Nuovi segnali di un cambio di paradigma nella gestione della politica monetaria (1). Il rialzo del tasso d’interesse

Superando abbondantemente le aspettative degli economisti che, secondo i principali sondaggi, prevedevano un incremento tra i 150 e i 250 punti base, il 24 agosto scorso, la Banca centrale turca (CBRT) ha portato il tasso di interesse dal 17% al 25%. Un aumento di 750 punti, dunque, che rappresenta il più cospicuo dell’ultimo quinquennio e che appare il segnale sinora più evidente di un cambio di paradigma nella gestione dell’economia turca.

La decisione ha segnato il terzo incremento dall’insediamento della neo-Governatrice Hafize Gaye Erkan, sotto la cui direzione, nell’arco di circa due mesi, la Banca centrale ha pressoché triplicato il tasso di interesse, che al 22 giugno scorso si attestava ancora all’8,5%. Peraltro, se i primi due aumenti – risultati al di sotto delle aspettative - erano stati deliberati da un Comitato in cui, eccezion fatta per il vertice, sedevano le stesse figure del precedente corso, tale decisione segue gli avvicendamenti del 27 luglio scorso, che hanno portato in seno all’organo tre profili dalle note posizioni ortodosse (vedasi ultimo numero delle Cronache economiche).

“Il Comitato” – recita il comunicato stampa diffuso dalla CBRT – “ha deciso di continuare lungo il processo di contrazione monetaria per determinare non appena possibile un corso deflattivo, ancorare le aspettative di inflazione e controllare il deterioramento nel comportamento dei prezzi”. In linea con un approccio improntato alla trasparenza delle comunicazioni, la Banca centrale non ha mancato di sottolineare la persistenza di pressioni inflattive causate dal combinato disposto tra la debolezza della lira turca e i recenti aumenti di imposte e salari. Per farvi fronte, la Banca centrale ha ribadito che continuerà in maniera “puntuale e graduale” sia ad aumentare il tasso di interesse, sia a semplificare e razionalizzare il quadro normativo micro e macro-prudenziale.

Un incremento del tasso di interesse attestatosi non soltanto come il più cospicuo dall’insediamento di Erkan, ma anche come il primo al di sopra delle aspettative, conferma l’apertura di un nuovo ciclo nella gestione dell’economia turca. Lo attestano le reazioni dei mercati, che, per quanto consapevoli delle ampie fragilità dell’economia turca, appaiono rassicurati circa la credibilità del nuovo corso, caratterizzata anche dalla riduzione del rischio Paese. Nella giornata del 24 agosto, la lira turca ha chiuso con un rialzo pari a circa il 5% rispetto al dollaro, in quello che Bloomberg ha definito “il più forte incremento giornaliero nell’arco di oltre un anno”. Restano, tuttavia, i dubbi degli analisti in merito all’effettiva capacità di controllare la spirale inflattiva, anche alla luce di un tasso di interesse reale che continua ad attestarsi al di sotto dello zero.

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