L’Ambasciata ha ospitato lo scorso 23 novembre il Simposio “The contribution of multiculturalism to contemporary environmental culture and to the new culture of water”. Focus sulla situazione idrica in Turchia

L’Ambasciata d’Italia ha ospitato lo scorso 23 novembre il Simposio dal titolo “The contribution of multiculturalism to contemporary enivironmental culture and to the new culture of water”, nell’ambito della campagna lanciata dall’Ambasciata di Ankara “Suistain.IT” ed in collaborazione con la “Water Accademy SRD” di Lugano, con il Centro di Ricerca “Vekan” dell’Università di Koc e con la Facoltà di Architettura dell’Università del “Middle East Technical” (METU) di Ankara.

Il Simposio, curato dal Professore Alessandro Leto, Presidente della Water Accademy SRD di Lugano, è stato promosso per presentare al pubblico turco i lavori del G20 “Special Event on Water 2021”, alimentando una discussione sulle diverse possibili strategie per rafforzare la cooperazione tra Italia e Turchia nel vasto settore delle politiche idriche e della governance dell’acqua in un momento in cui le sfide per contrastare le conseguenze dei cambiamenti climatici sull’impatto sulla disponibilità dell’acqua non coinvolge solo la comunità scientifica internazionale, ma tutto il pianeta.

I diversi speaker del Simposio, tra cui anche l’Ambasciatore della Repubblica del Tajikistan (Il Tajikistan e l’Olanda, in sinergia con le Nazionali Unite, organizzeranno nel 2023 a New York la Conferenza ONU sull’Acqua) ed una rappresentante del Turkish Water Instiute (SUEN), si sono soffermati sulla necessità di riconoscere il valore assoluto dell’acqua, che ricopre i 2/3 della superficie della superficie terrestre, la cui scarsità oggi mette a rischio una quota sempre più crescente della popolazione mondiale, per capire come evitare gli sprechi per un futuro migliore attraverso l’adozione di efficaci politiche sullo sviluppo sostenibile e responsabile.

L'obiettivo del Simposio ad Ankara è stato dunque quello di evidenziare il ruolo chiave che Italia e Turchia, due Paesi che condividono una geomorfologia simile e affrontano sfide analoghe in termini di minacce ambientali, possono svolgere nel rafforzare la consapevolezza sulla “Nuova Cultura dell'Acqua”, che tutti noi siamo chiamati ad adottare per affrontare e possibilmente vincere le dure battaglie idriche del presente e del futuro.

L’Ambasciatore d’Italia Giorgio Marrapodi nel suo discorso di apertura, nel sottolineare come si oggi diventato fondamentale muoversi verso una "nuova cultura dell'acqua" cercando di affrontare e possibilmente superare le gravi sfide poste dalla gestione dell'acqua, ha ricordato ai presenti che tale evento si inserisce nel più ampio programma di incontri “Sustain-It”, promosso dall'Ambasciata per sensibilizzare sull'importanza del raggiungimento degli obiettivi dell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Durante il Simposio sono stati distribuiti ai presenti, tramite chiavette USB personalizzate dell’Ambasciata per evitare consumi eccessivi di carta, gli atti dell’evento speciale sull’acqua organizzato dall’Italia in occasione dell’ultima presidenza del G-20. L’Ambasciatore Marrapodi ha infine letto ai presenti il saluto per l’aperura dei lavori fatto pervenire per l’occasione dall’ex Ministro degli Affari Esteri, attuale Presidente della Commissione Politiche Europee del Senato, Onorevole Giulio Terzi di Sant’Agata.

La quantità annuale di acqua utilizzabile pro capite in Turchia è di 1.346 m3" e dunque il Paese è sotto “stress idrico” con un impatto importante sulle sue riserve. I recenti dati pubblicati dall’Istat turco, (TÜİK), indicano che la popolazione della Turchia potrebbe raggiungere i 100 milioni di abitanti nei prossimi anni con una contestuale riduzione della quantità annua di acqua pro capite sotto i 1.000 m3. Se si associano gli effetti della crescita della popolazione turca al cambiamento climatico, la diminuzione della quantità di acqua pro capite costringerà la Turchia a studiare nuove strategie nazionali in grado di gestire il riutilizzo delle acque reflue, l'irrigazione in agricoltura (dove l’acqua viene usata in quantità eccessive), il trattamento dell'acqua di mare e dell'acqua salmastra ma anche l'uso di risorse idriche alternative come la raccolta dell'acqua piovana.

In Turchia è previsto un aumento delle temperature da 2,5 a 3,5 gradi con un calo delle precipitazioni dal 25 al 35%. Secondo i dati compartivi degli ultimi due decenni elaborati dal SUEN, la quantità annua di acqua disponibile pro capite in Turchia è passata dai 1.652 m3 del 2000, ai 1.544 m3 nel 2009 mentre la disponibilità attuale sarebbe scesa a 1.346 m3. Il Paese ha quindi un potenziale di circa 1.000-1.500 metri cubi pro capite all'anno, che lo colloca ai margini del c.d. indice di “Falkenmark” (se la disponibilità idrica pro capite di un Paese scende al di sotto di 1.000 metri cubi, si entra in uno stato di scarsità idrica).

La Turchia non è un Paese ricco di risorse idriche, è situato in un territorio prevalentemente semi-arido ed ha una disponibilità di acqua di 1/5 inferiore a quella delle regioni più ricche (come il Nord America e l'Europa occidentale); inoltre le precipitazioni sono generalmente limitate a 4 o 5 mesi all'anno; elementi che impongono alla Turchia di dotarsi di indispensabili e efficaci progetti di sviluppo socioeconomico sostenibile. Ciononostante, negli ultimi decenni, la Turchia ha compiuto passi importanti nello sviluppo delle risorse idriche per uso domestico, per l’irrigazione, per la gestione delle inondazioni e la produzione di energia; le numerose dighe costruite hanno infatti consentito al Paese di risparmiare acqua grazie anche ad un articolato programma sulla gestione integrata dei suoi bacini idrici. Il 38% delle risorse idriche della Turchia sono infatti generate dai bacini fluviali transfrontalieri e specifici aspetti sono da tempo affrontati tra i paesi rivieraschi. In questo senso il SUEN ha avviato un progetto insieme ad Iraq, Iran, Giordania e Libano per condividere le esperienze nella gestione e l'efficienza dell'uso dell'acqua in agricoltura (il 75% delle risorse di acqua viene utilizzati in questo settore) mentre per l’uso industriale e domestico i livelli di consumo sono relativamente assi più bassi, del 13% circa ciascuno.

Nel contesto internazionale, secondo gli ultimi dati diffusi dall’UNICEF, si stima che entro il 2040 oltre 500 milioni di bambini vivranno in aree con risorse idriche estremamente limitate mentre, secondo il World Resources Institute, 14 dei 33 paesi con un elevato stress idrico (tutti situati in Medio Oriente, una regione in cui l’impatto del cambiamento climatico porterà la temperatura della superficie di quell’area dai 2,5 a 5,5 gradi Celsius) entro il 2040 conosceranno una diminuzione del 20% delle precipitazioni.

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