Erdoğan a Tashkent per partecipare al Vertice dell’Organizzazione di Cooperazione economica “ECO”.

Si è svolto nella Capitale dell’Uzbekistan dall’8 al 9 novembre scorsi, il 16mo Vertice dell'Organizzazione per la cooperazione economica (ECO) che ha visto la partecipazione di dei Capi di Stato e di Governo di otto Paesi.

L'ECO, fondata da Turchia, Pakistan e Iran nel 1985 dal 1992 comprende anche Afghanistan, Azerbaigian, Kazakhstan, Kirghizistan, Tagikistan e Uzbekistan. Il Presidente Recep Tayyip Erdoğan, intervenuto al Summit, ha invitato i Paesi membri a rafforzare il potenziale di cooperazione espandendo i rapporti commerciali e quelli turistici auspicando un maggiore sforzo nell’affrontare i temi legati all’energia, all’ambiente e ai trasporti.

Il Presidente turco ha poi espresso l’esigenza di un più frequente dialogo e un maggiore coordinamento tra i Paesi membri per migliorare la struttura multilaterale dell’ECO a vantaggio della stabilità e della prosperità dei Paesi che ne fanno parte: “con una popolazione di 500 milioni di abitanti e un reddito di 1,5 trilioni di dollari, l’ECO” - ha aggiunto Erdoğan – “ha registrato però un interscambio commerciale di soli 85 miliardi di dollari”.

Secondo Erdoğan è pertanto necessario rafforzare il potenziale di cooperazione attraverso, ad esempio, l’implementazione dell’Accordo commerciale dell’Organizzazione per la cooperazione economica (ECOTA) e con una più ampia partecipazione alle consultazioni della ETDB, la “ECO Trade & Development Bank” che ha sede a Istanbul.

Al di là della partecipazione del Presidente Erdoğan al vertice uzbeko e qualche settimana prima a quello kazako, le recenti tappe nelle capitali dell’Asia centrale del leader turco indicano come la Turchia sia sempre più interessata alla Regione, in un momento in cui il blocco dei Paesi post-sovietici sta cercando di diversificare i partenariati.

Da considerare, inoltre, che nel settore energetico Turkmenistan e Kazakistan (tra i maggiori esportatori di gas, petrolio) potrebbero far affidamento alla Turchia come nuovo “hub” energetico in alternativa ai gasdotti russi per raggiungere l’Europa. Solo nel 2022, il Kazakistan ha estratto il 43% dell’uranio mondiale utilizzato per la produzione di elettricità mentre per quanto attiene alle riserve di gas naturale, il Turkmenistan è al sesto posto nel mondo, il Kazakistan si colloca al 15° e l'Uzbekistan al 19° nella graduatoria mondiale.

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