Il nuovo corso della politica economica turca. Ankara alla ricerca della fiducia degli investitori internazionali

Il nuovo team economico di Erdogan, che comprende il Vicepresidente, Cevdet Yilmaz, il Ministro del Tesoro, Mehmet Şimşek, e la Governatrice della Banca centrale turca (CBRT), Hafize Gaye Erkan, si sta adoperando per guadagnare la fiducia degli investitori internazionali nei confronti dell’economia turca.

In questo contesto, il Ministro Şimşek ha rilasciato un’intervista al Financial Times il 28 settembre 2023 dove ha riaffermato la necessità di perseguire politiche economiche volte al ripristino dei fondamentali macroeconomici dell’economia turca. Il Ministro ha ribadito che la priorità è il perseguimento della stabilità dei prezzi al fine di combattere il caro vita.

Dal punto di vista della Banca centrale turca, la nuova Governatrice Erkan ha avviato un ciclo di inasprimento della politica monetaria tramite un costante aumento dei tassi di interesse. A partire da giugno, con quattro successivi rialzi, i tassi sono passati dal 8,5% al 30%, con la decisione dello scorso 21 settembre. Secondo l’annuncio della Banca centrale, l'inasprimento monetario sarà ulteriormente rafforzato "secondo le necessità, in modo graduale", con l’obiettivo di attuare la disinflazione nel 2024.

Secondo i dati diffusi il 3 ottobre dall’Istituto nazionale turco di statistica (TURKSTAT) nel mese di settembre il tasso di inflazione ha sfiorato il 62% a fronte del 59% rilevato ad agosto, con un incremento su base mensile pari al 4,75%.

Per parte sua, Şimşek, nel rimarcare la determinazione dell’Esecutivo nel combattere il caro vita, ha dichiarato che la lotta all'inflazione richiederà tempo e che sarà necessaria pazienza nel periodo di transizione, lasciando intendere che ci saranno altri aumenti dei tassi di interesse. Il Ministro ha altresì sottolineato che il ritorno degli investitori in Turchia conferma che l’economia si sta rimettendo sulla giusta traiettoria. Infatti, in questi mesi Şimşek si è intrattenuto sia con partner occidentali che con i Paesi del Golfo per stringere relazioni costruttive che possano giovare all’economia turca.

Inoltre, le misure adottate finora hanno permesso di risanare le riserve della Banca centrale turca. Secondo i dati forniti dalla Banca centrale, il rialzo dei tassi di interesse ha portato all’incremento delle riserve per quindici settimane consecutive, raggiungendo il valore più alto dallo scorso marzo. Le riserve in valuta estera ammontano a 83,8 miliardi di dollari e le riserve in oro ammontano a 41,6 miliardi di dollari, per un totale di 125,5 miliardi di dollari. Tuttavia, secondo un report della Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo rimangono ampi squilibri esterni nell’economia turca, con il debito a breve termine verso l’estero che eccede i 200 miliardi di dollari e il disavanzo delle partite correnti pari a 60 miliardi di dollari.

Anche le agenzie di rating hanno reagito positivamente al ritorno di Ankara a politiche economiche più ortodosse. Moody's ha rivisto al rialzo le previsioni di crescita economica turca nel 2023 dal 2,6% al 4,2%. Anche Fitch ha aumentato le previsioni di crescita per quest'anno dal 2,5% al 4,3%, mentre prevede una crescita del 3% nel 2024 e del 3,4% nel 2025. Standard & Poor's, pur avendo rivisto al rialzo le previsioni di crescita per il 2023, si mantiene su un più cauto 3,5%, con previsione di una crescita del 2,3% per il 2024. Nel contempo, S&P ha rivisto al rialzo l’outlook della Turchia da “negativo” a “stabile” e ha confermato il rating B. Similmente, la Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo ha rivisto al rialzo le previsioni di crescita del PIL rispetto a maggio, passando da 2,5% a 3,5%.

Il cambio di paradigma in termini di politica economica, per il momento, sta trovando sponda nello stesso Erdogan, come dichiarato dal Ministro nel corso dell’intervista. Infatti, forte del nuovo mandato politico dopo le elezioni dello scorso maggio, il Presidente ha posto la stabilità dei prezzi tra le priorità del Governo, resta latente il timore di un possibile rimodellamento dell’attuale politica economica al fine di rispondere alle logiche elettorali di breve termine in vista delle elezioni amministrative di marzo 2024.

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