Il Ministro dell'energia e delle risorse naturali Fatih Dönmez è intervento lo scorso 25 luglio durante una visita al sito di stoccaggio di gas “Silivri” gestita dalla statale BOTAŞ (Petroleum Pipeline Corporation).

La Turchia sta lavorando per aumentare la capacità delle sue aree di stoccaggio strategiche di gas naturale ha affermato recentemente Fatih Dönmez, in vista del prossimo inverno. Un primo grande lavoro infrastrutturale è fase di completamento in un importante sito sotterraneo di stoccaggio (a circa 2 mila metri) nei pressi Silivri, che diventerà uno dei più grandi in Europa. Fatih Dönmez ha poi aggiunto che "attualmente l'impianto sotterraneo di gas naturale di Silivri ha un volume di stoccaggio di 3,2 miliardi di metri cubi (bcm) che aumenteranno a 4,6 bcm mentre quello del lago di Tuz (Anatolia centrale) e quasi completamente pieno”. La capacità totale delle due strutture raggiungerà i 10 miliardi di metri cubi entro il 2023 immagazzinando circa il 20% del gas che consuma la Turchia. Il numero di terminali di gas naturale liquefatto (GNL) è anch’esso in crescita: lo stoccaggio e rigassificazione del GNL avviene nei terminali di Saros Bay (ancora in fase di completamento) a nord della penisola di Gallipoli, nella Turchia nordoccidentale e in quelli di Marmara Ereğlisi GNL, nel nord-ovest, e di Aliağa Egegaz nella provincia occidentale di Izmir. L’infrastruttura di cui è dotata la Turchia assicura circa 110 milioni di metri cubi di stoccaggio e 28 milioni di metri cubi di capacità di gassificazione. Strutture fondamentali per garantire l'approvvigionamento di gas in un Paese che, come noto, dipende fortemente dalle importazioni energetiche. Si prevede che il consumo della Turchia raggiungerà un volume record di 60 miliardi di metri cubi nel 2022. La Turchia viene dunque collocata in una categoria "sicura", al pari di Paesi come Regno Unito, Paesi Bassi, Belgio, Italia, Francia e Polonia, per quanto riguarda gli approvvigionamenti nei prossimi mesi invernali, mentre, ad esempio, Romania e Bulgaria sono considerate in una categoria a "rischio" data la mancanza di terminali GNL. Altri Paesi ancora, come la Moldova, sono invece nella categoria "ad alto rischio" a causa della mancanza sia di siti di stoccaggio che di accesso ai terminali di GNL. Le capacità di stoccaggio della Turchia in vista dell'inverno sono state valutate elevate (circa l’86%) grazie ai quattro punti di ingresso di gasdotti e impianti di rigassificazione del GNL mentre il Paese ha quadruplicato la sua attuale capacità di GNL rispetto al 2016 grazie alla struttura “Saros Floating Storage Regasification Unit (FSRU), che sarà in grado di soddisfare circa la metà del consumo di punta giornaliero di GNL. La Turchia, come noto, importa gas tramite gasdotti da Russia, Azerbaigian e Iran e nel 2021 ha importato 23,6 miliardi di metri cubi dalla Russia, 7,9 miliardi di metri cubi dall'Iran e 7,5 miliardi di metri cubi dall'Azerbaigian; il 22,5% è giunto in Turchia sotto forma di GNL.

Condividi Tweet Copia Collegamento Stampa / Salva come PDF HOMEPAGE