Cresce il numero dei Paesi europei che scelgono il mercato turco come alternativa a quello asiatico per delocalizzare le proprie attività produttive (“new shoring”)

L’impatto della pandemia sulla economia mondiale ha avuto conseguenze pesanti per ogni settore produttivo. Tali cambiamenti hanno costretto molti Paesi europei a spostare la loro produzione e diversificare gli abituali canali di approvvigionamento anche a causa del forte incremento delle spese di trasporto marittimo. I recenti casi del colosso svedese “IKEA” e il retail di abbigliamento polacco “LPP” che hanno manifestato l’intenzione di sposare in Turchia gran parte della loro produzione per far fronte ai problemi con le loro abituali catene di approvvigionamento, ne sono uno dei tanti esempi. A questi si aggiungono i casi del colosso farmaceutico tedesco “Boehringer Ingelheim”, l'azienda di packaging belga “DW Reusables” e la Giapponese “Daikin”, già presenti in Turchia ma che hanno anch’essi annunciato nuovi IDE attraverso l’acquisizione di quote di aziende locali. A questo proposito l’ente camerale britannico in Turchia ha commentato che alcune aziende inglesi - quelle ad esempio del settore automotive - che hanno attualmente i propri impianti produttivi nel sud est asiatico, hanno manifestato il forte interesse a ridurre i costi di produzione attraverso la frammentazione e lo spostamento in Turchia soprattutto delle loro produzioni “labour intensive” e quelle “green” considerando per quest’ultime l’elevato livello di sviluppo raggiunto dalla Turchia nelle rinnovabili. Anche sul versante italiano si assiste ad un crescente interesse per il “near-shoring” in Turchia. Queste operazioni sono favorite anche dalla buona infrastruttura logistica di cui la Turchia si è dotata negli ultimi anni, in particolare nel settore portuale ma anche attraverso gli investimenti previsti in prospettiva nel settore ferroviario, nell’ambito della Strategia governativa 2023. La presenza di numerose Free Trade Zones e la collocazione geografica strategica del Paese - che rende conveniente sia il movimento di container che il trasporto combinato (Ro-Ro) – sono ulteriori fattori che possono agevolare i processi di “re-shoring”. L’Agenzia Presidenziale per gli Investimenti Esteri (www.invest.gov.tr), presieduta da Burak Daglioglu, è attiva da diversi anni per cercare di favorire le operazioni delle compagnie straniere che intendono effettuare un investimento in Turchia.

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