07.04.2023
Secondo il “Turkiye Earthquake Recovery and Reconstruction Assessment” (TERRA), redatto dall’Ufficio per la Strategia ed il Bilancio della Presidenza della Repubblica con il contributo di Banca Mondiale, UNDP e Unione europea e consultabile sul sito https://www.sbb.gov.tr/turkiye-earthquakes-recovery-and-reconstruction-assessment/ il “conto” economico della ricostruzione post-terremoto si attesta a 103,6 miliardi di dollari, che rappresentano quasi 1/9 del PIL turco. La cifra, di per sé già considerevole, potrebbe raddoppiare laddove nel computo fossero inclusi i costi della ricostruzione orientata in ottica sostenibile (“Build back better”), obiettivo dichiarato di questo Governo. “TERRA” è frutto di una valutazione multisettoriale e inter-agenzie svolta nel corso delle ultime settimane e dalla quale è emerso che i bisogni più pressanti sono i cd. “shelter”, l’assistenza alimentare e i servizi WASH (idrici, sanitari e igienici). Secondo il Governo, a seguito dei sismi 1.5 milioni di persone vivono in tende, altri 2,7 milioni sono “internally displaced” (400.000 nella sola Ankara), mentre si ritiene che nei prossimi due mesi circa 100.000 container fungeranno da abitazione per oltre 500.000 sfollati. In base alle stime di questo Ministero dell’Ambiente, al 10 marzo, 230.000 edifici hanno subito danni di media o alta gravità e dovranno essere demoliti.
Nel 2022 le undici provincie colpite avevano contribuito al PIL nazionale con oltre il 10% e con il 9% delle esportazioni totali della Turchia.
Il documento è stato presentato nel corso della Conferenza dei donatori svoltasi a Bruxelles il 20 marzo scorso (vedi infra).
Per gestire e trasferire le risorse necessarie alle istituzioni e alle organizzazioni pubbliche incaricate della ricostruzione, la Turchia ha istituito un fondo, il (“Disaster Reconstruction Fund”), ove confluiranno tutte le risorse finanziarie provenienti a qualsiasi titolo per la ricostruzione. Il Fondo é dotato di personalità giuridica autonoma ma dipende dal Ministero del Tesoro e delle Finanze ed é diretto da un Board costituito dai Ministeri dell’Ambiente, dell'Urbanizzazione e dei Cambiamenti Climatici, dell’'Energia e delle Risorse Naturali, delle Politiche Agricole e Forestali, dell'Interno, dei Trasporti e delle Infrastrutture e dal Capo della Commissione Strategia e Bilancio della Presidenza della Repubblica.
Le risorse del Fondo saranno composte da tutte le donazioni in denaro, in aiuti, sovvenzioni e prestiti esteri e nazionali e saranno trasferite alle istituzioni pubbliche competenti per la ricostruzione. La legge istitutiva del Fondo interviene anche con alcune modifiche alla legge sulle finanze pubbliche e sulla gestione del debito consentendo al Ministro del Tesoro e delle Finanze di trasferire direttamente i finanziamenti per opere di sviluppo e infrastrutture nelle aree colpite dai sismi.
Oltre all'istituzione del “Disaster Reconstruction Fund”, le autorità turche hanno continuato ad introdurre nuove misure a sostegno della ricostruzione delle undici regioni colpite attraverso l’istituzione di nuove zone industriali. Ulteriori misure sono previste in materia di investimenti e incentivi per sostenere lo sviluppo economico e sociale della vasta area colpita.
Nello specifico, verranno annullati automaticamente i debiti relativi ai pagamenti delle bollette di luce e gas (sia per le abitazioni civili che per gli esercizi commerciali gravemente danneggiate o collassate) mentre le scadenze per i pagamenti inerenti a bollette, finanziamenti e mutui (lo Stato contribuirà al pagamento del tasso di interesse) verranno prorogati al 31 maggio 2023 e rateizzati fino alla fine dell’anno.
Fino al 31 luglio 2023 sono stati inoltre cancellati i dazi doganali sulle importazioni di edifici prefabbricati. Facilitazioni sono previste anche per le società di edilizia impegnate nella ricostruzione con finanziamenti agevolati per 48 mesi.
Nel pacchetto aiuti, sono previsti sostegni aggiuntivi alle PMI colpite dai terremoti: l'Organizzazione per lo sviluppo delle piccole e medie imprese “KOSGEB” ha istituito nuovi fondi per i finanziamenti ed i prestiti a tasso zero alla piccola imprenditoria della vasta area colpita dai sismi fino a 1,5 milioni di lire turche.
Nel frattempo il Presidente Erdoğan ha affermato che la macchina degli aiuti sta andando avanti e che ad oggi sono state evacuate oltre tre milioni di persone di cui la metà vive in tende, 60 mila hanno trovato alloggio nei container temporanei, 123 mila in strutture pubbliche e 137 mila negli hotel del Paese.
Fonte: Ministry of Environment and urbanization
07.04.2023
Si è svolta a Bruxelles lo scorso 20 marzo la Conferenza Internazionale dei Donatori per le vittime dei sismi che hanno colpito Turchia e Siria. La Conferenza è stata organizzata dalla Commissione Europea congiuntamente alla Presidenza di turno svedese, in collaborazione con le Autorità turche. Tra gli intervenuti in presenza, oltre alla Presidente della Commissione Europea, von der Leyen e al Primo Ministro Svedese Kristersson, anche il Commissario Europeo per il Vicinato e l’Allargamento Varhelyi, il Ministro svedese per la Cooperazione allo Sviluppo Forssell, il Commissario Europeo per la Gestione delle Crisi Lenarcic, i rappresentanti del Programma NU per lo sviluppo e quelli del Word Bank. Per la Turchia ha partecipato il Ministro degli Esteri Mevlüt Cavusoglu mentre da remoto è intervenuto il Presidente Erdoğan il quale, nel ringraziare ed elogiare i paesi che hanno offerto solidarietà alla Turchia, ha evidenziato come la vera sfida inizi adesso annunciando l’avvio della ricostruzione con oltre 300 mila nuove unità abitative da realizzare entro il 2023 per poi giungere a 700 mila in totale: “non dimenticheremo mai la solidarietà dimostrata dai nostri Paesi amici, da quelli dell’Unione Europea, dall’ONU e da tutte le ONG e le Organizzazioni Internazionali. La Conferenza dei Donatori è un’ulteriore indicazione dei forti legami che abbiamo con tutti voi” ha aggiunto il Presidente turco.
Da parte dell’Unione Europea, è stata ricordata la rapidità dei soccorsi da parte dei Paesi membri attraverso il Meccanismo europeo di protezione civile ed è stata anche ribadita la necessità di continuare a sostenere le popolazioni colpite e, con esse, la ripresa del settore privato.
Da parte italiana, è stata manifestata l’intenzione di contribuire finanziariamente all’emergenza in Turchia con 4 milioni di euro, mentre ulteriori impegni sono stati annunciati da numerose OO.II e da diversi Paesi del G-20 e membri delle Nazioni Unite.
Al termine della Conferenza, la Presidente della Commissione von der Leyen ha annunciato che sono stati raccolti in totale circa 7 miliardi di euro.
07.04.2023
La FAO ha lanciato un appello per 112 milioni di dollari per far fronte all’emergenza alimentare nelle undici regioni del sud-est della Turchia che a seguito dei sismi del 6 febbraio hanno riportato gravi danni non solo ai raccolti ma anche al bestiame, alla pesca e all’acquacoltura e alle infrastrutture agricole.
Quasi due terzi della popolazione che viveva nelle aree colpite, faceva affidamento all’agricoltura per il proprio sostentamento. Le 11 province colpite si caratterizzano infatti per la forte vocazione agricola tanto da meritarsi l’appellativo di “mezzaluna fertile” della Turchia rappresentando prima della distruzione il 15% del PIL agricolo ed il 20% dell’export agroalimentare del Paese.
Le valutazioni dei danni causati al settore agricolo della Turchia ammontano al momento a oltre 1,3 miliardi di dollari con perdite stimate in oltre 5 miliardi con un impatto devastante non solo sulle strutture fisiche (ad esempio i fienili) ma anche sulle scorte andate totalmente distrutte (ad esempio i mangimi), sulla distribuzione di vaccini veterinari- di fatto interrotta - con forti rischi di afta epizootica e preoccupanti conseguenze sulle condizioni di allevamento degli animali. Nelle regioni colpite dai sismi l’allevamento dei bovini rappresenta il 13% di quella totale e quasi il 20% di ovini e caprini. Anche il settore ittico è stato duramente colpito e compromessa la capacità di riproduzione futura di alcune specie ittiche chiave. Imponenti i danni su alcuni prodotti dell’agroalimentare che in quelle regioni rappresentavano una quota superiore alla media nazionale come le produzioni di albicocche, mandorle, melograni e olive.
La FAO ha segnalato che per la Turchia: “la stagione agricola è già avviata e con essa è necessario che il supporto finanziario degli stakeholder sia fornito in tempi ristretti e in sintonia con tutti gli attori internazionali coinvolti nella ricostruzione delle aree colpiti dai sismi”, mettendo in evidenza che il territorio colpito rappresentava il 17% dell’area agricola di tutta la Turchia e che sarà fondamentale predisporre un piano di azione di tutti gli organismi internazionali coinvolti (FAO, l’UNDP e la WB) che possa prevedere ulteriori interventi e impegni che si andranno ad aggiungere alle campagne internazionali già attivate per il sostegno alle popolazioni sfollate come ad esempio il “Flash Appeal Türkiye con WHO” (fondo di circa 25 milioni di dollari) che ha già identificato i fabbisogni da destinare al settore agricolo.
Nel frattempo la FAO dovrebbe aumentare gli aiuti attraverso il suo fondo speciale per le attività di emergenza (“Sfera”) soprattutto verso le province più colpite come quelle di Hatay, Adıyaman, Kahramanmaraş, Malatya, oltre al distretto di Gaziantep per poter affrontare le esigenze umanitarie anche il prossimo anno.
07.04.2023
La Banca europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (BERS) sosterrà le aree colpite dai sismi in modo significativo con investimenti che nei prossimi due anni si preannunciano in crescita. Nel 2022, la Banca ha effettuato investimenti in tutto il Paese per circa 1,7 miliardi di dollari e Jurgen Rigterink, Vicepresidente di BERS, ha annunciato che altrettanti ne verranno stanziati nell’anno a favore delle zone terremotate.
Il pacchetto finanziario di BERS prevede anche linee di credito oltre ad investimenti infrastrutturali e di supporto alle PMI delle 6 regioni della Turchia sud orientale con oltre 600 milioni di euro già approvati dalla Banca e trasferiti a istituti di credito locali.
Rigterink ha inoltre affermato che la BERS non si limiterà solo ad aiuti alle imprese più fragili dei distretti devastati, ma sono previsti investimenti per tutto il tessuto produttivo del Paese, in particolar modo quello delle PMI.
Nella recente visita in Turchia, il Vicepresidente Rigterink ha incontrato i vertici di TBB (l’Unione dei Comuni della Turchia) ed il Governatore della città più colpita, Gaziantep, Fatma Şahin. Al centro dei colloqui la ricostruzione della vasta area a cominciare dalle infrastrutture ferroviarie.
Da parte sua, la Banca europea per gli investimenti (BEI), nelle parole del suo Vicepresidente Lilyana Pavlova, ha annunciato che sta valutando l’erogazione di prestiti per 500 milioni di euro per la ricostruzione post-terremoto della Turchia, finanziamenti di fatto sospesi dopo una controversia sorta a seguito trivellazioni di petrolio e gas al largo dell'isola di Cipro nel 2019 da parte della Turchia.
Il sostegno della BEI, che potrà avvenire ad elezioni ultimate, contribuirà a ripristinare gli standard di vita per oltre 2 milioni di rifugiati colpiti dai terribili sismi e comprenderà un sostegno specifico a favore delle infrastrutture danneggiate e investimenti per la ricostruzione di nuovi edifici in grado di resistere a future scosse telluriche.
07.04.2023
Ritorna, dopo i disastrosi sismi del 6 febbraio scorso, il tradizionale appuntamento con “MeeTürkItaly”, il formato ideato dall’Ambasciata d’Italia ad Ankara nel novembre 2022 con l’obiettivo di riunire periodicamente personalità del mondo imprenditoriale, finanziario, scientifico e sportivo italiano e turco per valorizzare al massimo le relazioni bilaterali.
Dopo aver ospitato a Palazzo di Venezia ad Istanbul il fondatore e CEO di Technogym Nerio Alessandri e due icone del mondo del calcio quali Giancarlo Antognoni e Fatih Terim, lo scorso 24 marzo è stata la volta del Fondatore e Presidente del Gruppo Calzedonia, Sandro Veronesi.
Il tema dell’incontro, aperto dall’Ambasciatore d’Italia in Turchia, S.E. Giorgio Marrapodi nella splendida cornice di Palazzo di Venezia ad Istanbul, è stato “How Calzedonia became a wordwide leading brand. Opportunitities and challeges of doing business in Türkiye”.
Uno dei più importanti imprenditori italiani a livello mondiale nel settore della moda, Sandro Veronesi ha ripercorso le tappe salienti del successo del Gruppo Calzedonia che oggi comprendono i marchi Intimissimi, Tezenis, Falconeri e Signorvino conosciuti e apprezzati in tutto il mondo. In Turchia il Gruppo è cresciuto in modo esponenziale negli ultimi anni, raddoppiando il numero di punti vendita e duplicando il fatturato in un solo anno.
Sandro Veronesi, rivolgendosi ad una folta platea di imprenditori italiani e turchi e alla stampa specializzata, ha voluto ricordare che il Gruppo intende continuare ad investire in Turchia, con una attenzione particolare allo scenario post-terremoto, dando ad esempio tempo ai fornitori più colpiti dagli effetti dei sismi dello scorso 6 febbraio di riorganizzarsi (il sud-est del Paese, ed in particolare il distretto di Gaziantep, sono aree a forte vocazione tessile).
Da parte sua, l’Ambasciatore Giorgio Marrapodi nel suo discorso introduttivo ha voluto sottolineare il grande sforzo italiano di assistenza nei confronti della Turchia, che si è manifestato non solo attraverso il pronto intervento delle squadre italiane di Urban Search and Rescue e il successivo allestimento dell’ospedale da campo nella Provincia di Hatay, ma anche attraverso la generosità di molti privati, ONG e aziende, come lo stesso Gruppo Calzedonia, che hanno realizzato numerose donazioni sia materiali che in denaro.
Il prossimo appuntamento con “MeeTürkItaly” - formato che sta riscuotendo sempre più successo tra la comunità imprenditoriale (e non solo) per la sua capacità di riuscire a raccontare “storie di successo” eliminando quei filtri connaturati agli eventi di carattere più formale è previsto ad Istanbul a fine giugno.
07.04.2023
La Turchia si appresta a vedere circolare per le sue strade la prima autovettura elettrica “Made in Turchia” nata dalla collaborazione della TOGG turca con la nostra Pininfarina che ne ha curato il design.
Presentata lo scorso 29 ottobre alla presenza del Presidente Erdoğan, la nuova vettura, ricca di contenuti tecnologici, è ora pronta al debutto con un prezzo di entrata stimato intorno ai 50 mila dollari. Si tratterà anche del primo modello SUV elettrico prodotto in Europa a cui verrà affiancata la gamma berlina.
Nello specifico, il primo modello EV SUV del segmento C, si chiamerà “Togg T10X”, avrà un prezzo superiore al milione di lire turche. Il modello T10x si presenterà sul mercato completamente elettrico e le prime consegne sono previste per ottobre 2023.
Il modello in questione avrà una autonomia di 314 oppure 523 chilometri a seconda delle dimensioni della batteria. Oltre al SUV elettrico, Togg produrrà entro il 2030 altri quattro modelli: una berlina del segmento C, una B-SUV (ovvero un subcompact crossover SUV) e una B-MPV (multi purpose vehicle). Il modello di punta del SUV di Togg è in grado di accelerare da zero a 100 km/h in soli 4,8 secondi, è equipaggiato con la trazione integrale ed eroga 320 kW pari a 435 cavalli. La batteria impiega circa mezz’ora per essere completamente carica. L'attuale capacità di produzione è di circa 100 mila vetture, un numero che crescerà sfiorando le 200 mila unità non appena Togg entrerà a pieno regime nella produzione del SUV. L’obiettivo dichiarato resta quello di produrre oltre 1 milione di esemplari entro il 2030.
Il mercato delle auto elettriche in Turchia, pur dimostrando una forte crescita - in un solo anno le vendite sono duplicate - si attesta a solo 15 mila unità vendute nel 2022 che rappresentano appena l’uno per mille dell’intero parco macchine circolante (oltre 15 milioni di veicoli).
Passando alle auto ed ai veicoli commerciali non EV, nel primo trimestre del 2023 il mercato è cresciuto del 55,2% secondo i dati recentemente diffusi dall'Associazione di settore “ODMD” con 235.971 unità vendute. Una crescita dovuta, secondo il Segretario Generale dell’Associazione, Hayi Erce, all’allentamento dei vincoli delle catene di approvvigionamento, dei bassi tassi di interesse ma anche dalla necessita per i consumatori turchi di investire in beni materiali. Nel trimestre in considerazione la Fiat è tra i marchi che hanno registrato il maggior numero di vendite (+121,6%), con 50 mila unità vendute, seguita da Ford e Peugeot.
07.04.2023
L'inflazione al consumo della Turchia, che ha chiuso il 2022 al 64,27% a dicembre è stata la più alta tra i Paesi OCSE secondo i dati resi noti il 17 marzo scorso dalla stessa Organizzazione che prevede un tasso del 44,6% per il 2023 e del 42,1% nel 2024 contro una media OCSE stimata per il 2023 al 6,6%. L’inflazione alimentare si è attestata invece al 71% contro una media OCSE a gennaio 2023 stimata al 15,2%, tasso che colloca la Turchia al 2° posto su 37 Paesi (ha fatto peggio la sola Argentina - 98% - mentre la Turchia precede l’Ungheria con un tasso del 46,9%). L’OCSE infine, tenuto conto degli effetti degli eventi sismici iniziati del 6 febbraio scorso, stima una crescita del PIL turco del 3% nel 2023 e del 3,4% nel 2024.
Tornando ai dati aggiornati resi noti dall’Istat turco TUIK lo scorso 3 aprile, nel mese di marzo 2023 il tasso di inflazione (CPI) si è attestato al 50,51% su base annua (-4,67% rispetto a febbraio) e al +2,29% mese su mese.
Nello stesso mese di marzo, l’indice dei prezzi alla produzione (D-PPI) si attesta su base annua al 62,45% dall’86,46% del mese di gennaio 2023 dopo aver raggiunto il picco massimo nell’ottobre scorso (157,69%).
Passando all’andamento dei prezzi dei principali sottogruppi che compongono l’economia del Paese, l’aumento più alto su base annua dei prezzi al consumo è stato rilevato in quello della “Servizi ricettivi e di ristorazione” (dal +60,40% di marzo 2022 al +70,73% del mese scorso); complessivamente i prezzi al consumo della voce “servizi” sono passati dal +36,72% al +59,93% del marzo scorso; quello più basso e’ stato invece fatto registrare dal settore “Abbigliamento e calzature” i cui prezzi si sono attestati a marzo scorso al +16,26% rispetto al +26,54% del marzo 2022.
Le restanti componenti, grazie anche ad una certa stabilità della valuta nazionale e da un “outlook” tutto sommato positivo dei prezzi all’importazione, hanno mostrato un aumento che è stato inferiore rispetto allo scorso anno. Le variazioni mese su mese dei prezzi al consumo a marzo 2023 rispetto al mese precedente denotano anch’essi una frenata: i prezzi energetici (+0,38%), quelli del c.d. “core goods” (+1,24%), “food & non-alcoholic beverages” (+3,84%), servizi (+3,08%) e alcool e tabacchi (+0,33%).
Valutando i dati dello scorso 3 aprile il Ministro del Tesoro e delle finanze Nureddin Nebati ha sottolineato che il Governo è consapevole degli impatti negativi dell'elevato tasso di inflazione ma proseguirà nella sua politica di aumento della crescita e dell’occupazione; il tasso, sempre secondo Nebati, si manterrebbe al di sotto del 50% a maggio prossimo con aspettative ancora più contenute nei prossimi mesi estivi: “gli ultimi dati sull'inflazione mostrano del resto una tendenza a ritmi meno elevati nonostante gli aumenti salariali ai lavoratori dipendenti, l'aumento del salario minimo e gli effetti negativi dei due terremoti” ha poi aggiunto Nebati.
07.04.2023
In attesa, nelle prossime settimane, dei dati ufficiali dell’Istat turco sul Prodotto Interno Lordo nel primo trimestre dell’anno in corso, il 2022 ha mostrato una buona performance. La crescita del Paese, con un reddito pro-capite salito a 10.665 dollari, si è attestata infatti al 5,6% nonostante l’indebolimento delle condizioni economiche dei principali partner commerciali della Turchia. La crescita nel 2022 è stata solida (3° posto in Europa e al 5° al mondo) anche se più lenta rispetto al 2021 (11,4%). Il PIL a prezzi correnti si attesta oggi a 905,5 miliardi di dollari (16° economia del mondo) rispetto agli 807,2 miliardi del 2021. Nel “post-disatser needs” redatto dalla Commissione Bilancio e Strategia della Presidenza della Repubblica, la stima della crescita del PIL oscilla tra 1 e 1,4 punti percentuali in meno rispetto alla crescita del 5% per il 2023.
Nel frattempo, sempre l'Istituto statistico turco (TÜİK), ha reso pubblici gli indici sintetici di fiducia nelle varie componenti dell’economia turca del mese di marzo 2023: quello economico generale principale è sceso dello 0,2% su base mensile lo scorso mese passando da 99.1 a 98.8, mentre l’indice di fiducia dei consumatori (80,1) è sceso del 2,9% (era stato 82.5 il mese precedente) restando però ben al di sotto della soglia di 100 punti.
07.04.2023
Secondo i dati diffusi dall’Agenzia ICE di Istanbul, nel mese di gennaio 2023 - rispetto all’analogo mese del 2022 - il commercio estero con la Turchia segna un aumento del 16,8% che colloca l’Italia al 5° posto tra i maggior partner commerciali con 1,9 miliardi di interscambio totale ed una quota del 3% sul totale importato dalla Turchia. L’Italia in ambito UE si piazza al secondo posto preceduta dalla Germania (3,6 miliardi di merci e servizi venduti) e prima della Francia mentre nell’area del Mediterraneo si conferma il primo partner commerciale della Turchia.
Nel mese di gennaio 2023, le esportazioni italiane sono state poco più di 1 miliardo di dollari con un incremento dell’export in valore del 32,7% rispetto a gennaio 2022 collocando il nostro Paese al 6° posto tra i principali fornitori della Turchia preceduta da Russia, Svizzera, Cina, Germania e Stati Uniti.
Si mantiene invece stabile quale 5° cliente dopo Germania, Stati Uniti, Russia e Regno Unito con 917 milioni di dollari di beni acquistati con un decremento dell’import in valore del 10,2% e un saldo positivo per l’Italia di poco più di 100 milioni di dollari.
La dinamica dell’export italiano nel mese in osservazione è stata trainata dalle vendite di combustibili e oli minerali (+241,3% rispetto al mese di gennaio 2022) e da quelle della voce merceologica “metalli e pietre preziose” (+226,4%) e, in misura meno marcata, dalle nostre esportazioni di prodotti chimici (95,6%). Sono risultati in calo l’export di ferro e acciaio (-27,4%). In termini assoluti, le principali voci del nostro export nel mese in osservazione restano quelle tradizionali dei “macchinari e apparecchiature meccaniche” che si sono attestati a 259 milioni di dollari.
Nel confronto con i principali partner commerciali europei, nel mese di gennaio 2023 si rileva ancora una crescita delle esportazioni dell’Italia superiore agli incrementi registrati dalla Germania e dal Regno Unito , mentre la Francia ha fatto registrare un leggero calo delle sue vendite. In ambito Ue, come detto, l’Italia è seconda solo alla Germania (1,7 miliardi di dollari) e si posiziona prima di Francia e Spagna, guadagnando quote nei confronti dei nostri tre principali concorrenti.
La dinamica dell’export turco fa invece registrare nel mese di gennaio 2023 un forte calo negli acquisti italiani di combustibili e oli minerali mentre la prima voce dell’import italiano resta quella degli “autoveicoli, trattori e parti di ricambio” con 175 milioni di dollari.
Tra gli incrementi maggiori delle esportazioni della Turchia nel 2022 si segnala l’aumento fatto registrare verso la Federazione russa (+149,5%) e la Svizzera (+136,4%) mentre la dinamica dell’import turco segna, tra i più cospicui aumenti, un incredibile +1.164% degli elvetici (da imputare ad una impennata della richiesta di lingotti d’oro che a seguito dei terremoti del 6 febbraio è al momento preferito al mattone come bene rifugio).
07.04.2023
Şahap Kavcıoğlu, Governatore della Banca Centrale (BCRT), nell’ultima riunione del Comitato di Politica Monetaria (MPC) ha deciso di mantenere il tasso ufficiale all'8,5%. Sebbene i dati congiunturali più recenti delineino un'attività economica più energica del previsto, persistono i timori di recessione nelle economie dei Paesi avanzati la cui attività è ancora condizionata dalle ripercussioni della guerra in Ucraina e dagli incrementi dei tassi di interesse deliberati recentemente dalle principali Banche Centrali mondiali.
Prima dei due sismi che lo scorso 6 febbraio hanno sconvolto la Turchia sud-orientale, il quadro economico del Paese mostrava una domanda interna più sostenuta rispetto a quella estera e si stimava un aumento della crescita del Paese già nel primo trimestre del 2023. Tuttavia, gli effetti dei due devastanti terremoti su produzione, consumi, occupazione e aspettative di crescita vengono oggi ampiamente rivalutati dalla BCRT. Si stima infatti che i sismi influenzeranno l'attività economica nel breve termine ma non avranno impatti nel medio e lungo periodo. Il disavanzo di parte corrente della bilancia dei pagamenti, pur beneficiando della tendenza positiva delle entrate derivanti dal turismo, potrebbe tuttavia continuare ad ampliarsi a causa dell’aumento dei consumi interni, di un tasso di inflazione ancora elevato (sospinto principalmente dai costi dell’energia), e dalla debole attività economica nei principali partner commerciali. Si proseguirà dunque nel perseguimento di un miglioramento del saldo della parte corrente fondamentale per la stabilità dei prezzi.
Nello specifico, continua la nota del Governatore Kavcıoğlu, come annunciato nel documento di gennaio 2023 “Monetary Policy and Liraization Strategy”, l’Istituto continuerà a utilizzare con decisione tutti gli strumenti a sostegno della c.d. strategia di “liralizzazione” al fine di migliorare il meccanismo dei depositi in valuta nazionale protetti dalle variazioni del tasso di cambio. A tale fine, con la pubblicazione sulla GU del 30 marzo 2023, è stato consentito alle aziende turche che detengono depositi in valuta estera di chiederne la conversione in lire turche al tasso di scadenza (con il nuovo quadro normativo si passa da 3 a 1 mese); la BCRT acquisterà valuta estera e trasferirà valuta nazionale alla banca presso la quale e’ acceso un conto in dollari, euro o sterline.
La BCRT ha annunciato inoltre di voler dare priorità alla creazione di condizioni finanziarie favorevoli al fine di ridurre al minimo gli effetti negativi dei terremoti sull’economia e sostenere la necessaria ripresa preservando crescita, produzione industriale e occupazione.
Per quanto riguarda le riserve ufficiali della BCRT, a febbraio 2023, ultimo dato disponibile, queste sono scese del 6,3% rispetto al mese precedente attestandosi a 117,4 miliardi di dollari rispetto ai 125,3 di gennaio 2023. Nel mese in considerazione, sempre secondo i dati resi disponibili dalla BCRT, le riserve valutarie sono scese dell’8,7% (61,3 miliardi di dollari) mentre quelle auree si attestano a 48,7 miliardi di dollari (-3,8%).
Sullo sfondo permangono tuttavia le incertezze sui reali effetti economici degli eventi sismici per le difficoltà di stimare i danni per la ricostruzione.
07.04.2023
Nel 2022 il tasso di disoccupazione in Turchia è stato del 10,4%, in diminuzione dell’1,6% rispetto all’anno precedente. Il numero di disoccupati (-337 mila sul 2021), si è attestato a tre milioni e mezzo con una ripartizione dell’8,9% per gli uomini e del 13,4% per le donne. La disoccupazione giovanile nella fascia di età 15-24 è stata invece del 19,4% (-3,2 punti percentuali rispetto al 2021). Nel 2022 è aumentata l’occupazione (30,7 milioni) con quasi due milioni di occupati in più rispetto all’anno passato e con un tasso del 47,5% (+2,3% sul 2021) e dove si osserva una ripartizione del 65% per gli uomini e del 30,4% per le donne.
Sempre nel 2022, il 15,8% era occupato nel settore agricolo, il 21,7% in quello industriale, il 6% nel settore delle costruzioni e il 56,5% in quello dei servizi.
La ripartizione numerica ha visto quasi 5 milioni di persone occupate nel settore agricolo, 6 milioni e mezzo in quello dell’industria, 1,8 milioni nell’edilizia mentre sono stati oltre 17 milioni le persone occupato nel settore dei servizi.
Sempre l'Istituto statistico turco (TÜİK) ha diffuso anche i dati sulla disoccupazione del mese di gennaio 2023. TÜİK ha affermato che il tasso di disoccupazione si attesta al 9,7% (-0,5%) rispetto al 10,3% del dicembre 2022. Sempre secondo l’Istat turco, nel mese in osservazione, il numero di disoccupati è diminuito di 166 mila unità attestandosi a 3,4 milioni.
L’indagine rileva inoltre una disoccupazione all’7,7% per gli uomini e del 13,7% per le donne.
Il tasso di disoccupazione giovanile a gennaio 2023 nella fascia di età 15-24 è stato del 20,2%, in aumento rispetto a quella fatto registrare il mese precedente quando si attestò al 19,2%. Si tratta di un dato ancora piuttosto alto rispetto alla media dei paesi OCSE e dove si osserva una ripartizione del 15,5% per gli uomini e del 26,6% per le donne.
L’occupazione continua la sua fase di espansione, quasi 200 mila di occupati in più rispetto al mese precedente, con 35,3 milioni di persone occupate (data destagionalizzati e aggiornati) e un tasso che si attesta al 54,1% (era del 48,4% nel dicembre 2022) con una ripartizione uomini/donne rispettivamente del 72,5% e del 36,1%.
Infine, l'orario di lavoro settimanale effettivo medio è stato di 44,9 ore lavorate in linea rispetto ai mesi precedenti.
07.04.2023
I dati i più aggiornati sui flussi di IDE in Turchia, pubblicati lo scorso 13 marzo dall’Associazione non governativa degli Investitori Internazionali nel Paese (YASED), indicano che a gennaio 2023 gli IDE in entrata in “equity capital” sono stati pari a 253 milioni di dollari, seguiti dai ricavi provenienti dalle vendite delle proprietà immobiliari (514 milioni) e dagli per strumenti di debito (ossia crediti e depositi commerciali, sottoscrizioni di titoli obbligazionari e prestiti) che hanno totalizzato nel mese in osservazione 61 milioni di dollari.
I disinvestimenti segnano invece il livello più basso degli IDE e si attestano a 13 milioni di dollari.
Nello specifico, nel mese di gennaio 2023, lo stock di investimenti in entrata si è attestato a 815 milioni di dollari (+5% sul mese precedente di dicembre 2022). I saldi negativi degli IDE nel mese di gennaio 2023 hanno rappresentato l’8,3% del deficit di parte corrente della bilancia dei pagamenti.
A gennaio 2023, il settore “vendite all’ingrosso e al dettaglio”, ha fornito il più grande un contributo agli IDE in entrata pari al 30% del totale degli “equity capital” seguito da quello delle “vendite di prodotti chimici e farmaceutici” (21%). Apporto pari al 3% è stato quello delle vendite dei prodotti in metallo.
A gennaio 2023, sono ancora una volta i Paesi dell’Unione Europea più il Regno Unito i più importanti investitori in Turchia, detenendo una quota pari al 70% degli IDE totali in entrata nel Paese, con una crescita del 12%. Il blocco UE più Regno Unito è seguito dai Paesi dell’Asia orientale (13%) che hanno scavalcato gli altri Paesi dell’Europa (+6%); seguono i Paesi CIS e quelli delle Americhe e del Medio oriente.
A livello di Paesi, nel rank riferito al mese in osservazione, i Paesi Bassi si piazzano al primo posto (30% degli IDE totali in entrata con un +14%), l’Olanda precede l’Irlanda (17%), la Germania (9%) e la Cina; entrano nella top 10, Taiwan e Hong Kong.
Nel 2022, i flussi di IDE in entrata in Turchia si erano attestati a 13 miliardi di dollari con la Spagna al primo posto con 1,6 miliardi di dollari che ha preceduto Paesi Bassi (863 milioni) e Svizzera (737 milioni). Nel complesso, il 2022 ha registrato un -2,4% rispetto al 2021.
07.04.2023
Lo scorso 15 marzo sono stati resi pubblici da parte della TÜİK i dati riferiti al mese di febbraio 2023 delle compravendite di immobili ad uso abitativo. Il settore ha fatto registrare un sensibile calo (-18%) non solo sull’analogo mese del 2022 ma anche rispetto al mese precedente di gennaio 2023, registrando il livello più basso da maggio 2021. Istanbul si colloca ancora una volta al primo posto con 15 mila unità vendute (18,7% del totale) seguita dalla capitale Ankara con 8.235 (10,3%) e Izmir con poco più di 5 mila unità vendute (6,3%) che scavalca, per il mese in osservazione, la città di Antalya.
In calo rispetto allo stesso mese dell’anno precedente le abitazioni acquistate con mutui (-12,7). La tipologia di compravendita con finanziamenti rappresenta il 21,7% di tutti gli immobili venduti in Turchia,. Più sensibile invece il calo registrato a febbraio 2023 sia degli acquisti di immobili nuovi (18,8%) che di quelli di seconda mano (70.176) rispetto a dicembre 2022.
I terremoti di magnitudo 7.7 e 7.6 dello scorso 6 febbraio nella regione sud-orientale del Paese hanno inevitabilmente inciso sul mercato immobiliare turco, in costante crescita per tutto il 2022 con un calo motivato secondo gli addetti ai lavori anche dal timore di futuri eventi tellurici, in particolare a Istanbul, che hanno rallentato la corsa al mattone come strumento di investimento per proteggersi dall'inflazione a cui viene ora preferito l’oro non monetario (vedi sopra). Sulla debole domanda ha inciso anche l’aumento vertiginoso dei prezzi (anche degli affitti, quintuplicati dopo i terremoti).
Nel frattempo, le vendite agli stranieri, cresciute del 15,2% nel 2022, sono diminuite anch’esse del 27% con i contratti di compravendita che si sono fermati a 3.350 a febbraio 2023 ed hanno rappresentato il 4,2% di tutte le vendite del mese in osservazione. Antalya, Istanbul e Mersin le città più gettonate per l’acquisto di residenze abitative da parte di cittadini stranieri.
I cittadini della Federazione russa (1/4 degli acquisti totali) si piazzano al primo posto con 1.183 unità acquistate, rispecchiando un andamento costante dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina e le successive sanzioni occidentali. I russi, la maggior parte dei quali ha ottenuto la cittadinanza turca grazie all’acquisto di immobili, sono seguiti a distanza dagli iraniani, iracheni e ucraini (gli acquisti di quest’ultimi si concentrano in modo particolare nella provincia meridionale di Antalya).
07.04.2023
Sulla base dei dati provvisori resi noti dal Ministero della Cultura e del Turismo lo scorso 24 marzo, il numero di viaggiatori stranieri nel mese di febbraio 2023 è stato pari a 1,9 milioni (+21,3% sull’analogo periodo del 2022).
I dati indicano ai primi tre posti le città di Istanbul (57,96% sul totale) con 1,1 milione di presenze, seguita a distanza da Edirne al confine con Grecia e Bulgaria (11,9%) e da Antalya (10,5%).
Se si prende in considerazione il bimestre gennaio-febbraio 2023, i turisti stranieri che hanno visitato la Turchia sono stati quasi 4 milioni con un incremento del 37,3% rispetto all’analogo periodo del 2022. A livello geografico, i turisti della Federazione russa si collocano al primo posto, seguiti da bulgari e tedeschi.
Nel 2022, il numero di visitatori ha segnato una forte ripresa sull’anno precedente (+75%) con le presenze dall’estero che sono salite a 51,4 milioni di cui più di 7 milioni rappresentati da cittadini turchi residenti all’estero. Anche le entrate del turismo l’anno scorso hanno fatto segnare un incremento del 53,4% attestandosi a 46,3 miliardi di dollari. Il Ministro della Cultura e del Turismo, Mehmet Nuri Ersoy, ha recentemente dichiarato che gli arrivi stranieri dovrebbero raggiungere i 60 milioni nel 2023 e i 90 milioni nel 2028. Per quanto riguarda le entrate da questo comparto, il Governo di Ankara prevede un aumento fino a 56 miliardi di dollari nel 2023, e 100 miliardi entro il 2028.
07.04.2023
A gennaio 2023, secondo gli ultimi dati resi noti dalla Banca Centrale, la posizione della bilancia dei pagamenti della Turchia rimane debole. Il saldo di parte corrente è risultato in deficit di 9,8 miliardi di dollari contro i 5,9 miliardi di dollari registrati a dicembre 2022. Al netto delle importazioni di oro non monetario e di energia, il conto corrente della bilancia dei pagamenti farebbe registrare un surplus di 2,6 miliardi (tuttavia quasi 1 miliardo in meno rispetto al mese precedente).
Ciò ha portato all’ampliamento del deficit a 12 mesi a 51,7 miliardi di dollari rispetto ai 48,8 del mese precedente.
Il disavanzo delle partite correnti registrato in Turchia è dovuto principalmente all’espansione del saldo della bilancia commerciale: nel mese di gennaio 2023 i dati preliminari indicano un deficit commerciale salito a 12,4 miliardi di dollari rispetto ad un deficit di 8,5 miliardo nell’analogo mese dello scorso anno.
I flussi della voce “servizi” hanno invece fatto registrare un avanzo netto pari a 3,2 miliardi di dollari. Nell’ambito di questa voce, i viaggi per turismo hanno fatto registrare un surplus di 2,5 miliardi.
Il valore atteso per il 2023, prima dei sismi, si attestava ad un deficit corrente di circa 22 miliardi di dollari; un disavanzo che è stato quasi raggiunto nei soli primi due mesi del 2023.
Per quanto attiene al deficit di bilancio, il disavanzo accumulato ha raggiunto 202,8 miliardi di lire turche (circa 10,2 miliardi di euro) nei mesi gennaio-febbraio 2023, rispetto ai 99,8 miliardi (5,0 miliardi) nel periodo gennaio-febbraio 2022.
Prendendo in osservazione il solo mese di febbraio scorso, le entrate di bilancio sono state inferiori del 19,1% mentre le spese sono aumentate del 93,9% nel febbraio 2023 rispetto all’analogo mese di un anno fa. I ricavi si sono attestati a 218,8 miliardi di lire turche (11,0 miliardi di euro) e le spese (compresi gli interessi) a 389,4 miliardi di lire turche (19,5 miliardi di euro). Le entrate fiscali ammontavano a 179,6 miliardi di lire turche (9,0 miliardi di euro), con un calo dello 0,4% rispetto a febbraio 2022.
L'aumento maggiore è stato registrato per l'IVA nazionale (+152,2%), l'imposta sulle transazioni bancarie e assicurative (+ 126,7%) e imposta speciale sui consumi (+126,5%). Una diminuzione del 94,4% si è osservato nell'Irpef, la cui riscossione nelle 11 province colpite dal sisma è stata rinviata di 6 mesi.
07.04.2023
Secondo i dati diffusi da “TurkStat” in collaborazione con il Ministero del Commercio, nel mese di febbraio 2023, su base annua, le esportazioni sono state pari a 18,6 miliardi di dollari con un decremento del 6,4% sull’analogo mese del 2022; l’import cresce invece del 10,1% attestandosi a 33,7 miliardi. Le vendite turche nel bimestre gennaio-febbraio 2023 hanno invece sfiorato i 38 miliardi di dollari (+1,4%) mentre gli acquisti sono ammontati a 64 miliardi (+15,4%) sul bimestre del 2022. Nel mese di febbraio 2023, il deficit commerciale (energia e oro esclusi) si è attestato a poco a 2,5 miliardi di dollari, con un rapporto percentuale di copertura delle esportazioni sulle importazioni dell’87,7%.
Se scorporiamo la voce fabbisogno energetico e oro, nel mese di febbraio 2023 la bilancia commerciale ha segnato un disavanzo commerciale pari al +51,4% sull’analogo mese di febbraio gennaio 2022, attestandosi a 12,8 miliardi di dollari ed il rapporto di copertura dell’export sull’import scende al 60,7% dal 71,4 di un anno fa.
Export, import and balance, February 2023
A livello geografico, nel mese di febbraio 2023, il principale mercato di sbocco delle merci turche è stato quello tedesco (1,7 miliardi di dollari), seguito da quello italiano (1,2 miliardi), da quello degli Stati Uniti (1,089), della Federazione russa (1,013 miliardi), del Regno Unito (851 milioni) di merci e servizi acquistati. Tra i principali fornitori, nel mese in osservazione, la Federazione russa si piazza al 1° posto con 4,2 miliardi di dollari, precedendo la Svizzera (3,5 miliardi), la Cina (3,1 miliardi), la Germania (2,8 miliardi) e l’Italia con 1,2 miliardi di dollari. Nel bimestre gennaio-febbraio 2023 rispetto a quello analogo del 2022, l’Italia ha esportato merci e servizi pari a 2,34 miliardi di dollari, preceduta da Federazione Russa e Stati Uniti.
Nel mese di febbraio 2023 si segnala inoltre che l’impatto negativo dei sismi del 6 febbraio scorso sull’export delle 11 regioni colpite ha fatto registrare un -6,5% con una perdita stimata pari a 1,5 miliardi di dollari. Tuttavia, nel mese scorso di marzo, si è registrata una positiva inversione di tendenza con stata una ripresa dell’export dalle aree colpite.
Nel 2022 le esportazioni turche erano aumentate del 12,9% rispetto all’anno precedente e si attestavano a 254,2 miliardi di dollari rispetto ai 363,7 miliardi di import (+34% sul 2021). Il deficit commerciale alla fine dell’anno scorso era stato pari a 109,5 miliardi di dollari con un incremento sul 2021 del 137%; un disavanzo commerciale appesantito dall’import di energia (22,2%), dalle importazioni di oro non lavorato (lingotti) pari a 4,1 miliardi di dollari (+859%) e di macchinari e macchine elettriche (+40,5%) pari 2,1 miliardi di dollari.
07.04.2023
Le esportazioni della Turchia verso l'Arabia Saudita hanno raggiunto un livello record nel bimestre gennaio-febbraio 2023, attestandosi a 367,3 milioni di dollari, un importo 30 volte superiore alle vendite registrate nel periodo gennaio-febbraio 2022. L’Arabia Saudita, secondo i dati TİM (l'Associazione degli esportatori turchi), si colloca tra i venti maggiori partner commerciali del Paese dopo una lunga interruzione delle relazioni economiche caratterizzate dall’introduzione di reciproche restrizioni a partire dal 2018.
Tra le vendite turche spiccano tappeti, cereali, legumi semi oleosi dollari, ma anche i prodotti del chimico e del tessile che hanno conosciuto un incremento della domanda saudita. Particolarmente sostenute anche le esportazioni di nocciole e i prodotti dell'acquacoltura. La regione di Istanbul va segnare, nel bimestre in osservazione, il volume di export più rilevante (153 milioni di dollari), seguita da una delle città più colpite dai sismi, Gaziantep, con 46 milioni e la Capitale Ankara con 30,6 milioni di dollari di merci vendite che precede le province di Hatay e Bursa. Complessivamente, nel 2022, il commercio bilaterale ha superato i 5 miliardi di dollari.
Un interscambio favorito da un recente sviluppo dei rapporti economico-commerciali tra i due Paese suggellati nel dicembre del 2022 dal primo Forum su commercio e gli investimenti organizzato da DEIK (omologa turca della nostra ICE-Agenzia) evento che ha ricucito definitivamente le relazioni economiche tra Ankara e Riyadh e riavviato gli investimenti reciprochi in numerosi settori a partire dalle operazioni swap in valuta che i due Paesi hanno concluso nel 2022.
All’inizio del mese di marzo 2023, il Fondo saudita per lo sviluppo (SFD) avrebbe firmato un accordo per 5 miliardi di dollari con la Banca Centrale turca (BCRT), operazione che sarebbe stata poi confermata dal Ministro delle Finanze saudita Mohammed bin Abdullah Al Jadaan. Una intesa che rafforzerà la lira turca, rimpinguando le deboli riserve valutarie del Paese.
Il Ministro del Commercio Mehmet Muş ha espresso soddisfazione per l’andamento del commercio bilaterale e, ha ribadito il cambio di rotta nelle relazioni economiche con l’Arabia Saudita aggiungendo che "Turchia e Arabia Saudita sono due potenze economiche emergenti ed hanno vantaggi competitivi significativi; l’obiettivo è aumentare il volume degli scambi commerciali a 10 miliardi di dollari nei prossimi anni".
Il rafforzamento dei legami commerciali tra i due Paesi non passa quindi soltanto attraverso gli introiti finanziari che Riad assicurerà ad Ankara, ma si allarga a diversi settori ad iniziare da quello di startup e R&D, dell’ energia, del turismo, petrolchimico, edile, deli grandi lavori infrastrutturali e della difesa.