La Banca Centrale turca mantiene invariato per il 7° mese consecutivo il tasso di interesse al 14% in linea con le aspettative della maggior parte degli economisti e malgrado l’inflazione sia salita al 78,6% annuo nel giugno scorso.

Il 21 luglio scorso, La Banca Centrale della Turchia (CBRT) ha mantenuto invariato il tasso di riferimento per il settimo mese consecutivo, poiché l’aspettativa è che si arrivi presto ad un processo di disinflazione. Il Comitato per la politica monetaria (MPC), guidato dal governatore Şahap Kavcıoğlu, ha dunque confermato il tasso al 14% per “rafforzare la stabilità finanziaria e assicurare la crescita”; una mossa giunta in un contesto di inflazione in forte crescita che la CBRT continua comunque ad attribuire in larga parte a fattori esterni quali gli squilibri dell'offerta e della domanda ed vertiginoso aumento dei prezzi dell'energia. Kavcıoğlu ha affermato che continuerà a utilizzare con decisione tutti gli strumenti disponibili per perseguire la strategia della c.d. “liralizzazione" (tuttavia i depositi in valuta estera hanno superato quelli in lire turche da molto tempo e la lira a luglio scorso è tornata vicina ai massimi storici con il dollaro del dicembre 2021) fino a quando il tasso di inflazione non mostrerà una tendenza e non sarà raggiunto l'obiettivo a medio termine del 5%.

Il Comitato ha inoltre dichiarato che continuerà il suo impegno per rilanciare la produzione, gli investimenti, le esportazioni e l'occupazione con l’obiettivo di raggiungere un avanzo del conto delle partite correnti (-6,5 miliardi di dollari lo scorso maggio in lieve peggioramento malgrado i ricavi proveniente dai flussi turistici e della domanda estera) e di stabilizzare la lira turca a partire dal secondo trimestre del 2023. La crescente incertezza connessa ai rischi geopolitici, ha poi aggiunto la CBRT, ha causato un ulteriore indebolimento dell'attività economica mondiale: le previsioni di crescita globali per il prossimo periodo sono state riviste al ribasso con un aumento della probabilità di una recessione. La crescente preoccupazione per la sicurezza alimentare globale causata dalle restrizioni commerciali imposte dalla guerra, il conseguente andamento elevato e volatile dei prezzi delle materie prime e il persistere di vincoli all’offerta in settori quali quello alimentare, hanno portato ad aumenti vertiginosi dei prezzi alla produzione a livello internazionale. Questi effetti, secondo il Governatore turco, sono attentamente monitorati dalla Banca Centrale preoccupata dalle prospettive di crescita riviste al ribasso dei principali partner commerciali della Turchia. La CBRT continuerà dunque ad attuare con decisione una politica monetaria prudenziale che sarà aggiornata con misure aggiuntive se necessario. Subito dopo l’annuncio della Banca Centrale, l'indice azionario di riferimento della Borsa Istanbul ha chiuso a 2.511,37 punti, in calo dello 0,55%.

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