Grande solidarietà a Turchia e Siria. I contributi dell’Italia, dell’UE, della comunità internazionale, delle ONG e degli organismi internazionali

La comunità internazionale si è subito stretta intorno a Turchia e Siria a seguito dei due sismi dello scorso 6 febbraio che hanno provocato decina di migliaia di vittime e altrettanti feriti e dispersi. La macchina degli aiuti internazionali si è messa rapidamente in moto con l’Italia in testa insieme a Israele, Spagna, Giappone, Regno Unito, Bulgaria, Azerbaijan, USA e Cina, tra i primi a raggiungere le zone devastate dal terremoto. Anche Grecia e Armenia, Paesi che storicamente non hanno con la Turchia eccellenti relazioni, sono stati i primi a raggiungere le zone colpite dai sismi. Ma la mobilitazione in meno di 48 ore ha interessato anche moltissimi altri Paesi, che hanno immediatamente inviato squadre specializzate in “urban search and rescue” (USAR).

Nello specifico, al team italiano, composto dei nostri Vigili del Fuoco e della Guardia di Finanza con le unità cinofile, la Protezione Civile e personale sanitario. Alla squadra italiana, su incarico dell’Onu, è stato assegnato il coordinamento nella zona di Antiochia (Hatay) dei team USAR di Cina, Regno Unito, Serbia, Croazia, Bosnia Erzegovina, Oman, Hong Kong, Sud Africa, Grecia, Bahrain, Kosovo, Olanda, Qatar, Pakistan, Messico, Arabia Saudita, Vietnam, Senegal, Honduras, Colombia, Tailandia, Corea del Sud e Georgia. La presenza italiana a sostegno delle popolazioni colpite nella regione di Hatay ha assicurato 156 unità di personale tra civile e sanitario. Tra gli aiuti va segnalato anche l’ospedale campo messo a disposizione dalla Regione Piemonte giunto con la nave militare “San Marco” e allestito a Defne, che ha assistito finora oltre 2000 persone facendo partorire anche 23 neonati. Sabato 4 marzo si è svolta la cerimonia ufficiale di trasferimento dell’ospedale dalla Regione Piemonte, per il tramite della Protezione Civile, al Ministero della Salute turco. Per l’occasione è giunta dall’Italia una delegazione ad hoc capeggiata dal Presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio.

Più in generale, sul fronte degli aiuti internazionali, il personale straniero, tra squadre di ricerca e soccorso, operatori sanitari e volontari ha superato le undicimila presenze. Tra le Organizzazioni Internazionali, il WFP (World Food Program) sta contribuendo con oltre 70 milioni di dollari, la FAO ha lanciato un appello per aiuti del valore di 1 miliardo di dollari e la Banca Mondiale ha stanziato 1,8 miliardi. Anche la Federazione Internazionale della Croce Rossa ha contribuito con aiuti diretti alla Mezzaluna Rossa Turca – Kizilay, che fornisce pasti caldi L’Unione Europea ha stanziato inizialmente 53 milioni di dollari oltre a fornire materiali come sacchi a pelo, tende, stufette, coperte, brandine, generatori e bagni trasportabili raccolti tramite il Meccanismo UE di Protezione Civile (EUPCM) che ha mobilitato una quarantina di squadre di intervento provenienti da 21 Paesi dell’Ue. Prossimamente è in programma a Bruxelles una Conferenza dei donatori convocata dalla Presidente della Commissione e dal Primo Ministro svedese.

Secondo le ultime stime dell'AFAD, oltre 300 mila addetti alla ricerca e al soccorso, sono stati impiegati nelle settimane dopo i due sismi, con l’utilizzo di oltre 15 mila veicoli, 121 elicotteri e 75 aerei, contribuendo all'evacuazione di oltre 300 mila sfollati dalle 11 province colpite dal terremoto.

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