Inflazione su base annua al 50,51% a marzo 2023 secondo le rilevazioni dell’Istat turco “TurkStat” rese note lo scorso 3 aprile. Proiezioni OECD

L'inflazione al consumo della Turchia, che ha chiuso il 2022 al 64,27% a dicembre è stata la più alta tra i Paesi OCSE secondo i dati resi noti il 17 marzo scorso dalla stessa Organizzazione che prevede un tasso del 44,6% per il 2023 e del 42,1% nel 2024 contro una media OCSE stimata per il 2023 al 6,6%. L’inflazione alimentare si è attestata invece al 71% contro una media OCSE a gennaio 2023 stimata al 15,2%, tasso che colloca la Turchia al 2° posto su 37 Paesi (ha fatto peggio la sola Argentina - 98% - mentre la Turchia precede l’Ungheria con un tasso del 46,9%). L’OCSE infine, tenuto conto degli effetti degli eventi sismici iniziati del 6 febbraio scorso, stima una crescita del PIL turco del 3% nel 2023 e del 3,4% nel 2024.

Tornando ai dati aggiornati resi noti dall’Istat turco TUIK lo scorso 3 aprile, nel mese di marzo 2023 il tasso di inflazione (CPI) si è attestato al 50,51% su base annua (-4,67% rispetto a febbraio) e al +2,29% mese su mese.

Nello stesso mese di marzo, l’indice dei prezzi alla produzione (D-PPI) si attesta su base annua al 62,45% dall’86,46% del mese di gennaio 2023 dopo aver raggiunto il picco massimo nell’ottobre scorso (157,69%).

Passando all’andamento dei prezzi dei principali sottogruppi che compongono l’economia del Paese, l’aumento più alto su base annua dei prezzi al consumo è stato rilevato in quello della “Servizi ricettivi e di ristorazione” (dal +60,40% di marzo 2022 al +70,73% del mese scorso); complessivamente i prezzi al consumo della voce “servizi” sono passati dal +36,72% al +59,93% del marzo scorso; quello più basso e’ stato invece fatto registrare dal settore “Abbigliamento e calzature” i cui prezzi si sono attestati a marzo scorso al +16,26% rispetto al +26,54% del marzo 2022.

Le restanti componenti, grazie anche ad una certa stabilità della valuta nazionale e da un “outlook” tutto sommato positivo dei prezzi all’importazione, hanno mostrato un aumento che è stato inferiore rispetto allo scorso anno. Le variazioni mese su mese dei prezzi al consumo a marzo 2023 rispetto al mese precedente denotano anch’essi una frenata: i prezzi energetici (+0,38%), quelli del c.d. “core goods” (+1,24%), “food & non-alcoholic beverages” (+3,84%), servizi (+3,08%) e alcool e tabacchi (+0,33%).

Valutando i dati dello scorso 3 aprile il Ministro del Tesoro e delle finanze Nureddin Nebati ha sottolineato che il Governo è consapevole degli impatti negativi dell'elevato tasso di inflazione ma proseguirà nella sua politica di aumento della crescita e dell’occupazione; il tasso, sempre secondo Nebati, si manterrebbe al di sotto del 50% a maggio prossimo con aspettative ancora più contenute nei prossimi mesi estivi: “gli ultimi dati sull'inflazione mostrano del resto una tendenza a ritmi meno elevati nonostante gli aumenti salariali ai lavoratori dipendenti, l'aumento del salario minimo e gli effetti negativi dei due terremoti” ha poi aggiunto Nebati.

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