La Turchia si candida al ruolo “hub” europeo per la produzione di energia eolica. Intervento del Ministro dell’Energia e delle risorse naturali Fatih Dönmez alla rassegna fieristica internazionale di Amburgo” WindEnergy”

La Turchia mira a diventare un nuovo “hub” di produzione ma anche di ricerca e di innovazione nel settore dell'energia eolica con la prospettiva di esportare in tutta la regione medio orientale e in Europa; lo ha dichiarato lo scorso mese di ottobre il ministro dell'energia e delle risorse naturali Fatih Dönmez intervenendo in Germania alla rassegna internazionale WindEnergy. Dönmez ha evidenziato il potenziale della Turchia nelle rinnovabili per la produzione di energia pulita, affermando che il Paese si colloca al quinto posto tra i produttori europei per la produzione di apparecchiature eoliche ed è leader nella produzione di pale, torri turbine.

"Oggi, la Turchia è diventato un partner affidabile nel panorama europeo di forniture di apparecchiature per lo sfruttamento dell’energia oltre che dell'approvvigionamento di gas naturale” ha dichiarato Dönmez alla conferenza stampa organizzata in fiera”. Passando ai numeri, la Turchia ha esportato circa 1,5 miliardi di euro di turbine eoliche e attrezzature in quasi 50 paesi nel 2021 essendo in grado di produrre localmente quasi il 70% delle sue turbine eoliche e dei relativi componenti. Come noto la Turchia è un Paese fortemente dipendente dalle importazioni di combustibili fossili per coprire il proprio fabbisogno energetico e, a seguito dell'aumento dei costi dopo l'invasione russa dell'Ucraina, ha aumento la propria produzione di energia da fonti rinnovabili- Ankara ha recentemente lanciato alcuni progetti su larga scala ed ha avviato tender per la costruzione di nuove centrali solari ed eoliche. Nel 2021 le energie rinnovabili hanno rappresentato oltre il 95% degli incrementi della nuova capacità installata nel paese, raggiungendo, dall’inizio del 2022, una capacità elettrica totale installata superiore ai 100 giga watt di cui più del 50% proveniente dal rinnovabile, non solo eolico e solare ma anche idroelettrico e geotermico. Nel contesto internazionale la Turchia si piazza al 5° quinto posto in Europa e al 12° nel mondo per capacità installata di energia rinnovabile mentre per quanto attiene all’energia eolica occupa la 7° posizione in Europa, con 11,1 giga watt di potenza onshore (centrali elettriche) e ben oltre 57 di giga watt di potenziale offshore; il Paese ha un potenziale di capacità totale installata superiore a 100 mila megawatt di cui la potenzialità dell’eolico arriverebbe a quasi 50 mila (fonte del “Ministry of Energy and Natural Resources” turco).

Il mix elettrico turco si sta dunque rapidamente spostando verso le rinnovabili, che oggi rappresentano il 43% della produzione totale di elettricità, mentre carbone e gas rappresentano rispettivamente il 34% e il 23%. L'energia eolica rappresenta il 10% del mix elettrico della Turchia, il che la rende la seconda fonte di energia rinnovabile dopo l'energia idroelettrica. Tutti i 10 GW installati oggi in Turchia sono eolici onshore ed il Paese punta ad aggiungere altri 20 GW di energia eolica entro il 2030. La regione dell’Egeo (Izmir e provincia) guida la diffusione dell'energia eolica, ospitando circa il 20% della capacità di energia eolica del paese. Il più grande progetto di energia eolica, il progetto Soma da 312 MW, si trova nelle province di Manisa e Balikesir.

Il successo dell'industria eolica turca è radicato nella sua forte catena di approvvigionamento nazionale in continua espansione. Anche molte aziende europee e internazionali hanno istituito impianti di produzione in Turchia. Gli ultimi dati disponibili mostrano 3.580 aziende attive nel settore dell'energia eolica in Turchia, con 25.000 persone impiegate direttamente o indirettamente. Il Paese ospita impianti di produzione di aziende leader internazionali come la TPI Composites, l’Enercon e la GRI Renewables.

L'azienda americana TPI Composites, ad esempio, produce compositi di alta qualità utilizzati nelle pale delle turbine eoliche in due stabilimenti situati nella regione di Izmir, impiegando un totale di circa 4.200 persone; da Izmir servono principalmente clienti in Europa, incluso il mercato locale della Turchia, il Medio Oriente e l'Africa.

Fonte: TEİAŞ (Turkish Electricity Transmission Corporation)

Infine, da un recente report della Turkish Wind Energy Association (TÜREB), emergerebbero forti interessamenti per il mercato turco dell’eolico da parte dell’industria delle rinnovabili dei Paesi europei che guardano con sempre più interesse ai progressi compiuti dalla Turchia nelle energie pulite: la tedesca “Nordex”, leader mondiale nella produzione di turbine eoliche, la danese “Vestas”, specializzata nelle turbine eoliche offshore, e la “Enercon GmbH “della Bassa Sassonia, ne sono un esempio e considerano la Turchia come Paese sempre più affidabile dove investire nella produzione da fonti rinnovabili.

Nel frattempo la Turchia è impegnata nella sostituzione delle importazioni di combustibili fossili (nel 2021 la metà dell’elettricità prodotta in Turchia è stata generata da carbone e gas) per tagliare i costi di bollette elettriche e di gas, non solo con l’eolico ma anche con il solare. Lo scorso anno, vento e sole hanno generato oltre 50 terawattora di elettricità che sono serviti al Paese per abbassare la spesa per il riscaldamento di oltre 10 miliardi di dollari. L’anno scorso la Turchia ha comunque fatto registrare un consumo di gas importante: circa 59 miliardi di metri cubi (bcm) che potrebbero salire a oltre 65 miliardi di bcm nel 2022, cifre che impongono ad un Paese che importa il 98% di gas, un’accelerazione anche per quanto concerne l’utilizzo di tutte le energie rinnovabili. Il ricorso alle energie pulite di sole e vento dovrebbe rappresentare più di un terzo della produzione totale di energia per abbassare in modo significativo il fabbisogno energetico della Turchia da fonti classiche che rendono il Paese vulnerabile dal punto di vista degli alti costi dei combustibili importati.

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