
11.07.2022
Avviata una nuova fase nelle relazioni bilaterali tra Ankara e Riyadh che mira a normalizzare i rapporti tra i due Paesi soprattutto in campo economico e commerciale.
Il principe ereditario Mohammed bin Salman lo scorso 22 giugno ha incontrato il Presidente Recep Tayyip Erdoğan nel complesso Presidenziale nella capitale Ankara. Una visita “storica” che fa seguito a quella compiuta dal Presidente turco dello scorso aprile per ricucire le relazioni tra due potenze regionali e riprendere il commercio bilaterale che era stato interrotto dopo le reciproche restrizioni al commercio, ai collegamenti aerei e nel settore radiotelevisivo. Durante la visita sono stati firmati accordi su energia, economia e sicurezza. In lavorazione anche un piano per l'ingresso di fondi sauditi nel mercato azionario turco.
Le relazioni tra Turchia e Arabia Saudita si erano deteriorate nell'ultimo decennio, ma entrambi i Paesi stanno ora cercando di recuperare il tempo perduto ravvivando i legami, sviluppando e diversificando le loro opportunità commerciali con gli occhi puntati agli investimenti e alle partnership, soprattutto nel settore bancario. L’Arabia Saudita può giocare un ruolo sempre più decisivo nel sostenere la politica economica inaugurata dal Presidente Erdogan, che punto tutto sulla crescita, assicurando introiti in importanti settori quali il turismo, i grandi lavori infrastrutturali, i trasporti.
Durante l’incontro tra il Principe saudita ed il Presidente turco si è anche parlato di smart cities, digitalizzazione, di start up e R&D e di energia (l’Arabia Saudita è uno dei primi dieci produttori al mondo di gas naturale e ha riserve importanti che, pur destinate attualmente in larga parte al consumo interno, grazie al processo nazionale di decarbonizzazione, potranno in futuro essere sempre più esportate all’estero). Il rilancio nei rapporti con l'Arabia Saudita fa seguito all’altro riavvicinamento storico tra la Turchia e gli Emirati Arabi Uniti. L’Arabia Saudita, come detto, potrebbe sostenere la Turchia con importanti investimenti finanziari e riaprire il suo fiorente settore edile alle aziende turche che si erano installate nel Regno prima dello scoppio della Primavera Araba che aveva di fatto inasprito le relazioni tra i due Paesi.
Il commercio bilaterale, i rapporti economici (ad esempio nel ricco settore saudita del petrolchimico) oltre che nel già citato settore edile, sono alla base di questo riavvicinamento. L’obiettivo è quello di incrementare l’export turco nel Regno ad oltre 10 miliardi all'anno (prima che il commercio si fermasse, i rapporti bilaterali erano soddisfacenti con esportazioni turche che sfioravano i 7 miliardi di dollari). A testimonianza del forte “baricentro” commerciale che ha avuto la Visita bilaterale, il Principe ereditario Mohammed bin Salman era accompagnato da una folta delegazione di imprenditori.
Discussi anche un eventuale accordo di swap in valuta ed un accordo economico o di cooperazione finanziaria. Nel frattempo sono stati firmati impegni tra i due leader per 7,7 miliardi di dollari. Una maggiore cooperazione e poi prevista anche nel settore difesa.
Le relazioni tra la Turchia ed il mondo arabo stanno vivendo un momento di grande disgelo dopo anni di spaccature: Ankara è impegnata in sforzi per ricucire i legami con diverse potenze regionali, in primis Emirati Arabi Uniti, Egitto e Arabia Saudita. Questo intenso rapporto diplomatico si rifletterà sulle relazioni economico-commerciali della Turchia con i Paesi dell’area come è stato testimoniato dal recente vertice tenutosi nella provincia sudorientale della Turchia lo scorso 10 giugno organizzato dall'Associazione degli industriali e degli imprenditori indipendenti (MÜSİAD) in collaborazione con l'International Business Forum (IBF) e con il supporto del Ministero del Commercio turco. Il vertice, che ha riunito oltre mille e cinquecento industriali, imprenditori e investitori della Turchia e dai Paesi del Medio Oriente, ha costituito, secondo le parole del Direttore di MÜSİAD, Mahmut Asmalı, un momento importante per le future relazioni turco-arabe e per le oltre 40 mila imprese in Turchia che sono oggi gestite da imprenditori di origine araba e che danno occupazione a oltre 1 milione di persone.