Il Ministro delle Finanze, Nureddin Nebati, resta fiducioso su un calo del tasso di inflazione dopo l’estate e una sua normalizzazione dopo l’autunno ma il tasso sui dodici mesi sale al 61,14% a marzo.

“L'inflazione in Turchia inizierà a diminuire in estate” ha dichiarato il Ministro del Tesoro e delle Finanze turco Nureddin Nebati da Cannes intervenendo lo scorso 15 marzo alla rassegna fieristica internazionale sull’edilizia “Mipim 2022”, precisando che l’invasione russa in Ucraina ha decisamente peggiorato sia le stime sull’andamento inflazionistico in Turchia che quelle sul deficit delle partite correnti che potrebbe ulteriormente ampliarsi a fine 2022, in linea con le stime rivedute dalla BCRT, la Banca Centrale turca. Nebati dalla Francia fa sapere che il Governo è determinato a ridurre l'inflazione ad una cifra singola entro le elezioni del 2023, perseguendo una politica economica messa in atto da mesi dal Presidente Erdogan che conferma il sostegno alle esportazioni, al credito, alla crescita, all'occupazione e alla protezione dei depositi in lire turche. Nel frattempo, però, i dati sull’inflazione di marzo non sono confortanti con nuovo storico balzo al 61,14% a marzo scorso con un aumento di ben 5,46 punti in un solo mese (dato tra i sette più elevati al mondo). Secondo uno studio dell’indipendente ENA Grup, l’inflazione al consumo avrebbe in realtà registrato un +142,63% lo scorso mese di marzo mentre il tasso sui 12 mesi sarebbe salito all’82,81%.

L’effetto del conflitto russo-ucraino ha infatti decisamente influito sull’impennata delle materie prime, come del resto in tutto il Mondo, colpendo con particolare violenza il settore agricolo. L’indice dei prezzi alla produzione in Turchia (PPI) ha infatti raggiunto il 68,49% lo scorso febbraio, livello record dal 2011, mentre su base mensile l’incremento da gennaio a febbraio è stato del 13,74%; segno che i rincari sono iniziati già prima dello scoppio della crisi ucraina.

L’Istat turco, TÜİK, ha in particolare evidenziato l’aumento dei prezzi per: agrumi (+20,86%), latte (+26,19%), ortaggi (+112,5%), cereali (escluso il riso) e legumi (+92,00%). In forte crescita anche i prezzi dei trasporti (+99,12%), arredamento e mobili (+69,26%) hotel e ristoranti (+60,4%) e servizi (+60,2%).

Condividi Tweet Copia Collegamento Stampa / Salva come PDF HOMEPAGE