L’Ufficio ICE di Istanbul ha recentemente diramato i dati aggiornati a settembre 2021 sull’interscambio commerciale tra Italia e Turchia. L’Italia consolida la sua seconda posizione tra i principali esportatori dell’Ue

Nei primi nove mesi dell’anno il commercio estero della Turchia segna un aumento sia dell’export (+35,9%) che dell’import (23,7%) rispetto ai primi nove mesi del 2020. In particolare, l’export turco del periodo gennaio-settembre 2021 verso il resto del mondo si è attestato su 161 miliardi di dollari rispetto ai 118 miliardi registrati nell’analogo periodo del 2021 mentre gli acquisti turchi sono passati dai 156 a 193 miliardi. Nello stesso periodo, il deficit commerciale è sceso a 32 miliardi di dollari.

Il nostro Paese consolida la 5° posizione tra i principali partner commerciali della Turchia (16,5 miliardi di dollari USA) con una quota pari al 4,6% preceduta da Germania (8,6%), Cina (7,4%), Russia (6,8%) e USA (5,6%) e seguita da Regno Unito con una quota del 3,9% e da Francia e Spagna, rispettivamente con una quota del 3,5% e del 3,3%. Rispetto all’anno precedente, nel periodo in esame, l’export italiano in Turchia è aumentato del 32,4% (8,3 miliardi di dollari) mentre l’import dalla Turchia ha fatto registrare un aumento del 46,5%, attestandosi 8,1 miliardi con un saldo negativo per la Turchia di soli 263 milioni che denota una bilancia commerciale in quasi perfetta stabilità e un forte grado di interconnessione tra le due economie. L’Italia si conferma 5° fornitore della Turchia, dopo Cina, Russia, Germania e USA e il 4° cliente dopo Germania, USA e Regno Unito.

Per quanto attiene ai settori, tutte le principali voci del nostro export hanno fatto registrare forti incrementi. L’Italia ha esportato prevalentemente macchinari e apparecchiature meccaniche seguite, a distanza, dalle vendite di autoveicoli e parti di ricambio, plastica, ferro e acciaio e macchinari ad alta precisone.

L’ultimo rapporto di novembre 2021 della Banca Centrale turca, segnala nei primi 9 mesi del 2021 un flusso totale di Investimenti Diretti Esteri di circa 10 milioni di dollari (+89% rispetto allo stesso periodo del 2020), un risultato che si avvicina ai livelli pre-pandemici. I settori interessati dall’afflusso di IDE sono stati quello del commercio all’ingrosso e delle catene al dettaglio, l’industria del manifatturiero, Information & Technologies, servizi di comunicazione, finanziari e logistica.

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