Dopo aver ratificato l’accordo di Parigi sui cambiamenti climatici, la Turchia lavora sulla propria capacità di affrontare le sfide del cambiamento climatico grazie all’arrivo di fondi per la green transition

Dopo la recente decisione di ratificare gli Accordi di Parigi, accolta con molto favore dalla comunità internazionale, la Turchia si appresta a ricevere un sostegno finanziario di quasi 30 miliardi di Lire turche in prestiti (pari a circa 3 miliardi di Dollari, di cui oltre 66 milioni in sovvenzioni) nell’ambito di un accordo in via di definizione con la Banca Mondiale e con alcuni Paesi dell’Ue. Rivolgendosi al proprio partito, il Presidente Erdogan ha affermato che, dopo la lotta alla pandemia combattuta con efficienza dalla solida infrastruttura sanitaria, la Turchia intende rispettare le politiche di transizione energetica con importanti investimenti per contrastare le emissioni di carbonio (riduzione di CO2 del 21% entro il 2030) grazie anche al contributo di Tubitak, il CNR turco. Hasan Mandal, Presidente di Tubitak, ha affermato che l’Ente si impegnerà per favorire l’obiettivo delle zero emissioni entro il 2053. Tubitak coordina, con il sostegno del Ministero dell’Industria e delle Tecnologa di Ankara, la road map rivolta al rispetto del “green development tecnology” per la creazione di un ecosistema di intelligenza artificiale per contrastare le emissioni di CO2 e favorire un’energia verde.

La capacità installata di energie rinnovabili della Turchia è aumentata di 2,602 megawatt rispetto alla fine del 2020. Secondo una recente stima della TEIAS (Turkeys’ Electricity Trasmission Corporation), la capacità di produzione totale della Turchia è pari a 98,493 megawatt, di cui 52,353 provenienti da energie rinnovabili cosi distribuite: 32% idroelettrica (31,4 MW); 10,2% eolica (10 MW) - in forte espansione secondo l’ultimo rapporto del TEIAS soprattutto nella regione dell’Egeo; 7,5% solare (7,4 MW); 1,8% biomasse e 1,7% geotermico.

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