I devastanti sismi peseranno nel breve periodo sul PIL turco. Tuttavia i maggiori investimenti per la ricostruzione dovrebbero generare una crescita più sostenuta nel medio-lungo termine

Il Prodotto Interno Lordo della Turchia ha mostrato una buona performance per tutto il 2022, crescendo nei primi 3 trimestri rispettivamente del 7,6, 7,8 e del 4 per cento mentre nell’ultimo trimestre si era attestato al 3,5% risentendo del peggioramento delle condizioni economiche dei principali partner commerciali internazionali della Turchia.

Alla crescita del Paese nel 2022 hanno contribuito le esportazioni e gli investimenti in macchinari e attrezzature (2/3 del tasso di crescita della Turchia nel 2022).

I dati ufficiali resi noti da TurkStat lo scorso 28 febbraio, indicano in PIL al +5,6% con un reddito pro-capite a 10.665 dollari per l’intero 2022; crescita solida (anche se più lenta rispetto agli anni precedenti) che colloca la Turchia al 3° posto in Europa e al 5° al mondo tra le economie che sono cresciute di più lo scorso anno.

Il Pil della Turchia si attesta oggi a 905,5 miliardi rispetto agli 807,1 del 2021 (16° economia al mondo), il più alto livello degli ultimi 8 anni.

Le percentuali mancanti sono 7,8% e del 7,6% rispettivamente nel I e nel II trimestre del 2022. Nel III, II e I trimestre del 2021, il tasso di crescita del PIL turco era stato rispettivamente del 7,9%, 22,2% e del 7,5%. Nel 2021 la crescita del PIL era stata dell’11,4%.

La crescita dovrebbe tuttavia essere più sostenuta nel lungo periodo per maggiori investimenti per la ricostruzione nelle regioni distrutte dai terremoti; lo scorso 4 marzo Moody's nel suo ultimo “Global Macro Outlook 2023-24”, ha rivisto al rialzo le sue previsioni di crescita economica turca, in aumento nel 2023 rispetto al 2% della proiezione precedente e che si attesterebbe al 4% nel 2024 (rispetto alla precedente stima del 3%) con un tasso di inflazione più elevato rispetto alle stime precedenti al terremoto.

Moody's ha poi aggiunto, riguardo le previsioni di crescita, che “molto dipenderà dall'entità del sostegno della politica fiscale e monetaria alle regioni colpite che hanno una popolazione complessiva di circa 9,5 milioni di persone, il 14% della popolazione totale, e rappresentano una quota del 9,3% del PIL turco, l'11,2% del settore industriale e il 14% della produzione agricola”.

L'agenzia ha infine evidenziato come la politica monetaria espansiva di alcuni grandi mercati emergenti, tra cui India, Brasile, Messico e Turchia, abbia consentito uno slancio dell’economia positivo rispetto, ad esempio, a quello mostrato da altri Paesi G20, la cui stretta monetaria nel 2022 fa prevedere, secondo Moody's, una crescita economica per tutto il gruppo G20 che potrebbe scendere al 2% nel 2023 rispetto al al 2,7% registrato nel 2022, per poi risalire al 2,4% nel 2024.

Nel frattempo, sempre l'Istituto statistico turco (TÜİK), ha reso pubblici gli indici sintetici di fiducia nelle varie componenti dell’economia turca del mese di febbraio 2023 rispetto a quello precedente di gennaio (da notare gli indici sono stati rilevati qualche giorno prima del 6 febbraio): quello economico generale principale è sceso dello 0,3% su base mensile lo scorso mese di febbraio rispetto al mese precedente, passando da 99.3 a 99.1, mentre l’indice di fiducia dei consumatori (82,5) è aumentato del 4,3% nel periodo in osservazione restando però ben al di sotto della soglia di 100 punti.

Quello composito del clima di fiducia delle imprese ha fatto registrare un +6,1%. Scomponendo il dato, si rileva un leggero calo di fiducia del settore reale (-1,0%) con 102,4, mentre nel settore dei servizi (115.5%) il calo è stato più pronunciato (2,2%). Anche nel settore del commercio al dettaglio si registra un calo del 2,4% (123,1%) mentre il settore delle costruzioni, che aveva fatto registrare una dinamica positiva nella precedente rilevazione (+1,5%), scende anch’esso del 3,6% e si attesta all’89,9%.

L’indice “FSCI” (Financial Service Confidence Index), perde 4,4 punti base ma si mantiene ben al di sopra della soglia di 100 punti, attestandosi al 141,3%.

L’indice “RPPI” (Residential Property Price Index) sale invece al 167,8% a dicembre 2022 rispetto all’analogo mese di un anno prima. L’indice ha fatto registrare incrementi in tutte tre le principali città della Turchia (174,2% Istanbul, 172,7 Ankara e 168,3% Izmir).

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