha aggiornato i dati di ottobre scorso sui risultati dell’indice di fiducia economica con prospettive più pessimistiche: l'indice generale economico, quello costituito dagli indici di fiducia dei consumatori, dei servizi, del commercio al dettaglio, delle costruzioni e del settore reale, è rimasto allo stesso livello (94,3) di settembre con livelli molto bassi degli indici di fiducia dei consumatori (72,4) causa gli aumenti da settembre ad ottobre scorsi delle bollette di luce e gas (rispettivamente del 20% e del 21% che incidono sull’indice nazionale dei prezzi alla produzione), nonché dei prezzi sui prodotti e servizi di largo consumo (fino al 2% sul cibo e fino al 7% per l’istruzione), mente i soli costi degli affitti sono aumentati di quasi il 10%, da settembre ad ottobre.: un peggioramento che si è registrato anche tra gli indici delle PMI che hanno risentito del protrarsi delle tensioni geopolitiche casate dalla guerra russo-ucraina e da un tasso di inflazione elevata.
L'indice dei prezzi alla produzione nazionale
Dopo essere sceso leggermente ad agosto scorso, per la prima volta in tutto il 2022, quando i prezzi internazionali delle materie prime avevano mostrato una tendenza al ribasso, l'indice dei prezzi alla produzione nazionale su base annua è tornato al 151,50% a settembre scorso: il divario tra l'indice dei prezzi al consumo e l'indice dei prezzi alla produzione è salito a 68,05 punti percentuali.
08.11.2022
La Turchia mira a diventare un nuovo “hub” di produzione ma anche di ricerca e di innovazione nel settore dell'energia eolica con la prospettiva di esportare in tutta la regione medio orientale e in Europa; lo ha dichiarato lo scorso mese di ottobre il ministro dell'energia e delle risorse naturali Fatih Dönmez intervenendo in Germania alla rassegna internazionale WindEnergy. Dönmez ha evidenziato il potenziale della Turchia nelle rinnovabili per la produzione di energia pulita, affermando che il Paese si colloca al quinto posto tra i produttori europei per la produzione di apparecchiature eoliche ed è leader nella produzione di pale, torri turbine.
"Oggi, la Turchia è diventato un partner affidabile nel panorama europeo di forniture di apparecchiature per lo sfruttamento dell’energia oltre che dell'approvvigionamento di gas naturale” ha dichiarato Dönmez alla conferenza stampa organizzata in fiera”. Passando ai numeri, la Turchia ha esportato circa 1,5 miliardi di euro di turbine eoliche e attrezzature in quasi 50 paesi nel 2021 essendo in grado di produrre localmente quasi il 70% delle sue turbine eoliche e dei relativi componenti. Come noto la Turchia è un Paese fortemente dipendente dalle importazioni di combustibili fossili per coprire il proprio fabbisogno energetico e, a seguito dell'aumento dei costi dopo l'invasione russa dell'Ucraina, ha aumento la propria produzione di energia da fonti rinnovabili- Ankara ha recentemente lanciato alcuni progetti su larga scala ed ha avviato tender per la costruzione di nuove centrali solari ed eoliche. Nel 2021 le energie rinnovabili hanno rappresentato oltre il 95% degli incrementi della nuova capacità installata nel paese, raggiungendo, dall’inizio del 2022, una capacità elettrica totale installata superiore ai 100 giga watt di cui più del 50% proveniente dal rinnovabile, non solo eolico e solare ma anche idroelettrico e geotermico. Nel contesto internazionale la Turchia si piazza al 5° quinto posto in Europa e al 12° nel mondo per capacità installata di energia rinnovabile mentre per quanto attiene all’energia eolica occupa la 7° posizione in Europa, con 11,1 giga watt di potenza onshore (centrali elettriche) e ben oltre 57 di giga watt di potenziale offshore; il Paese ha un potenziale di capacità totale installata superiore a 100 mila megawatt di cui la potenzialità dell’eolico arriverebbe a quasi 50 mila (fonte del “Ministry of Energy and Natural Resources” turco).
Il mix elettrico turco si sta dunque rapidamente spostando verso le rinnovabili, che oggi rappresentano il 43% della produzione totale di elettricità, mentre carbone e gas rappresentano rispettivamente il 34% e il 23%. L'energia eolica rappresenta il 10% del mix elettrico della Turchia, il che la rende la seconda fonte di energia rinnovabile dopo l'energia idroelettrica. Tutti i 10 GW installati oggi in Turchia sono eolici onshore ed il Paese punta ad aggiungere altri 20 GW di energia eolica entro il 2030. La regione dell’Egeo (Izmir e provincia) guida la diffusione dell'energia eolica, ospitando circa il 20% della capacità di energia eolica del paese. Il più grande progetto di energia eolica, il progetto Soma da 312 MW, si trova nelle province di Manisa e Balikesir.
Il successo dell'industria eolica turca è radicato nella sua forte catena di approvvigionamento nazionale in continua espansione. Anche molte aziende europee e internazionali hanno istituito impianti di produzione in Turchia. Gli ultimi dati disponibili mostrano 3.580 aziende attive nel settore dell'energia eolica in Turchia, con 25.000 persone impiegate direttamente o indirettamente. Il Paese ospita impianti di produzione di aziende leader internazionali come la TPI Composites, l’Enercon e la GRI Renewables.
L'azienda americana TPI Composites, ad esempio, produce compositi di alta qualità utilizzati nelle pale delle turbine eoliche in due stabilimenti situati nella regione di Izmir, impiegando un totale di circa 4.200 persone; da Izmir servono principalmente clienti in Europa, incluso il mercato locale della Turchia, il Medio Oriente e l'Africa.
Fonte: TEİAŞ (Turkish Electricity Transmission Corporation)
Infine, da un recente report della Turkish Wind Energy Association (TÜREB), emergerebbero forti interessamenti per il mercato turco dell’eolico da parte dell’industria delle rinnovabili dei Paesi europei che guardano con sempre più interesse ai progressi compiuti dalla Turchia nelle energie pulite: la tedesca “Nordex”, leader mondiale nella produzione di turbine eoliche, la danese “Vestas”, specializzata nelle turbine eoliche offshore, e la “Enercon GmbH “della Bassa Sassonia, ne sono un esempio e considerano la Turchia come Paese sempre più affidabile dove investire nella produzione da fonti rinnovabili.
Nel frattempo la Turchia è impegnata nella sostituzione delle importazioni di combustibili fossili (nel 2021 la metà dell’elettricità prodotta in Turchia è stata generata da carbone e gas) per tagliare i costi di bollette elettriche e di gas, non solo con l’eolico ma anche con il solare. Lo scorso anno, vento e sole hanno generato oltre 50 terawattora di elettricità che sono serviti al Paese per abbassare la spesa per il riscaldamento di oltre 10 miliardi di dollari. L’anno scorso la Turchia ha comunque fatto registrare un consumo di gas importante: circa 59 miliardi di metri cubi (bcm) che potrebbero salire a oltre 65 miliardi di bcm nel 2022, cifre che impongono ad un Paese che importa il 98% di gas, un’accelerazione anche per quanto concerne l’utilizzo di tutte le energie rinnovabili. Il ricorso alle energie pulite di sole e vento dovrebbe rappresentare più di un terzo della produzione totale di energia per abbassare in modo significativo il fabbisogno energetico della Turchia da fonti classiche che rendono il Paese vulnerabile dal punto di vista degli alti costi dei combustibili importati.
08.11.2022
La Banca Centrale turca (CBRT) ha rivisto lo scorso 27 ottobre al rialzo le sue previsioni di inflazione sia per il 2022 che per il 2023 a causa dell'aumento dei prezzi dell’energia, dei prodotti alimentari e delle materie prime, ma anche per lo squilibrio della domanda e dell’offerta causato dall’incerto scenario geopolitico attuale. L'inflazione annuale al consumo, secondo la recente stima della BCRT, dovrebbe raggiungere il 65,2% nel 2022 (in rialzo rispetto alla precedente proiezione del 60,4%) mentre è attesa al 22,3% alla fine del 2023 e all'8,8% alla fine del 2024 (il target della BCRT era lo scorso anno del 5% entro il 2024).
Nel briefing dello scorso 27 ottobre il Governatore Kavcıoğlu, presentando il rapporto sull'inflazione nel terzo trimestre del 2022, ha evidenziato che tra le cause dell’aumento del tasso di inflazione nel mondo vi è il noto rallentamento dell'attività economica globale causato dai crescenti rischi geopolitici derivanti dalla guerra Russia-Ucraina che continuano ad influenzare negativamente le catene di approvvigionamento globali, indebolite durante la pandemia, e che ora portano ad una elevata volatilità dei prezzi dell'energia, dei beni agricoli e delle materie prime. Tutto ciò sta provocando, ha continuato Kavcıoğlu, un aumento della spirale inflazionistica e un indebolimento della domanda su scala globale: in questo contesto le aspettative di inflazione per il 2022 sono state riviste al rialzo per molte economie avanzate. Passando alla Turchia, il Governatore non ha avuto dubbi nel mettere in risalto la performance dell’economica del Paese registrata negli ultimi due trimestri dell’anno, crescita guidata dall'industria manifatturiera e grazie all’eccellente risultato dell’export e degli investimenti, in primis in macchinari e attrezzature, che sono tra i più importanti capisaldi della trasformazione strutturale del Paese. A confermarlo sono i dati dell’Istati turco, TUIK, che ha sottolineato come la crescita del 7,3% registrata nel secondo trimestre del 2022 sia stata, per 3 punti percentuali, derivata dalle esportazioni e per 2 punti percentuali dagli investimenti in macchinari e attrezzature. Un quadro, quello economico turco, che si discosta da quello dei Paesi del G20 anche nel settore occupazionale. In Turchia il numero di disoccupati rispetto ai Paesi OCSE è sceso ed il tasso destagionalizzato si è attestato al 9,6% ad agosto scorso, il livello più basso registrato dal 2014. Kavcıoğlu nel suo intervento ha rimarcato anche il miglioramento del saldo corrente della bilancia dei pagamenti, sostenuto anche nel secondo trimestre del 2022, con un avanzo strutturale che si ripete dall’inizio del 2022. La crescita del Paese è stata poi fortemente sostenuta dalle esportazioni che alla fine del mese di settembre scorso hanno superato i 250 miliardi di dollari (erano state pari a 225 miliardi di dollari nel 2021) anche grazie al supporto al sistema finanziario a favore degli esportatori (i prestiti agli investimenti e all'esportazione sul totale dei prestiti commerciali hanno superato il 28% nel mese di agosto, raggiungendo il livello più alto degli ultimi 20 anni). Il Governatore della BCRT ha evidenziato anche la performance più che soddisfacente del settore turistico, fonte di occupazione e di ricavi, nei primi otto mesi del 2022. I prezzi al consumo (CPI), invece, sono aumentati dell'83,5% su base annua lo scorso mese di settembre mentre l’inflazione core, in termini annui, ha mostrato invece prospettive relativamente più positive. Grazie alle misure macro prudenziali adottate, ha poi continuato il Governatore della BCRT turca, si è potuto contenere gli effetti negativi dell’attuale congiuntura internazionale. alcuni dei risultati più importanti nel settore finanziario sono state le agevolazioni concesse per il credito alle PMI, la c.d. “liralizzazione”, fondamentale per la stabilità del cambio, anche se l’auspicio della BCRT è che la quota in valuta nazionale aumenti nelle transazioni commerciali e nei depositi bancari grazie anche al risparmio protetto da FX. Infine, con la vendita di una parte dei proventi delle esportazioni alla Banca Centrale e una più alta domanda per la valuta nazionale, si è anche sostenuta la struttura di riserve valutarie del Paese. Tuttavia le stime del tasso di inflazione, ha poi proseguito Kavcıoğlu, sono state riviste al rialzo a causa di fattori esterni come l’aumento dei prezzi all’importazione e per una domanda estera che nel 2023 che si presenta incerta: il tasso di inflazione è stato pertanto stimato al 65,2% a fine 2022, al 22,3% a fine 2023 e all'8,8% a fine 2024; “la revisione della precedente proiezione della BCRT del tasso di inflazione in Turchia è stato pertanto “ritoccato” di 4,8 punti dal 60,4% al 65,2% per la fine del 2022 e di 3,1 punti dal 19,2% al 22,3% per la fine del 2023” ha concluso Kavcıoğlu.
Il Governatore Şahap Kavcıoğlu ha infine evidenziato, riferendosi alle economie avanzate soprattutto dell’area euro che stanno fronteggiano recessioni importanti, come gli aumenti dei tassi di riferimento, applicando solo politiche restrittive per ridurre l'inflazione, danneggino la capacità di investimento e di esportazione mentre, riferendosi al proprio Paese, ha poi concluso affermando che “si può ridurre l'inflazione sostenendo la produzione e facilitando l’accesso al credito mantenendo allo stesso tempo la stabilità del tasso di cambio necessaria per imboccare la strada di un processo di disinflazione nel più breve tempo possibile a cui potrebbe contribuire un previsto e auspicabile calo dei prezzi internazionali dell'energia e delle materie prime e l’eliminazione delle interruzioni delle catene di approvvigionamento, processo in parte già in corso”.
08.11.2022
Lo scorso 10 ottobre l'Istituto statistico turco (TÜİK) ha diffuso i dati sulla disoccupazione per il mese di agosto. TÜİK ha affermato che il tasso di disoccupazione è diminuito di 0,4 punti e si attesta al 9,61%. Sempre secondo l’Istat turco, il numero di disoccupati è sceso di 113 mila unità con 3,5 milioni di disoccupati.
L’'indagine rileva inoltre una disoccupazione all’8,2% per gli uomini e del 12,5% per le donne.
L’occupazione continua la sua fase di espansione dal mese di maggio, rimanendo pressoché costante (366 mila unità in più rispetto a luglio scorso e un tasso al 47,9%) è pari a quasi 31,1 milioni di persone con il 65,3% per gli uomini ed il 30,8% per le donne.
Il tasso di disoccupazione giovanile (ancora alta rispetto alla media OCSE) destagionalizzato nella fascia di età 15-24 è stato del 18% (si era attestato al 19,1% a luglio); si osserva una ripartizione del 15,2% per gli uomini e del 23,37% per le donne. Infine, l'orario di lavoro settimanale effettivo medio destagionalizzato è stato di 44,1 ore in leggero aumento rispetto alle 43,3 ore del mese di luglio scorso.
Commentando i recenti dati sulla disoccupazione il ministro del Tesoro e delle Finanze Nureddin Nebati ha osservato: “gli eccellenti risultati occupazionali raggiunti in questi ultimi mesi sono stati resi possibili grazie al nuovo programma economico del Governo che ci ha consentito di far scendere il tasso dell’occupazione giovanile di oltre 100 mila unità nel solo mese di agosto con una forza lavoro cresciuta nello stesso mese di 266 mila unità rispetto a luglio scorso. ll dato di disoccupazione di agosto - il più basso dal marzo 2014 - ci permette di differenziarci da tutte le altre economie mondiali.”
Il “Medium Term Program 2022-2025” pubblicato lo scorso 5 settembre dal Ministero di Nebati ha stimato un tasso di disoccupazione per il 2022 più alto rispetto al dato di agosto (10,8%); secondo la tabella di marcia la disoccupazione si attesterà al 10,4% nel 2023 per poi scendere nuovamente progressivamente e passare al 9,9% nel 2024 e al 9,6% l’anno successivo.
08.11.2022
I dati i più aggiornati sui flussi di IDE in Turchia, pubblicati lo scorso 11 ottobre dall’Associazione non governativa degli Investitori Internazionali in Turchia (YASED), indicano che nei primi otto mesi del 2022 gli IDE in entrata sono stati pari a 6,83 miliardi di dollari (-19,1% rispetto all’analogo periodo dello scorso anno): in particolare, nel mese di agosto scorso, gli investimenti esteri in Turchia sono ammontati 887 milioni di dollari (29% del deficit delle partite correnti), in calo rispetto ai due mesi precedenti.
Nel dettaglio l’afflusso di IDE è stato guidato nel mese in osservazione, per un valore di 550 milioni di dollari, dai ricavi dalle vendite delle proprietà immobiliari a cittadini stranieri, settore in ripresa nel mese in osservazione con valori che si attestano al livello dell’inizio dell’estate scorsa, seguiti dall’acquisizione di partecipazione azionarie che rallentano insieme a quelli derivanti da crediti e depositi commerciali e sottoscrizioni di titoli obbligazionari.
Se consideriamo i primi otto mesi del 2022, la quota percentuale di IDE affluita sotto forma di vendite immobiliari ai residenti stranieri raggiunge il 63,2% del totale mentre i primi tre settori economici che hanno conquistato la quota maggiore degli afflussi di capitale estero in forma di acquisizione di partecipazioni azionarie sono stati i settori dell’hoteliere, del food e delle costruzioni.
I dati di agosto mostrano ancora una volta i Paesi dell’Unione Europea più il Regno Unito tra i più importanti investitori in Turchia che detengono la quota di maggioranza pari al 69% degli IDE totali in entrata nel Paese: l’Olanda nel mese in considerazione sale al primo posto con il 30% dei flussi in entrata seguita dalla Germania (24%) e dalla Giordania (14%). In questo mese l’Italia resta fuori dalla “top ten”.
Sempre nel mese in questione si osserva una crescente presenza degli investimenti da parte dei Paesi del Medio Oriente la cui quota passa dall’8 al 14%.
Se consideriamo i primi otto mesi del 2022 il principale investitore resta la Svizzera con oltre 620 milioni di dollari, seguita dall’Olanda (582 milioni) e dalla Germania (322 milioni). Chiaramente tali dati scontano inevitabilmente, come abbiamo già affermato in precedenti edizioni di questa rassegna, il fatto che molti investimenti di Paesi terzi transitano attraverso società controllate e finanziarie spesso aventi sede in paesi come Olanda, Lussemburgo e Svizzera.
Dopo un 2021 che aveva fatto registrare flussi di IDE in entrate nel Paese pari a a 14,1 miliardi di dollari le stime pe il 2022 si spingono oltre i 15 miliardi di dollari con un leggero recupero sul finanziamento del deficit delle partite correnti.
08.11.2022
Il 14 ottobre sono stati resi pubblici da parte dell’Istat turco (TÜİK) i dati riferiti al mese di settembre delle compravendite di immobili ad uso abitativo. Dopo gli aumenti registrati durante i mesi scorsi (da gennaio a settembre l’aumento è stato pari all’11,4% mentre nell’analogo periodo gli immobili andati a non residenti hanno fatto registrare un +32,5% rispetto al primo semestre del 2021), i contratti di compravendita sono diminuiti del 22,9% a settembre rispetto allo stesso mese dell'anno precedente, attestandosi a poco più di 113 mila unità rispetto ai 147 contratti stipulato nel 2021.
Istanbul ha registrato la quota più alta di vendite con il 16,8% e 19 mila unità vendute vendite seguita a distanza dalla Capitale Ankara (8,8 mila) e Izmir (6,3 mila) con una quota rispettivamente del 7,8% e del 5,6%.
Nel dettaglio, gli acquisti di immobili di nuova costruzione nel mese di settembre sono diminuiti del 18,2% rispetto allo stesso mese dell'anno precedente e ammontano a quasi 36 mila unità con una quota del 31,7% di tutte le vendite di case in Turchia. Nei primi nove mesi del 2022 questa tipologia di vendita aveva invece fatto segnare un aumento dell’8,7% (l’aumento era stato del 13,6% nel mese scorso di agosto) rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente attestandosi a circa 312 mila unità vendute.
Passando alle vendite di immobili a stranieri, escluse le compravendite legate all’acquisto della cittadinanza, dopo il +44,6% fatto registrare nel periodo gennaio-agosto e quasi 50 mila contratti conclusi da non residenti, a settembre si è invece registrato un decremento del 23,8%. Istanbul ha superato la città di Antalya al primo posto che a sua volta è seguita da Mersin.
Tuttavia, considerando i primi 9 mesi dell’anno le vendite di immobili a stranieri sono aumentate del 32,5% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Gli acquisti vedono in testa i cittadini russi seguiti da iraniani e iracheni, in particolare cittadini della Federazione Russa si piazzano al primo posto sia nel mese scorso di settembre (quasi mille e duecento contratti di compravendita stipulati) sia nel periodo gennaio-settembre 2022 (9.311 unità acquistate) con un aumento del 199% rispetto al 2021; un dato che rispecchia come i russi abbiano cercato di spostare i capitali dalla Russia in Turchia dopo l'invasione dell'Ucraina da parte di Mosca e le successive sanzioni occidentali. Sempre nel periodo in considerazione, i cittadini ucraini hanno aumentato i loro acquisti immobiliari in Turchia del 125% (1.775 unità). dopo quelli della Federazione russa, sono stati i cittadini iraniani e iracheni a far registrare il maggior numero di unità abitative acquistate sul mercato turco, rispettivamente nei primi 9 mesi dell’anno, di 6.540 e 5.255 unità (fonte Turkish Statistical Institute, TurkStat).
08.11.2022
Nei primi nove mesi del 2022 le entrate derivanti dal settore turistico hanno generato più di 35 miliardi di dollari, con un aumento del 67,9% su base annua. 17,9 i miliardi di dollari ricavati dal settore nei soli tre mesi centrali estivi (in Turchia da luglio a settembre) rispetto ai 14 di un anno fa con oltre 21 milioni di presenze. Oltre il 14% delle entrate turistiche è derivato dal rientro per le vacanze estive di cittadini turchi residenti all'estero (l'11,3% del totale, pari 2 milioni e mezzo di presenze). La spesa media dei viaggiatori stranieri in Turchia per notte è stata di 89 dollari. Sempre tra gennaio e settembre i dati del Ministero della Cultura e del Turismo indicano 34,8 milioni di presenze straniere, un numero che è raddoppiato rispetto al 2021.
Il presidente dell'associazione delle agenzie di viaggio turche (TURSAB) Firuz Baglikaya, stima un totale di 44 milioni di visitatori entro il 2022-, Nel periodo in osservazione, secondo la TURSAB, il maggior numero di visitatori è arrivato in Turchia dalla Germania (3,8 milioni di presenze), seguita dalla Federazione Russa (3 milioni), Regno Unito (2,3 milioni), Bulgaria (1,7 milioni), e Iran (1,5 milioni). In crescita secondo l’Associazione anche i visitatori dagli USA (quasi 700 mila presenze e +193,8% rispetto al 2021) e da Israele (+41% di turisti israeliani rispetto al 2019).
In aumento anche i viaggi di stranieri per motivi di salute e per la chirurgia estetica che registrano già più di 1 milione di visitatori solo per il trapianto di capelli da inizio gennaio.
A livello di distribuzione, è sempre la perla delle coste mediterranee turche Adalia e regione a posizionarsi al primo posto con oltre 11 milioni di visitatori stranieri ospitati nei primi nove mesi del 2022 (presenze rilevate dallo scalo internazionale della città in collaborazione con i dati forniti dall’Assessorato provinciale al turismo e alla cultura del Comune di Antalya) con un aumento del 57% rispetto al 2021. Seguono Istanbul e Edirne che intercettano la gran parte dei flussi turistici in entrata.
Al primo posto tra le presenze straniere i russi, da gennaio a settembre di quest’anno sono sbarcati ad Antalya 2,3 milioni di turisti dalla Federazione), seguiti dalla Germania con 2,1 milioni di presenze e dal Regno Unito (952.246 di turisti) seguita, nella TOP 10 di TURSAB da Polonia, Paesi Bassi, Kazakistan, Romania, Israele, Repubblica Ceca e Danimarca.
08.11.2022
La Turchia è il primo partner commerciale dell’Italia nell’area del Mediterraneo con un flusso stabile e bilanciato a testimonianza dell’elevato livello di interconnessione esistente tra le due economie. Confermato il trend positivo dello scorso anno quando l’interscambio fu pari a 23 miliardi di dollari, un risultato superiore al 2019 in periodo pre pandemico. La tendenza dell’import/export è molto incoraggiante in questi primi 9 mesi del 2022 e, se mantenuta fino alla fine dell’anno, potrebbe toccare la soglia record di 25 miliardi di dollari, rendendo realistico il raggiungimento in prospettiva dell’ambizioso obiettivo di 30 miliardi di dollari, già da tempo individuato dal Presidente Erdoğan.
Dopo un brillante 2021, l’interscambio totale è stato pari a 23 miliardi di dollari (+33,3% rispetto all’analogo periodo dell’anno recedente), con oltre 11 miliardi e mezzo di esportazioni (un risultato in linea con un anno straordinario del Made in Italy con oltre 500 miliardi di euro di merci vendute in tutto il mondo), nel primi nove mesi del 2022, secondo i dati resi pubblici dall’Ice-Agenzia di Istanbul, l’Italia si posiziona quale 5° partner commerciale della Turchia con 19,6 miliardi di interscambio (+4,2 miliardi di dollari in più rispetto al mese precedente di agosto) e +19,1% rispetto all’analogo periodo dello scorso anno. Dopo un primo semestre che aveva visto distribuire equamente vendite e acquisti tra i due Paesi con un saldo pressoché equilibrato, il mese di in osservazione ha registrato un saldo negativo per la Turchia superiore al miliardo di dollari, raddoppiato in un solo mese.
Anche nei primi nove mesi di questo anno l’Italia si conferma il 5° fornitore della Turchia (con 10,3 milioni di dollari e +23,5% rispetto all’analogo periodo dello scorso anno) dopo Federazione Russa, Cina Germania e USA mentre passa dal 3° al 5° posto in due mesi tra i più importanti clienti preceduta da Germania e Stati Uniti scavalcata da Iraq e Regno Unito, con 9,2 miliardi di dollari di merci e servizi acquistati e +14,5% rispetto ai primi nove mesi del 2021.
La dinamica dell’export italiano nei nove mesi dell’anno è stata trainata, come nei precedenti mesi, soprattutto dall’aumento delle vendite di combustibili e oli minerali (+266,5% rispetto all’analogo perdio dello scorso anno) e da quelle della voce merceologica “metalli e pietre preziose” (+173,7%) e, in misura meno marcata, dalle nostre esportazioni di ferro e acciaio (+54,6%). Le principali voci del nostro export nel periodo in osservazione restano quelle tradizionali dei “macchinari e apparecchiature meccaniche” (superata la soglia dei 2 miliardi di euro).
Nel confronto con i principali partner commerciali europei, nel primi nove mesi del 2022 l’aumento delle esportazioni dell’Italia (+23,5%) è nettamente superiore ai lievi incrementi registrati dalla Germania (+4,5%), e dal Regno Unito (+1,3%), mentre la Francia ha fatto registrare un +15,1% rispetto ai primi nove mesi del 2121; si registrano invece, sempre periodo in osservazione, incrementi delle quote di export della Turchia verso la Germania (+10,4%), il Regno Unito (+0,8%) e verso la Francia (+6,3%); in ambito Ue l’Italia si posizione invece al secondo posto con oltre 19 miliardi di interscambio totale nei primi nove mesi dell’anno, dopo la sola Germania (33,1 miliardi di dollari) e prima di Francia (14 miliardi di dollari) e Spagna (12,6 miliardi di dollari), guadagnando quote nei confronti dei nostri tre principali concorrenti.
08.11.2022
Ad agosto 2022, ultimi dati disponibili resi noti dalla BCRT, il disavanzo di conto corrente in Turchia, anno su anno, è per il decimo mese consecutivo negativo, ed è stato pari a 3,1 miliardi di dollari e decisamente più alto rispetto a 1,1 miliardi di USD nell'agosto 2021. Ciò ha portato l’ampliamento del deficit mobile a 12 mesi a 40,9 miliardi di dollari rispetto ai 36,6 miliardi fatti registrare nel mese di luglio 2022. Il conto delle partite correnti, al netto dell’oro e dell'energia, ha invece fatto registrare un surplus di 6,3 miliardi di dollari nell'agosto 2022, con un aumento di 5,0 miliardi di dollari rispetto ad agosto 2021.
Il deficit delle partite correnti registrato in Turchia è dovuto principalmente all’espansione del saldo della bilancia commerciale (9,7 miliardi di dollari sempre nel mese in osservazione e +6,8 miliardi rispetto allo scorso anno) che continua a risentire delle maggiori spese per l’approvvigionamento energetico della Turchia e per la diminuzione del surplus delle passività del conto finanziario.
In miglioramento, ma sempre insufficiente per immaginare un avanzo o almeno un equilibrio del conto corrente della bilancia dei pagamenti nel breve periodo, gli afflussi dalla voce servizi, che hanno fatto registrare un avanzo netto di 7,2 miliardi di dollari (+2,5 miliardi rispetto all’analogo mese del 2021). Nell’ambito dei servizi, i viaggi hanno rappresentato da soli un afflusso netto di 5,1 miliardi di dollari (in diminuzione di 0,7 miliardi di dollari rispetto ad agosto 2021).
Gli IDE e gli investimenti di portafoglio hanno registrato un afflusso netto rispettivamente di 573 milioni e di 812 milioni di dollari con le riserve ufficiali in miglioramento (+10,8 miliardi, il doppio rispetto al mese di luglio 2022).
08.11.2022
Secondo i dati elaborati dalla TIM (Assemblea Esportatori Turchi) con la collaborazione dell'Istituto statistico turco (TÜİK) e del Ministero del Commercio, nel mese di settembre scorso le esportazioni della Turchia sono ammontate a 22,6 miliardi di dollari con un incremento del 9,2%.
Un risultato commentato dal ministro del Commercio Mehmet Muş e dal presidente della TİM Mustafa Gültepe, eccezionale, considerando l’attuale clima recessivo di molti partner commerciali della Turchia. Gültepe ha poi evidenziato l’aumento significativo delle vendite turche in nuovi mercati quali quello dell’Arabia Saudita (+221%), del Libano (+71%) e della Svizzera. Un ampliamento dei nuovi mercati di sbocco importante ha poi proseguito il Presidente di TIM malgrado la il rapporto Euro/Dollaro, che da inizio 2022 era a quota 1,15, è oggi a 0,96, con un riflesso negativo per le vendite turche: la perdita delle esportazioni legata alla parità ha raggiunto infatti i 2 miliardi di dollari solo a settembre scorso e ha superato i 10 miliardi di dollari dall'inizio del 2022.
Nel frattempo le importazioni, sempre nel mese di settembre 2022, sono aumentate del 44,5% rispetto all’analogo mese del 2021, a causa dell’impennata dei prezzi dell’energia e di altre materi prime, attestandosi a 33 miliardi di dollari in un mese. Nel dettaglio le importazioni di energia sono cresciute del 115% attestandosi a 9,56 miliardi di dollari a settembre scorso.
Tornando ai numeri, nei primi nove mesi del 2022 le esportazioni sono state pari a 188,2 miliardi di dollari (+17%) mentre l’import si è attestato a 271,3 miliardi (+40,4%) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Nel complesso l’interscambio totale ha registrato un aumento del 29,8% passando da 354 a 459,4 miliardi di dollari mentre il deficit della bilancia commerciale della Turchia è salito a 83 miliardi di dollari; in aumento le importazioni di oro (+543%).
Il rapporto di copertura delle esportazioni e delle importazioni è sceso dall’82,6% al 69,9% (primi 8 mesi del 2022 rispetto all’analogo periodo del 2021).
Nel periodo gennaio-settembre 2022, la Federazione russa ha nuovamente conquistato il primo posto come principale mercato dell’import turco con acquisti pari a 44,6 miliardi di dollari. La Russia è seguita dalla Cina (31,7 miliardi di dollari), dalla Germania (17,3 miliardi di dollari), dagli Stati Uniti (11,8 miliardi di dollari) e dall'Italia che si piazza al 5° posto con 10,3 miliardi di dollari.
Le importazioni dai primi cinque Paesi hanno rappresentato il 41,7% degli acquisti totali della Turchia. Interessante segnalare che l’importo pagato dalla Turchia per le importazioni di energia a settembre scorso: oltre 70 miliardi di dollari e +8,8 miliardi di dollari nel solo mese in considerazione rispetto al mese di agosto 2022. Se consideriamo il periodo gennaio-settembre del 2022, le importazioni di combustibili (1/3 dell’import totale) hanno subito una variazione del 132,2% rispetto ai primi nove mesi dello scorso anno passando da 31,4 a 73,1 miliardi di dollari. Significativo l’aumento dell’export del chimico (quasi 3 miliardi di dollari) seguito dall’automotive (2,7 miliardi). In crescita anche la domanda estera del siderurgico, cemento, ceramica, vetro e fertilizzanti.
Passando ai principali mercati di sbocco delle esportazioni turche al primo posto si colloca la Germania (15,7 miliardi di dollari), seguita da Stai Uniti (12,7 miliardi), Iraq (9,8 miliardi) che scavalca il Regno Unito (9,7 miliardi), e l’Italia (9,2 miliardi).
08.11.2022
In concomitanza con il 99° anniversario della nascita ella Repubblica di Turchia, si è svolto lo scorso 29 ottobre nella provincia nord-occidentale di Bursa, la cerimonia di presentazione del primo SUV completamente elettrico di Togg. La nuova vettura è prodotta da un consorzio di cinque società turche sotto l’egida dell’Automobile Initiative Group of Türkiye (TOGG) in collaborazione con l'Unione of Chambery and Commodity Exchanges of Türkiye (TOBB) e la collaborazione strategica di Pininfarina. il primo prototipo è stato progettato nel 2020. Si tratta del primo concept intelligente per la mobilità sostenibile.
L'impianto dove verrà prodotto il nuovo SUV ricco di contenuti tecnologici, occupa un'area di 1,2 milioni di metri quadrati nel distretto di Gemlik di Bursa. Il lancio sul mercato locale è previsto nel primo trimestre del 2023 e si tratterà del primo SUV elettrico prodotto in Europa.
La Togg (100% turca) produrrà cinque diversi modelli elettrici, SUV ma anche Sedan ampliando la gamma. Il prototipo presentato appartiene al segmento C, quello della Jeep Compass e della Volvo C40. L’obiettivo dichiarato è di produrre 1 milione di veicoli entro il 2030.
Per la componentistica Togg ha optato per la società Farasis per la produzione di batterie agli ioni di litio con una stima di ricarica in meno di 30 minuti e un’autonomia compresa tra 300 chilometri e 500 chilometri. I test in pista hanno mostrato che la vettura impiegherà circa 7,6 secondi per accelerare da zero a 100 km/h grazie ad una potenza di 200 cavalli e meno di 4,8 secondi con il modello superiore da 400 cavalli. Bursa ospita altre case automobilistiche straniere tra cui la joint venture turco-francese Oyak Renault e Tofaş, una joint venture tra la Koç Holding di Türkiye e la casa automobilistica italo-americana Fiat Chrysler.
08.11.2022
La MSC Crociere ritorna ad Istanbul dopo sette anni di assenza e lo fa con la bellissima, accogliente e dalle dimensioni importanti nave “Fantasia”. Le nuove crociere partiranno dai porti italiani di Napoli, Trieste, Bari, Messina, Genova e Civitavecchia, settimanalmente, con una stima di oltre 300 mila passeggeri entro il 2023 trasportati in Turchia. La rotta Turchia, con tappe non solo nella destinazione top nel Mediterraneo (Istanbul) ma anche nel resto della Turchia a cominciare da Izmir, ha suscitato un grande interesse da parte dei turisti italiani, tanto da utilizzare la MSC Fantasia nel 2023, nelle parole di Angelo Capurro, Direttore Esecutivo di MSC Crociere, il porto di Galataport di Istanbul come proprio “home port”.
MSC Fantasia è la più grande nave da crociera mai attraccata a Istanbul con oltre 6 mila passeggeri. La nave presenta 18 ponti, accoglie 5.500 passeggeri e ha 2 mila cabine. Una volontà di espansione della MSC in Turchia che era stata preceduta da voci sull’acquisizione di quote del colosso turco Global Ports, holding turca che controlla diversi terminal del Paese e opera in numerosi porti croceristici italiani, ma non confermate da parte turca.
08.11.2022
Dopo l’annuncio del marzo scorso, con un investimento di 100 milioni di dollari, è finalmente operativa la sede della logistica di Amazon a Tuzla, la nuova base dotata delle ultime tecnologie potrà finalmente sostenere le numerose richieste da parte delle PMI turche che effettuano acquisti dal 2018 attraverso il dominio “Amazon.com.tr” e che ora possono usufruire anche di un supporto logistico nel Paese. Il Country Manager di Amazon Logistics Turchia, Richard Marriott, ha dichiarato che nei prossimi mesi la sede di Istanbul di Amazon offrirà inizialmente impiego ad oltre mille persone per soddisfare le esigenze dei clienti dal nuovo hub logistico considerando che le vendite sono raddoppiate in questi ultimi 12 mesi. Secondo i dati forniti dal dell'azienda, le PMI partner di Amazon in Turchia sono oltre 25 mila con esportazioni che lo scorso anno hanno superato i 300 milioni di euro. Marriott ha tenuto a porre l’accento anche sull’impatto occupazionale segnalando che la ricerca di personale spazia dagli Ingegneri ai marketing Manager passando per Informatici e Responsabili delle risorse con importanti opportunità di crescita professionale. Ahmet Burak Dağlıoğlu, Direttore dell'Ufficio Investimenti della Presidenza della Repubblica di Turchia, ha evidenziato come la Turchia sia ormai considerata un hub privilegiato da un numero crescente di investitori internazionali non solo per la sua posizione geopolitica strategica ma anche per le competenze raggiunte nella logistica e nelle infrastrutture. La decisione di Amazon di investire in Turchia con un proprio centro logistico favorisce un settore, quello dell'e-commerce, in continua crescita.
08.11.2022
Si è tenuto lo scorso mese di ottobre ad Istanbul il secondo Forum sull'energia tra Turchia e Azerbaigian (il primo Forum era stato ospitato a Baku dal 21 al 22 dicembre 2021), che ha riunito i rappresentanti del settore pubblico e privato dei due Paesi nel campo dell'energia. Quattro i gruppi di lavoro che hanno discusso di idrocarburi e di energie rinnovabili, per una collaborazione più stretta tra i due Governi. Durante i lavori è stato predisposto un protocollo, che verrà firmato dai rispettivi Ministri dell'Energia. Nella giornata conclusiva del Forum, il Vicepresidente turco Fuat Oktay, il Ministro dell'Energia e delle risorse naturali Fatih Dönmez e il suo omologo azero, Perviz Şahbazov, hanno testimoniato nelle loro interviste con la stampa i significativi progressi compiuti in breve tempo nella collaborazione energetica annunciando anche di voler raddoppiare la capacità del gasdotto transanatolico (TANAP), che trasporta gas naturale dai giacimenti dell'Azerbaigian in Turchia e infine in Europa. L’attuale capacità del TANAP, ha voluto precisare il Ministro dell'Energia Fatih Dönmez, è di 16 miliardi di metri cubi (bcm) di gas all'anno e l’auspicabile raddoppio consentirà al gasdotto, di far affluire più gas naturale anche ad una serie di gasdotti minori che trasportano il gas dal giacimento di Shah Deniz II nel Mar Caspio dell'Azerbaigian, in Turchia e quindi in Europa.
Il TANAP, come noto, si collega al gasdotto transadriatico (TAP) al confine tra Turchia e Grecia, e trasferisce gas naturale alla Grecia all’Albania e all’Italia. La capacità del TANAP potrebbe dunque essere aumentata a oltre 30 miliardi di metri cubi con benefici evidenti per l’approvvigionamento energetico dell’Europa. Dönmez ha poi concluso dichiarando “che i progetti congiunti tra la Turchia e l'Azerbaigian contribuiscono a garantire la sicurezza energetica in un momento storico dove sono richieste forniture energetiche sicure e sostenibili a livello regionale ed europeo”.