La Banca Centrale lo scorso 19 novembre ha deliberato un nuovo taglio dei tassi di interesse pari a 100 punti base, portando il tasso dal 16% al 15%. Da settembre scorso la CBRT ha abbassato il suo tasso di riferimento di 4 punti percentuali

La Banca centrale ha tagliato i tassi di interesse di 100 punti base, dal 16% al 15%, dopo aver operato già lo scorso 25 ottobre un taglio di 200 punti base nonostante una inflazione in crescita (per i dati ufficiali al 20%) e una lira turca sofferente che ha perduto da inizio 2021 oltre il 450% del suo valore, la peggiore performance a livello globale.
Un taglio che la CBRT aveva giustificato allo scopo di sostenere la bilancia commerciale. A fine novembre il Presidente Erdogan aveva dichiarato che “la crisi economica non è legata all’attuale stagnazione economica o problemi finanziari; stiamo provvedendo a mettere in atto adeguate misure economiche per stimolare gli investimenti statali e il credito alle nostre aziende, oltre a contrastare l’inflazione con l’indebolimento della nostra valuta”. Ciò non gli ha risparmiato critiche da parte dei partiti dell’opposizione CHP, Good Party, DEVA e Future Party.

Per quanto riguarda l’economia reale, i dati della Turchia sono positivi. Essa occupa l’11ma posizione tra le maggiori economie per Prodotto Interno Lordo a parità di potere di acquisto (dati 2020) e rappresenta, secondo i dati del Word Economic Outlook 2020 del FMI, una delle economie mondiali con la più alta crescita demografica negli ultimi anni con una popolazione di 84 milioni di abitanti, la metà della quale sotto i 30 anni, e una alta percentuale di urbanizzazione (24 centri urbani con oltre un milione di abitanti). Il PIL è tra quelli cresciuti di più in ambito OCSE e tra i Paesi del G20 con un +7,4% nel terzo trimestre 2021 (comunque inferiore alle previsioni di metà anno della Banca Mondiale che stimavano un +9%).

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