L’annuale evento “Turkey Startup Ecosystem”, che si è tenuto a Istanbul lo scorso 19 gennaio ha fatto il punto sulle ottime prospettive delle sue “tech” nel prossimo futuro.

Negli ultimi anni la Turchia ha promosso un importante piano di incentivi al fine di creare un fiorente ecosistema di startup. Questo ecosistema è composto principalmente da i cd. business angel (sono 643 gli angel investors in Turchia), fondi di venture capital e di private equity, dagli acceleratori di start-up ed i Tecnoparks alimentati con interessanti finanziamenti e agevolazioni fiscali da parte dello Stato.

In linea generale il mondo delle start-up turche (oltre 4 mila) ha raccolto investimenti pari a circa 137 milioni di dollari nel 2020. L’ “hub” di Istanbul può ormai competere con gli altri principali punti di riferimento europei come la city londinese, Parigi e Berlino, mentre gli ultimi dati disponibili indicano che in Turchia si costituiscono in media oltre 500 start up all’anno mentre il mercato dell’e-commerce nel Paese è stato valutato quasi 5 miliardi di dollari dall’IPO del Nasdaq lo scorso agosto.

Tra i fattori che hanno permesso alla Turchia di raggiungere tali risultati vi sono la popolazione mediamente giovane (il 70 per cento è rappresentata dagli under 30) che utilizza sistematicamente internet e le piattaforme dell’e-commerce ma anche il sistema di finanziamenti ed incentivi statali che ha dimostrato di funzionare molto bene. Il principale Ente statale che contribuisce a sostenere le start-up è Tubitak, il Consiglio per la Ricerca Scientifica e Tecnologica dipendente dal Ministero dell’Industria e della Tecnologia che ha fornito sostegno ad oltre 350 start up nel solo 2021.

La Turchia ha diversi “unicorni”: Getir, colosso dell’e-commerce turco per la consegna di prodotti a domicilio con 256 milioni di dollari in investimenti (nell’ottobre 2021 Getir ha iniziato a operare anche in Italia, più precisamente nel Comune di Milano), HepsiBurada (la risposta turca ad Amazon), prima start up ad essere quotata al NASDAQ con un valore che ha raggiunto i 4 miliardi e mezzo di dollari.

Vi sono poi altre start-up unicorno, con un capitale che supera il miliardo di dollari, nel settore dei videogames come: Dreams Games, “Spyke” e Peak Games. Alcune di esse, come la già menzionata Getir ad esempio, nel prossimo futuro potranno senz’altro accedere al raggruppamento delle start up decacor ossia start up con un valore superiore ai 10 miliardi di dollari. Infine, la piattaforma di e-commerce “Trendyol”, sostenuta dai cinesi di Alibaba, è stata la prima start up turca a diventare “decacorn” con un valore di 16,5 miliardi di dollari.

Seondo il rapporto di Startup.watch, la città di Istanbul si piazza al 13° posto tra le città europee che hanno ricevuto il maggior numero di investimenti e al quarto posto in termini di numero di accordi conclusi nel 2021. Per quanto riguarda l’area MENA, Istanbul si colloca al secondo posto, appena dietro Tel Aviv, ed un gradino sopra la già affermata Dubai.

In Turchia, nel 2021, sono stati istituiti ben 18 nuovi fondi tra venture capital e business angels. La venture capital turca “TechOne” (smart capital fund), con capitale iniziale di 300 milioni di lire turche (al cambio attuale circa 19 mln di Euro), nel 2021 ha investito in 15 start up con un portafoglio che è cresciuto di quasi sei volte. “Alesta” e “Keiretsu Forum”, invece, sono stati tra i business angel più attivi con investimenti ad altro rischio che hanno contribuito a far nascere ben 19 startup. Altri contributi finanziari al sistema delle start-up nel 2021 sono venuti da piattaforme di crowdfunding come ad esempio “Fonbulucu” e la piattaforma Individual Young Startup (BIGG) istituita da Tubitak.

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