Il viceministro dell'Energia e delle risorse naturali, Alparslan Bayraktar, ha annunciato lo scorso 22 novembre di aver avviato i contatti con la russa “Rosatom” per la progettazione di una seconda centrale nucleare nel Mar Nero

La Turchia ha avviato i negoziati con l'agenzia statale russa per l'energia atomica “Rosatom” per la costruzione della seconda centrale nucleare del Paese nella provincia settentrionale di “Sinop” sul Mar Nero. Lo ha recentemente dichiarato il Vice Ministro, aggiungendo che l’obiettivo prioritario della Turchia è oggi la sicurezza energetica ed in tale ottica il nucleare riveste, nei piani di Ankara, particolare priorità per consentire alla Turchia di poter rispettare l’obiettivo zero emissioni fissato entro il 2053.

Le parole del Viceministro Bayraktar sono arrivate dalla città della Federazione Russa Sochi, dove ha partecipato all'evento internazionale sull'energia nucleare “Atomexpo International Forum 2022”. Secondo Bayraktar, la Turchia ha la necessità di dotarsi di almeno 16 o 20 reattori, secondo le stime iniziali del Ministero dell’Energia e delle Risorse Naturali e compresi i 4 reattori della centrale nucleare di Akkuyu che è in fase di completamento con la formula BOO (Build-Own-Operate) e dal costo di oltre 20 miliardi di dollari. Bayraktar ha anche aggiunto che la Turchia è oggi preparata a riprendere i colloqui con la Rosatom facendo leva sull'esperienza maturata durante lo sviluppo della prima centrale di Akkuyu ma è contestualmente in contatto anche con aziende della Corea del Sud e della Cina per la progettazione di una terza centrale nucleare.

In una sessione del forum Atomexpo, il Direttore Generale di ROSATOM, Alexey Likhachev, ha affermato che non c’è da sorprendersi se molti Paesi hanno iniziato a riconsiderare il nucleare visti i prezzi del gas, aggiungendo che la Federazione non ha interrotto i legami commerciali e scientifici con molti partner stranieri (oltre alla Turchia anche il Bangladesh, l’Ungheria, l’Egitto e molti Paesi africani). Rosatom, dalla sua fondazione nel 2005, ha costruito 11 propulsori nucleari ed è attualmente impegnata nella costruzione di 23 nuovi propulsori in 8 Paesi. Contestualmente ha firmato contratti e accordi intergovernativi per ulteriori 34 reattori che interesseranno nei prossimi decenni Paesi come Uzbekistan, Kazakistan, Kirghizistan, Arabia Saudita l'Arabia, oltre a quelli sopracitati.

Paesi non legati a progetti nucleari di Rosatom, come il Brasile e gli USA nonché Germania, Francia e Regno Unito hanno da molto tempo manifestato la loro intenzione di aumentare rispettivamente di 22 e 24 GW la rispettiva quota di produzione di energia nucleare nel loro mix energetico.

La centrale nucleare di Akkuyu

La centrale nucleare di Akkuyu (i lavori iniziarono nel 2018 ma gli accordi risalgono al 2010) dovrebbe essere operativa nel 2023, in coincidenza delle celebrazioni del 100° anniversario della Repubblica di Turchia.

A lavori conclusi saranno 4 i reattori a disposizione della Turchia per 4800 MW complessivi di potenza generata. Nell’agosto del 2022 era stato ridefinito, non senza problemi giuridici, l’elenco delle società turche che partecipano ai lavori aggiornando i contratti tra Rosatom e le nuove società turche TSM Enerji Insaat Sanayi Limited Sirketi (TSM) ed inizialmente escludendo l’appaltatore IC Ictas Insaat Sanayi ve Ticaret A.S., che tornerà a lavorare negli ultimi tre reattori su quattro. L’impianto atomico di Akkuyu ha un costo totale di 20 miliardi di dollari ed è stato commissionato con la formula “Build-Own-Operate” che la Turchia ha utilizzato molto negli ultimi anni per ampliare le proprie infrastrutture senza gravare troppo nell’immediato sui conti pubblici.

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