S&P Global ha ridotto lo scorso aprile 2022 il rating del credito in lire turche (-22% sul dollaro da inizio 2022) a "B+"; invariato il credito in valuta estera cosi come l’outlook, che resta negativo.

S&P ha ulteriormente ridotto il rating creditizio in valuta locale della Turchia a B+ (speculative grade) mantenendo invariato il credito in valuta estera a B+, alla pari con Bahrain e Bolivia, con una prospettiva negativa sul paese che conferma l’outlook negativo. Secondo S&P Global, infatti, Turchia, Tunisia e altri paesi del Medio Oriente e del Nord Africa sono a rischio di liquidità a causa dell'inasprimento delle condizioni economico-monetarie che interessano tutto il pianeta.

La Turchia, che come detto ha lasciato per il 6° mese consecutivo il suo tasso di interesse invariato al 14% nonostante un’inflazione al 78,62%, sconta un debito elevato che, secondo S&P, scoraggerebbe gli investitori internazionali a intrattenere rapporti con le banche commerciali turche le quali restano altamente vulnerabili per il loro rifinanziamento considerando anche l’aumento della dollarizzazione dei depositi nel Paese (a maggio 2022 quasi il 60% dei deposti in Turchia erano in valuta estera) anche se sembra ancora lontano il rischio di una eventuale interruzione all’accesso da parte delle banche turche ai prestiti internazionali che oggi rappresentano il 52% del debito estero totale a breve termine (dati del 31 marzo 2022).

S&P Global ha anche affermato che il debito estero che la Turchia dovrà rimborsare ammonta attualmente a circa 180 miliardi di dollari nei prossimi 12 mesi. Dopo la grave svalutazione della lira turca a metà dicembre 2021 (-44% sul dollaro) la Banca Centrale Turca ha attuato diverse misure per spingere le banche ed i risparmiatori turchi a convertire i loro depositi in valuta estera in lire turche; sebbene tali misure abbiano contribuito a ridurre la dollarizzazione, i depositi che hanno beneficiato di questo schema coprivano a fine maggio scorso solo il 13,7% dei risparmi totali. Resta tuttavia ancora ampia la liquidità detenuta in valuta estera (circa 154,8 miliardi di dollari comprese riserve obbligatorie che ammontano a 49,9 miliardi). A tal fine nell’anno in corso la CBRT ha promulgato una nuova legge che impone agli esportatori e alle società che operano nei settori dei servizi con l’estero di convertire il 40% dei loro ricavi in valuta estera in valuta locale per contenere l'erosione delle riserve.

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