La Turchia affronta un 2023 che potrebbe far registrare, per il settore della difesa, un ulteriore crescita: le società impegnate nel settore sono salite a duemila sette delle quali figurano nella top 100 mondiale.

Dopo essersi lasciata alle spalle un 2022 ricco di successi nel campo della difesa nonostante un contesto sfavorevole tra gli effetti della pandemia da COVID-19 e l’invasione dell’Ucraina - eventi che hanno ridotto i rifornimenti di importanti parti di chip e microprocessori destinati alla difesa - la Turchia vede nel 2023, Centenario della Repubblica, un anno importante per il settore. Nel 2022 il Paese ha compiuto passi importanti nella difesa grazie alla conclusione di significativi accordi di cooperazione, di esportazione ed il lancio di moderni armamenti tecnologicamente avanzati. Uno dei progetti nazionali “chiave” è certamente il National Combat Aircraft (MMU), il velivolo di quinta generazione sviluppato dalle industrie aerospaziali turche (TAI) che, nei piani di Ankara, dovrebbe prendere il posto dei jet F-16, che dovrebbero essere sostituiti gradualmente entro il 2030. All’MMU la Turchia intende affiancare anche: l’“Hürjet”, un velivolo da addestramento e attacco leggero, sviluppato sempre da TAI; l'elicottero d'attacco di classe pesante Atak-2; l’elicottero multiuso Gökbey. Le esportazioni nel settore della difesa della Turchia nel 2022 si dovrebbero chiudere con un attivo pari a 4 miliardi di dollari. Il recente rapporto dello Stockholm I dell’“International Peace Research Institute” (SIPRI) ha mostrato che sette aziende turche figuravano tra le prime 100 aziende della difesa del mondo per volumi di fatturato: Aselsan e TAI, infatti, hanno raggiunto nel 2021 rispettivamente un fatturato di 2,2 miliardi e 1,2 miliardi di dollari grazie anche al fondamentale contributo dei veicoli aerei senza pilota (UAV) “Made in Türkiye”. Tra i nuovi prodotti che hanno indubbiamente contribuito all’incremento dell’export turco nel settore va menzionata anche una delle principali aziende in campo missilistico, la Roketsan, che ha prodotto le munizioni intelligenti per i droni Bayraktar TB2. A queste aziende vanno aggiunte quelle impegnate più specificamente nella difesa terrestre come la Armelsan (con la sua mina sonar “Nusrat-1915”), la Mechanical and Chemical Industry Corporation (MKE) con il fucile multi-calibro “KN-12”. Non può poi non essere citata una azienda come la Baykar che produce i due jet da combattimento senza pilota (UAV) “Bayraktar Kızılelma”, e il “Bayraktar Akıncı B”, quest’ultimo modello, in particolare, è risultato essere l'UAV armato più potente al mondo e nel 2023 sarà dotato del radar “AESA”. Le aziende turche Havelsan e Yonca-Onuk sono impegnate nella costruzione di veicoli armati di superficie Sancar (USV), anch’essi senza pilota, che hanno effettuato i primi test sottomarini lo scorso settembre. Il veicolo, difficilmente riconoscibile e idoneo ad operazioni non convenzionali, è stato oggetto di esercitazioni alla fine dello scorso anno ed e’ stato progettato anche grazie alla collaborazione del gigante turco Aselsan con il coordinamento della Presidenza delle industrie della difesa turche (SSB). A livello terrestre vanno anche menzionati i carri armati dell’Altay e la nave in progetto “Anadolu”, la prima al mondo che potrebbe avere a bordo i nuovissimi Bayraktar TB3 UCAV (una versione aggiornata del drone da combattimento TB2) che avrà la capacità di decollare o atterrare sulla portaerei a pista corta Anadolu. Infine, su alcune navi da combattimento turche - a cominciare dal 2023 - verrà sperimentata l'entrata in servizio del sistema missilistico e di difesa aerea a lungo raggio “Siper” e del sistema d'arma Gökdeniz Close-in (CIWS). Le nuove tecnologie nel campo della difesa e della cybersecurity sono al centro di un numero crescente di rassegne fieristiche nazionali di settore, come ad esempio “Teknofest”, il più grande evento tecnologico e aeronautico del Paese (l’edizione 2022 si è svolta ad agosto nella provincia di Samsun sul Mar Nero con oltre 1 milione di visitatori); l’“ISC 2022” - International Space Convention, uno dei principali eventi nel settore spaziale svoltosi lo scorso settembre a Bursa nella provincia di Marmara e la SAHA Export rassegna organizzato dalla “Istanbul Defence and Aerospace Cluster Association” (SAHA), nell’ottobre 2022. Passando ai numeri, l’industria della difesa turca, oltre 4 miliardi di dollari di export lo scorso anno ma si stima di raggiungere i 6 miliardi nel 2023, ha un fatturato di oltre 10 miliardi di dollari e, secondo le parole di İsmail Demir Presidente di SSB, i nuovi progetti potrebbero far lievitare le previsioni per il 2023. A fargli eco il Presidente Tayyip Erdoğan che recentemente ha affermato che la Turchia si avvia alla piena indipendenza nel settore producendo “a casa” quasi l’80% dei propri armamenti ed evidenziando che nel 2002 le esportazioni del settore ammontavano a soli 248 milioni di dollari. Inoltre, ha poi concluso il Presidente “il budget dello scorso anno ha allocato risorse al settore della difesa per la R&S pari a 1,5 miliardi di dollari rispetto ai soli $ 49 milioni nel 2002”.

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