La Banca Centrale turca mantiene i tassi stabili per il quarto mese consecutivo al 14 per cento

Il Comitato di politica economica (MPC) nella riunione del 14 aprile scorso, ha mantenuto stabile il tasso di riferimento per il quarto mese consecutivo, confermando la propria posizione incoraggiata dal Presidente Erdogan nonostante l’incessante aumento dei prezzi al consumo.

Nella dichiarazione della CBRT, al termine della riunione dell’MPC, è stato affermato che la decisione di mantenere invariato il tasso ufficiale di riferimento è stata presa poiché le aspettative di un "processo di disinflazione" non tarderebbero a manifestarsi; nel frattempo però il tasso di inflazione in Turchia è salito 61,14% nello scorso mese di marzo dal 54,4% di febbraio scorso (era al 16,19% nel marzo 2021), il livello più alto da due decenni, sospinto dagli incessanti rincari dei consumi energetici (nel settore energetico l’inflazione è cresciuta al 76% dal 43% da dicembre 2021 a gennaio 2022) e dei prezzi delle materie prime alimentari e agricole; le aspettative resterebbero negative anche per i prossimi mesi. I dati più recenti pubblicati lo scorso aprile sono ancora peggiori: il tasso di inflazione si attesterebbe infatti al 70%.

Per far fronte all'impennata dei prezzi al consumo e salvaguardare il potere d’acquisto delle famiglie turche, il Governo ha adottato misure volte a rendere più accessibili i consumi dei beni di prima necessità e delle bollette elettriche con sgravi fiscali. Secondo la riunione della CBRT di aprile, l’inflazione doveva entrare in una tendenza al ribasso già all’inizio dell’estate grazie ad una politica economica basata su un programma che mira al raggiungimento dell’avanzo delle partite correnti, crescita delle esportazioni, del PIL e dell’occupazione ma le stime di maggio prevedrebbero un miglioramento solo alla fine del 2022.

Se non ci sarà “un’inversione a U” nella politica monetaria della BCRT, affermano molti economisti indipendenti, sarà impossibile mantenere la stabilità della lira turca, anche se nel mese di marzo è stata una delle poche valute al mondo ad apprezzarsi rispetto al dollaro dopo aver perso il 44% del suo valore nel 2021. Tuttavia la lira turca rimarrebbe nelle previsioni del 2022 tra le valute dei mercati emergenti con la peggior performance. I dati più recenti, del resto, parlano di una lira turca che è stata scambiata lo scorso 5 maggio a 15 lire per un dollaro, il risultato peggiore dal tracollo dello scorso dicembre quando perse il 44% del suo valore.

ll Governatore Sahap Kavcioglu in una recente intervista ha affermato che il sostegno alla valuta nazionale è un obbiettivo irrinunciabile almeno fino al termine del 2022 anche con un’inflazione in crescita; il Ministro delle Finanze Nureddin Nebati dal canto suo prevedeva che la crescita dei prezzi potesse raggiungere il picco nei prossimi due per poi rallentare dalla fine dell’estate. La prossima riunione del Comitato di Politica Economica si terrà il 26 maggio.

Meno ottimismo dal FMI: la guerra, scoppiata il 24 febbraio scorso ha ridotto le stime crescita della Turchia (2,6% nel 2022), cosi come in tutto il globo a causa della spirale inflazionistica, dei prezzi del carburante e dei generi alimentari in costante aumento.

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