Il Vicepresidente Yılmaz ha presentato alla stampa i dettagli del documento programmatico di bilancio per il 2024.

Il 17 ottobre 2023 il Vicepresidente (VP) Yılmaz ha presentato in conferenza stampa la proposta di legge di bilancio per il 2024, ora al vaglio del Parlamento.

La legge di bilancio prevede una spesa complessiva di 11.089 miliardi di lire (420 miliardi di dollari). Il deficit di bilancio è stimato intorno ai 2.652 miliardi di lire (46 miliardi di dollari) pari al 6,4% del PIL. Quest’ultimo dato è coerente con il peggioramento del 2023, dove il deficit aveva raggiunto sempre il 6,4% del PIL, in deciso aumento rispetto alla media del 2,4% del periodo 2003-2022.

Il VP ha evidenziato come una delle priorità principali della proposta sia quella di combattere il crescente costo della vita. Nelle intenzioni del governo la legge di bilancio – parallelamente alla lotta all’inflazione condotta dalla Banca Centrale – consentirebbe di sostenere gli strati della popolazione più danneggiati dall’aumento dei prezzi. Centrale, inoltre, è il sostegno alla ricostruzione post terremoto a cui sono dedicate importanti risorse, con attenzione particolare alla prevenzione di futuri disastri.

Circa 1.030 miliardi di lire (quasi il 2,5% del PIL) sono stati destinati alla ricostruzione post terremoto.

Aumenti consistenti al settore della difesa (1.133 miliardi di lire, in aumento del 141% rispetto al 2023) e al settore dell’istruzione (1.615 miliardi, in aumento del 148% rispetto al 2023).

A fronte quindi di una politica monetaria restrittiva, volta a contenere l’inflazione, lo strumento della politica fiscale espansiva continua a rimanere uno strumento centrale per il governo. Il dato, infatti, più evidente è quello del deficit di bilancio, compensato solo in parte dall’aumento della tassazione degli scorsi mesi.

Un deficit così alto è giustificato principalmente per coprire i costi della ricostruzione post terremoto, tuttavia nel medio periodo, come ribadito più volte dal Ministro dell’Economia Şimşek, l’obiettivo è di un riavvicinamento al 3% stabilito dai parametri di Maastricht.

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