Sono state rese note le statistiche del mercato immobiliare in Turchia nel 2022 (fonte TÜİK)

Lo scorso 17 febbraio sono stati resi pubblici da parte della TÜİK i dati riferiti al mese di gennaio 2023 delle compravendite di immobili ad uso abitativo che fanno registrare un +10,6% sull’analogo mese del 2022 ma che registrano un sensibile calo rispetto al mese di dicembre 2022. Istanbul si colloca ancora una volta al primo posto con 17.417 unità vendute (17,8% del totale) seguita dalla capitale Ankara con 8.808 (9%) e Antalya (5,7%) con 5.572 che scavalca, per il mese in osservazione, la città di Izmir.

In calo le abitazioni acquistate con finanziamenti (-10,9% sul solo mese di dicembre 2022); più sensibile invece il calo registrato a gennaio 2023 sia degli acquisti di immobili nuovi (27.500) che di quelli di seconda mano (70.176) rispetto a dicembre 2022.

Le abitazioni di seconda mano tuttavia rappresentano oltre il 70% di tutte le tipologie di unità abitative vendute in Turchia.
Le case vendute a cittadini stranieri, cresciute del 15,2% l’anno scorso, nel mese di gennaio 2023 hanno mostrato invece un calo con i contratti di compravendita che si sono fermati a poco più di 4 mila rispetto agli oltre 6 mila del merse di dicembre e con Antalya che scavalca Istanbul al primo posto.

I cittadini della Federazione russa hanno acquistato 1.557 unità e si collocano al primo posto, un dato che rispecchia un andamento costante dall’invasione russa dell’Ucraina e le successive sanzioni occidentali. I russi, molti dei quali hanno ottenuto la cittadinanza turca proprio grazie all’acquisto di immobili (la Municipalità di Antalya ha ad esempio sospeso le agevolazioni di acquisto della cittadinanza turca per gli acquirenti stranieri di immobili) sono seguiti a distanza da quelli iraniani e dagli iracheni. Si piazzano invece al quarto posto gli ucraini, seguiti da kazaki e tedeschi.

Come si ricorderà, anche nei precedenti numeri di Cronache Economiche si era affrontato il tema del costo delle abitazioni e degli affitti in Turchia. Il mercato immobiliare residenziale nel 2022 aveva fatto registrare i più alti incrementi al mondo (+57,7%) collocando la Turchia al primo posto secondo l’indice del “Knight Frank’s Global House Price”.

A seguito dei disastrosi sismi del 6 febbraio scorso, in alcuni distretti colpiti, si assiste purtroppo ad un incremento speculativo delle richieste di affitto degli immobili da parte di privati: a titolo di esempio, nelle città di Silifke ed Erdemli, tra le più colpite dai terremoti, l'affitto mensile più basso è passato da 3 mila lire turche (circa 160 dollari) a ben 8 mila (circa 424 dollari).

La capitale Ankara, la più sicura dal punto di vista sismico tra le principali città della Turchia, ha attirato quasi 300 mila sfollati, più di qualsiasi altra città. Nel giro di poche settimane, i prezzi complessivi degli affitti sono aumentati fino al 60% in città, secondo le ultime statistiche fornite dalla Camera degli Agenti Immobiliari, mentre il costo di acquisto è aumentato di oltre il 40%. Prima dei sismi, i costi per l’affitto di un appartamento tra più economici ad Ankara oscillavano dalle 3.000 alle 4.000 lire turche (158 - 212 dollari) mentre oggi si supera facilmente la soglia dei 400 dollari mensili, anche nei quartieri periferici. Nei quartieri al centro o in quelli suburbani residenziali, l’affitto di un appartamento trilocale si aggira al doppio del salario minimo (oggi a poco più di 450 dollari).

Il Ministero della Giustizia starebbe lavorando ad un progetto di modifica del codice penale che introdurrebbe pene detentive da due a cinque anni per i proprietari di immobili che alzano i prezzi di affitto a seguito di disastri naturali.

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