Revisione dell’Unione Doganale: partecipazione dell’Ambasciatore Marrapodi all’incontro ad Istanbul dopo la visita a Bruxelles dei rappresentanti dei principali enti camerali europei in Turchia

Si è svolto lo scorso 6 settembre ad Istanbul un incontro tra l’Ambasciatore d’Italia Giorgio Marrapodi ed i rappresentanti delle Camere di Commercio del principali Paesi europei in Turchia per confrontarsi ed analizzare gli esiti della missione di sistema condotta dagli Enti Camerali a Bruxelles. Scopo principale della missione era quello di perorare la causa della revisione e modernizzazione dell’Accordo di Unione Doganale Turchia-UE, risalente agli anni ’90.

Quello della modernizzazione e dell’ampliamento del campo di applicazione dell'attuale Unione Doganale tra Turchia e Unione europea è un processo cui da anni si guarda con grande aspettativa in Turchia (risalgono al 2014 i colloqui iniziali) e in questi mesi invocato spesso dal Governo di Ankara. Se si considera che l'Accordo è stato attuato per la prima volta nel 1996 e, da allora, non è mai stato aggiornato mentre l'economia mondiale e gli schemi commerciali sono completamente cambiati in quasi 3 decenni, è chiaro che intere gamme di prodotti e settori restano completamente esclusi dalla disciplina, basti pensare ad esempio alla categoria dei servizi, assente nell'attuale regime di Unione doganale. Questa esigenza di rilancio è chiaramente mostrata anche nel Position Paper realizzato nel 2021 da TOBB (L’Unione delle Camere di Commercio turche) e dalle Camere di Commercio Estere Bilaterali in Turchia.

Nel 2019, prima della Pandemia, il volume totale degli scambi bilaterali tra la Turchia e l'UE era di 141 miliardi di dollari. I dati più recenti elaborati dall’Ufficio ICE (vedi infra.) mostrano che il commercio bilaterale tra Turchia e Ue nei primi sei mesi del 2022 ha già raggiunto i 114 miliardi di dollari con un aumento del 14% rispetto ai primi sei mesi del 2021. Con ogni probabilità questo trend in crescita proseguirà anche nei prossimi anni, favorito dal “near-shoring” delle catene del valore che l'Emergenza Covid-19 ha innescato. Questo è un chiaro indicatore del fatto che l’attuale Accordo non possa più essere considerato adeguato ai tempi, escludendo una gamma rilevante di settori commerciali che va dall’agricoltura agli appalti pubblici, passando per il commercio elettronico ed i servizi. Viene stimato che l’ampliamento dell’Accordo a questi vitali settori possa notevolmente incidere sul commercio bilaterale UE-Turchia con oltre 300 miliardi di dollari di interscambio all’anno rispetto agli attuali 165 miliardi di dollari oltre che contribuire alla crescita del PIL della Turchia fino all’1,9%.

I Presidenti degli enti camerali europei in Turchia durante la missione a Bruxelles hanno posto l’accento sull'interesse reciproco per arrivare alla ripresa dei negoziati per la modernizzazione dell’Accordo segnalando che la Turchia è peraltro l'unico Paese extra UE con un accordo di unione doganale con l’UE congelato, ed evidenziando l’affidabilità oramai raggiunta dalla Turchia come interlocutore di fondamentale importanza per l’UE. I presidenti hanno concluso affermando che non possono più essere considerati sufficienti gli “accordi temporanei” del passato per oltrepassare le barriere tariffarie e i dazi nell’entrata e nell’uscita di merci e servizi tra l’UE e la Turchia.

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