La CBRT lascia i tassi invariati al 14% nonostante un tasso di inflazione che si attesta oggi al 54,4%.

Come da attese, la Banca Centrale Turca (CBRT), dopo aver tagliato i tassi di interesse di 500 punti base dal settembre scorso, ha messo per il momento in stand by la politica di tagli del tasso di riferimento che ha innescato la forte svalutazione della lira turca (nel 2021 si è svalutata del 44% sul dollaro).

Il Governatore della BCRT, Şahap Kavcıoğlu, nella seduta del Comitato per la politica monetaria del 17 febbraio 2022 ha lasciato i tassi invariati al 14% incalzato dall’aumento dei prezzi alla produzione e al consumo a causa del ribasso dell’attività economica mondiale colpita dagli elevati costi energetici e dall’aumento delle materie prime. L'attività economica della Turchia rimane solida, grazie ad una robusta domanda esterna e si prevede che il saldo delle partite correnti registrerà un avanzo nel 2022 che potrebbe contribuire a rendere i prezzi più stabili. Il Comitato ha poi valutato che il recente aumento dell'inflazione, fortemente influenzato dai prezzi internazionali dell'energia e dal vertiginoso aumento delle derrate alimentari e agricole, dovrebbe attenuarsi nel corso dell’anno.

Sono questi i principali motivi che hanno indotto, per la seconda seduta consecutiva del Comitato da inizio 2022, la BCRT a mantenere invariato il tasso di ufficiale di riferimento. Più recentemente, a metà del mese di febbraio, la CBRT al fine di incoraggiare il rientro di capitali da parte di cittadini turchi non residenti, ha introdotto nuove facilitazioni con l’adozione del sistema “YUVAM”, un conto che dovrebbe incoraggiare i cittadini turchi non residenti in Turchia a rimpatriare i propri risparmi in valuta estera, e l’applicazione di vantaggiose condizioni bancarie garantite dallo Stato come, ad esempio, l’applicazione di un tasso di interesse bancario massimo che sarà di almeno 300 punti base più altro rispetto al tasso di interesse minimo. Secondo fonti della stessa CBRT, lo schema adottato ha finora permesso il rientro di 290 miliardi di lire turche (circa 21 miliardi di dollari).

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