La nomina dei Ministri dei Dicasteri economici del nuovo Esecutivo infonde speranze e aspettative per un “graduale” cambio di rotta nella politica economica e monetaria della Turchia.

L’appena rieletto Presidente Erdoğan ha nominato il mese scorso il nuovo Esecutivo che, per quanto attiene ai Dicasteri economici, sembra rispondere ad una cauta e graduale “inversione a U” nella gestione della politica economica e monetaria della Turchia a cominciare da un nuovo programma di medio termine di riforme strutturali, con una Banca Centrale più attenta nella lotta all’inflazione ed un Ministro del Tesoro e delle Finanze molto apprezzato dai mercati finanziari. I neoeletti Ministri ai dicasteri economici hanno una profonda conoscenza delle rispettive materie: Alparslan Bayraktar va al Ministero dell'Energia e delle Risorse Naturali dove ha trascorso la maggior parte della sua carriera, recentemente come Viceministro.

Il nuovo Ministro dell'Industria e della Tecnologia, Mehmet Fatih Kacir, è membro del Consiglio per la Ricerca Scientifica e Tecnologica della Turchia mentre Omer Bolat, nominato Ministro del Commercio, è stato Presidente di MUSIAD, l’Associazione indipendente degli industriali e degli uomini d’affari del Paese.

Proviene invece dal Gruppo Albayrak dove ha rivestito il ruolo di Amministratore Delegato, il nuovo Ministro de Lavoro e della Previdenza Sociale, Vedat Isikhan. Il Ministero dell’Agricoltura e della Silvicoltura va ad Ibrahim Yumakli, ex Viceministro all’interno del medesimo dicastero mentre Abdulkadir Uraloglu assume l’incarico di Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture. Alla Presidenza per gli Affari Economici dell’AKP Erdoğan ha nominato Yilmaz, che ha ricoperto in passato numerosi ruoli di vertice nei dicasteri economici e noto per il suo approccio economico ortodosso mentre il Ministero della Cultura e del Turismo va a Mehmet Nuri Ersoy e quello dell’Agricoltura e Foreste a Ibrahim Yumakli.

Ma le nomine senz'altro più rilevanti dal punto di vista economico, e tra le più attese, sono quella di Mehmet Şimşek al Ministero del Tesoro e delle Finanze e Hafize Gaye Erkan, prima donna al timone della Banca Centrale turca. Di entrambi un approfondimento è presente nei successivi articoli di questo numero di Cronache Economiche.

Subito dopo l’annuncio del nuovo Esecutivo, ma anche nei giorni successivi al 2 giugno scorso, non si è fatta attendere la reazione della lira turca: mercoledì 7 giugno ha segnato un nuovo tracollo perdendo in una settimana il 7,5% e toccando il nuovo minimo storico a 23 contro il dollaro USA mentre è stata scambiata e 25 con l'euro.

Anche il prezzo dell'oro ha raggiunto il nuovo massimo storico di 1.464,75 lire turche al grammo. Il 12 giugno la valuta nazionale ha accusato un ulteriore calo ed è stata scambiata a 23,6 con la moneta statunitense e, per la prima volta, sopra la soglia dei 26 contro l'euro.

Dopo le nomine di Hafize Gaye Erkan (BCRT) e Mehmet Şimșek (Finanze e Tesoro), il mercato azionario turco ha invece mostrato una tendenza al rialzo: l’indice “BIST 100” della Borsa di Istanbul è salito al livello più alto negli ultimi 5 superando la soglia dei 5.725 punti.

Anche il “Credit Default Swap” (CDS) quinquennale della Turchia, ovvero quei derivati del credito che proteggono dal default, è diminuito, scendendo sotto i 500 punti.

Condividi Tweet Copia Collegamento Stampa / Salva come PDF HOMEPAGE