Cronache Economiche

12.05.2023

L’Ambasciata d’Italia in Turchia promuove la candidatura di Roma ad ospitare l’Esposizione Universale nel 2030: irripetibile opportunità per tutto il Sistema Paese.

Il Coordinatore della campagna di promozione EXPO Roma 2030, Ambasciatore Sebastiano Cardi, si è recato lo scorso mese ad Istanbul dove nella prestigiosa cornice di Palazzo di Venezia ha presentato alla società civile e alla comunità imprenditoriale della capitale economica della Turchia la candidatura italiana all’Expo 2030. All'evento hanno partecipato anche l'Inviato Speciale del Comitato promotore per l'area, Fabio Nicolucci, e l'Avv. Pierfrancesco Torrisi, sempre del Comitato promotore, a cui è stata affidata l'esposizione tecnica della candidatura.

Durante l’evento, aperto dall’Ambasciatore d’Italia in Turchia Giorgio Marrapodi, sono stati messi in evidenza i punti di forza della candidatura di Roma soprattutto nella prospettiva dei potenziali interessi della Turchia. In particolare, l'Ambasciatore Cardi ha segnalato come l'Expo a Roma rappresenti per la Turchia - un Paese che condivide con l'Italia la comune tradizione storico-culturale mediterranea - un'occasione perfetta per presentare al mondo la sua forte capacità innovativa e contribuire a una visione comune del futuro di città, territori e delle persone che vi convivono.

Nel corso della presentazione, non sono mancati i richiami alle comuni radici mediterranee di Italia e Turchia e all'estensione e alla profondità dei nostri legami economici e culturali, ponendo in evidenza, in una prospettiva più ampia e valorizzando il principio di alternanza geografica, il sostegno ricevuto dall'UE alla candidatura italiana, in qualità di unico Paese membro dell'UE a concorrere. La presentazione ha avuto un particolare focus sui potenziali vantaggi che potrebbero derivare alla Turchia da un EXPO a Roma rispetto alle candidature concorrenti, ponendo in particolare l'accento sulle ricadute positive per i rapporti economici e culturali bilaterali nonché per l'immagine della Turchia, anche in chiave di maggiore facilità di accesso al mercato europeo, ricordando al riguardo il successo ottenuto dal padiglione allestito dalla Turchia per l'EXPO di Milano nel 2015.

Expo Roma 2030 vale per l’Italia 50,6 miliardi di euro, 11 mila nuove imprese e 300 mila posti di lavoro: per superare le candidature avversarie si punta alla storia millenaria della Capitale e alle sue bellezze artistiche, agli investimenti infrastrutturali del dopo-expo (l’area dedicata all’expo si trasformerà in un “polmone verde” della città con una importante riqualificazione delle zone limitrofe dell’area expo), all’alto numero di turisti che Roma è in grado di attirare rispetto alle concorrenti e al ruolo di coprotagonista che Odessa - anch’essa candidata all’Esposizione Universale - potrebbe svolgere in caso di vittoria di Roma. Dopo la recente visita degli Ispettori del BIE a Roma si attende il voto finale del Bureau International des Expositions previsto il 23 novembre prossimo cui parteciperanno 171 Paesi.

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12.05.2023

L’Italia scende nuovamente in campo per una collaborazione con Ankara post-terremoto inviando in Turchia una importante missione tecnico-scientifica coordinata dalla Protezione Civile.

Si torna lentamente ad una certa “normalità” in alcuni dei distretti colpiti dai devastanti sismi del 6 febbraio scorso come quelli di Nurdağı e Islahiye della provincia meridionale di Gaziantep, che oggi ospita l'85% dei 7.020 container necessari per offrire un riparo ai sopravvissuti al terremoto. Sono infatti 6.175 i container già installati, con il numero complessivo di sfollati che ha trovato riparo in un container giunto a quota 20 mila; un numero destinato a crescere nelle prossime settimane riducendo quelle persone che ancora vivono nelle tendopoli. Anche il commercio internazionale sta riprendendo nelle 11 province gravemente colpite, facendo registrare esportazioni per circa 1,6 miliardi di dollari ad aprile con un aumento del 63,3% rispetto al mese precedente secondo i dati resi noti dall'Assemblea degli esportatori turchi (TİM). Il Ministro del Commercio, Mehmet Muş, ha affermato che l'impatto negativo dei sismi sul commercio internazionale nelle aree terremotate indubbiamente continua, ma la sua intensità si sta gradualmente attenuando.

Dopo l’importante aiuto prestato in occasione delle prime, drammatiche, fasi dell’emergenza attraverso le squadre di ricerca e soccorso e l’ospedale da campo del villaggio di Defne, l’Italia continua a collaborare intensamente con la Turchia. Una delegazione tecnico scientifica coordinata dal Dipartimento della Protezione Civile, si è recata nella Capitale turca dal 24 al 26 aprile, allo scopo di avviare contatti per una più stretta collaborazione scientifica. La missione italiana ha coinvolto i rappresentanti ad alto livello della DPC e del Ministero della Cultura e di diversi enti ed istituzioni scientifiche come la Fondazione EUCENTRE, il Consorzio della Rete dei Laboratori Universitari di Ingegneria Sismica e Strutturale (ReLUIS), l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), l’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (OGS), l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) e l’Istituto di Geologia Ambientale e Geo-ingegneria del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-IGAG).

L'obiettivo è stato quello di condividere con le controparti turche, tra cui il CNR turco (Tubitak), il Ministero dei Trasporti, la Protezione Civile turca (AFAD) e le Università di Ankara METU e TED, le principali esperienze acquisite durante i sismi che hanno colpito nel recente passato entrambi i Paesi e stringere alcuni primi contatti utili alla formazione di partenariati duraturi al fine di accrescere le capacità di prevenzione.

Nel corso degli incontri è emersa la volontà di instaurare dei Gruppi di lavoro e di una visita congiunta ad Antiochia, particolarmente colpita dai sismi del 6 febbraio e individuata per le sue particolari caratteristiche storico culturali, per l'avvio di un progetto pilota per il recupero dei beni culturali danneggiati. Tra le aree di potenziali collaborazioni, ne sono emerse alcune come l’analisi delle scosse di assestamento e la valutazione delle capacità strutturali degli edifici nonché le tecniche ingegneristiche per la ricostruzione che potrebbero vedere coinvolte le aziende italiane. Tra gli altri temi toccati, va sottolineato quello di sviluppare ulteriormente la rete internazionale di condivisione di informazioni geologiche e sismologiche utili per la prevenzione e mitigazione del rischio sismico nei Paesi del Sud Europa e lo sviluppo delle conoscenze ingegneristiche utili alla progettazione di strutture capaci di resistere alle scosse telluriche e l’accessibilità ai fondi e programmi europei.

Il 25 aprile si è anche svolta una particolare cerimonia in onore delle squadre di soccorso turche e straniere presso il Palazzo Presidenziale. In tale occasione il Presidente Erdogan, ringraziando solennemente le squadre di ricerca e soccorso turche e internazionali, ha ricordato che i sismi del 6 febbraio scorso hanno causato più di 50.000 vittime, danneggiato migliaia di edifici e lasciato senza casa decine di migliaia di persone, sottolineando che più di 11 mila sono state le formazioni di soccorso provenienti da 90 Paesi. Il Presidente ha poi consegnato una speciale targa di ringraziamento all’Ambasciatore d’Italia in Turchia e ad un rappresentante del Dipartimento della Protezione Civile.

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12.05.2023

Celebrata lo scorso mese di aprile presso la Bilkent University di Ankara la VI giornata della Ricerca Italiana nel mondo: l’Ambasciata d’Italia in Turchia invita il Prof. Carbone del Politecnico di Bari.

In occasione della Giornata della Ricerca italiana nel Mondo, con la collaborazione del Dipartimento di Ingegneria Meccanica della Bilkent University, si è tenuto presso l'Aula Magna della facoltà di Ingegneria ad Ankara, un seminario sulla tribologia e le ricerche per le applicazioni di materiali di ingegneria sostenibili ad alta durata e resistenza. Il seminario è stato curato da Luca Biancofiore, Professore Associato di meccanica dei fluidi presso il Dipartimento di Ingegneria Meccanica dell’Università di Bilkent, ed è stato condotto dal Prof. Giuseppe Carbone, Ordinario di Meccanica Applicata e Direttore del Dipartimento di Meccanica Matematica presso il Politecnico di Bari, appositamente giunto ad Ankara per l’occasione.

All'intervento introduttivo del Prof. Biancofiore ha fatto seguito un discorso del Vice Rettore dell’Università di Bilkent, Prof. Mustafa C. Pinar, che ha fornito al pubblico di ricercatori e studenti presenti alcune informazioni circa l’Università e la fondazione Bilkent. Il Prof. Pinar ha specificato che nella facoltà d'Ingegneria vi sono studenti di circa 50 diverse nazionalità e che l'Ateneo, fondato 40 anni fa, è fortemente impegnato in molteplici collaborazioni a livello internazionale, tra cui alcune con l'Italia (nell’università turca insegnano 5 docenti italiani).

Nell'intervento di saluto dell'Ambasciata, oltre a porre in rilevo l'importanza della Giornata della Ricerca che viene celebrata in Turchia sin dalla sua istituzione, è stato richiamato il ruolo della ricerca per lo sviluppo economico, sociale e culturale. Con l'occasione sono stati ricordati i più recenti successi della ricerca italiana nel mondo le diverse Università ed Istituzioni turche che nel corso degli ultimi sei anni hanno cooperato con l'Ambasciata nell’organizzazione di questa giornata.

L'occasione è stata inoltre utile per presentare ai numerosi studenti turchi presenti le opportunità di studio in Italia, aspetto che ha visibilmente richiamato la loro attenzione, stimolato anche dalla proiezione dei video forniti per l’occasione dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, che hanno suscitato l'apprezzamento degli studenti presenti. Hanno partecipato, in qualità di uditori invitati da questa Ambasciata, anche alcuni rappresentanti dei settori di ricerca e sviluppo delle aziende italiane presenti in Turchia, tra cui in particolare Pirelli che, nella sua pluridecennale esperienza in Turchia, ha fatto del settore Ricerca e Sviluppo uno dei suoi principali punti di forza. Nella parte tecnica del seminario, il Prof. Giuseppe Carbone ha illustrato attraverso una presentazione approfondita ma al contempo facilmente fruibile, le caratteristiche della tribologia intesa come scienza che studia l'attrito e l'usura dei materiali, gli studi che la riguardano e i vari campi di applicazione soprattutto nell'ottica dello sviluppo sostenibile. In particolare, egli ha illustrato il collegamento tra tribologia e sostenibilità, mettendo l'accento su come la tribologia contribuisca all'efficienza energetica, attraverso una minore dispersione di energia e delle emissioni da attrito oppure, al contrario, anche garantendo una massimizzazione dell'energia prodotta con lo stesso mezzo.

Il Prof. Carbone ha inoltre colto l'occasione per illustrare e promuovere le attività di ricerca del Politecnico di Bari con particolare riguardo agli studi che, traendo ispirazione dalla natura, mirano a sviluppare nuove applicazioni della tribologia in diversi campi e settori, dalle strade ferrate agli pneumatici.

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12.05.2023

Teknofest 2023 presenta il nuovo drone UCAV TB3 dell’azienda turca Bayraktar che ha chiuso il 2022 con un fatturato che ha sfiorato i due miliardi di dollari, esportando verso 28 Paesi. Focus su industria della Difesa.

Teknofest, la più la più grande rassegna fieristica tecnologica e aerospaziale della Turchia, si è conclusa lo scorso 1 maggio dopo cinque giorni di esibizioni e competizioni nei settori della tecnologia applicata al volo con premi di oltre 13 milioni di lire turche (circa 668 mila dollari). Hanno gareggiato oltre 1 milione di giovani provenienti da 122 Paesi in 41 categorie tecnologiche diverse, dal trasporto intelligente all’innovazione biotecnologica, passando per simulatori di razzi, robotica, progettazione di chip e intelligenza artificiale.

L’evento-festival di quest’anno, giunto alla VII edizione, ha accolto più di 2,5 milioni di visitatori superando il record di presenze dell’edizione del 2019 quando furono 1,7 milioni le presenze in fiera. L’edizione 2023 ha previsto una cerimonia nell'ambito della “Teknofest Earthquake Volunteers Appreciation Program”, durante la quale sono state consegnate targhe di ringraziamento alle ONG e ai rappresentanti dei Governi per la preziosa collaborazione profusa nelle attività post-terremoto.

Organizzata dal Ministero dell'Industria e della Tecnologia e dalla Fondazione T3 (Turkish Technology Team Foundation) in collaborazione con diverse organizzazioni che svolgono un ruolo fondamentale nello sviluppo tecnologico nazionale della Turchia, l’edizione 2023 del Teknofest è stata ospitata nell’area dell'aeroporto Atatürk di Istanbul dove si sono svolte attività di air-show, di velivoli da guerra, spettacoli con droni ed elicotteri nonché seminari e workshop tra i più giovani.

Punto focale del festival è stato, come nelle passate edizioni, la presentazione dei progetti di spicco dell'industria della difesa turca, in rapidissima espansione, tra cui i droni Bayraktar Kızılelma e Bayraktar Akıncı e, per la prima volta, il nuovo Bayraktar TB3 Armed Unmanned Aerial Vehicle, un aereo da combattimento senza pilota (UCAV) in grado di effettuare decollo e atterraggio verticale su unità navali con ponti di volo ridotti grazie alle sue ali pieghevoli; il velivolo verrà schierato sulla nave d’assalto TCG Anadolu, la nuova portaerei recentemente inaugurata nonché la prima porta droni UCAV al mondo.

La nuova versione del Bayraktar (la precedente versione è stata impiegata nel conflitto bellico in Ucraina) è in grado di operare in tandem con velivoli pilotati e può trasportare missili aria-aria e condurre una moltitudine di azioni militari offensive strategiche e di intelligence, di supporto aereo ravvicinato e di difesa aerea essendo equipaggiato con munizioni intelligenti. Gli ingegneri della Baykar hanno applicato al velivolo la tecnologia che consente di comunicare oltre la linea e la capacità di eseguire combattimenti aria-aria con manovre fino a questo momento riservate solo ad aerei da guerra con pilota.

Durante il Teknofest, il colosso dell'industria e della difesa aerospaziale della Turchia, Baykar, ha comunicato di aver deciso di ospitare la rassegna in tre grandi città nel 2023 per onorare il 100° anniversario della fondazione della moderna Turchia: il festival nella capitale Ankara si terrà presso l'11a base dell'aeronautica dal 30 agosto al 3 settembre prossimi.

Di recente é stato consegnato alle Forze Armate turche (TSK) uno dei più moderni carri armati al mondo, l’ Altay, realizzato in Turchia con alcune componenti sud coreane. I nuovi veicoli terrestri saranno soggetti a test che dovrebbero essere completati entro il 2024 mentre la produzione avverrà a partire dal 2025.

In una cerimonia che si è tenuta a Sakarya alla presenza di Erdoğan, sono state messe in risalto le caratteristiche dell’Altay equipaggiato con un sistema di protezione attiva e una armatura migliorata. Il Capo della Presidenza delle Industrie della Difesa (SSB), Ismail Demir, ha affermato che i rinnovamenti effettuati nel corso degli anni hanno reso l'attuale versione di Altay uno dei carri armati più moderni al mondo con una capacità di combattimento avanzata: il carro armato Altay vanta infatti un raggio di tiro, la produzione della mitragliatrice è di produzione del colosso turco Aselan, di 8 chilometri e può ospitare 4 persone di equipaggio.

La Turchia nel settore della difesa è riuscita a ridurre la dipendenza dall'estero dall'80% al 20% in 20 anni, un lasso di tempo breve per l’industria; nello stesso arco di tempo, il numero di progetti di è passato dai 62 del 2002 agli attuali 750 con un budget che nel medesimo arco di tempo è passato dai 5,5 miliardi di dollari agli attuali 75 miliardi di dollari.

Il Presidente Demir, in un recente intervento presso la Fiera della Difesa di Ankara organizzata da MUSIAD (la Confindustria musulmana turca) ha affermato che il Governo intende puntare molto sull’industria della difesa per la ricostruzione ed il rilancio delle aree colpite dai sismi del 6 febbraio, predisponendo specifici piani di incentivi per gli investimenti alla produzione.

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12.05.2023

Il primo impianto atomico ad uso civile celebrato lo scorso 28 aprile sancisce la fine dello status di Paese denuclearizzato della Turchia.

Il primo carico di combustibile nucleare ha raggiunto lo scorso mese di aprile la centrale nucleare di Akkuyu (NPP). Costruita nel distretto di Mersin sulla costa meridionale del Mediterraneo, la centrale nucleare è stata progettata dalla compagnia statale di energia atomica russa “Rosatom” che ne cura anche la costruzione e la manutenzione.

L'azienda russa detiene una partecipazione del 99,2% nel progetto, stimato in circa 20 miliardi di dollari di valore. È previsto che il primo dei quattro reattori, con una capacità di 1.200 megawatt (MW), entri in funzione nella prima metà del 2023 mentre i tre rimanenti entrerebbero in funzione entro la fine del 2026 con una capacità complessiva installata di 4.800 megawatt (MW), che soddisferà inizialmente circa il 10% del fabbisogno elettrico nazionale.

Una volta completato, si prevede che l'impianto produrrà 35 miliardi di kilowattora di potenza (kWh); la centrale avrà una vita utile stimata in circa 80 anni e produrrà energia senza emissioni di carbonio. La centrale, secondo quanto affermato dalla russa Rosatom, garantisce caratteristiche tecniche adeguate in relazione al rischio: il sito di Akkuyu si trova infatti in una zona sismica di quinto grado, considerata la regione più sicura per i terremoti.

Il progetto dell'impianto prevede un muro esterno in cemento armato e un guscio protettivo interno in "cemento precompresso", con cavi metallici tesi all'interno del guscio in cemento per dare ulteriore solidità alla struttura che include un'ulteriore caratteristica di sicurezza, ovvero un cono in acciaio da 144 tonnellate (core catcher) che intrappola e raffredda qualsiasi materiale radioattivo fuso in caso di emergenza, misura quest’ultima che, secondo Rosatom, è conforme ai requisiti post-Fukushima dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (AIEA).

Turchia e Federazione Russa firmarono un accordo intergovernativo BOO (build-own-operate) nel 2010 per costruire l'impianto. La costruzione del primo reattore risale al 2018, mentre le operazioni di costruzione della seconda, terza e quarta unità sono iniziate rispettivamente a giugno 2020, marzo 2021 e giugno dello scorso anno. I primi studi sulla realizzazione di una centrale nucleare in Turchia risalgono invece al 1965. Nel 1974 il sito di Akkuyu nel distretto Gülnar della città di Mersin fu ritenuto idoneo per la costruzione del primo impianto e solo due anni dopo gli studi sismici determinarono la giusta collocazione.

Il progetto rallentò dopo il disastro nucleare di Chernobyl del 1986 e, dopo una lunga pausa dovuta a motivi finanziari e politici, la Turchia decise di rivolgersi alla Federazione Russa. “La centrale nucleare di Akkuyu (NPP) consentirà alla Turchia di entrare in una nuova fase di sviluppo economico ” sono state le parole del DG dell'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (IAEA), Rafael Mariano Grossi, presente all’inaugurazione del mese scorso del primo reattore dell'impianto di Akkuyu.

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12.05.2023

Gas naturale: la Turchia ha annunciato lo scorso 19 aprile che inizierà ad utilizzare il gas naturale scoperto nel Mar Nero nel giacimento di Caycuma-1 del bacino di Sakarya.

La Turchia è pronta ad utilizzare il gas naturale scoperto nel 2020 nel Mar Nero, lo ha recentemente dichiarato il Presidente Recep Tayyip Erdoğan dopo che nel dicembre 2022 la nave di perforazione Fatih aveva scoperto ulteriori 58 miliardi di metri cubi (bcm) di riserve di gas naturale a 3.023 metri di profondità nel sito di Çaycuma 1 nel Mar Nero, al largo della costa di Zonguldak. Sono state pertanto aggiornate le stime per le riserve complessive del giacimento di Sakarya, aumentate oggi di 170 miliardi portando le riserve del gas del Mar Nero a 710 miliardi di metri cubi rispetto alla precedente stima di 652 miliardi con un valore di mercato pari a circa 1 trilione di dollari.

Si tratta di una ulteriore scoperta che potrebbe accelerare l’ambizioso progetto del Reis di trasformare la Turchia in un hub energetico ma soprattutto potrebbe accelerare quel processo di affrancamento dagli approvvigionamenti esteri, da cui il Paese è fortemente dipendente.

Secondo un recente articolo del Financial Times, la Turchia nel 2022 ha importato prodotti energetici (che includono petrolio, gas naturale e altri combustibili) per un valore superiore agli 80 miliardi di dollari con una espansione importante del deficit di parte corrente della bilancia dei pagamenti.

La notizia dello scorso mese di poter disporre già da quest’anno di una parte del gas di Sakarya, secondo EMRA (Energy Market Regulatory Authority) potrebbe rappresentare il 7% dei consumi energetici del 2022 mentre a pieno regime una quantità importante potrebbe essere esportata in Europa secondo quanto dichiarato dal Chief Executive della Turkish Petroleum Corporation (TPAO), Melih Han Bilgin.

Nel 2022, la Turchia ha perforato 150 pozzi e nel 2023, secondo precedenti dichiarazioni del Ministro dell'Energia, Ankara avrà in totale 207 pozzi; nella fase iniziale è previsto il trasferimento di circa 10 milioni di metri cubi (mcm) di gas dal Mar Nero (Sakarya) al giorno, mentre l'infrastruttura a pieno regime garantirà un picco di 40 mcm al giorno.

La Turchia dispone, come approfondito nelle edizioni passate di “Cronache Economiche”, di un'ampia infrastruttura di importazione di gas naturale liquefatto (GNL) che potrebbe soddisfare i crescenti consumi, che sono passati dai 48 miliardi di metri cubi del 2020 ad una cifra record di 60 miliardi di metri cubi nel 2021; consumi in ribasso secondo le più recenti stime: nel 2022 i consumi di gas si sono attestati a circa 53,5 miliardi di metri cubi grazie all'energia generata dalle rinnovabili.

Il Presidente Erdoğan, in una cerimonia tenutasi lo scorso 20 aprile nella provincia settentrionale di Zonguldak (trasmessa in diretta televisiva), ha annunciato che, grazie all’inizio dello sfruttamento del gas nel pozzo di Filyos, il gas naturale utilizzato per l’uso domestico e per l'acqua calda, pari in media a circa 25 metri cubi al mese, sarà fornito per un mese gratuitamente, un sostegno non indifferente per i bilanci delle famiglie turche (e per i luoghi di culto anch’essi beneficiari del provvedimento) che generera’ un in un risparmio di circa 30,8 miliardi di lire turche (circa 1,6 miliardi di dollari).

Il processo di estrazione del gas naturale dal giacimento di Sakarya procederà per fasi: nella prima, cinque dei dieci pozzi saranno operativi nei prossimi mesi mentre i restanti alla fine di settembre 2023. La seconda fase di produzione dovrebbe cominciare nel 2026 mentre la terza nel 2028. Oğuzhan Akyener, DG della Türkiye Energy Strategies and Policy Research Center (TESPAM), stima che a partire dalla seconda fase tutte le esigenze energetiche domestiche saranno coperte dal gas di Zonguldak mentre la prima fase potrebbe soddisfare il 5% o 6% del fabbisogno annuale.

La Turchia dipende massicciamente dalle vendite di gas naturale della Federazione russa, principale esportatore nel 2022, tramite gasdotti e gas naturale liquefatto (GNL); la Russia è seguita dall’Azerbaigian e dall’Iran. La Turchia ha inoltre soddisfatto il proprio fabbisogno energetico con acquisti di GNL da Algeria, Nigeria, Qatar, Stati Uniti, Trinidad e Tobago e Norvegia. La Turchia prevedeva di iniziare a pompare il gas dal porto di Filyos alla rete nazionale nel mese di marzo scorso, ma i catastrofici sismi dello scorso 6 febbraio ne hanno ritardato i primi trasporti che sono iniziati lo scorso mese di aprile.

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12.05.2023

Svolta verde: la Turchia completa la prima fase del processo di accumulo e stoccaggio di energia solare ed eolica e annuncia uno dei più grandi parchi solari al mondo.

Mustafa Yılmaz, DG della “Energy Market Regulatory” (EMRA) ha recentemente annunciato che la Turchia ha completato la prima fase dell’installazione di impianti di accumulo di energia solare ed eolica. Le 12 licenze rilasciate agli investitori consentiranno di raggiungere una capacità di stoccaggio di elettricità pari a 113.500 MW grazie allo sfruttamento dell’energia eolica e 107.500 MW grazie all’uso di quella solare. Secondo Yılmaz, l'elevato volume di domande potrebbe spingere l'investimento finale fino a un valore compreso tra 40 ei 45 miliardi di dollari con ricadute significative per l’occupazione e per lo sviluppo delle tecnologie energetiche rinnovabili, in un Paese che sta compiendo importanti passi in avanti nel settore.

L'attuale capacità da fonti rinnovabili della Turchia rappresenta oltre la metà della potenza totale installata, che nel mese scorso di aprile era pari a 104.488 MW. Dopo l’idroelettrico (circa 31.600 MW), l'eolico è la seconda fonte rinnovabile di elettricità con 11.490 MW mentre le installazioni di energia solare in Turchia hanno oggi raggiunto 9.820 MW; inoltre, almeno ulteriori 1.000 MW di potenza eolica e solare dovrebbero essere aggiunti allo sfruttamento da fonti rinnovabili nel 2023.

Le energie da fonti rinnovabili hanno rappresentato per la Turchia oltre il 95% dei nuovi aumenti di capacità nel 2021. Successivamente, con l'aggiunta di circa 1.750 MW, rispetto al precedente massimo storico di 1.248 MW del 2016, si stima una crescita nei prossimi cinque anni di circa il 64% nella capacità di energia da rinnovabile fino a 90 gigawatt (GW). Secondo l'Agenzia internazionale per l'energia (IEA), il 75% della crescita futura sarà rappresentata dal solare e dall’ eolico. Un risultato che consentirà alla Turchia di collocarsi al quarto posto in Europa e tra i 10 maggiori mercati al mondo per capacita di energia prodotta da fonti rinnovabili.

Per quanto attiene al solare, lo scorso 4 maggio il Presidente Recep Tayyip Erdoğan aveva ufficialmente inaugurato la più grande centrale solare d’Europa, nonché una delle cinque più grandi al mondo. Sviluppata dalla turca “Kalyon Energy” (partecipata al 50% con la in Kalyon Energy del conglomerato di Abu Dhabi International Holding Co (IHC), l'impianto solare sorge nella provincia centrale di Konya con una potenza installata di 1.350 megawatt (MW). La centrale solare di Kalyon Karapınar con i suoi 3 milioni di pannelli solari sarà in grado di generare 3 milioni di chilowattora di elettricità all'anno, sufficienti per fornire energia a 2 milioni di persone con un risparmio sull’utilizzo di combustibili fossili pari a 450 milioni di dollari.

L'impianto, che è costato oltre un miliardo di dollari, ha già iniziato a produrre elettricità ed eviterà 1,5 milioni di tonnellate di emissioni di carbonio all'anno aumentando del 20% la quota di energia solare nella produzione totale di energia della Turchia. Il grande parco solare (le prime installazioni risalgono al 2020) copre un'area di 20 milioni di metri quadrati ed è situato in una delle zone con la più alta esposizione solare della Turchia. I pannelli fotovoltaici del sito provengono dalla prima fabbrica di Ankara fondata dalla “Kalyon Solar Energy Technologies Production Company”.

Prosegue nel frattempo anche la commercializzazione all’estero di turbine eoliche. La Turchia è tra i principali produttori in Europa di componentistica per l’eolico, con un recente accordo tra la Turca “Enerjisa Üretim” con la tedesca “ENERCON”. Il MoU, perfezionato lo scorso mese di aprile, per la fornitura di due dei più recenti convertitori di energia eolica dell’azienda tedesca (E-175 EP5), è stato siglato alla passata fiera “WindEurope” di Copenaghen alla luce di una lunga collaborazione tra Turchia e Germania nel settore che risale alla fine degli anni ’90. Le turbine eoliche saranno situate presso i parchi solari delle Enerjisa Üretim di Balıkesir e di Bandırma, situate nella provincia di Marmara nella Turchia occidentale.

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12.05.2023

Inflazione su base annua al 43,68% ad aprile 2023 secondo le rilevazioni dell’Istat turco, “TurkStat”, rese note lo scorso 3 maggio. Secondo briefing del 2023 sull’inflazione da parte del Governatore della Banca Centrale Kavcıoğlu.

L'inflazione al consumo (CPI) della Turchia, secondo i dati aggiornati resi noti dall’Istat turco (TUIK) lo scorso 3 maggio, nel mese di aprile 2023 si è attestata al 43,68% su base annua (dimezzandosi rispetto al picco di ottobre 2022) e al +2,39% mese su mese.

Nello stesso mese di aprile, l’indice dei prezzi alla produzione (D-PPI) si attesta su base annua al 52,11% dopo aver raggiunto il picco massimo nell’ottobre 2022, quando si attestò al 157,69%.

Passando all’andamento dei prezzi dei principali sottogruppi che compongono l’economia del Paese, gli aumenti più significativi su base annua dei prezzi al consumo sono stati rilevati alle voci: “sanità” (+66,62%), “servizi ricettivi e di ristorazione” (+66,41%), “alimenti e bevande non alcoliche” (+53,92%) e in quello del “furnishing and household equipment” (+48,40%); quello più basso è stato invece fatto registrare dal settore “abbigliamento e calzature” i cui prezzi sono aumentati del 13,82%. Le restanti componenti, grazie anche ad un contesto favorevole dei prezzi all’importazione, denotano una frenata: a esempio l’inflazione alimentare passa dal 67,89% al 53,97% pur aumentando mese su mese (+3,95%) cosi come la componente energetica i cui costi su base annua scendono dal 35,66% al 21,19% dell’aprile scorso con un decremento mese su mese del 3,86%.

In una dichiarazione successiva alla pubblicazione del dato di aprile, il Ministro delle Finanze Nureddin Nebati aveva sottolineato come le attese sull’inflazione si stimano al ribasso nei prossimi mesi, alla luce di una graduale riduzione del divario tra i prezzi alla produzione quelli al consumo con un impatto positivo sulle prospettive di un continuo calo del tasso durante il 2023. Nebati ha anche aggiunto che Ankara continuerà la lotta contro l'inflazione senza però compromettere la produzione, l'occupazione e la crescita del Paese.

Successivamente, il 4 maggio, nel corso del consueto briefing della Banca Centrale, il Governatore Şahap Kavcıoğlu, nel presentare il secondo rapporto dell’anno sull’inflazione alla stampa, ha illustrato i positivi sviluppi dell’economia nazionale sottolineando la crescente produttività del Paese nei settori ad alta tecnologia che nel 2022 hanno consentito alla Turchia di scalare le primissime posizioni della graduatoria di crescita nell’area OCSE.

Tali risultati, in combinazione con l’aumento del tasso di occupazione e dell’indice della produzione industriale (+7,1% la crescita annua a gennaio 2023, poi contrattasi dopi i sismi del 6 febbraio scorso ma perdendo solo lo 0,4% su base trimestrale) , hanno permesso al Paese di affacciarsi tra i Paesi avanzati in termini di crescita del reddito pro-capite. Nel 2023 è previsto una ripresa del PIL grazie ad una domanda mondiale più sostenuta. Kavcıoğlu ha poi evidenziato il recupero del commercio internazionale post-sisma in tutte le zone colpite evidenziando come dopo una contrazione delle esportazioni nelle settimane successive ai terremoti, i dati di aprile sono paragonabili quelli dell’analogo mese del 2022.

Sull’inflazione il Governatore della BCRT ha sottolineato come il tasso, dopo aver raggiunto il picco nell’ottobre scorso all’85,5%, sia diminuita di 42 punti attestandosi al 43,7% lo scorso mese di aprile.

Secondo Kavcıoğlu, il processo disinflazionistico in corso è trainato dalla stabilità della lira turca e dalla dinamica dei prezzi globali delle materie prime; un contributo è stato anche fornito dall’aumento dei salari che interagendo con l’accelerazione della crescita del credito hanno contribuito all’aumento dei consumi e degli investimenti garantendo una certa stabilità dei prezzi. Anche l’inflazione “core”, che non tiene conto dei beni più volatili come energie e generi alimentari, ha registrato il tasso di aumento mensile più basso dal 2021. Kavcıoğlu ha infine aggiunto che le stime dell’inflazione prodotte dalla BCRT prevedono un tasso al 22,3% alla fine del 2023 e all’8,8% al termine del 2024.

Un recente sondaggio della Reuters stima invece che il tasso di inflazione in Turchia si attesterà al 46,4% (rettificando al ribasso la stima al 50,5% del mese di marzo scorso) entro la fine del 2023 mentre scenderebbe al 28,8% alla fine del 2024 e al 19,3% al termine del 2025.

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12.05.2023

Le relazioni commerciali tra Italia e Turchia nel nuovo aggiornamento dell’ICE-Agenzia di Istanbul che fotografa l’interscambio a febbraio 2023.

Secondo i dati diffusi dall’Agenzia ICE di Istanbul, nel bimestre del 2023 - rispetto all’analogo periodo del 2022 - il commercio estero con la Turchia segna un aumento dell’8,6%, che colloca l’Italia al 6° posto tra i maggiori partner commerciali con 4,2 miliardi di dollari di interscambio ed una quota del 3,4% sul totale importato dalla Turchia. L’Italia in ambito UE si piazza al secondo posto preceduta dalla Germania (7,4 miliardi di merci e servizi venduti) e prima di Francia (3,3 miliardi) e Spagna (2,7 miliardi), confermandosi come primo partner commerciale della Turchia nell’area del Mediterraneo. Nei mesi gennaio-febbraio 2023, le esportazioni italiane sono state poco più di 2,184 miliardi di dollari con un incremento dell’export in valore del 22,7% rispetto al 2022, che collocano, come detto, il nostro Paese al 6° posto tra i principali fornitori della Turchia preceduti da Russia, Svizzera, Cina, Germania e Stati Uniti. L’Italia balza invece al quarto posto, subentrando al Regno Unito, tra i principali clienti dopo Germania, Stati Uniti e Russia con 2,034 miliardi di dollari di beni acquistati. La bilancia commerciale è piuttosto in equilibrio, con un lieve saldo positivo per l’Italia di poco inferiore ai 150 milioni di dollari.

La dinamica dell’export italiano nei mesi in osservazione è stata trainata dalle vendite di combustibili e oli minerali (+241,3%) e da quelle della voce merceologica “metalli e pietre preziose” (+226,4%) e, in misura meno marcata, dalle nostre esportazioni di prodotti chimici (95,8%). E’ risultato in calo invece l’export di ferro e acciaio (-12,2%). In termini assoluti, le principali voci del nostro export nel mese in osservazione restano quelle tradizionali dei “macchinari e apparecchiature meccaniche” che si sono attestati su un valore di circa 259 milioni di dollari.

Nel confronto con i principali partner commerciali europei, nel bimestre gennaio-febbraio 2023 si rileva ancora una crescita delle esportazioni dell’Italia superiore agli incrementi registrati dalla Germania (+16% rispetto al nostro +22,7%) e dalla Francia (+14,7%), che guadagna quote nei confronti dei nostri tre principali concorrenti. La dinamica dell’export turco fa invece registrare nel bimestre in osservazione un calo negli acquisti italiani ferro e acciaio mentre e un aumento di combustibili (+100%) mentre la prima voce dell’import italiano resta quella degli “autoveicoli, trattori e parti di ricambio” con quasi mezzo miliardo di dollari.

Tra gli incrementi maggiori delle esportazioni complessive della Turchia, nel primo bimestre 2023 si segnala l’aumento fatto registrare verso la Federazione russa (+132,1%) mentre la dinamica dell’import turco segna, tra i più cospicui aumenti, un incredibile +1.450,6% dalla Svizzera (da imputare ad una forte impennata della richiesta di oro) nonché un forte incremento dell’import dagli Emirati Arabi (+56.3%).

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12.05.2023

Nell’ultima riunione del Comitato di Politica Monetaria dello scorso 27 aprile, la BCRT ha mantenuto costante il tasso di riferimento all’8,5%.

Şahap Kavcıoğlu, Governatore della Banca Centrale (BCRT), nell’ultima riunione del Comitato di Politica Monetaria (MPC) ha deciso di mantenere il tasso ufficiale all'8,5%. Sebbene i dati congiunturali più recenti delineino un'attività economica più energica del previsto, secondo la BCRT persistono i timori di recessione nelle economie dei Paesi avanzati a causa dei persistenti rischi geopolitici e dagli incrementi dei tassi di interesse da parte di molte Banche Centrali, che minacciano la stabilità finanziaria globale.

Prima dei due sismi, il quadro economico mostrava una domanda interna più sostenuta rispetto a quella estera e si stimava un aumento della crescita del Paese nel primo trimestre del 2023. Tuttavia, gli effetti dei due devastanti terremoti su produzione, consumi, occupazione e aspettative di crescita vengono oggi ampiamente rivalutati dalla Banca Centrale. Si stima infatti che i sismi influenzeranno l'attività economica nel breve termine ma non avranno significativi impatti nel medio periodo. Purtuttavia le attività economiche nelle aree terremotate si stanno riprendendo più velocemente del previsto. Il contributo delle entrate derivanti dall’industria del turismo al saldo di parte corrente è, anch’esso, più forte del previsto e continuerà per tutto il 2023 anche se permangono i rischi sulla bilancia dei pagamenti a causa dell’aumento dei consumi interni e per la debole attività economica registrata nei principali partner commerciali della Turchia. Si proseguirà, ha aggiunto Kavcıoğlu, nel perseguimento di un saldo sostenibile della parte corrente, fondamentale per la stabilità dei prezzi.

Nello specifico, continua la nota del Governatore Kavcıoğlu, come annunciato nel documento di gennaio 2023 “Monetary Policy and Liraization Strategy”, la BCRT continuerà a utilizzare con decisione tutti gli strumenti a sostegno della c.d. strategia di “liralizzazione” al fine di migliorare il meccanismo dei depositi in valuta nazionale protetti dalle variazioni del tasso di cambio. La BCRT ha annunciato inoltre di voler dare priorità alla creazione di condizioni finanziarie favorevoli al fine di ridurre al minimo gli effetti negativi dei terremoti sull’economia e sostenere la crescita. Infine, l’andamento dell’inflazione sarà attentamente monitorato, anche se persistono i segnali di miglioramento grazie alla politica monetaria espansiva adottata dalla Banca Centrale dal marzo 2021, cosi come l’impatto degli squilibri tra domanda e offerta sul tasso di inflazione dopo i recenti sismi. Per tutti questi motivi, conclude la nota della CBRT, il Comitato di Politica Monetaria ha deciso di mantenere il tasso di riferimento invariato all’8,50% per il terzo mese di fila.

Per quanto riguarda le riserve ufficiali della BCRT, a marzo 2023 (ultimo dato disponibile) queste sono aumentate, per la prima volta dopo diversi mesi di continua erosione, del 4,3% sul precedente mese attestandosi a 122,4 miliardi di dollari (erano 117,4 nel febbraio 2023). Nel mese in considerazione, sempre secondo i dati resi disponibili dalla BCRT, anche le riserve valutarie sono aumentate del 2,3% (62,6 miliardi di dollari rispetto ai 61,3 del mese di febbraio) mentre quelle auree si attestano a 52,2 miliardi (+7,2%).

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12.05.2023

Secondo i dati resi pubblici lo scorso 10 maggio da “TurkStat” la disoccupazione in Turchia si attesta al 10% nel mese di marzo 2023.

Le rilevazioni della disoccupazione in Turchia recentemente rese note dall’Istat turco TÜİK, non rilevano nel mese in osservazione i dati relativi alle zone terremotate di Adiyaman, Hatay, Kahramanmaras e Osmaniye. Nel mese di marzo 2023 il tasso di disoccupazione in Turchia è stato del 10,0%, in linea con quello del mese precedente. Il numero di disoccupati si è attestato a tre milioni e mezzo con una ripartizione dell’8,1% per gli uomini e del 13,8% per le donne. La disoccupazione giovanile nella fascia di età 15-24 è salita invece al 20,1% dal 19,4% del mese precedente: si tratta di un dato che continua ad essere il più alto della media OCSE.

Nel mese in considerazione è aumentata l’occupazione (31,4 milioni) con un tasso del 48,2% e si osserva una ripartizione del 66% per gli uomini e del 30,7% per le donne.
Infine, l'orario di lavoro settimanale effettivo medio è stato di 44,5 ore, in linea rispetto ai mesi precedenti.

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12.05.2023

Aggiornamento di aprile sui flussi in entrata degli investimenti esteri a cura dell’Associazione non governativa degli investitori internazionali in Turchia (YASED).

I dati i più aggiornati sui flussi di IDE in Turchia, pubblicati lo scorso 10 aprile dall’Associazione non governativa degli Investitori Internazionali nel Paese (YASED), indicano che a febbraio 2023 gli investimenti esteri in entrata in “equity capital” sono stati pari a 316 milioni di dollari, seguiti dai ricavi provenienti dalle vendite delle proprietà immobiliari (406 milioni) e dagli strumenti di debito (ossia crediti e depositi commerciali, sottoscrizioni di titoli obbligazionari e prestiti) che hanno totalizzato nel mese in osservazione 172 milioni di dollari, più del doppio rispetto al mese precedente.
I disinvestimenti si attestano invece a 60 milioni di dollari.

Nello specifico, nel mese di febbraio 2023, lo stock di investimenti in entrata si è attestato in totale a 834 milioni di dollari (+25,7% sul bimestre precedente di gennaio-febbraio 2022). I saldi negativi degli IDE nel mese di febbraio 2023 hanno rappresentato il 9,5% del deficit di parte corrente della bilancia dei pagamenti.

Il settore “electronic-electrical equipment”, ha fornito il più grande un contributo agli IDE in entrata pari al 26% del totale degli “equity capital” seguito da quello relativo al cd “wholesale and retail trade” (19%). Del 14% è stato invece l’apporto del settore “manufacturing of food products ”.

Nel mese di febbraio, sono ancora una volta i Paesi dell’Unione Europea (più il Regno Unito) i più importanti investitori in Turchia, detenendo una quota che è salita all’85% degli IDE totali nel Paese, con una crescita del 26%. Il blocco UE più Regno Unito è seguito a distanza dai Paesi dell’Asia orientale (8%), che hanno scavalcato gli altri Paesi dell’Europa (+5%); seguono i Paesi delle Americhe, del Medio oriente e i Paesi CIS.
A livello di singoli Paesi, nel rank riferito al mese in osservazione, i Paesi Bassi si confermano al primo posto (52% degli IDE totali in entrata), l’Olanda precede Francia e Germania al 12%; entrano nella top 10 Taiwan, Hong Kong, Danimarca e Irlanda.

Nel 2022, i flussi di IDE in entrata in Turchia si erano attestati a 13 miliardi di dollari con la Spagna al primo posto con 1,6 miliardi di dollari che ha preceduto Paesi Bassi (863 milioni) e Svizzera (737 milioni).

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12.05.2023

Sono state rese note lo scorso 17 aprile le statistiche del mercato immobiliare in Turchia del mese di marzo 2023 (fonte TÜİK).

Lo scorso 17 aprile sono stati resi pubblici da parte della TÜİK i dati riferiti al mese di marzo 2023 delle compravendite di immobili ad uso abitativo. Il settore ha fatto nuovamente registrare un sensibile calo (-21,4% sull’analogo mese del 2022) ma migliore rispetto al mese precedente di febbraio 2023, registrando il livello più alto di immobili venduti nel primo trimestre dell’anno. Istanbul si colloca ancora una volta al primo posto con 18 mila unità vendute (17,2% del totale), seguita dalla capitale Ankara con 12.023 unità abitative e Antalya, con poco più di 6 mila unità vendute, che scavalca nel mese in osservazione la città di Izmir.

In calo rispetto allo stesso mese dell’anno precedente le abitazioni acquistate con mutui (-16,5%). La tipologia di compravendita con finanziamenti ha rappresentato nel mese in osservazione il 24% di tutti gli immobili venduti in Turchia. Più sensibile invece il calo registrato a marzo 2023 sia degli acquisti di immobili nuovi (-14,2%) che di quelli di seconda mano (-24,3%) rispetto all’analogo mese del 2022.

Le vendite agli stranieri, cresciute del 15,2% nel 2022, sono invece diminuite anch’esse del 38,7% con i contratti di compravendita che si sono fermati a 3.415 a marzo 2023 ed hanno rappresentato il 3,2% di tutte le vendite del mese in osservazione. Antalya, Istanbul e Mersin le città più gettonate per l’acquisto di residenze abitative da parte di cittadini stranieri.

I cittadini della Federazione russa si piazzano nuovamente al primo posto con 1.175 unità acquistate, rispecchiando un andamento costante dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina e le successive sanzioni imposte. I russi, la maggior parte dei quali ha ottenuto la cittadinanza turca grazie all’acquisto di immobili, sono seguiti a distanza dagli iraniani, iracheni e ucraini (gli acquisti da parte di quest’ultimi si concentrano in modo particolare nella provincia meridionale di Antalya).

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12.05.2023

Sono stati resi noti lo scorso 24 aprile le statistiche sul turismo riferite al mese di marzo 2023. Focus sulle spiagge turche premiate nel 2022 con la “Bandiera Blu” e sul turismo sanitario.

Sulla base dei dati provvisori resi noti dal Ministero della Cultura e del Turismo lo scorso 28 aprile, il numero di viaggiatori stranieri nel mese di marzo 2023 è stato pari a 2,3 milioni (+12,3% sull’analogo periodo del 2022). I dati indicano ai primi tre posti le città di Istanbul (51,67% sul totale), con 1,2 milione di presenze, seguita a distanza da Antalya (13,18%) e da Edirne, al confine con Grecia e Bulgaria, con il 12%. Se si prende in considerazione il primo trimestre del 2023, i turisti stranieri che hanno visitato la Turchia sono stati oltre 6 milioni con un incremento del 26.71% rispetto all’analogo periodo del 2022 (con Istanbul che ha sfiorato i tre milioni e mezzo di presenze). A livello geografico, i turisti della Federazione russa si collocano al primo posto, seguiti da iraniani, tedeschi e bulgari. Nel primo trimestre del 2023 i turisti russi hanno fatto registrare quasi 800 mila presenze (13% del totale).

Nonostante le cancellazioni delle prenotazioni avvenute subito dopo i terribili sismi dello scorso 6 febbraio, già a partire dal mese di marzo si sono registrati degli aumenti di presenze in alcune località note per il turismo, come ad esempio le strutture termali di Pamukkale, nella provincia di Denizli della Turchia occidentale.

Gazi Murat Şen, Presidente della Denizli Touristic Hotel and Operators Association (DENTUROD), stima un ulteriore miglioramento dei flussi in tutte le località turistiche del Paese a partire dal prossimo mese di giugno. L'obiettivo, ricordato anche recentemente dal Vice Ministro della Cultura e del Turismo, Nadir Alpaslan, è di raddoppiare le entrate della scorsa stagione mentre il Ministro Mehmet Nuri Ersoy ha ricordato che il numero di spiagge della Turchia turche che si sono aggiudicate il riconoscimento di “Bandiera Blu” sono 531. Ersoy ha poi aggiunto che la Turchia si conferma al terzo posto al mondo per numero di spiagge con Bandiera Blu dopo Spagna e Grecia.

L’eccellenza delle coste turche vede ai primi posti le spiagge incontaminate di Antalya e Muğla, seguite da quelle di Mersin, sempre sulla costa del Mediterraneo, e di Kırklareli e Sakarya nel nord-ovest del Paese. Le altre spiagge premiate si trovano nei pressi di Izmir, nella Turchia più orientale, ed alcune sulle rive del Mar Nero, a Ordu, Bartın e Samsun. Passando al turismo sanitario, Servet Terziler, Presidente dell'Associazione per il turismo sanitario (TÜSATDER), ha invece rimarcato il potenziale del Paese nel settore (stimato in 20 miliardi di dollari) che lo scorso anno ha generato ricavi per 4 miliardi di dollari solo per la chirurgia estetica.

Terziler ha assicurato controlli più serrati sulla qualità delle numerose cliniche turche che eseguono il trapianto di capelli (oltre duemila in tutto il Paese) chiedendo sostegno all'Agenzia per la promozione e lo sviluppo del turismo sanitario (TGA) per stilare una lista ufficiale delle istituzioni sanitarie turche da accreditare per questo tipo di trattamento a beneficio dei pazienti provenienti da paesi stranieri e per tutelare l’alta specializzazione dei professionisti sanitari turchi. Sul portale ufficiale della International Health Services Inc. (USHAS), un'istituzione del Ministero della Salute turco, si legge che l’'obiettivo della Turchia per il 2023 è quello di raggiungere 1,5 milioni di turisti e 10 miliardi di dollari di introiti dal turismo sanitario. Sul sito del Ministero della Sanità raggiungibile al seguente link Yetkili Sağlık Tesisleri (saglik.gov.tr) è presente un elenco delle strutture sanitarie turche autorizzate.

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12.05.2023

Il commercio estero della Turchia nel rapporto di TÜİK e del Ministero del Commercio del 28 aprile 2023.

Secondo i dati diffusi da “TurkStat” in collaborazione con il Ministero del Commercio, nel mese di marzo 2023, su base annua, le esportazioni sono state pari a 23,6 miliardi di dollari con una crescita del 4,4% sull’analogo mese del 2022; l’import cresce invece del 3,4% (mostrando una leggera tendenza alla diminuzione rispetto ai primi due mesi del 2023) attestandosi a 31,9 miliardi. Le vendite turche nel trimestre gennaio-marzo 2023 hanno invece sfiorato i 62 miliardi di dollari (+2,5%) mentre gli acquisti sono ammontati a 95,2 miliardi (+11,4% sul primo trimestre del 2022).

Se scorporiamo la voce fabbisogno energetico e oro, nel mese di marzo 2023, il deficit commerciale si è attestato a 2,48 miliardi di dollari con un rapporto percentuale di copertura delle esportazioni sulle importazioni del 73.9%. Nel trimestre in osservazione, invece, si è registrato un disavanzo commerciale pari al +30,7% sull’analogo trimestre del 2022, attestandosi a 34,7 miliardi di dollari ed il rapporto di copertura dell’export sull’import scende al 64% dal 69,4 di un anno fa.

A livello geografico, nel mese di marzo 2023, il principale mercato di sbocco delle merci turche è stato quello tedesco (2,6 miliardi di dollari), seguito da quello statunitense (1,4 miliardi) e da quello italiano (1,9 miliardi) che precede quello del Regno Unito (1,3 miliardi). Se prendiamo in considerazione il primo trimestre del 2023, la Germania si conferma primo Paese cliente della Turchia con 5,5 miliardi di merci e servizi acquistati precedendo Stati Uniti (3,6 miliardi), Italia (3,2 miliardi) che precede Russia e Regno Unito rispettivamente con 3,1 2 2,9 miliardi di importazioni.
Tra i principali fornitori, nel mese in osservazione, la Federazione russa si piazza al 1° posto con 3,9 miliardi di dollari, Cina (31,8), la Germania (2,7 miliardi) e gli USA (1,4 miliardi); l’Italia con 1,3 miliardi di dollari si piazza alla 5 posizione. Nel trimestre gennaio-marzo 2023 rispetto a quello analogo del 2022, la Russia ha esportato in Turchia merci e servizi pari a 13,7 miliardi di dollari precedendo Cina, Svizzera, Germania e Stati Uniti.

Le prime stime preliminari per il mese di aprile 2023 segnalano invece un ampliamento del deficit della bilancia commerciale a causa dell'effetto prolungato dei devastanti sismi del 6 febbraio scorso e per l’impatto negativo delle festività religiose del Ramadan della terza settimana dello scorso mese di aprile con un deficit commerciale stimato in aumento. Nel 2022 le esportazioni turche erano aumentate del 12,9% rispetto all’anno precedente e si attestavano a 254,2 miliardi di dollari rispetto ai 363,7 miliardi di import (+34% sul 2021). Il deficit commerciale alla fine dell’anno scorso era stato pari a 109,5 miliardi di dollari con un incremento sul 2021 del 137%; un disavanzo commerciale appesantito dall’import di energia (22,2%), dalle importazioni di oro non lavorato (lingotti) pari a 4,1 miliardi di dollari (+859%) e di macchinari e macchine elettriche (+40,5%) pari 2,1 miliardi di dollari.

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12.05.2023

La Turchia è tra i primi partner commerciali della Georgia: si rafforzano i legami economici tra i due Paesi.

Il volume degli scambi commerciali tra Turchia e Georgia si avvicinato alla cifra record di tre miliardi di dollari. L’anno scorso il fatturato commerciale si è attestato a 2,81 miliardi di dollari (+30% rispetto al 2021), cifra destinata a crescere nel 2023 grazie anche alle “triangolazioni” economico-commerciali tra Georgia, Turchia e Unione Europea che stimolerà in modo significativo le relazioni economiche in nuovi settori.

Il c.d. “cumulo doganale” consente infatti l’introduzione di prodotti “made in Georgia” ma con componenti e materie prime industriali turche nel mercato dell'Unione Europea, riducendo i costi che le imprese dell’Unione devono affrontare accrescendo l’efficienza degli scambi tra tutti i Paesi.

Un meccanismo che amplierà la lista dei prodotti a cominciare da quello farmaceutico che ha conosciuto un rapido sviluppo nei rapporti commerciali tra Turchia e Georgia grazie al “good-manufacturing-practices” (GMP), ossia le “norme di buona fabbricazione”. Il mercato georgiano si è infatti completamente aperto ai farmaci turchi di alta qualità grazie allo standard GMP introdotto tra i due Paesi nel 2022 su iniziativa del Primo Ministro della Georgia, Irakli Garibashvili.

La Turchia è il primo partner commerciale della Georgia: nel 2022 il mercato georgiano ha assorbito merci turche per 2,37 miliardi (principalmente autoveicoli e metalli) con una quota del 18% mentre ha esportato per 435,5 milioni di dollari (abbigliamento, ferro e semilavorati in acciaio), dato che colloca la Turchia al quinto posto tra i principali clienti della Giorgia dopo Cina, Federazione russa, Azerbaigian e Armenia con una quota dell'8%.

In termini di investimenti, la Georgia presenta un clima favorevole agli investimenti turchi: sempre nel 2022 la Turchia si piazza al settimo posto tra i maggiori investitori in Georgia con 106,5 milioni di dollari grazie anche ad un deciso miglioramento del “business environment” in Giorgia certificato anche dall’Heritage Foundation che la colloca alla ventiseiesima posizione dell’”Index of Economic Freedom 2022".

Le relazioni economiche tra Georgia e Turchia sono favorite anche dalla sigla di accordi bilaterali tra cui l'Accordo di libero scambio ed il “Joint Economic Trade Commission” (JETCO). Cresciuti gli investimenti nel settore dell’energia (oleodotto Baku-Tbilisi-Ceyhan e gasdotto Baku-Tbilisi-Erzurum) e altrettanto attiva risulta essere la collaborazione congiunta per l’attuazione del progetto Southern Gas Corridor (TANAP e TAP) e del progetto ferroviario Baku-Tbilisi-Kars, via ferrata per merci che collega la Turchia, Georgia e Azerbaigian riducendo di molto la distanza dall'Europa all'Asia Nel 2022, la ferrovia Baku-Tbilisi-Kars ha trasportato 435 mila tonnellate di merci ma per il futuro si punta a 5 milioni di tonnellate di merci all'anno e 1 milione di passeggeri all'anno.

Infine, il turismo tra i due Paesi è in forte crescita. I turchi possono recarsi in Georgia con la sola carta di identità e permanervi fino a 1 anno (la Georgia ha ospitato nel 2022 quasi 1 milione di turisti turchi). La Turkish Airlines (THY), la Anadolujet e la compagnia aerea low cost Pegasus, operano 72 voli settimanali da Ankara, Istanbul e Antalya verso Tbilisi e Batumi. Le ottime relazioni economiche sono affiancate dallo sviluppo di quelle politiche: il Primo Ministro georgiano, Irakli Garibashvili, è stato uno dei primi Capi di Stato a visitare la Turchia dopo i sismi del 6 febbraio scorso inviando nella città di Adıyaman, oltre 200 unita della Protezione Civile georgiana.

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12.05.2023

Inaugurato lo scorso 17 aprile il nuovo centro finanziario di Istanbul (IFC) presso il Turkuvaz Media Center.

Definito da Recep Baştuğ, capo della banca turca Garanti BBVA, come “the future of banking in the heart of finance”, il nuovo e vasto quartiere finanziario di Istanbul ospiterà le principali istituzioni finanziare della Turchia con l’obiettivo di rappresentare un punto di riferimento per i mercati finanziari internazionali.

Stabilità economica, forza lavoro qualificata, infrastrutture moderne e digitalizzazione rappresentano, secondo Alpaslan Çakar, CEO della Ziraat Bank, concrete potenzialità per far diventare il nuovo “Istanbul Finance Center” uno tra i più importanti centri economici e finanziari al mondo.

Alla cerimonia di inaugurazione, il Presidente Recep Tayyip ha definito l’IFC il nuovo “ecosistema finanziario della Turchia” altamente integrato e punto d'incontro di due Continenti in grado di attrarre in futuro investimenti da tutto il mondo. Erdoğan ha poi aggiunto che “il vero valore di questo centro, e quanto sia strategico e visionario il progetto, sarà compreso meglio nei prossimi anni”.

L'IFC ospiterà la maggior parte delle istituzioni finanziarie più importanti della Turchia: dalla Banca Centrale (CBRT), alla Borsa di Istanbul Stock Exchange (BIST), passando per l’Agenzia di regolamentazione bancaria e di vigilanza bancaria (BDDK) e il Consiglio dei mercati dei capitali (SPK). Numerosi gli Istituti di Credito turchi che si trasferiranno nel nuovo quartiere finanziario: Ziraat Bank, Halkbank e VakıfBank, si sono già trasferite all’IFC, che presto ospiterà anche altre importanti banche e istituzioni finanziarie nazionali e internazionali.

Gestito dal Fondo Sovrano turco (TWF) e progettato in coordinamento con il Ministero dell'Ambiente, dell'Urbanistica e dei Cambiamenti Climatici, l'IFC vanta 1,3 milioni di metri quadrati di uffici, un maxi-centro commerciale di 100 mila metri quadrati, un centro congressi per oltre duemila persone, un hotel di 30 mila metri quadrati e un parcheggio con una capacità di ospitare quasi 30 mila veicoli. Potrà ospitare nei suoi numerosissimi uffici oltre 100.000 persone (1,3 milioni di metri quadrati); il costo dell'Istanbul Finance Center (IFC) si stima sfiori i 4 miliardi di dollari.

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12.05.2023

Inaugurata lo scorso 26 aprile la nuova tratta ad alta velocità tra Ankara e la città di Sivas. Focus sulla collaborazione tra Turchia e Unione Europea per sviluppare il trasporto intermodale su rotaia.

Il nuovo tratto ferroviario ad alta velocità tra la capitale Ankara e la città di Sivas nella provincia anatolica centrale della Turchia (19% dell’area totale del Paese), collegherà la Capitale turca alle provincie di Kırıkkale e Yozgat prima di raggiungere la città Sivas.

Il Ministro dei Trasporti Adil Karaismailoğlu durante la cerimonia di inaugurazione ha illustrato il tragitto della linea che - servita da otto stazioni: Elmadağ, Kırıkkale, Yerköy, Yozgat, Sorgun, Akdağmadeni, Yıldızeli prima di raggiungere Sivas, consentirà di ridurre la distanza tra Ankara e Sivas da 603 chilometri a soli 405 chilometri con un tempo di percorrenza che passa da circa 9 a 3 ore. Un risparmio considerevole per gli 1,4 milioni di cittadini che vivono nelle province attraversate dalla nuova linea ferroviaria AV.

La linea ferrovia ad alta velocità Ankara–Sivas è una ferrovia ad alta velocità, lunga 406 km, è la seconda rete ferrata AV più lunga della Turchia dopo la Ankara- Istanbul per la cui realizzazione sono stati realizzati 49 viadotti per un totale di 27 km e 49 gallerie per una lunghezza totale di 66 km. La linea fa parte del “Logistic Master Plan 2050 “per portare le linee ferrate del Paese a 14 mila di cui oltre 2 mila ad alta velocità per raggiungere in futuro i 21 mila km. Il collegamento della Capitale con Sivas si aggiunge a quella i cui lavori sono stati recentemente avviati per collegare Yerköy-Kayseri (142 km) progettata per consentire ai treni di viaggiare fino a 250 km/h.

Da segnale la recente presentazione nella Capitale del progetto “per il rafforzamento del trasporto intermodale nel settore ferroviario”, che ha visto la partecipazione del Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Karaismailoglu e, tra le tante autorevoli presenze turche e dell’Ue, quella di Angel Gutierrez Hidalgo de Ouintana, a capo del Dipartimento per lo Sviluppo Economico e Sociale presso la Delegazione UE in Turchia.

Il progetto beneficerà di un investimento pari a 2 milioni e mezzo di euro, di cui l'85% proveniente dai fondi UE e il restante 15% proveniente dalle disponibilità del Ministero turco e mira a sviluppare attraverso le interconnessioni su rotaia, le potenzialità dell'economia turca. Il Ministro dei Trasporti, nel presentare il nuovo progetto, ha affermato che alla base vi è la volontà di espandere il raggio d'azione di Ankara nella regione anche attraverso i corridoi di trasporto e le rotte commerciali, aumentando la quota di mobilità logistica della Turchia e facendo del Paese il crocevia delle rotte oriente occidente.

In Turchia, ha aggiunto Karaismailoglu, gli obiettivi nel settore ferroviario, sono quelli presentati lo scorso anno dall’ambizioso “Logistic Master Plan 2050” che nei piani di Ankara si è posto l’obiettivo di decuplicare la quota delle ferrovie nel trasporto merci internazionale e di voler aumentare il numero di passeggeri ferroviari a 145 milioni nel 2035 e a 269 milioni nel 2053. Puntare sui trasporti su rotaia, meno inquinanti e meno costosi rispetto a quelli su gomma, rappresenta per la Turchia anche un obiettivo per realizzare un sistema logistico più interconnesso con un traffico, in Turchia particolarmente congestionato, più snello e sicuro. Lo sviluppo di una infrastruttura logistica imperniata sul trasporto ferroviario è per la Turchia una prerogativa essenziale, un investimento a lungo termine che mira ad aumentare il trasporto di beni su rotaia dal 5% al 22% entro il 2053. Oltre all'aumento del trasporto merci, il piano per il rafforzamento del trasporto, anche grazie alla collaborazione con l’Unione Europea, mira a garantire una migliore accessibilità al trasporto per i cittadini.

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12.05.2023

Successo degli studenti turchi del programma Erasmus+ nell’ambito del quale si sono piazzati al primo posto tra per numero di domande presentate al concorso fortemente ambito “DiscoveryEU” per “l’interrail gratis”.

“DiscoveryEU” è concorso lanciato da molti anni dall’Unione Europea a favore degli studenti dell’Unione ma dal 2022 anche a favore degli studenti appartenenti ad uno dei Paesi terzi associati al programma Erasmus+ (tra cui la Turchia) che offre l'opportunità di scoprire l'Europa viaggiando prevalentemente in treno gratis grazie ad un abbonamento di viaggio che il progetto mette a disposizione dei giovani che soddisfino i criteri di ammissibilità del bando annuale dell’UE. Per il concorso relativo all’anno 2022, gli studenti turchi Erasmus+ sotto i vent’anni che si erano candidati per “DiscoveryUE” erano stati 814. Quest’anno le candidature sono state 21 mila, posizionando la Turchia al primo posto per numero di richieste di partecipazione, e gli studenti turchi selezionati sono saliti a 1,467 su 35 mila pass gratuiti di viaggio, validi per 1 mese, che verranno offerti questa estate su un totale di 145 mila candidati. L’anno scorso, Anno Europeo dei Giovani” alle tratte dei Paesi dell’Ue, sono state aggiunte per la prima volta quelle della Turchia oltre a quelle di Islanda, Norvegia, Liechtenstein, Serbia e Macedonia del Nord. Il programma DicoveryEU va al di la del semplice biglietto gratuito e offre anche un aspetto educativo rafforzando in particolare i legami tra il concorso e le istituzioni culturali dei Paesi vistati.

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