Cronache Economiche

09.08.2023

Il nuovo corso economico del duo Erkan- Şimşek: tra aumenti graduali dei tassi e importanti misure fiscali e macro-prudenziali, alla ricerca dei necessari investimenti internazionali

Gli ingenti stimoli introdotti dal Presidente Erdogan prima delle elezioni, sommati ad una politica monetaria contraddistinta da iper-regolamentazione macroprudenziale e cospicue riduzioni del tasso di interesse, hanno apportato al sistema economico turco radicali distorsioni. Esse risultano evidenti dagli attuali livelli dei “disavanzi gemelli”: nel primo semestre del 2023, il deficit di bilancio ha raggiunto i 24.3 miliardi di dollari, a fronte di un avanzo di 6.3 miliardi registrato nello stesso periodo del 2022. Contestualmente, l’incremento delle importazioni connesso alla rapida crescita della domanda - stimolata a sua volta dalle misure fiscali adottate in chiave elettorale - ha portato il disavanzo a 12 mesi delle partite correnti alla cifra record di 60 miliardi di dollari.

A tali squilibri è chiamato oggi a far fronte il nuovo corso economico rappresentato dal duo Erkan- Şimşek. Da un lato, il Ministro del Tesoro e delle Finanze ha avviato nel mese di luglio un ciclo fiscale di contrazione della spesa pubblica e forti aumenti delle imposte, i più rilevanti dei quali hanno riguardato IVA (portata dal 18% al 20%) e carburanti (triplicazione delle accise). Dall’altro lato, la Banca centrale si è fatta promotrice di un ingente sforzo di razionalizzazione del quadro normativo micro e macroprudenziale (riduzione degli obblighi bancari di detenzione dei titoli governativi correlati ad altre operazioni; riserva obbligatoria del 15% per i depositi in lire turche con capitale indicizzato al cambio delle principali valute internazionali) che ha accompagnato due successivi rialzi del tasso di interesse.

Dopo un primo aumento dall’8.5% al 15%, il 20 luglio scorso, il Comitato per la politica monetaria della CBRT ha portato il tasso al 17.5%, facendo così registrare in meno di un mese un incremento complessivo di 900 punti base. Pur sancendo un netto distacco dal passato - sotto il precedente Governatore Sahap Kavcioglu, nel 2021, il tasso era stato ridotto dal 19% all’8.5%, - queste decisioni sono state inferiori alle aspettative dei mercati e, secondo alcuni analisti, alle necessità dell’economia turca.

Tuttavia, la vera sfida per il nuovo corso è di mettere in campo una contrazione monetaria efficace ma sostenibile: da un lato, riconquistando la fiducia dei mercati e riportando sotto controllo l’inflazione; dall’altro, evitando di generare allarmismi e di apportare un pregiudizio strutturale all’economia reale. L’indice di fiducia dei consumatori diminuisce mese per mese e le rigorose misure fiscali stanno mettendo a dura prova cittadini e imprese. Muovendosi in questo stretto crinale, il duo Erkan- Şimşek propone un approccio definito “olistico”, in cui gli aumenti graduali e costanti dei tassi di interesse, di per sé insufficienti a fronteggiare la situazione, sono accompagnati e amplificati da importanti misure fiscali e di semplificazione macro-prudenziale.

Sebbene permanga un certo grado di incertezza sugli sviluppi futuri, il cambio di passo rispetto al passato appare evidente. Dalle elezioni dello scorso maggio ad oggi, l’indice di riferimento BIST 100 della Borsa di Istanbul ha registrato un rialzo del 46%. Contestualmente, il premio pagato ai detentori di Credit Default Swaps turchi, indicativo del rischio Paese, è diminuito di oltre 300 punti base, scendendo sotto i 400 per la prima volta dal settembre 2021. In un tweet pubblicato il 29 luglio scorso, appositamente in lingua inglese, il Ministro Şimşek ha valorizzato il crescente interesse degli investitori nei confronti della Turchia, citando, oltre agli afflussi di IDE dal Golfo (approfondimento a seguire), una serie di operazioni (il successo dell’offerta di azioni di Yapi Kredi, la più grande dell’ultimo triennio, l’acquisizione di MNG Kargo da parte di DHL, e il partenariato tra Ronesans Enerji e TotalEnergies) a riprova della “fiducia nei nostri sforzi per attuare solide politiche macroeconomiche”.

Il mantenimento della postura ortodossa sarà una condizione essenziale per riuscire ad attrarre gli investimenti internazionali che sono indispensabili per la tenuta economica del Paese. Per il momento, anche il Presidente Erdogan ne sembra consapevole.

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09.08.2023

“Ripristinare la disciplina fiscale e ridurre il deficit di bilancio”: il programma del Ministro Şimşek

Il Ministro del Tesoro e delle Finanze Mehmet Şimşek, il 6 luglio scorso, è tornato sugli obiettivi di ripristino della disciplina fiscale e di riduzione del deficit di bilancio, assicurando che il Governo sta assumendo le misure necessarie al riguardo. “Non sarà permesso - ha affermato il Ministro - un ulteriore deterioramento delle finanze pubbliche”.

Nel primo semestre del 2023, il disavanzo di bilancio ha raggiunto la cifra di TRY 219.6 mld (USD 24.3 mld), a fronte di un avanzo di TRY 93.6 mld (USD 6.3 mld) registrato nello stesso periodo del 2022. Un netto squilibrio imputabile agli ingenti stimoli fiscali introdotti prima delle elezioni, sommati ai costi della ricostruzione delle aree colpite dai sismi del 6 febbraio scorso.

Soffermandosi su quest’ultimo punto, Şimşek ha quantificato le spese previste per il 2023 nella cifra di TRY 716.7 mld (USD 29.2 mld, pari al 3.1% del PIL), sottolineando la necessità di “mitigare l’impatto” della ricostruzione sui conti pubblici. Ciò attraverso misure di disciplina fiscale come gli aumenti dell’IVA e della tassa sugli autoveicoli, previsti apportare rispettivamente TRY 310 mld e TRY 32.6 mld.

Tali misure - ha concluso il Ministro - sono finalizzate anche a “supportare la Banca centrale nella lotta contro l’inflazione”. Il coordinamento tra politica monetaria e politica fiscale rappresenta, infatti, un elemento chiave della nuova gestione economica del Paese.

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09.08.2023

Il debutto pubblico della Governatrice Erkan alla presentazione dell’Inflation report trimestrale

La presentazione dell’Inflation report trimestrale della Banca centrale turca (CBRT) è stata l’occasione, il 27 luglio scorso, per l’atteso debutto in un intervento pubblico della neo-Governatrice Hafize Gaye Erkan. Sorprendendo le attese della maggioranza degli analisti, la Governatrice Erkan ha tracciato un quadro realistico e dettagliato dello scenario inflattivo nel Paese.

L’inflazione, pur inferiore rispetto al picco dell’85.5% raggiunto lo scorso ottobre, continua a crescere su base mensile: secondo l’Ente di statistica turco (TURKSTAT), il dato si attesta nel mese di luglio a circa il 50%, di 12 punti superiore rispetto al dato di giugno. A fronte di questa dinamica, la massima autorità monetaria turca ha annunciato un cospicuo incremento dei tassi attesi per il triennio, innalzati dal 22.3% al 58% per il 2023, dall’8.8% al 33% per il 2024, e dal 5% al 15% per il 2025.

Secondo l’analisi della Banca centrale, le pressioni al rialzo sull’inflazione sono connesse principalmente all’azione congiunta dei seguenti fattori: una sostenuta domanda interna a fronte di un rallentamento della produzione industriale; il combinato disposto tra deterioramento del tasso di cambio e incremento delle importazioni; misure fiscali quali l’aumento dei salari minimi e l’innalzamento delle imposte, e il loro impatto sui costi di produzione in settori chiave come quello alimentare.

Nell’ottica di perseguire l’“obiettivo primario” della stabilità dei prezzi e abbattere “permanentemente” l’inflazione conducendola a “una singola cifra”, si continuerà – ha dichiarato la Governatrice – lungo il percorso avviato a giugno, “rafforzando ulteriormente la contrazione monetaria, in maniera puntuale e graduale, quanto necessario per l’ottenimento di un significativo miglioramento delle prospettive”.

La strategia adottata - ha continuato la massima autorità monetaria turca – sta già sortendo “effetti positivi”, prevalentemente in termini di incremento delle riserve internazionali: queste ultime, infatti, crollate dai 128.8 miliardi di dollari di fine 2022 ai 98.5 di fine maggio, a luglio risultano aver superato i 113 miliardi.

Tuttavia, secondo le previsioni della CBRT, l’impatto aggregato dell’aumento dei tassi e delle misure macro-prudenziali comincerà a registrarsi solo alla fine del 2023 e, in modo più preponderante, nel secondo quadrimestre del 2024. Nel breve periodo, si prevede pertanto un incremento dell’inflazione (fase di “stabilizzazione”) che nel 2024 cederà il passo a una progressiva inversione di rotta (fase di “consolidamento”). Solo dopo il 2025, avrà inizio un “periodo di stabilità” contraddistinto da “accelerata disinflazione e aumentata prevedibilità”.

Nel successivo scambio con la stampa, ai dubbi sull’effettivo margine d’intervento della Banca centrale, la Governatrice ha risposto sottolineando la “completa indipendenza” dell’istituzione, le cui decisioni sarebbero “guidate esclusivamente dalla scienza”. Ha aggiunto, però, che è necessario agire con “cautela” e “precisione”, considerando “le più ampie implicazioni degli aumenti dei tassi”, inclusi i loro effetti “sul settore bancario e sull’economia reale”. Di conseguenza, “nell’abbondanza di regolamenti macro-prudenziali che stanno danneggiando il comportamento dei prezzi e cambiando le dinamiche bancarie, il metodo più prudente e corretto è quello dell’ottimizzazione olistica”. Il processo di contrazione monetaria andrebbe dunque valutato “nella sua interezza”: in tal senso - ha concluso la Governatrice - “definire gli incrementi dei tassi come sufficienti o insufficienti può essere fatto solo dopo aver esaminato le complessità di questo approccio olistico”.

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09.08.2023

Gli avvicendamenti in seno alla Banca centrale: un segnale positivo per i mercati

Nella serata del 27 luglio, a poche ore dal primo intervento pubblico della Governatrice Erkan, il Presidente Erdogan ha decretato l’immediata rimozione di tre vice-Governatori della CBRT che avevano condiviso con l’ex capo della Banca centrale Kavcioglu le responsabilità della politica monetaria degli ultimi anni.

Emrah Sener, Taha Cakman e Mustafa Duman sono stati sostituiti da tre profili autorevoli e noti per le loro posizioni ortodosse: Fatih Karahan, già consulente della Federal Reserve e principal economist di Amazon; Osman Cevdet Akcay, ex capo-economista di una delle principali banche turche, la Yapi Kredi, e consulente del Ministero del Tesoro e delle Finanze; Hatice Karahan, Senior Advisor del Presidente della Repubblica, con alle spalle esperienze presso le Università di Harvard e Columbia.

Queste nomine sono state salutate con entusiasmo pressoché unanime dai principali analisti nazionali e internazionali: il fatto che nel Comitato di politica monetaria continuassero a sedere portatori di istanze eterodosse gettava un’ombra sull’effettività del nuovo corso della Banca centrale. La decisione è dunque apparsa come un diretto sostegno del Reis, almeno per il momento, alla linea della Erkan.

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09.08.2023

Il tour nel Golfo del Presidente Erdogan: i risvolti economici delle visite in Arabia Saudita, Qatar ed Emirati Arabi Uniti

Dal 17 al 19 luglio scorso, il Presidente Erdogan si è recato in Arabia Saudita, Qatar ed Emirati Arabi Uniti, compiendo un periplo del Golfo che, oltre a inquadrarsi nell’ambito di un importante processo di distensione regionale, si è contraddistinto per la centralità della dimensione economico-commerciale e finanziaria. In una fase, infatti, in cui la stabilizzazione dell’economia turca riveste una valenza prioritaria, il viaggio era innanzitutto volto ad attrarre gli investimenti internazionali che sono essenziali per il risanamento economico del Paese.

Il Presidente turco è giunto a Gedda accompagnato da circa 200 imprenditori. A margine del colloquio privato con il Principe ereditario Mohammed Bin Salman, si è tenuto un Business Forum turco-saudita e sono stati firmati numerosi Memorandum of Understanding in ambito energetico, della difesa e della ricerca. In particolare, sono stati siglati specifici accordi nei campi dell’idrogeno, interconnessione elettrica in chiave regionale, efficienza energetica e nuove tecnologie per la gestione degli idrocarburi attraverso la cattura, lo stoccaggio e riutilizzo delle emissioni di carbonio. Nel settore della difesa, inoltre, è stato concordato l’acquisto da parte saudita di una fornitura di droni Bayraktar. In apertura del Business Forum, il Ministro degli Investimenti del Regno, Alfalih, ha annunciato l’intenzione di Riad di attrarre sempre più investimenti da parte di aziende turche in Arabia Saudita, soprattutto nelle costruzioni, e sostenere al contempo un’espansione delle attività delle società saudite in Turchia. Tuttavia, l’enfasi posta sui rapporti economici non è stata accompagnata dall’annuncio di uno speculare sostegno finanziario saudita nei confronti della Turchia, che potrebbe però arrivare nel medio periodo.

La visita a Doha non è stata contrassegnata da significative firme di accordi di carattere economico. Il Presidente Erdogan e l’Emiro Sceicco Al Thani si sono limitati a siglare un comunicato congiunto di celebrazione dei 50 anni dallo stabilimento dei rapporti diplomatici, rimandando a una futura occasione accordi e programmi economico-finanziari. Questi ultimi, su cui gli sherpa sono a lavoro, potrebbero essere firmati in autunno nel corso dell’Alto Comitato Strategico previsto tra i due Paesi.

L’incontro ad Abu Dhabi tra Erdogan e Mohammed bin Zayed è stato senza dubbio il più significativo sotto il profilo dell’economia. I due leader hanno infatti assistito alla firma di numerosi accordi per un valore complessivo di USD 50.7 mld. Tra questi, risaltano investimenti emiratini per oltre USD 8 mld nella ricostruzione post-terremoto e finanziamenti di USD 3 mld in crediti all’export turco. Fra i restanti accordi, si segnala un trattato sulla protezione reciproca degli investimenti, l’istituzione di una commissione congiunta economico-commerciale, oltre a intese tra rispettive aziende dell’energia, della difesa e della tecnologia.

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09.08.2023

La disoccupazione in Turchia scende al 9,5%: i dati TURKSTAT sul mese di maggio

TURKSTAT, l’Istituto nazionale turco di statistica, il 10 luglio scorso, ha reso noto che nel mese di maggio, la disoccupazione nel Paese si è attestata al 9,5%, pari a 3.328.000 persone. Il calo dello 0,5% rispetto alle rilevazioni di aprile ha fatto registrare il tasso più basso dal 2014.

In termini di distribuzione di genere, a fronte di una disoccupazione maschile al 7,7%, quella femminile è risultata al 13%. Nella fascia di età tra i 15 e i 24 anni, il dato si è attestato al 17% (14,3% tra gli uomini e 22,3% tra le donne), in diminuzione dell’1,6% rispetto ad aprile.

Nel mese considerato, gli occupati sono aumentati di 716.000 unità raggiungendo i 31 milioni e facendo registrare un tasso di occupazione generale al 48,5% (66% per gli uomini e 31,4% per le donne). Il tasso di partecipazione al lavoro, invece, si è attestato al 53,6% (35,4 milioni di persone), in calo dello 0,3% rispetto ad aprile.

Infine, l'orario medio di lavoro settimanale effettivo è stato pari a 44,1 ore, in linea con i mesi precedenti.

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09.08.2023

I flussi di IDE in Turchia: i dati YASED sul mese di maggio

Secondo i dati diffusi l’11 luglio scorso dall’Associazione non governativa degli Investitori Internazionali nel Paese (YASED), nel mese di maggio, i flussi di Investimenti Diretti Esteri (IDE) in ingresso nel Paese sono ammontati a USD 609 mln.

In particolare, si sono registrati USD 321 mln di flussi in capitale azionario e USD 356 mln da vendite immobiliari. Contestualmente, disinvestimento e strumenti di debito hanno ridotto i flussi totali rispettivamente di USD 16 mln e USD 52 mln, portando così il valore netto degli IDE a USD 609 mln, in calo rispetto agli USD 1,2 mld di aprile.

Complice anche l’incertezza intorno alla tornata elettorale, il dato di maggio è stato il più basso registrato nei primi cinque mesi del 2023: da gennaio a maggio, la Turchia ha attratto complessivamente IDE pari a USD 4.4 mld, un dato a sua volta in diminuzione del 16% rispetto allo stesso periodo del 2022.

Nel mese di maggio, il settore dei servizi ha fornito il contributo più rilevante ai flussi d’ingresso in capitale azionario, con investimenti soprattutto nel commercio all’ingrosso e al dettaglio (23%), nelle attività immobiliari (11%), e nella produzione di macchinari e attrezzature (10%).

Nello stesso periodo, con una quota pari al 64% del totale, i Paesi UE complessivamente considerati si sono confermati i principali investitori nel Paese, a partire da Paesi Bassi (25%), Germania (14%) e Irlanda (11%). A questi ultimi, tra i Paesi singolarmente considerati, seguono Stati Uniti (11%) e EAU (10%).

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09.08.2023

Il commercio estero della Turchia nell’ultimo rapporto TURKSTAT - Ministero del Commercio

Secondo i dati diffusi il 28 luglio scorso da TURKSTAT in collaborazione con il Ministero del Commercio, nel mese di giugno le esportazioni e le importazioni turche sono ammontate rispettivamente a USD 20,9 mld (19,5 se si scorporano energia e oro) e USD 26,6 mld (19,8 mld se si scorporano energia e oro). In rapporto allo stesso mese del 2022, si è registrato un calo, per le prime, del 10,5% (10,4% se si scorporano energia e oro) e, per le seconde, del 17,5% (10,9% se si scorporano energia e oro). Il disavanzo commerciale, pari a USD 5,2 mld nel giugno 2023, è diminuito del 37,3% rispetto al medesimo periodo del 2022.

Nel primo semestre del 2023, invece, le esportazioni sono equivalse a USD 123,3 mld (-1,9% rispetto ai primi sei mesi del 2024), a fronte di importazioni per USD 184,6 mld (-4,1%). Tra gennaio e giugno di quest’anno, è stato riportato un deficit complessivo di USD 61,2 mld, in aumento del 18,7% se comparato ai primi sei mesi del 2022.

Commercio estero per mese, giugno 2023

A livello geografico, lo scorso giugno, i principali mercati di sbocco per le merci turche sono stati Germania (USD 1,8 mld), Stati Uniti (USD 1,3 mld), Regno Unito (USD 1,6 mld), Italia (USD 1,1 mld) e Iraq (USD 986 mln). Nel primo semestre del 2023, invece, essi sono stati Germania (USD 10,7 mld), USA (USD 7,3 mld), Italia (USD 6,2 mld), Regno Unito (USD 6 mld) e Russia (USD 5,9 mld).

Relativamente alle importazioni, nel giugno 2023, i primi Paesi di provenienza sono stati Cina (USD 3,7 mld), Russia (USD 2,9 mld), Germania (USD 2,1 mld), Svizzera (USD 1,3 mld) e Italia (USD 1,1 mld). Nel primo semestre di quest’anno, invece, essi sono stati Russia (USD 24,7 mld), Cina (USD 22,2 mld), Germania (USD 13,4 mld), Svizzera (USD 11,8 mld) e USA (USD 7,6 mld).

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09.08.2023

L’interscambio tra Italia e Turchia: i dati di ICE-Agenzia sui primi cinque mesi del 2023

Secondo i dati diffusi dall’Agenzia ICE di Istanbul, tra gennaio e maggio 2023, l’interscambio tra Italia e Turchia, pari a USD 11,3 mld, ha registrato un incremento del 4,6% rispetto allo stesso periodo del 2022. In particolare, le esportazioni italiane verso la Turchia sono cresciute del 15,1% (da USD 5,3 mld a USD 6,1 mld), mentre le importazioni sono diminuite del 5,6% (da USD 5,5 a USD 5,2 mld). La bilancia commerciale mostra un saldo positivo in favore dell’Italia pari a USD 992,7 milioni.

Nell’arco temporale di riferimento, l’Italia si posiziona al sesto posto tra i partner commerciali della Turchia, risultandone il sesto fornitore (dopo Russia, Cina, Svizzera, Germania e Stati Uniti) e il terzo cliente (dopo Germania e Stati Uniti). Le esportazioni italiane costituiscono il 3,9% del totale delle importazioni turche, mentre le esportazioni da Ankara rappresentano il 5% delle importazioni complessive italiane. In ambito UE, l’Italia si colloca alla seconda posizione in termini di interscambio, preceduta da Berlino (USD 20.3 mld) e seguita da Parigi (USD 9.1 mld) e Madrid (USD 8.1 mld). Nell’area mediterranea, invece, Roma si conferma il primo partner commerciale di Ankara.

Nei primi cinque mesi del 2023, la dinamica dell’export italiano è stata trainata dalle vendite di “autoveicoli, trattori e parti di ricambio” (+83,4%), di “metalli e pietre preziose” (+73,7%) e di “strumenti e apparecchi di ottica, per fotografia e per cinematografia” (+45,2%). In calo, invece, l’export di “combustibili e oli minerari” (-55,2%), di “ferro e acciaio” (-31,2%) e di “articoli in ferro e acciaio” (- 28,2%). In termini assoluti, la principale voce del nostro export rimane rappresentata dai “macchinari e apparecchiature meccaniche”, in crescita del 23% rispetto allo scorso anno, con un valore di quasi USD 1.5 mld.

La dinamica dell’export turco mostra invece un calo negli acquisti italiani di “ferro e acciaio” (-56,2%) e di “materie plastiche” (-28,2%), a fronte di una crescita nel settore “autoveicoli, trattori e parti di ricambio” (+30,2%), che si conferma la principale voce tra le importazioni turche in Italia, con un valore di oltre USD 1,1 mld.

Nel confronto con i principali partner commerciali europei, nel periodo di riferimento, le esportazioni di Francia, Germania e Regno Unito verso la Turchia sono cresciute rispettivamente del 28,6%, del 18,3% e del 3,5%.

Complessivamente, l’interscambio della Turchia con il resto del mondo ha quasi raggiunto la cifra di USD 261 mld (+5,2%), con USD 158,5 mld di importazioni (+8,8%) e USD 102,5 mld di esportazioni (+0,1%), riportando così un disavanzo commerciale di USD 56 mld, in crescita rispetto a quello dei primi cinque mesi del 2022 (USD 43,3 mld).

Si segnalano, infine, gli incrementi delle esportazioni turche verso la Russia (+129,5%) e delle importazioni da Svizzera (+420% trainato dall’oro) ed EAU (+162,4%).

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09.08.2023

ENERGIA. “Aumentare l'efficienza e ridurre la dipendenza da fonti esterne”: la visione del Ministro Bayraktar

“La Turchia sta lavorando per raggiungere l'indipendenza energetica e una radicale trasformazione del settore nei prossimi 30 anni”. Con queste parole, il Ministro dell'Energia e delle Risorse Naturali Alparslan Bayraktar ha introdotto la conferenza stampa con cui il 7 luglio scorso ha illustrato la sua visione di lungo periodo.

La domanda nazionale di energia, in crescita costante, è fortemente dipendente dalle importazioni, che coprono quasi il 70% delle fonti energetiche primarie, con picchi del 99% e del 92% rispettivamente per gas naturale e greggio.

“La nostra priorità” - ha dichiarato il Ministro – “è assicurare la sicurezza energetica del Paese in modo sostenibile”: da un lato, “riducendo la dipendenza dall’estero” e dall’altro, “perseguendo l’obiettivo della neutralità carbonica entro il 2053”. Ciò significa - ha proseguito Bayraktar - che “nei prossimi 30 anni saranno necessari cambiamenti radicali in tutti i settori produttivi, dai trasporti alle costruzioni, dall'industria all’agricoltura”.

Sotto il profilo strettamente energetico, la trasformazione sarà improntata alla diversificazione delle fonti e all’attrazione degli investimenti internazionali: “Abbiamo in cantiere progetti da 200 miliardi di dollari”, che includono “rinnovabili, nucleare, esplorazioni di gas e petrolio, infrastrutture elettriche e di interconnessione”.

Citando l’“enorme potenziale” del Paese nell’ambito delle rinnovabili, il Ministro ha menzionato l’obiettivo di mettere in campo ogni anno progetti eolici e solari rispettivamente da 1.500 e 3.000-3.500 megawatt (MW).

Quanto al nucleare, ampio spazio è stato dedicato alla centrale di Akkuyu (NPP), frutto di un investimento da 20 miliardi di dollari da parte dell’azienda russa Rosatom (approfondimento a seguire). La Turchia, inoltre, è in trattative con Russia, Cina e Sud Corea per altri due impianti nucleari nella provincia di Sinop e in Tracia, oltre che con USA e Regno Unito per la costruzione di reattori modulari. Secondo Bayraktar, entro il 2050, il Paese potrà contare su una potenza nucleare complessiva che supererebbe i 20.000 MW.

Il Ministro si è poi concentrato sulla recente scoperta di greggio a Gabar, nel sud est della penisola anatolica, affermando che già dalla fine del 2024 il giacimento potrebbe portare la produzione nazionale a 200.000 barili al giorno. Ciò a fronte di un fabbisogno quotidiano di circa 1 milione di barili, di cui attualmente solo l’8% viene prodotto internamente. Nell’ottica di colmare questo divario, nuove esplorazioni saranno condotte nei pressi di Hakkari, relativamente alle quali Bayraktar ha espresso un certo ottimismo. Egli ha citato, inoltre, l’intento di rendere le compagnie petrolifere nazionali, a partire dalla TPAO, operatori globali attivi in diverse aree come “l’Azerbaigian, l’Africa, la Libia e l’Iraq”.

Tale obiettivo si muove parallelamente al progetto di rendere il Paese un hub globale per la distribuzione dell’energia. Adiacente a circa il 60% delle riserve mondiali di petrolio e gas, la Turchia ospita attualmente sette gasdotti internazionali e, come affermato dal Ministro, “gioca un ruolo importante per la sicurezza energetica europea, soprattutto dopo l’invasione russa dell’Ucraina”. “Abbiamo tante rotte alternative che intendiamo ulteriormente ampliare”, ha concluso Bayraktar, facendo anche riferimento alla collaborazione con gli USA nel campo del GNL (Gas Naturale Liquefatto) e al possibile riavvio della cooperazione energetica con Israele.

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09.08.2023

ENERGIA. “Operativo il primo reattore entro il 2023”: l’annuncio del Vicepresidente di Akkuyu Nuclear JSC

Anton Dedusenko, Vicepresidente di Akkuyu Nuclear JSC, ha annunciato che il primo dei quattro reattori della centrale nucleare di Akkuyu entrerà in funzione entro la fine del 2023. Il progetto in corso nella provincia di Mersin è previsto giungere al completamento nel 2028, arrivando a una capacità totale di 4.800 megawatt (MW).

Secondo quanto affermato da Dedusenko, l’impianto soddisferà oltre il 10% del fabbisogno elettrico turco, consentendo risparmi in bolletta per quasi USD 2 mld e apportando circa USD 50 mld al PIL del Paese.

Infine, il Vicepresidente ha dichiarato che la centrale contribuirà per il 15% all’obiettivo della Turchia di ridurre le proprie emissioni del 21% entro il 2030.

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09.08.2023

ENERGIA. Arçelik avvia la produzione di pannelli solari: l’investimento in energie rinnovabili del colosso turco

Dopo aver acquisito le attività di Whirlpool e recentemente avviato le trattative per il segmento europeo della produzione di elettrodomestici (inclusi i principali impianti localizzati in Italia), il colosso turco Arçelik ha fatto il suo ingresso anche nel settore delle rinnovabili.

La società controllata da Koç Holding, infatti, ha avviato a Beylikduzu, nella periferia di Istanbul, una produzione di pannelli solari, con l’obiettivo di diventare leader nazionale nel settore. L’impianto ha attualmente una capacità produttiva annuale pari a mezzo milione di unità, prevista raddoppiarsi a partire dal 2025. L'efficienza dei pannelli è garantita fino a 12 anni, una cifra che potrebbe rappresentare il più alto livello mai raggiunto finora.

L’azienda, inoltre, ha annunciato che la tecnologia solare sarà presto integrata negli elettrodomestici prodotti. Al momento, peraltro, essa è stata installata anche sui tetti dei container presenti nelle aree colpite dai sismi del 6 febbraio scorso.

Il Presidente di Koc Holding Consumer Durables, Fatih Kemal Ebicilioglu, ha dichiarato che l'investimento contribuirà notevolmente alla trasformazione energetica della Turchia, contraddistinta da un “elevatissimo potenziale” nel campo dell'energia solare.

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09.08.2023

AUTOMOTIVE. La crescita delle auto elettriche in Turchia

Secondo i dati diffusi dall’Automotive Distributors and Mobility Association (ODMD), nel primo semestre del 2023, le vendite di veicoli elettrici (EV) sono aumentate di oltre il 465%. Un cospicuo incremento connesso in parte anche al lancio, avvenuto lo scorso ottobre, della TOGG, la prima automobile elettrica di manifattura turca, su cui il Governo sta spingendo molto dal punto di vista della comunicazione. Non a caso, nel corso del suo recente viaggio in Qatar, il Presidente Erdogan ha portato in dono alla controparte due esemplari del SUV. Entro il 2030, l’azienda prevede di lanciare altresì i modelli berlina, berlina-C, B-SUV e B-MPV.

Anche l’ibrido benzina-elettrico ha visto un aumento dei volumi, cresciuti del 47,5% nella prima metà dell’anno. Contestualmente, le auto a benzina hanno rappresentato il 68,9% del totale delle vendite, a fronte del 69,7% registrato nel 2022; la quota dei veicoli alimentati a diesel, invece, è rimasta invariata al 16,9%.

Complessivamente, le vendite di autovetture e veicoli commerciali leggeri, tra gennaio e giugno 2023, hanno raggiunto le 555.867 unità, con un aumento del 55,3% rispetto alla prima metà del 2022. Il marchio Fiat, in particolare, ha segnato un nuovo record con 101.000 unità vendute tra berline e veicoli commerciali leggeri, confermandosi al primo posto in entrambe le categorie.

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09.08.2023

IMMOBILIARE. Continua il calo del mercato: i dati TURKSTAT sul mese di giugno

TURKSTAT, il 14 luglio scorso, ha certificato un ulteriore rallentamento del mercato immobiliare turco, con 83.663 contratti di compravendita registrati a giugno, pari al 44% in meno rispetto allo stesso mese del 2022. Più in generale, con circa 565.000 abitazioni vendute, nel primo semestre del 2023 si è assistito a un calo del 22,1% in rapporto al medesimo periodo dello scorso anno.

Compravendite immobiliari, giugno 2023

Nel giugno 2023, rispetto allo stesso mese del 2022, sono sensibilmente diminuiti gli acquisti con finanziamento (-66,8%), oltre che quelli di immobili sia nuovi (-42,1%) sia di seconda mano (-45,4%). Per queste tre categorie, il calo tra semestri si è attestato rispettivamente al 28,6%, al 17,9% e al 23,8%.

La tendenza, inoltre, ha riguardato anche gli acquisti da parte di stranieri, ridottisi a giugno del 69,6% rispetto allo stesso mese del 2022; considerando, invece, i primi semestri dei due anni, la diminuzione è risultata pari al 45,5%. I cittadini russi, con 733 immobili acquistati nel giugno di quest’anno, si sono confermati i primi acquirenti stranieri, seguiti da iraniani (333) e iracheni (175).

Compravendite immobiliari per nazionalità, giugno 2023

Sempre nel giugno 2023, a livello geografico, il maggior numero di abitazioni vendute era collocato a Istanbul (16,2%), Ankara (8,8%) e Antalya (5,4%).

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09.08.2023

DIFESA. IDEF 2023: le parole del Presidente Erdogan

Dal 25 al 28 luglio scorso, si è tenuta a Istanbul la 16esima edizione della International Defense Industry Fair (IDEF), uno dei principali eventi su scala globale nel settore dell’industria della difesa.

Nel corso della fiera, è stata presentata una vasta gamma di prodotti, inclusi veicoli terrestri, armi, simulatori, radar, sonar, soluzioni per piattaforme navali, sistemi di aviazione, missili, e sistemi di sicurezza.

In un suo videomessaggio trasmesso in apertura, il Presidente Erdogan ha sottolineato la “grande importanza” che la Turchia attribuisce allo sviluppo dell’industria della difesa, definita come “una storia di successo seguita con ammirazione da tutto il mondo”.

Il Reis ha affermato che Ankara sta “meticolosamente” portando avanti 850 diversi progetti e, in particolare, ha rimarcato le capacità turche nella produzione di droni (“siamo tra i primi tre Paesi al mondo in questo campo”) e navi da guerra (“siamo tra gli unici dieci Stati ad autoprodursi le navi”).

Il Presidente si è poi concentrato sul tema delle esportazioni: “Lo scorso anno abbiamo raggiunto i 4.4 miliardi di dollari; nel primo semestre del 2023, abbiamo conseguito il livello record di 2.3 miliardi; il nostro obiettivo è arrivare a 6 miliardi nel 2023”. “La Turchia” - ha aggiunto evidenziando la valenza politica dell’impegno nel settore - “non intende solo vendere prodotti, ma stabilire partenariati di lungo periodo”.

A distanza di oltre una settimana dalla chiusura della fiera, il 7 agosto scorso, Erdogan è tornato a parlarne in un incontro con la stampa, riferendo che vi hanno partecipato 1,461 aziende e che sono stati siglati contratti per un totale di TYL 56,5 mld. Il Presidente si è dunque detto fiducioso in merito al conseguimento dell’obiettivo dei USD 6 mld di esportazioni, raggiungibile “anche grazie al decisivo contributo di IDEF 2023”.

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09.08.2023

TURISMO. La crescita del settore: i dati presentati dal Ministro della Cultura e del Turismo

Il 31 luglio scorso, il Ministro della Cultura e del Turismo, Mehmet Nuri Ersoy, ha annunciato che nel primo semestre del 2023, il numero di turisti nel Paese, pari a oltre 22 milioni (19,6 stranieri e 3,3 turchi residenti all’estero), è aumentato del 17% rispetto allo stesso periodo del 2022. In particolare, si è registrato un incremento dei visitatori sia stranieri (+19,88%) sia turchi residenti all’estero (+5,1%).

In termini di provenienza geografica, nei primi sei mesi del 2023, i turisti russi si sono collocati al primo posto (2,6 milioni), seguiti da tedeschi (2,2 milioni), inglesi (1,4 milioni), bulgari (1,3 milioni) e iraniani (1 milione).

Nel giugno 2023, secondo i dati provvisori pubblicati dal Ministero della Cultura e del Turismo il 23 luglio scorso, il numero di turisti stranieri, pari a 5,6 milioni, è aumentato dell’11,3% rispetto allo stesso mese del 2022. Le prime cinque destinazioni turistiche sono state Antalya (36,6%), Istanbul (29,1%), Muğla (9,4%), Edirne (7,8%) e Izmir (3,2%).

Il Ministro Ersoy, inoltre, ha reso noto che nel primo semestre del 2023, le entrate per il settore turistico sono aumentate del 27% rispetto al medesimo periodo del 2022, attestandosi alla cifra di USD 21,7 mld.

Tuttavia, il Ministro ha constatato che i tassi di occupazione degli alberghi di alta categoria sono stati inferiori alle aspettative, anche a causa dell'impatto dei terremoti del 6 febbraio scorso, oltre che dei “consistenti acquisti immobiliari da parte di cittadini russi”.

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09.08.2023

SPORT. Europei 2032: la candidatura congiunta di Italia e Turchia

“Al termine di un complesso e fruttuoso processo di consultazione, la Federazione Italiana Giuoco Calcio (FIGC) e la Turkish Football Federation (TFF) hanno deciso di unire gli sforzi proponendo alla Uefa l’organizzazione congiunta di Euro 2032”. Con queste parole, ha inizio il comunicato stampa con cui il 28 luglio scorso la FIGC ha annunciato la candidatura di Italia e Turchia a organizzare insieme i Campionati europei di calcio del 2032.

I due Paesi erano gli unici due candidati e la decisione di passare dalla competizione alla cooperazione è maturata dopo un incontro, avvenuto a Roma nei giorni precedenti, tra il Presidente della FIGC Gabriele Gravina e il suo omologo turco Mehmet Büyükeksi.

“Se l'offerta congiunta soddisferà i requisiti di gara” – si legge nel comitato diffuso dalla UEFA – “essa sarà sottoposta al Comitato Esecutivo Uefa nel meeting del 10 ottobre, dove verranno designate le federazioni ospitanti per il 2028 e il 2032”.

Entusiasmo è stato espresso dai vertici di entrambe le federazioni nazionali. “Sarà una pietra miliare per la Turchia”, ha dichiarato il Presidente Büyükeksi, annunciando che se la UEFA accetterà la formula presentata, la Turchia si ritirerà dalla competizione per gli Europei 2028, per i quali è altresì candidata.

Dal canto suo, il Presidente Gravina ha ribadito la “svolta storica”, sottolineando anche il valore extra-calcistico della decisione: “Il progetto, oltre ad avvicinare due realtà consolidate nel panorama calcistico europeo, esalta i valori di amicizia e cooperazione, coinvolgendo due mondi contraddistinti da profonde radici storiche, due culture che, nel corso dei millenni, si sono reciprocamente contaminate influenzando in maniera sostanziale la storia dell’Europa mediterranea. Il calcio vuole essere un ponte ideale per la condivisione delle passioni e delle emozioni legate allo sport".

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09.08.2023

FOCUS. La normalizzazione delle relazioni tra Turchia ed Egitto: le implicazioni economico-commerciali

Il 1° agosto scorso, su invito del Ministro del Commercio turco, Ömer Bolat, il Ministro egiziano del Commercio e dell’Industria, Ahmed Samir Saleh, è giunto ad Ankara nell’ambito del primo incontro ufficiale tra i due Paesi da oltre dieci anni.

La visita è seguita alle nomine dei rispettivi ambasciatori al Cairo e ad Ankara, che il 4 luglio scorso hanno marcato il ripristino delle relazioni diplomatiche tra Turchia ed Egitto, interrottesi nel 2013 all’indomani della deposizione dell’allora Presidente egiziano Mohammed Morsi.

I due Ministri, accompagnati da delegazioni di imprenditori, hanno rilanciato la cooperazione economico-commerciale bilaterale. “Abbiamo concordato” – ha affermato Bolat dopo i colloqui – “una tabella di marcia per portare il nostro interscambio a 15 miliardi di dollari entro cinque anni, ma intendiamo farlo in un tempo ancora minore”.

Nel 2022, il commercio tra Turchia ed Egitto si è attestato alla cifra di 10 miliardi di dollari, a fronte degli 1.6 miliardi registrati nel 2007, anno di entrata in vigore di un Accordo di libero scambio tra i due Paesi.

Il Ministro Bolat, peraltro, ha sottolineato che anche durante la crisi dei rapporti diplomatici, gli industriali turchi hanno continuato a investire in Egitto, a riprova della “fiducia delle nostre imprese nella capacità produttiva e nella forza lavoro egiziane”.

A queste parole, ha fatto eco il Presidente dell’Unione delle Camere e delle Borse turche (TOBB), Rifat Hisarciklioglu, il quale, ribadita la fiducia nell’Egitto, ha espresso il desiderio degli operatori economici di prendere parte ai grandi progetti egiziani nelle infrastrutture e nei trasporti, a partire dal settore ferroviario.

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