La cooperazione turco-israeliana può soddisfare la domanda di energia in Occidente. Primo incontro tra Erdoğan e Lapid dal 2008. Focus sui rapporti commerciali tra i due Paesi

La cooperazione energetica è uno dei temi più importanti al centro dell’azione diplomatica mirata ad un riavvicinamento tra Israele e Turchia. Dopo la ripresa dei rapporti diplomatici lo scorso 17 agosto con la conferma dei rispettivi Capi Missione che avevano lasciato i due Paesi nel 2018 ed a seguito dell’incontro del 22 settembre tra il Presidente Erdoğan e il Premier Lapid a New York a margine dell’Assemblea Generale dell’ONU, i rapporti tra i due Paesi si sono intensificati.

Un segnale della volontà di riallacciare i legami politici ed economici che era stata lanciata nei mesi precedenti con la storica visita del Presidente israeliano Herzog in Turchia a marzo e quella del Ministro degli Affari esteri turco Cavusoglu a Tel Aviv a maggio di quest’anno.

Il Ministro degli Affari esteri turco Çavuşoğlu alla UNGA a New York

L’approvvigionamento energico, e in particolare quello del gas, ha certamente influito su questo percorso di riavvicinamento, considerando che il gas presente negli ingenti giacimenti israeliani potrebbe essere trasportato in Turchia e successivamente anche in Europa attraverso le infrastrutture esistenti in Turchia.

Il tema energetico è stato intensamente affrontato dai due Paesi nei recenti incontri con un focus particolare sulla cooperazione energetica nel Mediterraneo orientale per lo sfruttamento delle riserve di idrocarburi israeliane, in particolare quelle di gas del Leviathan. Gli obiettivi di Ankara sono noti: spingere per l’utilizzo delle reti già esistenti in Turchia (che sono collegate anche all’Europa tramite il TAP) per far affluire il gas israeliano, a costi stimati come inferiori rispetto a quelli del gasdotto sottomarino East Med che dovrebbe collegare Israele, Cipro, Grecia e infine Italia. A livello di numeri, però, è importante ricordare le ingenti riserve di gas liquefatto che invece potrebbero essere trasportate su navi in Turchia e in Europa: il giacimento del Leviathan (quasi 700 miliardi di metri cubi di riserve), di proprietà della Chevron e della israeliana NewMed Energy, che già rifornisce Giordania ed Egitto, potrebbe aumentare la produzione dagli attuali 12 a 21 miliardi di metri cubi all’anno (la Turchia consuma oltre 60 miliardi di MC di gas naturale ogni anno) che potrebbero soddisfare la domanda turca e europea. Il rilancio dei rapporti commerciali tra Turchia e Israele che in questi ultimi due anni hanno triplicato il volume di merci scambiate nonostante l’assenza dei rispettivi Ambasciatori, potrebbe influire anche su una rafforzata partnership energetica.

La cooperazione economica bilaterale Gli eccellenti legami commerciali tra Turchia ed Israele (che resta uno tra i più rilevanti partner commerciali di Ankara) sono stati confermati dai primi sette mesi del 2022: oltre 5 miliardi di dollari di export turco che collocano Israele al nono posto tra i più importanti mercati di sbocco delle merci e dei servizi della Turchia che nel 2021 aveva oltrepassato i 7 miliardi di dollari di vendite (+35% rispetto all’analogo periodo del 2020).

Secondo i dati resi recentemente pubblici dall’Assemblea degli esportatori turchi (TIM), le importazioni della Turchia da Israele nel periodo in osservazioni sarebbero invece cresciute del 37% attestandosi a 2 miliardi e mezzo di dollari.

La cooperazione economica non si ferma al solo interscambio commerciale: il settore agricolo (come ad esempio il commercio della frutta secca o la tecnologia applicata all’agricoltura di cui Turchia ne ha estremo bisogno per ammodernare il suo sistema produttivo), quello dall'industria siderurgica e del turismo, rappresentano aree di interesse per accrescere gli investimenti reciproci. Un potenziale di collaborazione esiste anche al di fuori delle tradizionali aree commerciali di scambio: acciaio, chimica, automotive, green economy e high-tech potrebbero rappresentare settori importanti per il futuro delle relazioni tra i due Paesi secondo quanto emerge da uno studio di uno dei principali think tanks turchi, “Economic Policy Research Foundation of Türkiye” (TEPAV). Temi economici e commerciali che la TEPAV prevede possano essere presto ampliati grazie alla Commissione economica mista Turchia-Israele che riprenderà a riunirsi nei prossimi mesi, grazie anche alla riapertura dei rispettivi Uffici commerciali nelle Ambasciate dei due Paesi.

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