Nuovi segnali di un cambio di paradigma nella gestione della politica monetaria (2). Passi in avanti nella semplificazione macro-prudenziale

L’incremento del tasso di interesse segue un’altra importante decisione assunta il 20 agosto scorso, quando la Banca centrale turca (CBRT) ha compiuto un nuovo passo a sostegno della “de-dollarizzazione” del sistema.

Nell’ambito del processo di semplificazione e razionalizzazione delle misure macro-prudenziali responsabili dell’irrigidimento dei bilanci bancari negli ultimi semestri, la CBRT ha avviato il graduale smantellamento di un meccanismo di garanzia governativa noto come KKM, rappresentato da depositi in lire turche indicizzati al cambio con protezione dal rischio valutario a carico dello Stato. La Banca centrale ha deciso di stimolarne la conversione in depositi ordinari in moneta nazionale, incentivando le banche a sfruttare le loro capacità promozionali verso la clientela.

Introdotto alla fine del 2021 quale misura emergenziale dinanzi al costante deterioramento del tasso di cambio, il meccanismo KKM si è progressivamente affermato come un pilastro della “Erdoganomics”, non solo estremamente costoso (secondo alcune stime, soltanto nel 2023, sarebbe costato al Governo e alla Banca centrale circa 20 miliardi di dollari) ma anche fortemente criticato da economisti e investitori internazionali per il nesso generato tra finanze pubbliche e moneta nazionale. Il fatto che esso non si collochi più al centro del quadro macro-prudenziale ha certamente rappresentato, nei giudizi degli analisti, un ulteriore passo verso l’ortodossia economica.

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