Ankara garantisca che la Turchia non avrà problemi questo inverno: le bollette non svuoteranno i portafogli dei cittadini turchi grazie alla predisposizione di appositi sussidi. Focus sugli approvvigionamenti di gas della Turchia

Il Ministro dell'energia e delle risorse naturali Fatih Dönmez ha dichiarato recentemente che l’aiuto alle famiglie turche per contrastare il caro bolletta ha raggiunto, per il riscaldamento, i 150 miliardi di lire turche (circa 8,2 miliardi di dollari) nei primi sei mesi del 2022; un impegno del Governo di Ankara con lo scopo di proteggere i cittadini dall'aumento incontrollato dei prezzi dell'energia. Il sussidio, che si concretizzerebbe in circa 2 mila lire turche a famiglia, servirebbe, nelle parole del Ministro, a far fronte ad un consumo di gas naturale che nel 2021 è stato superiore ai 60 miliardi di metri cubi di gas naturale (rispetto ai 48 miliardi del 2020). Dönmez ha anche ricordato che nel 2020 mille metri cubi di gas costavano circa 150 dollari, mentre oggi il prezzo è salito a circa 2 mila dollari.

Tuttavia il volume delle riserve di gas naturale scoperte nel Mar Nero a Sakarya, potranno assicurare al Paese entro il 2023 una fornitura più continua e ridurre la dipendenza dall’import russo. Il giacimento di Sakaraya scoperto nell’estate del 2020 avrebbe riserve di gas naturale per oltre 600 miliardi metri cubi. Situato al largo della provincia settentrionale di Zonguldak, circa 140 chilometri del gasdotto sottomarino (lungo in totale 170 chilometri) sono stati completati e, dalla scorsa estate, le navi posatubi dell’italiana Saipem “Castorone” e “Castoro 10” stanno assicurando la posa dei tubi prodotti dall’italiana Tenaris.

La nostra Castorone sta installando la sezione di tubi in acque profonde mentre la Castoro 10 ha l'incarico di installare 5 chilometri di condotta in acque basse.

La Turchia punta dunque a trasferire 10 milioni di metri cubi (mcm) di gas naturale al giorno a partire dal 2023 che sarebbero sufficienti per far fronte alla domanda crescente interna insieme alle importazioni di gas naturale e liquefatto (GNL) dall’estero, senza il rischio di subire interruzioni durante l’imminente inverno. Per altro lo stoccaggio sotterraneo di gas naturale della Turchia consentirebbe di soddisfare la domanda interna già a cominciare dall’inizio dell’autunno: la Turchia, infatti, dispone due strutture: la prima è rappresentata dall'impianto di stoccaggio sotterraneo di gas naturale di Silivri,; la seconda è invece la struttura sotterranea di gas naturale di Tüz Gölü (letteralmente Lago di Tuz). Complessivamente esse assicurano al Paese 5,6 miliardi di metri cubi (bcm), circa il 10% del consumo annuale di gas della Turchia, sufficienti per coprire il fabbisogno per più di un mese a cui vanno aggiunte le forniture di gas naturale da Iran, Azerbaigian e Russia (che copre quasi la metà del fabbisogno energetico turco attraverso il TurkStream) e quelle di gas naturale liquefatto (GNL) da Qatar, Nigeria, Norvegia, Algeria e Stati Uniti (la Turchia ha aumentato i suoi acquisti di GNL del 102% a 561 milioni di tonnellate).

Inoltre il Paese ospita quattro terminali GNL mentre un quinto terminal è in costruzione a Saros, nella provincia di Edirne, ed è prevista in futuro la messa in operatività di una nuova centrale nucleare, la prima in Turchia, grazie alla collaborazione con la russa Rosatom.

Non va dimenticato, infine, l'uso efficace dell'energia solare. Lo sfruttamento dell’energia solare, cosi come di quella eolica, è molto avanzato ed è in grado di ridurre notevolmente le emissioni di gas serra dell'industria elettrica e aumentare la sicurezza energetica.

Con una durata media giornaliera del sole di oltre 8 ore le centrali solari turche, dislocate in ben 78 province del Paese, sono in grado di generare una capacità di energia solare installata di 8,3 GW che dovrebbe superare i 30 GW entro il 2030; la centrale solare di Karapınar Solar Power Plant (GES) installata a Konya, la più grande della Turchia e tra le più importanti in Europa, raggiungerà la piena capacità con i suoi 1350 MW di potenza installata entro la fine del 2022.

A pieno regime la GES di Konya si prevede che possa fornire energia elettrica pulita a oltre 2 milioni di famiglie in attesa che anche la Turchia possa sviluppare anche la tecnologia idonea per lo sfruttamento dell’idrogeno.

La Turchia sta inoltre avviando negoziazioni con l'Oman per il commercio di gas naturale e più recentemente ha avuto colloqui con il Presidente della Petroliam Nasional Berhad (PETRONAS) malese.

La Federazione Russa resta tuttavia, almeno per ora, il più grande fornitore di gas naturale alla Turchia con oltre 2 miliardi di metri cubi, ma le importazioni sono diminuite dallo scoppio dell’invasione dell’Ucraina di quasi il 30% su base annua cosi come e’ calata la quota dall'Iran del 22,2%.

Sarebbero invece aumentate le importazioni di gas naturale dagli Stati Uniti (del 100% su base annua a 299 milioni di metri cubi) e quelle dall'Azerbaigian (aumentate del 40% a 729 milioni metri cubi). Nel dettaglio, nella prima metà del 2022, le importazioni turche di gas naturale sono state pari a 30,8 miliardi di metri cubi, con un aumento dell'1,7% su base annua, mentre i consumi interni sono aumentati dello 0,45% a circa 32 miliardi di metri cubi.

Nell'ultimo programma economico “Medium Term Program” pubblicato lo scorso 5 settembre dal Ministero delle Finanze, le previsioni macroeconomiche e le stime per il 2023-2025 per il settore energetico prevedono una spesa per le importazioni di energia di 103,5 miliardi di dollari nel 2022; si prevede che la bolletta energetica del Paese diminuirà a 85 miliardi di dollari nel 2023 e poi fino a 76,3 miliardi nel 2024 per attestarsi infine a 70,9 miliardi di dollari nel 2025.

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