Cronache Economiche

08.02.2023

Devastante terremoto al confine tra Turchia e Siria: bilancio provvisorio del sisma che lo scorso 6 febbraio ha provocato migliaia di vittime e feriti. L’Italia esprime cordoglio per le vittime e profonda vicinanza elle popolazioni colpite.

Questo nuovo numero di “Cronache Economiche”, si apre purtroppo con la triste notizia del tremendo sisma, uno dei più forti mai registrati in Turchia, che lunedì scorso ha colpito il sud del Paese ed il nord della Siria provocando un numero ancora imprecisato di morti e feriti ed il crollo di migliaia di edifici. Il terremoto, che ha sfiorato magnitudo 8, si e’ abbattuto in piena notte sulle popolazioni inermi con una inaudita violenza, devastando aree densamente popolate di Turchia e Siria. L’Italia ha espresso il proprio cordoglio al più alto livello, a partire dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, dal Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e dal Ministro degli affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani. Attraverso il Meccanismo Europeo di Protezione Civile, sono state subito inviate in Turchia squadre della Protezione Civile e dei Vigili del Fuoco per sostenere l’AFAD nelle complesse operazioni di “Urban Search and Rescue”.

Si segnala che per le donazioni alla popolazione terremotata l’AFAD (Emergency Management Authority) e la KIZILAY (Turkish Red Crescent) hanno aperto due conti correnti. Per coloro che volessero donare dall’estero possono contattare la “Turkish Red Crescent” al seguente numero +90 216 168 11 22 o versare il proprio contributo alla ZIRAAT BANK INTERNATIONAL AG Filiale Frankfurt n. c/c IBAN DE26 5122 0700 1080 0000 01 (BLZ 512 20 700 – SWIFT: TCZBDEFF) “donation for eartquake”.

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08.02.2023

Visita dell'Ambasciatore Sebastiano Cardi ad Ankara per presentare la candidatura di Roma all'EXPO 2030.

Il 6 febbraio l’Ambasciatore Sebastiano Cardi, Coordinatore della campagna di promozione della candidatura di Roma ad ospitare l’Esposizione Universale nel 2030 (EXPO Roma 2030), accompagnato dall’Inviato Speciale del Comitato promotore, dott. Fabio Nicolucci, è stato ad Ankara per presentare e promuovere la candidatura. Pur in un contesto fortemente segnato dal terremoto avvenuto poche ore prima e che ha portato comprensibilmente a dover annullare all’ultimo minuto alcuni importanti appuntamenti, l’Ambasciatore Cardi ha potuto incontrare Ali Emre Yurdakul, Vice Segretario Generale della Unione delle Camere di commercio e dell’Industria di Turchia (TOBB) e Mehmet Ali Kilickaya, Direttore Generale per l’export presso il Ministero del Commercio.

L’Ambasciatore Cardi, che ha in primo luogo veicolato ai suoi interlocutori il messaggio di più profondo cordoglio di tutto il Comitato promotore di EXPO Roma 2030 per le vittime del devastante sisma, ha poi avuto modo di presentare in modo ampio e articolato i punti di forza della candidatura della Città di Roma, mettendo tra l’altro in rilievo il sostegno unanime che in Italia si registra, a tutti i livelli, su tale candidatura.

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08.02.2023

Prospettive economiche della Turchia per il 2023 secondo la CBRT.

L’ inflazione scende per il terzo mese di fila e si attesta a gennaio 2023 al 64,27%. Excursus sull’andamento economico del 2022 del Governatore della Banca Centrale Turca Kavcıoğlu in occasione del primo rapporto del 2023 sull’inflazione.

I dati aggiornati al 3 febbraio di TUIK, hanno mostrato a gennaio 2023 un tasso di inflazione che scende al 57,68% annuale rispetto al 64,27% del mese di dicembre. In realtà questa diminuzione è dovuta in buona parte al cd. “effetto base” che deriva dal calcolo (anno-su-anno) basato sul computo statistico dei 12 mesi precedenti. Il tasso di inflazione mese-su-mese da dicembre 2022 a gennaio 2023, infatti, è aumentato del 6,65%. L'inflazione al consumo (CPI) su base annua della Turchia era scesa nel mese di novembre scorso all’84,4% registrando una lieve flessione rispetto al picco storico da 24 anni a questa parte registrato a ottobre 2022 (85,5%).

Nell’analogo mese, l’indice dei prezzi alla produzione (PPI) è sceso all’86,46% dal 97,2% del mese di dicembre 2022 dopo aver raggiunto il picco massimo nell’ottobre scorso (136,2%). Anche in questo caso, però, i valori anno-su-anno vanno interpretati in relazione all’”effetto-base”.

A gennaio 2023 si è in effetti registrato un calo del valore delle importazioni energetiche della Turchia in ragione della diminuzione dei costi del gas a gennaio ai livelli di inizio 2022.

Nel corso dell’ultimo briefing dello scorso 26 gennaio sull’inflazione, il Governatore della Banca Centrale, Şahap Kavcıoğlu, conferma le precedenti stime di fine 2022 che prevedevano un calo più pronunciato nel primo semestre del 2023 per poi “stabilizzarsi” al 22,3% alla fine dell’anno, raggiungendo l'8,8% nel 2024 ed il 5% alla fine del 2025. Kavcıoğlu ha fatto anche fatto riferimento alla strategia della c.d. "liralizzazione" (l’insieme delle misure adottate dal Governo per indurre un incremento dell’uso della moneta nazionale nell’economia turca), che continuerà ad essere il punto centrale della politica monetaria della BCRT. Tale strategia, secondo il Governatore, ha dato alcuni frutti lo scorso anno, se si considera che i depositi in lire turche sono cresciuti dal 35,6% al 55,1% da gennaio a dicembre 2022 e si punta a raggiungere il 60% nella prima metà del 2023 (v.infra). Le riserve ufficiali della BCRT a dicembre 2022 sono aumentate di 17,7 miliardi di dollari raggiungendo un totale di 128,7 miliardi di dollari nel 2022 (+5.2% sul mese precedente di novembre). Tale risultato è stato raggiunto principalmente attraverso due linee d’azione parallele: la prima, è consistita in veri e propri trasferimenti di liquidità in valute convertibili da Paesi terzi quali ad esempio Russia ed Arabia Saudita. La seconda linea d’azione ha previsto invece un drenaggio più intenso di valuta estera e oro dal sistema bancario sotto forma di maggiori obblighi di deposito a garanzia presso la banca centrale per quasi USD 8 mld per le banche nazionali e quasi USD 3 mld per quelle estere, anche per controbilanciare la riduzione della riserva obbligatoria prelevata sui depositi in valuta estera (USD -4 mld), in calo per predetta strategia di “liralizzazione” che ne incentiva la conversione in lire turche con protezione dalle variazioni sfavorevoli del tasso di cambio. Il PIL ha mostrato una buona performance nel primo e nel secondo trimestre del 2022, crescendo rispettivamente del 7,5 e del 7,7%: nel terzo l'economia turca ha dato i primi segni di rallentamento (+6,2%), per poi continuare a decrescere nel quarto trimestre (+3,9%). Alla crescita del Paese nel 2022 ha contribuito in larga parte l’aumento delle esportazioni, cresciute per sette trimestri consecutivi, e gli investimenti in macchinari e attrezzature aumentati del 14,3% su base annua nel terzo trimestre dello scorso anno. Il contributo delle esportazioni e l'aumento degli investimenti in macchinari e attrezzature hanno rappresentato, secondo alcune stime, i 2/3 del tasso di crescita della Turchia nel 2022. La flessione della domanda esterna ha avuto riflessi sulla produzione industriale il cui indice, per la prima volta dal periodo iniziale della pandemia, si è ridotto dell’1,3% su base annua nel mese di novembre 2022 (fonte TurkStat).

Nonostante la decelerazione dell'attività economica determinata dalla debolezza della domanda esterna, il mercato del lavoro in Turchia per tutto il 2022 ha avuto un graduale miglioramento, con una forza lavoro che ha raggiunto i 35,2 milioni di occupati, mentre il tasso di disoccupazione si è attestato al 10,2% dopo il 9,6% dell’ottobre 2022 (il più basso degli ultimi 9 anni). Tra i paesi OCSE, la Turchia ha mostrato i tassi i più alti di crescita dell’occupazione; inoltre il tasso di partecipazione femminile è stato il più alto di sempre nel Paese, attestandosi a dicembre scorso al 36,4%. L’occupazione ed il PIL sono stati fortemente sostenuti anche dalle ottime entrate del settore turistico con 46,3 miliardi di dollari registrati nell’ultima rilevazione dell’Istat turco di dicembre, con un aumento del 22% rispetto al periodo pre-pandemia e del 53,4% sul 2021. A fine 2022 i visitatori stranieri hanno superato i 50 milioni se vengono considerare le presenze di cittadini turchi residenti all’estero. I lusinghieri risultati del turismo hanno contribuito in modo decisivo anche a “controbilanciare” il disavanzo delle partite correnti, comunque in netto deficit negli ultimi mesi a causa dell’incremento dei costi energetici (la Turchia è importatore netto di prodotti energetici). Per quanto attiene agli scambi con l’estero, Kavcıoğlu ha evidenziato come le esportazioni - sospinte da una lira debole - abbiano rappresentato nel 2022 uno dei principali motori della crescita del Paese mantenendo un andamento sostenuto per tutto l’anno nonostante la guerra di aggressione russa all’Ucraina ed il conseguente rallentamento dell'attività economica globale e malgrado l'impatto sfavorevole del cambio euro-dollaro cha ha raggiunto la parità nella seconda metà dell'anno. Dopo aver raggiunto i 225 miliardi di dollari nel 2021, le esportazioni della Turchia hanno superato i 254 miliardi di dollari nel 2022 facendo registrare un +12,9% sull’anno precedente.
Kavcıoğlu si è anche soffermato sulla innovativa misura che è stata recentemente testata con l’istituzione della piattaforma della lira turca digitale attraverso un accordo inter istituzionale introdotto dalla BCRT che successivamente verrà esteso, nelle fasi più avanzate, anche agli istituti di credito, al mondo finanziario e, infine, ai consumatori. La Turchia ha inoltre lanciato i servizi di open banking (il c.d. “OMO”, open market operations) nelle transazioni della BCRT con il mercato interbancario al fine di perseguire gli obiettivi della liralizzazione attraverso l’immissione o l’assorbimento nel mercato monetario e finanziario turco di liquidità. Lo schema “KKM” ossia il turkish’s lira protection scheme, ha attirato nei primi 8 mesi del 2022 circa 20 miliardi di dollari, somma, però, che è iniziata a diminuire in coincidenza con la maggiore stabilità del tasso di cambio nei mesi successivi; i depositi in valuta estera sono diminuiti di 37,7 miliardi di dollari nel 2022 su un totale di circa 200 miliardi. Tuttavia, nonostante lo schema di protezione dei depositi in lira turca attraverso il controllo del cambio, la moneta locale è stata tra le valute al mondo che ha perso più valore nel 2022 (circa il 35%): tra le 50 maggiori economie del mondo il peso argentino ha subito la maggiore svalutazione (69%), seguito dal deprezzamento del 57% della lira egiziana e, appunto, di quella turca. La lira turca si è anche svalutata rispetto ad altre valute diverse dal dollaro statunitense; l’euro, ad esempio, si è apprezzato del 26%, la sterlina britannica del 26 e lo yen del 23% mentre il franco svizzero del 50%.
Nel frattempo, lo scorso 19 gennaio, la BCRT ha mantenuto il tasso di rifermento al 9% per il secondo mese di fila rispettando gli impegni presi nella riunione del Comitato di Politica Monetaria (MPC) del novembre scorso quando vennero dichiarati conclusi i cicli dei tagli intrapresi dall’agosto del 2021. Permane quindi, anche senza ulteriori tagli, un orientamento fortemente espansivo della politica monetaria della BCRT (si legge nel comunicato “fino a quando l’inflazione non sarà ricondotta in linea con l’obiettivo target del Governo del 5%). Più recentemente, la BCRT ha annunciato nuovi incentivi per incoraggiare le imprese nazionali a convertire valuta forte proveniente dai profitti derivanti da transazioni con l’estero, in lire turche, attraverso il c.d. FX (ovvero il Foreign Exchange) nell’ambito della sopraddetta “liraization strategy”.

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08.02.2023

La Turchia può ambire a diventare un hub regionale del gas?

La Turchia continua a coltivare l’ambizioso progetto di ricoprire un ruolo di primo piano come “hub” energetico per l’Europa e intensifica i lavori nei giacimenti di gas naturale nel Mar Nero. Focus sullo stoccaggio di gas in Turchia.
Continuano, senza interruzioni, gli sforzi per consentire l’utilizzo delle ingenti quantità di gas naturale del Mar Nero che, secondo quanto recentemente dichiarato da Melih Han Bilgin, Direttore Generale della Turkish Petroleum Corporation (TPAO), potrebbero essere disponibili già a partire dal prossimo mese di marzo mentre la produzione a pieno regime avverrebbe a partire dal 2027. La quantità totale di gas dei giacimenti nel Mar Nero (riserva sufficiente secondo il Dicastero turco competente a soddisfare la domanda interna per 30 anni), dopo la recente scoperta di ulteriori riserve pari a 58 miliardi di metri cubi (bcm) presso Çaycuma 1, è pari a complessivi 710 miliardi di metri cubi, con un valore di mercato di 1 trilione di dollari. L’attività della TPAO si svolge oggi presso l'impianto di Filyos, nella provincia settentrionale di Zonguldak, nel cui porto recentemente la nave "Mukavemet" (che opererà nel pozzo Tuna-1 nel giacimento di Sakarya) ha affiancato a gennaio 2023 le altre navi da trivellazione. Nella fase iniziale è previsto il trasferimento di circa 10 milioni di metri cubi di gas al giorno, mentre l'infrastruttura a pieno regime consentirà di raggiungere il picco di 40 milioni di metri cubi al giorno entro il 2026. Quanto al consumo interno di gas, la Turchia è passata da 48 miliardi di metri cubi nel 2020 ad un record di 60 miliardi di metri cubi nel 2021 mentre nel 2022 le stime ufficiali indicano un consumo pari a 53,5 miliardi di metri cubi, inferiore rispetto alle precedenti proiezioni di 63 miliardi di metri cubi. Un risparmio reso possibile dall’aumento della quota delle rinnovabili nel “mix” energetico nazionale, che hanno consentito una diminuzione delle importazioni principalmente dalla Federazione Russa (la Turchia dipende dal gas russo per il 44% del proprio fabbisogno). Il gas russo rappresenta dunque quasi la metà del fabbisogno del Paese, che importa gas anche dall'Iran e dall'Azerbaigian e acquista GNL da Qatar, Nigeria, Norvegia, Algeria e Stati Uniti. Tuttavia, nel 2022 le importazioni tramite gasdotti sono diminuite così come gli acquisti di gas GNL.
I gasdotti che forniscono gas russo e azero alla Turchia sono il TurkStream ed il TANAP. Nel 2022 il TurkStream ha garantito volumi per 8,6 miliardi di metri cubi alla Turchia e 12,5 miliardi di metri cubi all'Europa mentre il TANAP ha fornito l'anno scorso 5,8 miliardi di mc di gas alla Turchia e 11,3 miliardi di mc all’Europa

Per quanto attiene allo stoccaggio, la capacità della Turchia viene assicurata da 2 strutture sotterranee: la prima è quella offshore di “Silivri” (4,6 bcm) mentre la seconda si trova nei pressi di Tuz Gölü (Lago Tuz) la cui capacità è di 1,2 bcm. La capacità di prelievo giornaliera da Silivri è di 28 milioni di metri cubi (mcm), aumentata recentemente a 75 mcm che lo rende l’impianto di stoccaggio di gas naturale più grande d’Europa. Dopo l'aumento della capacità anche del Lago Tuz, l'obiettivo del Paese è quello di raggiungere circa 10 bcm di capacità totale di stoccaggio, che soddisferà circa il 20% del totale consumo annuo della Turchia, percentuale in linea con quelle previste anche dall’UE (capacità di stoccaggio per ciascun Paese membro pari ad almeno il 20% del suo consumo annuo). Infine, il Ministro dell'Energia e delle Risorse Naturali, Fatih Dönmez, partecipando ad Istanbul al “Summit of Century of Türkiye in Energy” dello scorso 31 gennaio, ha annunciato che la Turchia avrebbe firmato un accordo con l’Oman per l’acquisto di gas naturale per i prossimi 10 anni dopo la visita di una delegazione della compagnia energetica statale turca “BOTAŞ”. L’accordo prevede un acquisto annuale di gas naturale dagli omaniti pari a 1,4 miliardi di metri cubi (bcm). La Turchia apre anche le porte per l’esportazione di gas nei Balcani, con la Bulgaria è stato ad esempio recentemente concluso un accordo che prevede una fornitura annuale di gas di circa 1,5 miliardi di metri cubi fino al 2035 che corrisponderebbe al 30% del consumo annuo di gas della Bulgaria. L’accordo tra la compagnia statale bulgara del gas “Bulgargaz” e quella turca “BOTAŞ” è stato siglato all’inizio dell’anno e prevede forniture sia attraverso la rete del gas turco che dai terminali GNL del Paese. Accordi analoghi, ha aggiunto Dönmez durante il Summit di Istanbul sull’energia, saranno in futuro siglati con la Macedonia del Nord, la Romania e la Moldavia. Infine, il Ministero dell’Energia ha informato che la Turchia ospiterà nelle prossime settimane un vertice sul gas naturale ad Istanbul denominato “Istanbul Gas Forum” allo scopo di riunire i Paesi fornitori e i Paesi consumatori.

*Il TANAP può trasportare fino a 16 bcm di gas azero all’anno, di cui 6 alla Turchia ed il restante all’Europa attraverso il collegamento al TAP al confine greco. Attualmente sono in corso i lavori di ampliamento per raddoppiare la capacità’ del TANAP. La capacità del TANAP potrebbe essere ulteriormente aumentata se il Turkmenistan costruirà un nuovo gasdotto che dal Caspio potrebbe raggiungere la Turchia (vedi Cronache Economiche di dicembre 2022). Il TurkStream ha invece una capacità di 31,5 bcm attraverso due condotte di cui la prima ha una capacità di 15,75 bcm destinati alla Turchia.

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08.02.2023

La Turchia affronta un 2023 che potrebbe far registrare, per il settore della difesa, un ulteriore crescita: le società impegnate nel settore sono salite a duemila sette delle quali figurano nella top 100 mondiale.

Dopo essersi lasciata alle spalle un 2022 ricco di successi nel campo della difesa nonostante un contesto sfavorevole tra gli effetti della pandemia da COVID-19 e l’invasione dell’Ucraina - eventi che hanno ridotto i rifornimenti di importanti parti di chip e microprocessori destinati alla difesa - la Turchia vede nel 2023, Centenario della Repubblica, un anno importante per il settore. Nel 2022 il Paese ha compiuto passi importanti nella difesa grazie alla conclusione di significativi accordi di cooperazione, di esportazione ed il lancio di moderni armamenti tecnologicamente avanzati. Uno dei progetti nazionali “chiave” è certamente il National Combat Aircraft (MMU), il velivolo di quinta generazione sviluppato dalle industrie aerospaziali turche (TAI) che, nei piani di Ankara, dovrebbe prendere il posto dei jet F-16, che dovrebbero essere sostituiti gradualmente entro il 2030. All’MMU la Turchia intende affiancare anche: l’“Hürjet”, un velivolo da addestramento e attacco leggero, sviluppato sempre da TAI; l'elicottero d'attacco di classe pesante Atak-2; l’elicottero multiuso Gökbey. Le esportazioni nel settore della difesa della Turchia nel 2022 si dovrebbero chiudere con un attivo pari a 4 miliardi di dollari. Il recente rapporto dello Stockholm I dell’“International Peace Research Institute” (SIPRI) ha mostrato che sette aziende turche figuravano tra le prime 100 aziende della difesa del mondo per volumi di fatturato: Aselsan e TAI, infatti, hanno raggiunto nel 2021 rispettivamente un fatturato di 2,2 miliardi e 1,2 miliardi di dollari grazie anche al fondamentale contributo dei veicoli aerei senza pilota (UAV) “Made in Türkiye”. Tra i nuovi prodotti che hanno indubbiamente contribuito all’incremento dell’export turco nel settore va menzionata anche una delle principali aziende in campo missilistico, la Roketsan, che ha prodotto le munizioni intelligenti per i droni Bayraktar TB2. A queste aziende vanno aggiunte quelle impegnate più specificamente nella difesa terrestre come la Armelsan (con la sua mina sonar “Nusrat-1915”), la Mechanical and Chemical Industry Corporation (MKE) con il fucile multi-calibro “KN-12”. Non può poi non essere citata una azienda come la Baykar che produce i due jet da combattimento senza pilota (UAV) “Bayraktar Kızılelma”, e il “Bayraktar Akıncı B”, quest’ultimo modello, in particolare, è risultato essere l'UAV armato più potente al mondo e nel 2023 sarà dotato del radar “AESA”. Le aziende turche Havelsan e Yonca-Onuk sono impegnate nella costruzione di veicoli armati di superficie Sancar (USV), anch’essi senza pilota, che hanno effettuato i primi test sottomarini lo scorso settembre. Il veicolo, difficilmente riconoscibile e idoneo ad operazioni non convenzionali, è stato oggetto di esercitazioni alla fine dello scorso anno ed e’ stato progettato anche grazie alla collaborazione del gigante turco Aselsan con il coordinamento della Presidenza delle industrie della difesa turche (SSB). A livello terrestre vanno anche menzionati i carri armati dell’Altay e la nave in progetto “Anadolu”, la prima al mondo che potrebbe avere a bordo i nuovissimi Bayraktar TB3 UCAV (una versione aggiornata del drone da combattimento TB2) che avrà la capacità di decollare o atterrare sulla portaerei a pista corta Anadolu. Infine, su alcune navi da combattimento turche - a cominciare dal 2023 - verrà sperimentata l'entrata in servizio del sistema missilistico e di difesa aerea a lungo raggio “Siper” e del sistema d'arma Gökdeniz Close-in (CIWS). Le nuove tecnologie nel campo della difesa e della cybersecurity sono al centro di un numero crescente di rassegne fieristiche nazionali di settore, come ad esempio “Teknofest”, il più grande evento tecnologico e aeronautico del Paese (l’edizione 2022 si è svolta ad agosto nella provincia di Samsun sul Mar Nero con oltre 1 milione di visitatori); l’“ISC 2022” - International Space Convention, uno dei principali eventi nel settore spaziale svoltosi lo scorso settembre a Bursa nella provincia di Marmara e la SAHA Export rassegna organizzato dalla “Istanbul Defence and Aerospace Cluster Association” (SAHA), nell’ottobre 2022. Passando ai numeri, l’industria della difesa turca, oltre 4 miliardi di dollari di export lo scorso anno ma si stima di raggiungere i 6 miliardi nel 2023, ha un fatturato di oltre 10 miliardi di dollari e, secondo le parole di İsmail Demir Presidente di SSB, i nuovi progetti potrebbero far lievitare le previsioni per il 2023. A fargli eco il Presidente Tayyip Erdoğan che recentemente ha affermato che la Turchia si avvia alla piena indipendenza nel settore producendo “a casa” quasi l’80% dei propri armamenti ed evidenziando che nel 2002 le esportazioni del settore ammontavano a soli 248 milioni di dollari. Inoltre, ha poi concluso il Presidente “il budget dello scorso anno ha allocato risorse al settore della difesa per la R&S pari a 1,5 miliardi di dollari rispetto ai soli $ 49 milioni nel 2002”.

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08.02.2023

Le relazioni commerciali tra Italia e Turchia nel nuovo aggiornamento di gennaio 2023 dell’ICE-Agenzia di Istanbul che fotografa l’interscambio nei primi undici mesi del 2022.

Secondo i dati diffusi dall’Agenzia ICE di Istanbul, nei primi 11 mesi del 2022 - rispetto all’analogo periodo del 2021 - il commercio estero con la Turchia segna un aumento del 15,6% che colloca il l’Italia al 5° posto tra i maggior partner commerciali sfiorando i 24 miliardi di interscambio totale e con una quota del 3,8 del totale importato dalla Turchia. L’Italia in ambito UE si piazza al secondo posto preceduta dalla Germania e prima della Francia mentre nell’area del Mediterraneo è il primo partner commerciale della Turchia. Nel periodo in osservazione, le esportazioni italiane hanno raggiunto i 12,7 miliardi dollari con un incremento dell’export in valore del 21,5% rispetto al 2021 collocando il nostro Paese al 6° posto tra i principali fornitori della Turchia preceduta da Russia, Cina. Germania, Stati Uniti e superato dalla Svizzera rispetto al mese precedente.
Si mantiene invece stabile quale 5° cliente dopo Germania, Stati Uniti Iraq e Regno Unito con 11.3 miliardi di beni acquistati con un incremento dell’import in valore del 9,6% rispetto ai primi 11 mesi del 2021.

Dopo un primo semestre del 2022 che aveva visto distribuire equamente vendite e acquisti tra i due Paesi con un saldo pressoché equilibrato, il mese di novembre ha registrato un saldo negativo per la Turchia di 1.36 miliardi di dollari. La dinamica dell’export italiano negli undici mesi del 2022 è stata trainata dalle vendite di combustibili e oli minerali (+136,7% rispetto all’analogo periodo dello scorso anno) e da quelle della voce merceologica “metalli e pietre preziose” (+190,6%) triplicate rispetto allo scorso anno e, in misura meno marcata, dalle nostre esportazioni di ferro e acciaio (+48,6%). È risultato in diminuzione solo l’export di prodotti farmaceutici (-13,2%). Le principali voci del nostro export nel periodo in osservazione restano quelle tradizionali dei “macchinari e apparecchiature meccaniche” con 2.7 miliardi di euro di vendite.

Nel confronto con i principali partner commerciali europei, nei primi 11 mesi del 2022 si rileva ancora una crescita delle esportazioni dell’Italia (+21,5%) nettamente superiore agli incrementi registrati dalla Germania (+7,2) e dal Regno Unito (solo un +1,5%), mentre la Francia ha fatto registrare un +17% rispetto ai primi dieci mesi del 2021. In ambito Ue, l’Italia si posizione invece al secondo posto con, come sopradetto, 23,979 miliardi di interscambio totale nei primi undici mesi dell’anno, dopo la sola Germania (40,9 miliardi di dollari) e prima di Francia (17 miliardi di dollari) e Spagna (15,1 miliardi di dollari), guadagnando quote nei confronti dei nostri tre principali concorrenti. La dinamica dell’export turco fa invece registrare nel periodo in osservazione un +247,4% negli acquisti italiani di combustibili e oli minerali mentre la prima voce dell’import italiano resta quella degli “autoveicoli, trattori e parti di ricambio” con oltre 2 miliardi di euro. Le esportazioni della Turchia nei primi 11 mesi del 2022 hanno fatto registrare una cifra record verso i due principali mercati di sbocco delle merci turche ovvero Germania e USA i cui incrementi di vendite sono stati rispettivamente del 10,3% e del 17,4%. La Germania (prima mercato di sbocco per le vendite di auto made in turche) è tra i paesi con il maggior numero di aziende in Turchia (circa 7.600 aziende) mentre si registra un aumento della presenza di imprese statunitensi rispetto al passato che ha consentito alla Turchia di vendere di più verso il mercato statunitense.

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08.02.2023

Rilancio delle relazioni economico-commerciali tra Turchia e Arabia Saudita. Forum sugli investimenti organizzato da DEIK lo scorso 22 dicembre.

Turchia e Arabia Saudita sono nuovamente scese in campo per stringere nuovi e sempre più forti legami commerciali. Dopo le storiche reciproche viste nel 2022, la prima ad aprile 2022 del Presidente turco Recep Tayyip Erdoğan e la seconda a giugno del Principe ereditario Mohammed bin Salman e dopo un incontro tra i due leader a Bali a novembre a margine del vertice del G-20, lo scorso 22 dicembre, dopo una lunga interruzione al commercio bilaterale tra due Paesi con l’introduzione di reciproche restrizioni, è stato ospitato dal Ministero del Tesoro e Finanza e organizzato da DEIK il primo Forum sul commercio e gli investimenti turco-saudita, Il Forum che si è svolto ad Istanbul lo scorso 22 dicembre e sembra aver ricucito le relazioni e riavviato i legami e le partnership tra i due Paesi in numerosi settori a cominciare da quello finanziario e bancario passando da quello tessile e delle grandi opere infrastrutturali. Il Forum ha visto la presenza del Ministro del Tesoro e delle Finanze Nureddin Nebati, dell’omologo saudita Khalid bin Abdulaziz Al- Falih, del Presidente dell'agenzia turca della Presidenza per gli investimenti Burak Dağlıoğlu e del Presidente DEIK, Nail Olpak. L’evento ha richiamato un numero importante di funzionari governativi e nomi di spicco nel business dei due Paesi con la partecipazione di oltre 250 aziende tra quelle saudite e turche. Gli aspetti finanziari e quelle legati agli investimenti sono stati i temi al centro del dibattito, considerato che rappresentano un’area cruciale per lo sviluppo delle relazioni bilaterali tra i due Paesi come del resto testimoniato dagli accordi di swap in valuta che Turchia e Arabia Saudita hanno concluso lo scorso anno. Il Forum ha permesso di valorizzare gli incontri ad alto livello dello scorso anno e approfondire gli interessi reciproci in numerosi aspetti settori tra cui quello delle smart cities, della digitalizzazione, dell’ecosistema start up, della difesa e R&D, dell’energia (l’Arabia Saudita è uno dei primi dieci produttori al mondo di gas naturale con enormi riserve) del tessile e del ricco settore petrolchimico saudita. Il volume dell’interscambio turco-saudita che prima che il commercio si arrestasse sfiorava i 10 miliardi di dollari, nei primi 10 mesi del 2022 è stato pari a 4,3 miliardi di dollari facendo comunque registrare un aumento rispetto all’analogo periodo del 2021 quando l’interscambio si attestò a 3,2 miliardi. L’obiettivo, più volte emerso durante il business forum, è di raggiungere i 30 miliardi di dollari entro 2030. Ankara e Riyadh si riuniranno nuovamente in Arabia Saudita a marzo di quest’anno per una seconda edizione del business forum a testimonianza dell’importante momento nelle relazioni economico-commerciali e finanziare tra i due Paesi e anche in vista della "Vision 2030" che Riyadh sta promuovendo in vista di massicci investimenti e di diversi piani programmatici per diversificare la sua economia nei settori del turismo, della sanità, in quello immobiliare, delle infrastrutture logistiche, della difesa e del minerario oltreché nel campo degli appalti e delle energie rinnovabili dove i sauditi cominciano ad essere presenti nel mercato turco. Arabia Saudita e Turchia rappresentano le due maggiori economie della regione, sono entrambe membri del G-20 e la ripresa delle relazioni non potrà che rappresentare una grande opportunità per gli imprenditori turchi che negli ultimi due anni si sono affacciati con più insistenza nei mercati arabi ampliando gli scambi commerciali, gli investimenti e le relazioni diplomatiche. Ne è stata una conferma il recente vertice tenutosi in Turchia il 10 giugno 2022 organizzato dall'Associazione degli industriali e degli imprenditori indipendenti turchi (MÜSİAD) che ha riunito più duemila industriali, imprenditori e investitori della Turchia e dei Paesi del Medio Oriente.

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08.02.2023

Il progetto “TEBD” (Turkey-EU Business Dialogue), cofinanziato dall'UE e dalla Turchia, si è concluso lo scorso 25 gennaio dopo un periodo di lavori durati 55 mesi che hanno riguardato 19 progetti di partenariato commerciale.

Il 23 e il 24 gennaio scorsi, Istanbul ha ospitato la Conferenza conclusiva dell’EU-Türkiye Business Relations nell’ambito dei 19 progetti di partenariato commerciale che coinvolgono le Camere di Commercio, Industria e Artigianato dell’Unione con le loro controparti turche compresa la “Union of Chambers and Commodity Exchanges” (TOBB) che riunisce in Turchia i poteri e le finalità della nostra Unioncamere e Assocamerestero. I progetti sono stati sostenuti dall’Unione Europea attraverso uno speciale regime di finanziamento concesso alle forme di partenariato create a livello di enti camerali con una assegnazione complessiva di 2 milioni e mezzo di euro nell’ambito dei finanziamenti dell’Ue “IPA-II”. Lo scopo della c.d. Chamber Partnership Grant Scheme è stato quello di accrescere le opportunità di scambio di best practises nei settori doganali, normativi e procedurali del commercio estero, la creazione di reti tra gli imprenditori degli enti camerali turchi e dell’unione ma anche di approfondire l’avanzamento del processo di adesione della Turchia nell’UE e la modernizzazione dell’Unione Doganale. In particolare i progetti hanno riguardato la promozione degli investimenti, lo sviluppo delle PMI, la formazione professionale, il rispetto dell’ambiente, l’imprenditoria femminile e la proprietà intellettuale. I progetti cofinanziati dall’Ue hanno coinvolto 802 Camere turche e 215 Camere dell'UE ed hanno riunito i leader delle organizzazioni del settore privato turco e dell'UE durante i numerosi “High-Level Business Dialogues” organizzati da TEBD nei 55 mesi di lavori per migliorare le relazioni UE-Turchia. Alla Conferenza conclusiva sono intervenuti Rifat Hisarcıklıoğlu, Presidente di TOBB (Union of Chambers and Commodity Exchange of Türkiye) e Vice Presidente di Eurochamber, il CEO di Eurochambers, Ben Butters, e gli Ambasciatori Nikolaus Meyer-Landrut, Capo della Delegazione dell’Ue in Turchia, e Faruk Kaymakci, Vice Ministro e del Direttore Generale per gli Affari Europei del MAE turco oltre che dal Presidente di Eurochamber di Istanbul, Luc Frieden.
Alla Conferenza conclusiva hanno partecipato il Ministro del Commercio Mehmet Muş, il Responsabile della Commissione Europea per “Neighbourhood and Enlargement, strengthening relations with the EU's neighbouring countries”, Oliver Varhelyi. Il Presidente di TOBB e Vice Presidente di Eurochamber, Hisarcıklıoğlu, nel suo discorso di apertura ha affermato che “l’incertezza legata al conflitto in Ucraina, il peggioramento delle condizioni economico-commerciali globali con una inflazione eccezionalmente elevata in molti Paesi dell’Ue e in Turchia oltre alle difficoltà dell’approvvigionamento energetico, impongono agli ambienti economici dell’Ue e della Turchia, una maggiore “vicinanza” e una più stretta cooperazione per una valutazione tempestiva dell’impatto della crisi economica in atto sull’economia turca e dell’Ue”. Hisarcıklıoğlu ha poi aggiunto che la Turchia resta un “forte” candidato all'adesione all'UE, sottolineando come il commercio bilaterale Turchia-Ue sia aumentato di ben 4 volte negli ultimi 25 anni. Hisarcıklıoğlu ha poi concluso il suo intervento affermato che la Turchia è il sesto partner commerciale dell'Unione Europea: 1/3 delle importazioni della Turchia (70 miliardi di euro) proviene dall'UE e il 41% delle esportazioni turche si dirigono verso l'UE per un ammontare che si attesta sui 63 miliardi di euro; l’interscambio complessivo ha raggiunto oltre 132 miliardi di euro. Gli interventi degli altri partecipanti tra cui quello di Osman Nuri Önügören (Presidente della Commissione per le relazioni diplomatiche dell'Associazione degli industriali e degli uomini d'affari indipendenti, MÜSİAD), di Fikret Kileci (Vicepresidente dell'Assemblea degli esportatori turchi TIM), e di Nail Olpak (Presidente di DEİK), hanno sottolineato nei loro passaggi i temi legati alle procedure di visto (“sempre più complesse anziché essere agevolate”), la modernizzazione dell'unione doganale (tra gli obiettivi prioritari nelle relazioni tra Ue e Turchia) e poi la politica della concorrenza, i diritti di proprietà intellettuale, energia, trasporti, sicurezza e migrazione.

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08.02.2023

L’Ambasciata d’Italia ad Ankara apre un nuovo account digitale “Linktree”: un solo link per accedere a tutte le attività della Rappresentanza Diplomatica in Turchia.

L’Ambasciata d’Italia ad Ankara ha recentemente aperto un nuovo account di “Linktree” per consentire in modo più agevole e accessibile l’accesso a tutte le strategie di comunicazione e alle attività di diplomazia pubblica attraverso i social network della sede diplomatica.

Il link per accedere a tutti i social network dell’Ambasciata attraverso Linktree e’ il seguente: https://linktr.ee/italyinturkiye Si è ritenuto utile l’apertura del profilo anche al fine di valorizzare l’attività delle numerosissime imprese italiane presenti in Turchia, di cui molte dotate di un profilo Linkedin, e per ottenere una maggiore visibilità nel qualificato pubblico turco di investitori. Il numero di utenti turchi sul social network è in costante crescita, raggiungendo ad oggi una “audience size” di oltre 10 milioni di persone.

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08.02.2023

Tradizionale appuntamento con le energie rinnovabili. Il 2022 ha conosciuto uno straordinario sviluppo delle energie pulite in Turchia. Intervento del Ministro dell’Energia e delle Risorse.

Il piano energetico nazionale turco, predisposto recentemente nell’ambito dell’obiettivo della neutralità in termini di emissioni di anidride carbonica entro il 2053, è stato oggetto di un recente intervento del Ministro dell'Energia e delle Risorse naturali Fatih Dönmez. Dönmez ha condiviso la tabella di marcia per il settore energetico in Turchia e le strategie per l’utilizzo delle tecnologie dell'idrogeno affermando che “la Turchia possiede tutti gli strumenti idonei per consentire al Paese di diventare un attore fondamentale nel settore dell’efficienza energetica e delle tecnologie da fonti rinnovabili ma anche in quello dell’idrogeno e del nucleare” (si stima una capacità installata di 7,2 GW entro il 2035 di energia nucleare).
Contestualmente, le fonti energetiche rinnovabili che nel 2020 avevano una quota del 16,7% nel consumo di energia della Turchia, aumenteranno al 23,7% nel 2035. La capacità elettrica installata delle energie pulite passerà da 95.900 megawatt a 189.700 megawatt. Gli aumenti della potenza installata riguarderanno quella solare (52.900 MW), eolica (29.600 MW), idroelettrica (35.100 MW) e geotermica e a biomassa a 5.100 megawatt entro il 2035. Ma gli investimenti più attesi, sempre nelle parole del Ministro, saranno quelli che la Turchia realizzerà nel campo dell'energia nucleare: entro il 2035 l'elettricità che verrà generata in Turchia dal nucleare raggiungerà l'11,1% della produzione totale con 20 gigawatt - trattative con gli USA sono state recentemente avviate per i reattori modulari di piccole e medie dimensioni (SMR) - che sostituiranno la produzione delle centrali a carbone (si veda l’approfondimento su Cronache Economiche di dicembre 2022 ). Tra le rinnovabili oggi in Turchia la capacità idroelettrica, prima fonte, è di circa 31.600 (MW). L’eolico (17,7%) è la seconda fonte rinnovabile di elettricità con 11.36 MW mentre la potenza assicurata e installata dal fotovoltaico in Turchia ha raggiunto i 9.120 MW a novembre 2022. L’idroelettrico, con oltre 600 centrali, assicura al Paese quasi 30 mila MW. Il 2022 si chiuderà, secondo quanto recentemente affermato dal Direttore della Turkish Wind Energy Association (TÜREB), Ibrahim Erden, con un risultato eccellente per quanto attiene la generazione di elettricità da fonte eolica anche in termini di export soprattutto verso i Paesi dell’Unione Europea.

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08.02.2023

Secondo i dati resi pubblici lo scorso 15 dicembre da “TurkStat” la disoccupazione in Turchia si attesta al 10,2% nel mese di novembre 2022.

Lo scorso 10 gennaio l'Istituto statistico turco (TÜİK) ha diffuso i dati sulla disoccupazione per il mese di novembre 2022. TÜİK ha affermato che il tasso di disoccupazione è leggermente aumentato e si attesta al 10,2% (dato destagionalizzato) rispetto al mese di ottobre. Sempre secondo l’Istat turco, il numero di disoccupati è aumentato di sole 23 mila unità attestandosi a 3,576 milioni.

L’'indagine rileva inoltre una disoccupazione all’8,8% per gli uomini e del 12,9 per le donne.
Il tasso di disoccupazione giovanile nel mese di novembre ottobre 2022 nella fascia di età 15-24 è stato del 17,8% (-2,6% rispetto al mese precedente quando si era attestato al 21,9%). Si tratta di un dato ancora piuttosto alto rispetto alla media dei paesi OCSE e dove si osserva una ripartizione del 14,4% per gli uomini rispetto 18,2% del mese precedente e del 23,9% per le donne (era al 28,5% nel mese di ottobre 2022). L’occupazione continua la sua fase di espansione, 308.000 occupati in più nel mese in osservazione sul mese precedente con 35,1 milioni di persone occupate e un tasso che si attesta al 54,1% (+0,5 punti percentuali sul mese di ottobre scorso che aveva fatto registrare un 48%) con una ripartizione uomini/donne rispettivamente del 72,1% e del 36,4%. Infine, l'orario di lavoro settimanale effettivo medio destagionalizzato è stato di 44,4 ore lavorate in linea rispetto ai mesi precedenti. Il numero degli occupati è diminuito nel settore agricolo mentre in quello dell’industria e dell’edilizia è cresciuto rispettivamente del 7,1 e del 6,3%; il settore del commercio e quello dei servizi hanno fatto registrare un +7,3% in leggera flessione rispetto al mese di ottobre quando era stato pari all’8,5% rispetto all’analogo mese dell’anno precedente. La distribuzione dell'occupazione per settore in Turchia vede il 15,8% dei lavoratori occupati nell'agricoltura, il 21,6% nell'industria, il 5,9% nell'edilizia e ben il 56,7% nei servizi.

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08.02.2023

Aggiornamento al 12 dicembre 2022 degli investimenti esteri a cura dell’Associazione non governativa degli investitori internazionali in Turchia (YASED).

I dati i più aggiornati sui flussi di IDE in Turchia, pubblicati lo scorso 11 gennaio dall’Associazione non governativa degli Investitori Internazionali nel Paese (YASED), indicano che nei primi undici mesi del 2022 gli IDE totali in sono stati pari a 11,5 miliardi di dollari tra ricavi provenienti dalle vendite delle proprietà immobiliari (49,1% del totale), acquisizione di partecipazioni azionarie e crediti e depositi commerciali e sottoscrizioni di titoli obbligazionari, facendo registrare un leggero aumento rispetto all’analogo periodo del 2021. Più in dettaglio, nel mese di novembre 2022, lo stock di investimenti in entrata si è attestato a poco più di 1 miliardo di dollari divisi tra “equity capital”, proventi provenienti dalle vendite di proprietà immobiliari e titoli di debito.

Secondo i dati del mese di novembre 2022, sono ancora una volta i Paesi dell’Unione Europea più il Regno Unito i più importanti investitori in Turchia, detenendo la quota di maggioranza pari all’84% degli IDE totali in entrata nel Paese. l’Italia nel mese in esame passa dalla nona alla quarta posizione con una quota dell’8% dopo le acquisizioni di quote e fusioni di primarie aziende turche nei mesi passati preceduta da Germania (15%), Paesi Bassi (21%) e Irlanda che nel mese in considerazione ha investito nel Paese 236 milioni di dollari pari al 25%. Nel rank riferito ai primi 11 mesi del 2022 la Spagna resta il maggiore investitore con 1,6 miliardi (acquisizioni nel settore bancario) distaccando i Paesi Bassi (819 milioni) e Svizzera e Germania rispettivamente con 688 e 642 milioni di dollari (dati che escludono gli IDE nel settore immobiliare).

I dati, tuttavia, riferiti agli IDE in entrata in Turchia risentono molto anche delle “triangolazioni” effettuate da altri Stati attraverso intermediari bancari svizzeri, olandesi e lussemburghesi. La Turchia si conferma tra i primi cinque Paesi più attraenti per gli afflussi di IDE provenienti da aziende europee. I settori dove le aziende europee investono di più sono il tessile, la chimica di base ed il settore automobilistico. La Turchia si piazzerebbe invece tra i primi dieci mercati per il c.d. fenomeno del “reshoring” tra le prime 30 destinazioni al mondo per attrazione di investimenti esteri.

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08.02.2023

Sono stati resi noti il 17 gennaio 2023 le statistiche del mercato immobile in Turchia nel 2022 da parte dell’Istat turco (TÜİK).

Lo scorso 17 gennaio sono stati resi pubblici da parte dell’Istat turco (TÜİK) i dati riferiti al 2022 delle compravendite di immobili ad uso abitativo che segnano, un leggero calo del 0,4% rispetto all’anno passato. Le vendite hanno superato il milione e mezzo di unità. Istanbul si colloca al primo posto con 260 mila contratti di compravendita (17,5% del totale) seguita dalla capitale Ankara con 126 mila (8,5%) e Izmir 83 mila (5.6%).

Nel 2022 le case vendute a residenti stranieri sono invece cresciute del 15,2% sul 2021; i contratti di compravendita sono stati 67 mila e cinquecento rispetto ai 58 mila e cinquecento del 2021, con Istanbul che si piazza al primo posto con 25 unità vendute a stranieri seguita dalla città sulla costa mediterranea di Antalya (22 mila) e Mersin (4 mila). Lo scorso anno i cittadini della Federazione russa hanno acquistato 16 mila unità e si collocano al primo posto; un dato che rispecchia come tantissimi russi abbiano cercato un “rifugio” finanziario e non solo in Turchia dopo la guerra russo-ucraina e le successive sanzioni occidentali. L’acquisto di cittadini russi è triplicato rispetto al 2021. I residenti russi sono seguiti a distanza da quelli iraniani (8 mila unità acquistate nel 2022) e dagli iracheni con seimila contratti di compravendita. Si piazzano invece al quarto posto i tedeschi con quasi tremila case acquistate nel 2022, seguiti dagli ucraini (2,500). Nel 2022 le vendite di abitazioni di nuova costruzione sono diminuite dello 0,3% sul 2021 e sono scese a 460 mila con una percentuale sul totale che si attesta al 31%. Anche le vendite di costruzioni di “seconda mano” sono leggermente scese (0,5%) superando il milione di unità vendute in tutto il 2022 che hanno rappresentato il 69% di tutte le tipologie di unità abitative vendute in Turchia: un mercato sostanzialmente costante per tutto il 2022 poiché sostenuto da una domanda di affitti stabile. Una decrescita si è invece registrata nei contratti di compravendita con l’accensione di un mutuo considerando l'elevato debito ipotecario a fronte di un basso reddito per questa tipologia di compravendite che interessa solo il 20% degli acquirenti.

Da segnalare l’aumento vertiginoso dei prezzi del mercato immobiliare residenziale nelle città metropolitane della Turchia; secondo il recente report realizzato dalla Knight Frank sul “Global House Price Index” del terzo quarto del 2022, la Turchia ha registrato il massimo incremento annuale del 57,5% collocando il Paese al primo posto.

Nonostante i prezzi alle stelle del mercato immobiliare turco, con una propensione al consumo tra le più basse tra le principali economie e una retribuzione di base che soltanto dal 1° gennaio 2023 è passata dai 300 ai 415 euro mensili (comunque molto al di sotto della soglia di povertà relativa), gli investimenti immobiliari stanno crescendo in modo significativo soprattutto nei principali conglomerati urbani della Turchia. Gli aumenti tuttavia non sono attribuibili solo all’elevato tasso di inflazione (all’85,50% nel novembre 2022 prima di scendere nei mesi successivi) poiché - sebbene la legge turca affermi che tutti contratti di compravendita delle abitazioni ad uso residenziale debbono essere conclusi in lire turche - i prezzi degli immobili in Turchia restano legati al dollaro. Come si evince dai dati ufficiali sopraddetti di TurkStat e dall’indice “Global House Price”, le quotazioni restano elevate in Turchia anche per il crescente numero di acquirenti stranieri (tra cui molti quelli interessati ad acquistare la cittadinanza turca per l’acquisizione della quale il governo turco ha innalzato, lo scorso giugno da 250.000 a 400.000 dollari la soglia dell’investimento, ma con una cifra nettamente inferiore si può ottenere un permesso di soggiorno), per una domanda interna elevata che vede nell’abitazione un bene rifugio, per una offerta debole e per l'aumento dei costi di costruzione (la maggior parte dei materiali edili viene importata), in particolare a Istanbul e lungo la costa anatolica.

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08.02.2023

L’espansione del turismo resta sostenuta anche nell’ultimo quarto del 2022 (+32,4%) con quasi 12 milioni di presenze di cui il 13,3% è stato rappresentato da cittadini turchi residenti all’estero.

Sulla base dei dati resi noti lo scorso 31 gennaio da TurkStat (Turkish Statistical Institute), il numero di viaggiatori stranieri negli ultimi tre mesi del 2022 è stato pari a 11,98 milioni (+32,4% sull’analogo periodo del 2021). Complessivamente, nel 2022, il numero di visitatori stranieri segna un forte ripresa sul 2021 (+75%) con le presenze straniere che sono salite a 51,4 milioni di cui 7 sono stati cittadini turchi residenti all’estero (si erano fermate a 29,3 milioni nel 2021). Le entrate del turismo nei tre mesi in osservazione si sono attestate a 11,3 miliardi di dollari mentre in tutto il 2022 il settore ha contribuito con ricavi pari a 46,3 miliardi di dollari (+53,4% sul 2021), in linea con le stime fatte a fine dicembre 2022 dal Ministro della Cultura e del Turismo, Mehmet Nuri Ersoy.

La stagione è stata vivace con una forte ripresa del numero di visitatori stranieri (+84,77% su base annua) dopo il crollo del 2020 dovuto alla pandemia da COVID-19; sostenuta dagli arrivi dei Paesi Europei che hanno consentito alla Turchia di tornare ai livelli pre-pandemia del 2019. I dati preliminari per il 2022 del Ministero del Cultura e del Turismo indicano, per al primo posto, e per la prima volta, la Germania (12,74% del totale) che scavalca la Russia (11,74%) che costituisce tuttavia ancora un ampio e prezioso bacino d’utenza per la Turchia.

I due Paesi precedono il Regno Unito (7,56%) e Bulgaria e Iran che rappresentano i 5 principali “tourism market” per la Turchia.

Un dato interessante, oltre al c.d. “turismo sanitario” che nel 2022 ha assicurato al Paese entrate per oltre 2 miliardi di dollari di cui circa la metà del fatturato per il trapianto di capelli (fonte USHAŞ, ente dipendente dal Ministero della Sanità turco) e oltre 1 milione di presenze straniere, è rappresentato dal numero di passeggeri stranieri che raggiungono la Turchia su navi da crociera. Tale numero nel 2022 ha superato il milione di presenze con 991 navi da crociera che hanno attraccato nei porti turchi (erano state solo 78 nel 2021) secondo i dati resi recentemente pubblici dal Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Adil Karaismailoğlu. I porti che hanno ospitato il maggiore numero di navi da crociera sono stati quello di Galataport di Istanbul (circa 221 mila croceristi) e quello sudoccidentale di Bodrum. Discrete, e comunque in aumento, le presenze nei porti del Mar Nero (Sinop, Amasra e Trabzon) alcuni dei quali hanno ospitato nel 2022 per la prima volta navi da crociera. La Turchia sarebbe diventata tra le prime 5 destinazioni al mondo per numero di presenze straniere con Antalya (quasi 14 milioni di turisti nel 2022) ormai tra le prime destinazioni turistiche mondiali. Un risultato reso possibile anche dai collegamenti offerti dalla THY dall’Aeroporto di Istanbul (IST) che secondo una recente classifica del "World's Most Connected Airports" si piazzerebbe al secondo posto preceduto di Francoforte, e prima di Charles De Gaulle, Amsterdam (Schiphol) Chicago (O'Hare), Dallas-Fort Worth, Denver e Dubai. La Turchia segna anche ottimi risultati sul fronte del c.d. “turismo di lusso”, quello “sportivo” e “termale”. Gli ambiziosi obiettivi per il futuro, secondo una proiezione del Ministro della Cultura e del Turismo Mehmet Nuri Ersoy entro il 2028, sono 90 milioni di turisti, 100 miliardi di dollari di ricavi e diversificazione dei mercati con gli USA in testa i Paesi sudamericani, scandinavi del Golfo e dell'Estremo Oriente ampliando la promozione della destinazione Turchia attraverso una più mirata strategia del portale “GoTürkiye”. Particolare attenzione ha poi concluso Ersoy sarà rivolta alle strutture ricettive del Paese, al turismo sportivo e della salute (con il supporto dei punti di attrazione archeologici del Paese) e alla promozione del turismo gastronomico.

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08.02.2023

Il conto corrente della bilancia dei pagamenti in Turchia secondo gli ultimi dati diffusi dalla Banca Centrale turca lo scorso 15 dicembre.

A novembre 2022, secondo gli ultimi dati resi noti dalla Banca Centrale, il saldo di conto corrente è risultato in deficit di 3,66 miliardi milioni di dollari; al netto dell’oro non monetario e dell’energia il conto corrente della bilancia dei pagamenti ha invece fatto registrare un surplus di 5,26 miliardi di dollari.

Ciò ha portato all’ampliamento del deficit nel mobile a 12 mesi a 43,5 miliardi di dollari.
Il deficit delle partite correnti registrato in Turchia è dovuto principalmente all’espansione del saldo della bilancia commerciale: nel mese di novembre 2022 il deficit commerciale della Turchia è stato di 8,7 miliardi di dollari (+60,7% sul mese di novembre 2021) ma nei primi nove mesi del 2022 il deficit ha sfiorato 100 miliardi, con un incremento del 153,4% rispetto analogo periodo del 2021 Gli afflussi della voce “servizi” hanno invece fatto registrare un avanzo netto pari a 3,7 miliardi di dollari e nell’ambito della voce servizi, i viaggi per turismo, hanno fatto registrare un surplus di 2,6 miliardi. Per quanto attiene gli elementi finanziari, sempre nel mese di osservazione, gli IDE segnano un flusso in entrata netto di 775 milioni di dollari, mentre gli investimenti di portafoglio un flusso netto di 538 milioni di dollari, mentre le riserve ufficiali registrano nello stesso mese un afflusso di 3,6 miliardi di dollari.

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08.02.2023

Il commercio estero della Turchia fotografato dal rapporto di TİM, del Ministero del Commercio e di TÜİK del 31 gennaio 2022: crescita per entrambi i flussi nel 2022.

Secondo i dati prodotti dall’Istat “TurkStat” in collaborazione con il Ministero del Commercio, le esportazioni turche nel 2022 sono aumentate del 12,9% rispetto all’anno precedente e si sono attestate a 254,2 miliardi di dollari. Le importazioni sono invece aumentate nello stesso anno in osservazione in maniera più pronunciata del 34% raggiungendo i 363,7 miliardi di dollari.
Nel 2022 il deficit commerciale è stato pari a 109,5 miliardi di dollari con un incremento sul 2021 del 137%. Il grado di copertura percentuale del rapporto export/import è diminuito dall’83% del 2021 al 69,9% del 2022.

Resta l’obiettivo di Ankara di collocarsi la Turchia tra i primi dieci Paesi esportatori al mondo e, secondo il Presidente dell'Associazione degli esportatori turchi (TİM) Mustafa Gültepe, l’export che nel 2022 ha subito perdite per la parità raggiunta tra dollaro ed euro e per la debole domanda da parte dei principali clienti del Paese, potrebbe crescere il prossimo anno con oltre 300 miliardi di dollari grazie ad una mirata diversificazione verso nuovi mercati di sbocco. I minori costi delle materie prime e dell’energia potrebbero inoltre ridurre il deficit della bilancia commerciale della Turchia.
Nel 2022, a livello geografico, le esportazioni della Turchia verso la Germania, primo mercato di sbocco, sono cresciute attestandosi a 21,2 miliardi di dollari; più sostenuto l'aumento delle vendite verso gli Stati Uniti (secondo Paese cliente) con un volume di export pari a 16.9 miliardi di dollari. L'Iraq si consolida come terzo importatore con 13,8 miliardi di dollari precedendo il Regno Unito (13,1 miliardi) e l’Italia, 5° Paese cliente della Turchia con 12,4 miliardi di dollari di merci e servizi acquistati nel 2022.
I primi 5 Paesi clienti hanno contribuito con il 30,4% del totale esportato della Turchia.
Per quanto attiene le importazioni, il principale partner fornitore nel 2022 è stata la Federazione Russa da dove la Turchia ha importato merci per un valore di 58,9 miliardi di dollari. Le importazioni dalla Cina, secondo Paese fornitore della Turchia, si sono invece attestate a 41,4, La Cina precede al 3° posto la Germania con 24,3 miliardi merci vendute seguita dalla Svizzera che con 15,3 miliardi di dollari balza al 4° posto tra i maggiori fornitori della Turchia scavalcando gli Usa che si piazzano al 5° posto con 15,2 miliardi di dollari di export. I primi 5 Paesi fornitori nel 2022 hanno contribuito con il 42,6% del totale importato della Turchia. L’Italia si posiziona al 6° posto tra i principali Pese esportatori con 12,7 miliardi di dollari.

I dati sulle esportazioni della Turchia sono stati oggetto di un recente commento da parte del Presidente di TİM (la Turkish Exporters Assembly) Mustafa Gültepe che ha evidenziato come la Turchia abbiamo oggi raggiunto con le proprie esportazioni 162 Paesi con una crescita delle vendite in 108. Gültepe nel commentare i recenti dati resi noti alla fine dello scorso gennaio, ha affermato che nonostante gli effetti negativi del rallentamento dei mercati globali, le esportazioni hanno nuovamente raggiunto un record nel 2022 con una crescita sostenuta delle vendite in particolare nella Federazione Russa (+55,0%), in Romania (+34,8%) in Iraq (+26.5%) e Stati Uniti (+17,4%) mentre tra i principali partner commerciali il solo Regno Unito e la Cina hanno mostrato una decrescita negli acquisti di merci e servizi turchi rispettivamente -3,4% e -11,8%.
Tra le migliori performance dell’export turco va menzionato la forte crescita di vendite del settore dell’automotive con vendite di oltre i 5 miliardi di dollari verso il principale mercato di sbocco delle esportazioni, la Germania, Paese che accoglie anche il maggior numero di import turco di metalli ferrosi.

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08.02.2023

La BERS ha concesso un finanziamento di 110 milioni di dollari alla “Esarj”, controllata della Enerjisa Enerji A.S., per un pacchetto di investimenti che include l'ampliamento dell'infrastruttura di ricarica dei veicoli elettrici (EV).

La Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (BERS) ha concesso una linea di credito da 110 milioni di dollari alla turca “Enerjisa Enerji A.S.” per un investimento che include anche l'infrastruttura di ricarica dei veicoli elettrici (EV) e i pannelli solari sui tetti della Turchia. Il “loan” è stato approvato lo scorso 14 dicembre dall'Amministratore Delegato della BERS per il gruppo di infrastrutture sostenibili, Nandita Parshad, e dal CEO di Enerjisa Energy, Murat Pınar, ed è stato finalizzato il 10 gennaio 2023 presso la sede londinese della BERS. "Il progetto in Turchia è il più grande finanziamento mai realizzato per la ricarica di veicoli elettrici e la generazione distribuita che la BERS abbia sponsorizzato in qualsiasi parte del mondo", ha evidenziato Parshad in una intervista, aggiungendo che la BERS ha finanziato diversi progetti di energia rinnovabile e pulita in Turchia ma il “sostegno” all’infrastruttura per la ricarica dei veicoli elettrici, apre la strada a nuove operazioni nel settore delle energie pulite affermando che “i 110 milioni di dollari rappresentano solo l’8% del miliardo mezzo di dollari previsti nei prossimi anni”. Da parte sua Pınar, CEO di Enerjisa Energy, ha affermato “si prevede il Paese aumenterà la sua capacità rinnovabile di circa il 65% nei prossimi cinque anni con l’obiettivo di raggiungere 2 milioni di veicoli elettrici circolanti entro il 2030”. Nello specifico, Enerjisa avrà il compito di modernizzare la propria rete di distribuzione elettrica con apparecchiature efficienti e applicazioni smartgrid, ovvero la rete elettrica sarà dotata di sensori intelligenti che ottimizzeranno la distribuzione di energia in tempo reale. L’obiettivo sarà dunque quello di promuovere lo sviluppo della mobilità elettrica, aumentando il numero di veicoli elettrici e realizzando punti di ricarica nei principali conglomerati urbani nel Paese Enerjisa Enerji (quotata alla Borsa di Istanbul) opera in JV con la Sabanci Holding ed E.ON (proprietaria della DD Turkey Holdings S.A.R.L.) ciascuna detiene una quota del 40% mentre il restante 20% è collocato nella Borsa di Istanbul a seguito di un IOP del 2018 e - una volta completato il progetto - si stima un risparmio di Co2 di circa 119.999 tonnellate di carbone all'anno. Nel 2020 la Enerjisa Enerji ha distribuito 46,1 TWh, corrispondenti a ¼ della distribuzione totale di energia elettrica in Turchia.
La Turchia si allinea dunque agli obiettivi della COP21, impegnandosi nella propria transizione energetica a cominciare dalla decarbonizzazione dei trasporti. I nuovi piani di finanziamento, i prestiti diretti e quelli indiretti tramite istituti di credito e le linee di credito della BERS vanno in questa direzione e gli investimenti futuri della Banca saranno allineati e valutati in base a gli obiettivi dei Programmi della Turchia sulla base dell'accordo sul clima di Parigi il cui obiettivo principale è limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi Celsius (2,7 gradi Fahrenheit) entro la fine del secolo. La BERS è attiva in 36 economie dall'Europa centrale all'Asia centrale, nei Balcani occidentali e nel Mediterraneo meridionale e orientale ma la Turchia è il principale beneficiari dei suoi fondi. La Banca è infatti un fondamentale investitore con oltre 17 miliardi di dollari dal 2009 in vari settori dell'economia della Turchia, quasi tutti nel settore privato (87%). Al 30 novembre 2022 i progetti finanziati sono stati 390 con un investimento di circa 16,97 milioni di dollari.

Gli investimenti della BERS nel green economy della Turchia rientrano nel programma di spese approvato nel 2021 dall’Ente nazionale regolatore dell’energia elettrica del Paese EMRA .
La Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo ha investito 1,63 miliardi di euro nel 2022, il più alto volume di investimenti di tutti i Paesi dove è presente la BERS, superando per la prima la soglia dei 13 miliardi di euro di investimenti totali fino a oggi. Al settore privato sono stati destinati la maggior parte dei “sostegni” della Banca e, in particolare, ai quei progetti rivolti alla transizione verde, con principale beneficiario la “Industrial and Development Bank” (TSKB), seguito dal “QNB Finans Leasing” e dalla filiale di leasing dell’istituto di credito Yapı Kredi. La BERS ha anche fornito linee di credito alla “Ford Otosan” (jv Ford e Koç Holding) per l'aggiornamento del suo parco veicoli commerciali, compresi quelli elettrici, e alla “Adnan Polat Enerji” (rinnovabili). Alla municipalità metropolitana di Istanbul sono invece andati finanziamenti per la costruzione della linea metropolitana Göztepe-Ataşehir-Ümraniye al fine di consentire alla grande metropoli turca conseguire quelle strategie per la decarbonizzazione. Infine cospicui sostegni sono stati rivolti all’imprenditoria femminile nell’ambito del progetto “Women in Business” attraverso gli istituti di credito Işbank e Akbank.

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08.02.2023

I principali mercati di sbocco dell’Africa per l’export turco hanno fatto registrare nel 2022 vendite pari a 21 miliardi di dollari. Focus sulle relazioni economico e diplomatiche con i principali Paesi partner del continente.

Le relazioni bilaterali con i Paesi africani hanno assunto un ruolo progressivamente crescente nel commercio internazionale della Turchia dopo l'inizio della guerra Russia-Ucraina. Gli esportatori turchi si sono dunque orientati verso mercati alternativi tra i quali quello africano è risultato tra i più redditizio nel 2022. Le esportazioni della Turchia verso i Paesi del continente africano nel 2022 hanno infatti superato i 21 miliardi di dollari (+12,3% sul 2021), raggiungendo livelli record, secondo i dati ufficiali recentemente pubblicati da TİM, la Turkish Exporters Assembly. Le vendite verso i Paesi africani hanno inoltre raggiunto quasi il 9% sulle esportazioni totali collocandosi al primo posto tra i continenti dove la Turchia lo scorso anno ha esportato di più. Tra i Paesi africani, i principali mercati di sbocco dell’export turco sono stati l'Egitto con 3,9 miliardi di dollari, il Marocco (3 miliardi), la Libia (2,4 miliardi), l'Algeria (1,9 miliardi) ed il Sudafrica con 1,6 miliardi di dollari. Tra le voci merceologiche del commercio, la chimica è stato il settore più redditizio assorbendo il maggior numero di vendite verso l’Africa con un export che si è attestato nel 2022 a 4,2 miliardi di dollari. Il settore chimico è stato seguito da quello dell'acciaio (3,1 miliardi di dollari), dei cereali, legumi, semi oleosi (2,7 miliardi), dall'industria automobilistica (1,4 miliardi) e l’elettricità con 1,3 miliardi di dollari. Meno performanti rispetto agli passati invece le esportazioni turche di prodotti agroalimentari (olive, olio d'oliva, frutta e verdura fresca), del siderurgico e del tessile. Infine, sul fronte del turismo la compagnia di bandiera Turkish Airlines (THY) con la sua presenza in 41 paesi e 62 destinazioni in Africa, è stata determinante nel contribuire all’aumento del numero di turisti. A testimonianza dell’interesse turco verso i Paesi africani il Ministro degli Esteri Mevlüt Çavuşoğlu ha effettuato un tour all’inizio di gennaio iniziato in Ruanda e proseguito in Sudafrica, Zimbabwe, Gabon e Sao Tome. Nella Repubblica Sudafricana, dove recentemente la Turchia ha aperto un suo Consolato Generale a Città del Capo, il Ministro Çavuşoğlu non ha mancato di evidenziare la centralità nell’ulteriore sviluppo dei legami commerciali tra i due Paesi. Del resto la Turchia ha aumentato il numero delle proprie Ambasciate in Africa passato da appena una dozzina del 2002 a 43 nel 2021 con l’obiettivo di portate a 50 le rappresentanze diplomatico-consolari della Turchia in tutto il continente. La Turchia nel 2022 ha ospitato diversi leader africani: il Presidente della Somalia Hassan Sheikh Mohamud Denis Sassou N'Guesso, presidente della Repubblica del Congo, il presidente del Senegal, Sall. Infine, nel maggio 2022, in occasione della Giornata dell'Africa, si è svolto il "Türkiye-Africa Media Summit" con personalità nei diversi settori economici e politici provenienti da 45 paesi africani mentre il “1° Vertice di cooperazione Türkiye-Africa” si è tenuto sempre nel 2022 ad Istanbul con una nutrita partecipazione delle delegazioni di quasi tutti i Paesi africani.

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08.02.2023

Interessi italiani in Turchia nella c.d. “space economy” con Telespazio che rafforza le strategie con primarie aziende turche.

Telespazio rafforza la propria partnership con il settore spaziale turco con la firma di alcuni importanti accordi di collaborazione strategica con due diverse aziende turche, rafforzando così il rapporto con il Paese iniziato con lo sviluppo del satellite Gokturk-1, lanciato nel 2016. Il primo accordo è stato siglato lo scorso 23 gennaio con “Impro”, una società turca di geo informazione specializzata nella fornitura di immagini satellitari. Telespazio, in particolare, fornirà a Impro assistenza tecnica, strumenti software e formazione per consentirle di generare servizi di geo informazione ad alto valore aggiunto per i propri clienti in Turchia. L'accordo prevede inoltre che le immagini satellitari fornite da Telespazio e Impro vengano elaborate in Turchia per poi essere trasformate in pacchetti destinati all'esportazione verso Paesi terzi. La partnership italo-turca vale un fatturato di 15 milioni di euro. Impro, nello specifico, utilizzerà le immagini satellitari per il monitoraggio di eventuali emergenze, il controllo del traffico marittimo e l'analisi dei cambiamenti del territorio; tali servizi si rivolgeranno a un'ampia gamma di clienti istituzionali turchi che verranno guidati nei processi decisionali relativi alla gestione delle emergenze, alla sicurezza marittima e costiera e all'urbanizzazione sostenibile.
Il secondo accordo è stato invece siglato con PALS, azienda manifatturiera di apparati satellitari e di trasmissione, oltre che integratore di sistemi, e prevede l'acquisto di antenne e servizi di ingegneria correlati. Il progetto, del valore di dieci milioni di euro, prevede che PALS produca antenne e relative apparecchiature e fornisca servizi di ingegneria a Telespazio, che le utilizzerà per un'ampia gamma di clienti commerciali e istituzionali, tra cui le Agenzie spaziali europee. La firma dei due accordi conferma il forte rapporto di collaborazione tra l'Italia e la Turchia nel settore spaziale e rappresenta anche un riconoscimento per Telespazio che ha fornito il supporto operativo in orbita durante il lancio del satellite ottico di osservazione della Terra “Gokturk”. Il progetto inizialmente era stato sviluppato da Telespazio (JV Leonardo e Thales), in qualità di prime contractor, e da Alenia Space e dalla “e-GEO”, in qualità di costruttore del satellite per il Ministero della Difesa turco. Nel corso del 2023 potrebbe essere previsto il lancio di un nuovo satellite interamente prodotto dall’industria locale; “Turksat 6A” che dovrebbe andare in orbita a metà dell’anno in corso a dimostrazione della crescita registrato nell’ultimo ventennio dell’industria spaziale turca.

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08.02.2023

Cerimonia inaugurale lo scorso 22 gennaio in occasione della nuova metropolitana ad alta velocità che collegherà il centro di Istanbul al suo principale scalo internazionale (Istanbul Airport).

Il Presidente Recep Tayyip Erdoğan ha inaugurato lo scorso 22 gennaio una nuova linea della metropolitana AV ad Istanbul (M 11) che collegherà il cuore della città al mega aeroporto di Istanbul, nel 2022 scalo con il più altro numero di passeggeri in Europa. Il collegamento metropolitano dal centro della più popolosa metropoli della Turchia al suo principale scalo internazionale sarà di circa di 34 chilometri. Nel dettaglio la linea partirà dal quartiere di Kağıthane ed attraverserà i distretti di Eyüpsultan e Arnavutköy prima di raggiungere l'aeroporto di Istanbul.

La capacità della nuova linea metropolitana sarà di 800 mila passeggeri al giorno con un tempo di percorrenza dal centro di Istanbul al terminal di circa 24 minuti ad una velocita massima di 120 km/h. Un tratto che consentirà di intrecciarsi con la già fitta rete di trasporti ad Istanbul, metropoli con i più alti volumi di traffico al mondo e con un’elevata percentuale di congestione stradale. Nelle tante classifiche che vengono aggiornate annualmente da diversi studi e dai principali produttori di navigatori, Istanbul si collocherebbe sempre tra le prime 5 città più trafficate al mondo preceduta da Bogotá, Rio de Janeiro e Città del Messico e dopo Mumbai, Mosca e Jakarta.
Il sistema di segnalamento della nuova linea metropolitana “Kağıthane-aeroporto di Istanbul”, è stato prodotto dal principale contractor delle “Turkish Armed Forces” la Aselsan in collaborazione con il Consiglio di ricerca scientifica e tecnologica di Türkiye (TÜBITAK).
Sono in corso i lavori per il completamento di altre linee di metropolitane (tra cui l’ampliamento con una seconda tratta della M11 che da Arnavutköy raggiungerà Halkalı) e quelle ferrate come la “Bakırköy-Bağcılar”, la “Başakşehir-Kayaşehir”, la “Kazlıçeşme-Sirkeci” e la “Altunizade-Bosna Boulevard”. Al completamento di tutti i progetti, la rete del sistema ferroviario e metropolitano di Istanbul passerebbe a quasi 400 chilometri. . L’aeroporto di Istanbul, cosi come quello di Sabiha Gökçen sul lato anatolico, sarà collegato con una nuova tratta (è in fase di studio il tender ma il Ministro dei trasporti Karaismailoğlu non ha mai approfondito la tempistica della gara d'appalto) al tratto ferrato AV Istanbul-Ankara una volta che quest’ultima opera verrà completata. La nuova linea ferroviaria collegherà pertanto il terminal della AV Ankara-Istanbul prima all'aeroporto Sabiha Gökçen attraverso il ponte Yavuz Sultan Selim per poi proseguire per l'aeroporto di Istanbul.

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08.02.2023

Le attività della holding statunitense Whirlpool in Europa passano al colosso turco Arçelik e interessa sei stabilimenti localizzati in Italia

Whirlpool, dopo aver ceduto nel 2021 le sue attività nella Federazione Russa al colosso turco Arçelik, ha recentemente avviato con l’azienda turca le trattative per la cessione del controllo delle attività nel segmento elettrodomestici in Europa, che comprende anche i principali impianti localizzati in Italia (6 stabilimenti produttivi ed il quartier generale che danno lavoro a sei mila persone con una produzione di oltre 6 milioni di elettrodomestici). I stabilimenti in Italia interessati all’operazione sono quelli di Carinaro in provincia di Casera (ricondizionamento) mentre quelli di Melano e Comunanza nelle Marche ed a Cassinetta di Biandronno nel varesino fanno parte della produzione degli elettrodomestici da incasso: infine a Siena opera lo stabilimento del freddo e a Napoli (sede momentaneamente commissariata) viene commercializzata la gamma top della holding. Il quartier generale dell'holding americana si trova invece a Pero, in provincia di Milano, da dove opera il Presidente Gilles Mores. La Whirlpool Italia S.r.l., nel 2021 ha fatturato più di mezzo miliardo di euro mentre nell’area “Emea” (Europa, Medio Oriente e Africa) il fatturato supera i 4 miliardi di euro. Il nuovo gruppo, entro la prima metà del 2023, sarà costituito al 75% da Arçelik e per il restante 25% dalla Whirlpool. Ad accordo concluso la nuova piattaforma che nascerà in Europa contribuirà al portafoglio di Arçelik con circa 6,5 miliardi di euro di fatturato. In pratica tutte le attività dell’azienda statunitense nell’area Emea (Europa, Middle East, Africa) con la limitata esclusione della sola produzione di piccoli elettrodomestici con il marchio KitchenAid passeranno alla società turca. Con l’acquisizione dei grandi elettrodomestici Whirlpool la società turca fa un enorme balzo nel panorama del settore, si europeizza e sarà chiamata a soddisfare molte aspettative del settore. Arçelik, terza azienda di elettrodomestici in Europa, ha infatti un fatturato che va oltre i sette miliardi di euro nel 2022, in crescita rispetto al 2021. Arcelik, conta 45 mila dipendenti in tutto il mondo distribuiti tra i 30 stabilimenti di produzione in nove Paesi (tra cui Federazione Russa, Romania, Cina, Sudafrica, Tailandia, Pakistan e Italia) e controlla i marchi di Beko (che ha una filiale anche in Italia), Grundig, Blomberg, Arctic, Leisure, Flavel, Defy e altri. Arçelik ha sede a Istanbul e fa capo per il 45% agli interessi della famiglia Koç. Il fatturato pre acquisizione si attesta sui 3,6 miliardi di dollari, la capitalizzazione di Borsa a 4,1 miliardi e i dipendenti in tutto il mondo sono 42 mila. Al timone del gruppo c’è’ Rahmi Koç, mentre il CEO è Hakan Burgurlu, che preside anche Applia Europe, l’associazione di rappresentanza delle aziende del settore. Recentemente l’indice “Down Jones Sustainability”, indice che valuta le aziende più performanti sulla base di criteri economici, ambientali e sociali, e che collabora con S&P, ha attribuito lo scorso 16 dicembre 2022 ad Arçelik il punteggio più alto nel settore di sua competenza ovvero il c.d. “DHP Household Durables” grazie alla politica del colosso turco condotta negli ultimi anni e rivolta alla sostenibilità e la de carbonizzazione nei suoi nuovi progetti.

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