Il ministro dell'Energia Fatih Dönmez è tornato a parlare del giacimento di gas di Sakarya nel Mar Nero. Focus sui scenari futuri per la diversificazione e l’approvvigionamento di gas naturale dall’estero

Con circa 10 miliardi di dollari di investimento (in prospettiva), un flusso di gas naturale stimato a pieno regime tra i 15 e i 20 miliardi di metri cubi (corrispondenti a circa il 30% del consumo annuo di gas della Turchia) e con riserve pari a quasi 600 miliardi di metri cubi, il maxi giacimento di gas del Mar Nero “Sakarya”, secondo una recente affermazione del Ministro Dönmez, consentirà di aumentare il flusso giornaliero di gas di 10 volte rispetto al 2021. La seconda fase, ha aggiunto Dönmez, fornirà un flusso superiore di 40 volte alla produzione di gas della Turchia. Il flusso giornaliero di 10 mcm equivale a circa 3,5 miliardi di metri cubi di gas all'anno, che potrebbero soddisfare la domanda di gas utilizzata per uso domestico mentre entro 4 quattro anni la produzione giornaliera dovrebbe raggiungere il suo livello massimo di 40 mcm al giorno.

Dal punto di vista dell’approvvigionamento di gas per i prossimi mesi invernali, il Ministro turco ha ribadito che la Turchia è al riparo da soprese collocandosi nella categoria “sicura” anche grazie alle capacità di stoccaggio del Paese e di accesso ai suoi terminali di GNL. In materia di sicurezza energetica sono inoltre in corso contatti con i tradizionali fornitori di gas naturale della Turchia (in primo luogo con l'Azerbaigian per assicurarsi il fabbisogno a lungo termine a prezzi vantaggiosi). Dönmez ha poi aggiunto che il prezzo del gas naturale scambiato al Title Transfer Facility, il mercato per le contrattazioni del gas con sede nei Paesi Bassi, che è balzato da 200 a 4 mila dollari per mille tcm (metri cubi), e oggi a 340 euro a megawattora, “impone nei prossimi anni di ampliare il programma nucleare”. La Turchia attualmente sta costruendo infatti 3 reattori nella centrale di Akkuyu di 1.114 MW di potenza ciascuno, il cui allacciamento a terra è previsto tra il 2023 ed il 2025.

Sul fronte dell’approvvigionamento energetico e della diversificazione all’estero vi sono anche contatti tra Turchia e Algeria per un accordo per l'esplorazione congiunta di petrolio e gas in Algeria così come i rapporti tra la compagnia petrolifera statale turca TP e la sua controparte algerina, Sonatrach. Nel frattempo la Turchia, il cui consumo annuo di gas è oggi superiore ai 63 miliardi di metri cubi (bcm), importa gas naturale liquefatto (GNL) dall'Algeria, quarto fornitore della Turchia dopo Russia, Azerbaigian e Iran. Il contratto decennale della Turchia con l'Algeria, che prevede 4,4 miliardi di metri cubi di GNL all'anno, scade nel 2024 ma sono stati avviati i contatti per una sua estensione (gas naturale, petrolio ferro e l'acciaio costituiscono il 90% delle esportazioni algerine in Turchia). Con il Mozambico, l’Egitto ed il Qatar sono stati avviati dei contatti dopo il mancato rinnovo del contratto con la Nigeria che assicurava 1,3 miliardi di metri cubi. Sempre in ottica di diversificazione, si rileva che di recente lo stesso Ministro dell'Energia Donmez ha annunciato di aver raggiunto con Teheran un nuovo accordo per aumentare il flusso di gas dall’Iran verso la Turchia, attraverso una revisione del contratto attualmente esistente tra le due compagnie nazionali, la BOTAS ed il NIGC, in scadenza nel 2026. L'Iran è d'altronde, dopo la Russia e l'Azerbaigian, uno dei piu' rilevanti fornitori di gas per la Turchia il cui consumo è passato dai 48 miliardi di metri cubi nel 2020 a un record di 60 miliardi di metri cubi nel 2021, e con una stima aggiornata tra i 63 e i 67 di mtc nel 2022 (l’Italia, per dare una idea, ne consuma oltre 73 miliardi di mtc all’anno).

Attualmente i gasdotti che alimentano la rete nazionale turca di distribuzione del gas (oltre che dalle importazioni dall’Iran) sono il BlueStream, il TurkStream, il TANAP.

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