Secondo i dati resi pubblici lo scorso 15 dicembre da “TurkStat” la disoccupazione in Turchia si attesta al 10,2% nel mese di novembre 2022.

Lo scorso 10 gennaio l'Istituto statistico turco (TÜİK) ha diffuso i dati sulla disoccupazione per il mese di novembre 2022. TÜİK ha affermato che il tasso di disoccupazione è leggermente aumentato e si attesta al 10,2% (dato destagionalizzato) rispetto al mese di ottobre. Sempre secondo l’Istat turco, il numero di disoccupati è aumentato di sole 23 mila unità attestandosi a 3,576 milioni.

L’'indagine rileva inoltre una disoccupazione all’8,8% per gli uomini e del 12,9 per le donne.
Il tasso di disoccupazione giovanile nel mese di novembre ottobre 2022 nella fascia di età 15-24 è stato del 17,8% (-2,6% rispetto al mese precedente quando si era attestato al 21,9%). Si tratta di un dato ancora piuttosto alto rispetto alla media dei paesi OCSE e dove si osserva una ripartizione del 14,4% per gli uomini rispetto 18,2% del mese precedente e del 23,9% per le donne (era al 28,5% nel mese di ottobre 2022). L’occupazione continua la sua fase di espansione, 308.000 occupati in più nel mese in osservazione sul mese precedente con 35,1 milioni di persone occupate e un tasso che si attesta al 54,1% (+0,5 punti percentuali sul mese di ottobre scorso che aveva fatto registrare un 48%) con una ripartizione uomini/donne rispettivamente del 72,1% e del 36,4%. Infine, l'orario di lavoro settimanale effettivo medio destagionalizzato è stato di 44,4 ore lavorate in linea rispetto ai mesi precedenti. Il numero degli occupati è diminuito nel settore agricolo mentre in quello dell’industria e dell’edilizia è cresciuto rispettivamente del 7,1 e del 6,3%; il settore del commercio e quello dei servizi hanno fatto registrare un +7,3% in leggera flessione rispetto al mese di ottobre quando era stato pari all’8,5% rispetto all’analogo mese dell’anno precedente. La distribuzione dell'occupazione per settore in Turchia vede il 15,8% dei lavoratori occupati nell'agricoltura, il 21,6% nell'industria, il 5,9% nell'edilizia e ben il 56,7% nei servizi.

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