Dopo i due terribili terremoti dello scorso febbraio nei territori rurali colpiti la produzione agricola crolla del 20%

La FAO ha lanciato un appello per 112 milioni di dollari per far fronte all’emergenza alimentare nelle undici regioni del sud-est della Turchia che a seguito dei sismi del 6 febbraio hanno riportato gravi danni non solo ai raccolti ma anche al bestiame, alla pesca e all’acquacoltura e alle infrastrutture agricole.

Quasi due terzi della popolazione che viveva nelle aree colpite, faceva affidamento all’agricoltura per il proprio sostentamento. Le 11 province colpite si caratterizzano infatti per la forte vocazione agricola tanto da meritarsi l’appellativo di “mezzaluna fertile” della Turchia rappresentando prima della distruzione il 15% del PIL agricolo ed il 20% dell’export agroalimentare del Paese.

Le valutazioni dei danni causati al settore agricolo della Turchia ammontano al momento a oltre 1,3 miliardi di dollari con perdite stimate in oltre 5 miliardi con un impatto devastante non solo sulle strutture fisiche (ad esempio i fienili) ma anche sulle scorte andate totalmente distrutte (ad esempio i mangimi), sulla distribuzione di vaccini veterinari- di fatto interrotta - con forti rischi di afta epizootica e preoccupanti conseguenze sulle condizioni di allevamento degli animali. Nelle regioni colpite dai sismi l’allevamento dei bovini rappresenta il 13% di quella totale e quasi il 20% di ovini e caprini. Anche il settore ittico è stato duramente colpito e compromessa la capacità di riproduzione futura di alcune specie ittiche chiave. Imponenti i danni su alcuni prodotti dell’agroalimentare che in quelle regioni rappresentavano una quota superiore alla media nazionale come le produzioni di albicocche, mandorle, melograni e olive.

La FAO ha segnalato che per la Turchia: “la stagione agricola è già avviata e con essa è necessario che il supporto finanziario degli stakeholder sia fornito in tempi ristretti e in sintonia con tutti gli attori internazionali coinvolti nella ricostruzione delle aree colpiti dai sismi”, mettendo in evidenza che il territorio colpito rappresentava il 17% dell’area agricola di tutta la Turchia e che sarà fondamentale predisporre un piano di azione di tutti gli organismi internazionali coinvolti (FAO, l’UNDP e la WB) che possa prevedere ulteriori interventi e impegni che si andranno ad aggiungere alle campagne internazionali già attivate per il sostegno alle popolazioni sfollate come ad esempio il “Flash Appeal Türkiye con WHO” (fondo di circa 25 milioni di dollari) che ha già identificato i fabbisogni da destinare al settore agricolo.

Nel frattempo la FAO dovrebbe aumentare gli aiuti attraverso il suo fondo speciale per le attività di emergenza (“Sfera”) soprattutto verso le province più colpite come quelle di Hatay, Adıyaman, Kahramanmaraş, Malatya, oltre al distretto di Gaziantep per poter affrontare le esigenze umanitarie anche il prossimo anno.

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