Accresciuta fiducia nei rapporti politici tra Turchia e UE ma cresce anche quella nei confronti delle relazioni economico-commerciali; “SME-Survey” dell’Ue.

L’adesione all’Unione Europea resta un obiettivo strategico del Governo di Ankara, ha dichiarato lo scorso 4 aprile il Ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu, in un'intervista rilasciata al mensile "Kriter". Il Capo della diplomazia turca ha aggiunto che anche i negoziati per l’ammodernamento dell'unione doganale dovrebbero essere avviati il prima possibile. Gli fa eco un recente rapporto di indagine su larga scala sulle opinioni del settore privato turco in merito alle relazioni commerciali Unione Europea-Turchia. Su un totale di quasi duemila imprese di tutte le regioni della Turchia, la stragrande maggioranza delle imprese (piccole e medie) pari al 92% delle intervistate, sono favorevoli alla modernizzazione dell’accordo sull’unione doganale. Il sostegno all'adesione all'UE rimane elevato nel settore privato (60%), il coordinamento per la protezione dell'ambiente si attesta al 59% mentre il 76% ha sostenuto la recente ratifica della Turchia dell'Accordo di Parigi; infine oltre il 50% degli intervistati è a conoscenza della “road map” del Green Deal dell'Ue e ben il 74% delle imprese si dichiara favorevole a un rafforzamento della cooperazione UE-Turchia nel campo della digitalizzazione.

L'indagine, la terza del suo genere, si inserisce nel progetto denominato “Turkey-EU Business Dialogue (TEBD) che prevede appunto un “SME Survey”. L’iniziativa è cofinanziata dall'UE e fa parte del programma di preadesione della Turchia. L'Associazione delle Camere di Commercio e Industria Europee (Eurochambres) con sede a Bruxelles e l'Unione delle Camere e degli scambi di merci della Turchia (TOBB) con sede ad Ankara si sono unite per allargare l’indagine alle PMI turche che, come noto, rappresentano il 95% del tessuto imprenditoriale turco. Più in generale, un maggiore coordinamento tra Ue e Turchia in questa fase critica della storia delle relazioni tra Nato/Ue e Federazione Russa, è auspicato dalla stragrande maggioranza delle PMI intervistate, le quali ritengono anche utile diversificare gli approvvigionamenti tenendo presente che, sebbene la Turchia abbia un grande potenziale di sfruttamento delle energie rinnovabili, alcuni minerali necessari ad esempio per le batterie dei pannelli solari o dei generatori eolici dopo lo scoppio della guerra sono di difficile reperimento.

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