Cronache Economiche

29.07.2019

Missione in Turchia del Ministro Giovanni Tria

Il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giovanni Tria, ha avuto a Istanbul un lungo colloquio con il collega turco, Berat Albayrak. L’incontro è stato da entrambi definito molto produttivo. Il comune obiettivo è rafforzare la cooperazione economico-finanziaria bilaterale sfruttando gli spazi potenziali che possono essere valorizzati. Oggi l’interscambio tra Italia e Turchia viaggia sui 18 miliardi di euro. Il ministro Tria ha avuto intensi colloqui anche con gli imprenditori italiani attivi in Turchia. Prima ha incontrato i presidenti delle Camere di Commercio e dell’ICE (Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane), insieme ai rappresentanti di grandi gruppi quali FCA, Pirelli, Unicredit, Salini Impregilo, Astaldi, Italferr, Barilla; poi ha visto il presidente della confindustria turca, la Tusiad, Simone Kaslowski. Con gli imprenditori italiani Tria ha parlato a lungo delle opportunità che offre il Paese, nonostante il difficile periodo che l’economia turca sta attraversando. Il ministro ha insistito sulla complementarietà che esiste tra l’economia italiana e quella turca e sulle opportunità di reciproci investimenti da valutare nel prossimo futuro. Il ministro ha inoltre incontrato un gruppo di grandi imprenditori turchi, tra cui Koc, Sisecam, Eren, Permak, Yilport, interessati a fare investimenti in Italia. “Rafforzare i rapporti bilaterali e la fiducia reciproca non potrà che irrobustire la crescita economica in entrambi i nostri paesi” ha affermato Tria.

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29.07.2019

La Banca Centrale Turca taglia i tassi di interesse al 19.75%

La Banca Centrale di Turchia ha modificato significativamente e in senso espansivo la sua politica monetaria diminuendo i tassi di interesse di 425 punti base, ovvero dal 24% al 19,75%. Tale provvedimento, il primo taglio dei tassi d’interesse dal febbraio 2015, è stato adottato dal Comitato di Politica Monetaria della Banca Centrale presieduto dal nuovo governatore Murat Uysal che ha sostituito il precedente governatore Murat Çetinkaya. Al provvedimento ha fatto seguito una dichiarazione rilasciata dal Comitato riguardo l’andamento dell’economia turca e le aspettative future, che sottolinea alcuni segnali incoraggianti. Nella dichiarazione si sottolinea infatti la costante e positiva crescita dell’export e del turismo turco che, insieme ad una progressiva diminuzione del tasso di inflazione e ad un parziale miglioramento delle condizioni finanziarie, indicano una, seppur lenta, graduale ripresa dell’economia turca. La Banca Centrale ha, infine, sottolineato come gli obiettivi principali restano quelli di garantire la stabilità finanziaria e dei prezzi e che si utilizzeranno tutti gli strumenti a disposizione per finalizzarli.

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29.07.2019

Il tasso di inflazione al 15,72% nel mese di giugno 2019

Secondo l’Istituto di Statistica turco (TurkStat), il tasso di inflazione di giugno è stato il più basso degli ultimi 11 mesi. L’indice dei prezzi al consumo su base annuale è stato del 15,72%, in calo rispetto al 18,71% del mese precedente. I maggiori incrementi, su base annuale, sono stati registrati in settori quali: beni e servizi vari (+26,88%), arredamento e attrezzature domestiche (+22,51%), hotel, bar e ristoranti (+20,84%), bevande alcooliche e tabacco (+19,24%) e bevande alimentari e non alcooliche (+19,20%). Il tasso d’inflazione aveva raggiunto il picco del 25,24% nell'ottobre 2018 e da allora, grazie anche alla politica monetaria restrittiva della Banca Centrale, è progressivamente diminuito. Come previsto nel Nuovo Programma Economico della Turchia annunciato a settembre 2018, l’inflazione prevista è del 15,9% per il 2019, del 9,8% per il 2020 e del 6% nel 2021. Secondo un rapporto sull'inflazione della Banca Centrale turca pubblicato in aprile, l'inflazione annuale dovrebbe raggiungere il 14,6% nel 2019.

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29.07.2019

Governo trasferisce parte dei fondi di riserva della Banca Centrale sul bilancio

Lo scorso 19 luglio, sulla Gazzetta Ufficiale nr. 30836, è stato pubblicato un regolamento che consente il trasferimento di una quota maggiore del fondo di riserva in lire turche della Banca Centrale sul bilancio, modificando l'articolo 60 della legge della Banca Centrale turca e abolendo la disposizione che stabiliva che” il 20% dell’utile netto annuale della Banca Centrale debba essere destinato al fondo di riserva”. Secondo il nuovo regolamento approvato dal Presidente Erdogan, l'utile della Banca Centrale sarà distribuito: il 6% del valore nominale del suo capitale sociale agli azionisti, un massimo del 5% della somma restante ai membri dello staff della banca in un importo non superiore alla somma di due mesi dei loro stipendi, solamente il 10% al fondo di riserva, con l’approvazione del Consiglio Generale, per la seconda volta, un massimo del 6% del valore nominale del suo capitale sociale agli azionisti. Il saldo viene invece destinato al Tesoro.

Per accedere al link della Gazzetta Ufficiale cliccare: http://www.resmigazete.gov.tr/eskiler/2019/07/20190719M1.pdf

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29.07.2019

Interscambio Commerciale Turchia – Maggio 2019

Il confronto fra l’anno 2019 e il 2018 mostra una contrazione del deficit commerciale e dell’interscambio della Turchia con il resto del mondo. Le esportazioni turche sono aumentate del 4,9% passando da USD 69,2 miliardi a USD 72,7 miliardi, mentre le importazioni hanno registrato una diminuzione pari a -19,3%, passando da USD 104,5 a USD 84,3 miliardi. Nel complesso l’interscambio totale ha registrato una diminuzione pari a 9,7%, da USD 173,8 a USD 156,9 miliardi. Il deficit commerciale della Turchia è anch’esso diminuito del 67,0% da USD 35,3 miliardi a USD 11,6 miliardi. La contrazione dell’economia turca e il deprezzamento della valuta sono considerate le principali cause di questa doppia contrazione dell’interscambio e del deficit commerciale di Ankara. Nei confronti della UE – principale partner commerciale della Turchia con il 40,9% dell’interscambio totale, si è passati da un deficit di 3.484 milioni USD a un attivo di 7.282 milioni USD. Le importazioni dalla UE sono passate da USD 39,1 a USD 28,4 miliardi (-27,2%), mentre le esportazioni verso la UE sono diminuite dello 0,4%, passando da USD 35,6 a USD 35,7 miliardi. Complessivamente l’interscambio Turchia/UE è diminuito nel periodo considerato del 14,0% passando da USD 76,6 miliardi del 2018 a USD 64,2 miliardi registrati nell’anno 2019. La graduatoria dei principali partner commerciali mostra al primo posto la Germania con USD 13,9 miliardi di interscambio (-15,0% rispetto al 2018), di cui 7,2 miliardi importazioni (-22,9%) e 6,6 miliardi di esportazioni (-4,3%) con un saldo negativo per la Turchia di USD 7,2 miliardi; al secondo posto la Russia, con 10,5 miliardi di interscambio (-4,8%), di cui 9,0 miliardi di import (-6,5%) e 1,5 miliardi di export (+7,1%) e un saldo negativo per la Turchia di 7,5 miliardi di USD.

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29.07.2019

L’Italia si conferma il 5° partner commerciale della Turchia

A maggio 2019, l’Italia si conferma quale 5° partner commerciale della Turchia con 7,5 miliardi di interscambio totale (-16,9%) rispetto al 2018, di cui 3,4 miliardi di esportazioni verso la Turchia (-28,4%) e 4,0 miliardi di importazioni (-3,9%) e un saldo attivo per la Turchia di 618 milioni di USD. Nel mese di maggio 2019 l’Italia si conferma quinto fornitore della Turchia dopo Russia, Cina, Germania e Stati Uniti e il terzo cliente dopo Germania e Regno Unito.

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29.07.2019

Turchia come hub del commercio regionale di gas

Nel 2018 le importazioni totali di gas della Turchia sono state di 50,3 miliardi di metri cubi, rispetto ai 55,25 miliardi di metri cubi del 2017 e le importazioni di GNL hanno raggiunto 11,3 miliardi di metri cubi. La strategia energetica turca ha l’obiettivo di rendere il Paese un hub regionale del gas, per rafforzare la sicurezza energetica, uso più razionale dell’energia, ridurre le fluttuazioni dei prezzi del gas indicizzati al petrolio, creare maggiore valore aggiunto e nuove opportunità di lavoro. Negli ultimi due decenni, la Turchia ha attratto significativi investimenti nel settore del gas per la vicinanza geografica all'Europa sud-orientale ed all'Europa centrale, l’elevata richiesta da parte degli importatori europei, le prospettive di crescita della domanda interna. Tra i principali progetti infrastrutturali nel settore vi sono il gasdotto TANAP, inaugurato nel 2017 e suscettibile di trasportare il gas azero verso l’Europa attraverso il collegamento con il TAP e il gasdotto “Turkish Stream”, dalla Russia, che avrà due linee: una destinata al mercato turco e una, in prospettiva, a quello europeo. Alcuni contratti di importazione di gas a lungo termine per 15,6 miliardi di metri cubi, corrispondenti a circa il 30% del consumo annuale di gas, scadranno nel 2021. Petroleum Pipeline Corporation (BOTAŞ), governativa, è ancora il principale detentore dei contratti di gas con l'80%, ma si prevede una riduzione della quota di licenze di importazione di BOTAŞ, aumentando la capacità di stoccaggio, negoziando i termini contrattuali con gli esportatori di pipeline, ed introducendo i regolamenti necessari per rafforzare la governance del mercato del gas, attraverso l'Autorità di regolamentazione del mercato (EMRA). Per quanto riguarda invece il mercato di produzione e commercio di gas naturale liquefatto (GNL), la Turchia ha al momento due unità di stoccaggio galleggianti a Smirne e Hatay e due terminali GNL in grado di rigassificare 117 milioni di metri cubi di gas al giorno.

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29.07.2019

Diminuisce l’indice della produzione ad aprile

Secondo l’Istituto di Statistica turco, l’indice della produzione industriale (PMI) è stato di 110,9 ad aprile, in diminuzione del 4% su base annua. Tra i tre principali sotto-indici, “energia elettrica, gas, vapore ed aria condizionata” è stato il solo settore in aumento con +0,7%. Sono diminuiti gli indici dell’attività estrattiva e mineraria (-9,3%) e dell’industria manifatturiera (-4,2%). Su base mensile, il livello di produzione registrato ad aprile è stato più basso rispetto a marzo (-1%).

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29.07.2019

Turchia: sviluppo del trasporto marittimo

I dati raccolti dal Ministero dei Trasporti e dell'Infrastruttura rivelano che la Turchia ha realizzato numerosi progetti per sviluppare il trasporto marittimo nell’auspicio di diventare una nazione leader del settore. Il trasporto di merci via mare è aumentato del 104% nel 2018 rispetto al 2003, il numero di passeggeri sulle navi del 40% ed il numero di veicoli trasportati del 112%. Il trasporto gestito nei porti turchi è salito del 142% lo scorso anno rispetto al 2003, mentre il trasporto merci in container è aumentato del 335%. Nello scorso anno, la flotta turca ha conquistato il 15° posto con una capacità di 28,6 milioni di tonnellate di portata lorda. Anche il turismo cruiser ha beneficiato della crescita delle operazioni marittime e nel 2018 il numero di turisti da crociera è stato di 214.000. Nel settore della costruzione navale, la Turchia si è posizionata al terzo posto per ordini di yacht ed al quinto posto per ordini di navi nel settore della costruzione navale globale. Attualmente, sono in costruzione tre porti su tre grandi mari, il porto di Çandarlı a Smirne sul Mar Egeo, il porto di Filyos a Zonguldak nel Mar Nero ed il porto container di Taşucu a Mersin sul Mar Mediterraneo.

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29.07.2019

Il tasso di disoccupazione turco al 13% in Aprile

Secondo i dati dell’Istituto di Statistica Turco (TurkStat), nel mese di aprile 2019 il tasso di disoccupazione è salito al 13%, con un aumento del 3,4% su base annua. La disoccupazione, rispetto al mese precedente, invece, è scesa dell’1,1%. Dati ufficiali mostrano come il numero di disoccupati, in età pari o superiore ai 15 anni, è aumentato annualmente di circa 1.1 milioni di persone fino a raggiungere l’attuale numero di 4.2 milioni in aprile. Altri dati ufficiali evidenziano come, nello stesso periodo, la disoccupazione nei settori non agricoli è aumentata dal 3,6% al 15%. Il tasso di disoccupazione giovanile, registrato nel mese di aprile, di persone in età compresa tra 15 e 24 anni, è del 23,2%, con un incremento del 6,3% su base annua. Sempre il TurkStat ha affermato che, nel medesimo periodo, il tasso di disoccupazione per la fascia di età compresa tra i 15 ed i 64 anni ha registrato un aumento del 3,5% attestandosi intorno al 13,3%. Il numero di occupati in Turchia ammonta a 28.2 milioni, registrando una diminuzione annuale di circa 810.000 persone. Il TurkStat ha dichiarato che il tasso di occupazione è del 46% con una riduzione dell’1,9%. Inoltre, al riguardo della distribuzione degli occupati nei vari settori dell’economia, l’istituto ha evidenziato come il 17,6% è impiegato nell’agricoltura, il 19,7% nell’industria, il 5,7% nelle costruzioni ed il 56,9% nei servizi. L’istituto ha affermato che la forza lavoro in Turchia è aumentata, su base annua, di 360.000 persone fino a raggiungere il numero attuale di 32.4 milioni.

Il tasso di partecipazione alla forza lavoro del paese, nello stesso mese, è stato del 52,9%. Questo era costituito al 71,8% da uomini e al 34,5% da donne.

Il tasso di occupazione non registrato (lavoro in nero), ovvero relativo a quelle persone che svolgono attività lavorativa senza possedere un regolare contratto, nel mese di aprile era del 34,2 %. Tasso cresciuto annualmente dello 0,9%.

Nello scorso anno, in Turchia il tasso di disoccupazione è oscillato tra il 9,6% ed il 13,5%. A partire dal 2014, i dati più significativi sono stati registrati nei mesi di gennaio e febbraio di quest’anno con un tasso del 14,7%, mentre l’indice più basso è stato registrato nel mese di maggio del 2014 con un tasso dell’8,8%.

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