In aumento il numero dei dinieghi alle domande di visto Schengen presentate dai cittadini turchi nel 2022 (fonte “SchengenVisaInfo”). Focus sul golden visa.

Il tasso dei dinieghi alle domande di visto Schengen avanzate dalla Turchia è aumentato nel 2022: nel 2019 su circa 906 mila domande il 10% delle richieste era stato rifiutato; il tasso è aumentato nel 2022 del 15% su 778 mila domande presentate. Il confronto è stato effettuato con i dati del 2019 a causa delle restrizioni di viaggio nel 2020 e nel 2021, quando la pandemia segnava il suo apice di contagio.

Nel dettaglio, nel 2022, su 1.517 domande presentate da cittadini turchi alla Rappresentanza Consolare estone ad Ankara, l’Estonia ne ha respinte addirittura il 52,1% (il tasso si era attestato al 16,95% nel 2019). Dopo l’Estonia è la Finlandia a far registrare il secondo più alto tasso di dinieghi; lo scorso anno, infatti, su poco più di quattro mila domande presentate all’Ambasciata finlandese ad Ankara, 1.558 sono state respinte (tasso al 40,6% contro il 23,20% del 2019). Seguono, in questa classifica pubblicata da SchengenVisaInfo, il Consolato Generale del Belgio a Istanbul (2.566 dinieghi su 7.211 domande e tasso di rifiuto del 37,7%), la Svezia (13.553 le domande presentate alla missione diplomatica svedese di cui il 22,7% è stato respinto), la Danimarca (su 5.407 domande 1.822 sono state respinte e tasso dei dinieghi che passa dal 13% del 2019 al 34% del 2022) e Norvegia (tasso di rifiuto del 31,9%).

Tra i Paesi del blocco UE, Germania, Grecia, Francia e Italia sono i Paesi che hanno registrato il maggior numero di domande presentate dalla Turchia (591 mila su un totale di 778 mila). Nel 2022, la maggior parte di dinieghi tra questi 4 Paesi vede la Germania al primo posto con un tasso di rifiuto del 21%; segue la Francia (13,4%), la Grecia (9,7%) e l'Italia al 7%. Nel dettaglio, le domande presentate alle rappresentanze diplomatiche tedesche ad Ankara, Istanbul e Izmir sono state 224 mila e quasi 50 mila domande sono state respinte (più doppio rispetto al 2019). Su 164.829 domande alle missioni consolari greche di Ankara, Edirne, Istanbul e Izmir, 15.913 sono state diniegate con un tasso di rifiuto che passa dal 4,2% del 2019 a quasi il 10% dell’anno passato. Nel 2022, infine, alle Rappresentanze Consolari Italiane in Turchia sono state presentate 87.648 domande per ottenere un visto Schengen e 6.259 richieste, pari al 7%, sono state respinte (il tasso di rifiuto, tra i più bassi dell’area Ue secondo il sondaggio, passa dal 6% del 2019 al 7% del 2022.

I Paesi del blocco UE sono rimasti per lo più in silenzio sulle cause di rifiuti e ritardi, mentre l'Ambasciata tedesca ad Ankara in una dichiarazione sul suo account Twitter del 6 giugno scorso ha espresso "soddisfazione" per il rilascio di circa 100 mila visti Schengen tra gennaio e maggio 2023 con un aumento del 50% rispetto a stesso periodo nel 2022, il tasso più alto registrato da tutti i Consolati tedeschi nel mondo.

Nel commentare i dati di SchengenVisaInfo, Firuz Bağlıkaya, Presidente dell'Associazione delle agenzie di viaggio turche (TÜRSAB), ha recentemente affermato che l’alto numero di dinieghi registrato nel 2022 ed i ritardi nel rilascio di visti Schengen alla Turchia rientrerebbero in un "blocco sistemico" che richiede una soluzione rapida; da affrontare, secondo Bağlıkaya, anche il rilascio di visti con ingressi multipli soprattutto per accademici e uomini d'affari. TÜRSAB avrebbe condiviso le sue preoccupazioni sul rilascio dei visti Schengen alla Turchia con i Consolati Generali di Francia, Italia, Grecia, Paesi Bassi e Spagna, nonché con il Regno Unito e gli Stati Uniti.

Nel frattempo, un recente studio della Henley & Partners, ha mostrato che le richieste degli investitori turchi per ottenere la residenza all’estero sono cresciute del 200% nel primo trimestre del 2023 rispetto all’analogo periodo dell'anno precedente. In crescita anche le richieste da parte di imprenditori turchi per ottenere la cittadinanza straniera. Lo studio mette in risalto che 19 Paesi in ambito G-20 dispongono di meccanismi per attrarre investimenti interni “in cambio” del diritto di soggiorno e il 60% degli Stati membri dell'Unione europea ospita programmi di migrazione per gli investitori stranieri (golden visa). Secondo Henley & Partners gli uomini d’affari turchi si sarebbero recentemente interessati anche al Portogallo e all’Italia oltre ad altre nazioni come la Giordania, UAE, Malta (che prevede la concessione della cittadinanza a persone straniere e alle loro famiglie che contribuiscono allo sviluppo economico del Paese), Egitto e Grecia e alle mete che offrono programmi “molto agevoli” come i Paesi Caribici (che non prevedono alcun requisito di residenza soprattutto per chi investe nel settore immobiliare) e quelli del Medio Oriente. In Europa i programmi sono molti ed offrono la possibilità di vivere, lavorare e studiare nel Paese e di richiedere la cittadinanza di uno Stato membro dell'UE dopo un periodo compreso tra 2 e 10 anni di residenza legale a seconda del programma, dell'origine dei candidati e di altri fattori. In Grecia, ad esempio, aggiunge Henley & Partners, non si ha l'obbligo di risiedere nel Paese mentre il Portogallo richiede solo sette giorni all'anno di permanenza (per investitori stranieri). Anche la Turchia ha un programma “Türkiye CBI” a cui sarebbero interessati in primis i cittadini di Stati Uniti, Pakistan e India. La Turchia offre diverse scelte di investimento, oltre alla ghiotta opzione immobiliare (minimo 400 mila dollari di investimento). Secondo il recente “Global Residential Cities Index 2022” del “British Knight Frank”, il mercato immobiliare turco è cresciuto in modo significativo negli ultimi anni (approfondimenti in merito nei precedenti numeri di Cronache Economiche), con Istanbul che nel 2022 si è collocato nelle prime posizioni al mondo per l’aumento vertiginoso (+212,1%) dei prezzi degli immobili. La Turchia attira infine un numero crescente di pensionati stranieri grazie alle sue eccellenti condizioni climatiche e al sistema sanitario.

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