27.09.2019
L’11° Piano di Sviluppo quinquennale della Turchia (approvato dal Parlamento il 18 luglio e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 23 luglio 2019), è il primo programma del sistema di governance presidenziale per la crescita socio-economica del paese fino al centenario della nascita della Repubblica della Turchıa nel 2023. L’ambizioso piano fissa cinque obiettivi di importanza strategica: economia stabile e forte; produzione più competitiva e produttività; società qualificata; città ed ambiente sostenibile; regole di diritto, democratizzazione e buona governance. Sono altresì indicate tre aree di interesse prioritario: industria della difesa; agricoltura; turismo. Secondo dichiarazioni del Vice Presidente turco, Fuat Oktay, il Piano delinea un aumento del PIL a $ 1,08 trilioni nel 2023 ed una crescita economica media del 4,3% tra il 2019 ed il 2023. E’ previsto inoltre che il tasso di inflazione annuale dei prezzi al consumo scenda gradualmente al 5%; i proventi del turismo aumentino a $ 65 miliardi; il disavanzo delle partite correnti si riduca allo 0,9% del PIL; le spese pubbliche diminuiscano gradualmente al 9,6% del reddito nazionale (rispetto al 10,7% del PIL del 2018); il tasso di disoccupazione si contragga al 9,9% con 4,3 milioni di posti di lavoro aggiuntivi; le esportazioni e le importazioni raggiungano rispettivamente $ 227 miliardi e $ 293,5 miliardi nel 2023. Nel settore industriale, perno centrale nella crescita economica del paese, saranno considerate prioritarie le industrie manufatturiere quali: chimica, farmaceutica, meccanica, automotive, elettronica e ferroviaria. Il Piano prevede inoltre la realizzazione di nuovi progetti energetici per aumentare la capacità rinnovabilesono in particolare in programma il completamento della prima fase della centrale nucleare di Akkuyu per la fornitura di energia alla rete nazionale entro il 2023 e la costruzione di altre due centrali nucleari. Per rafforzare la sicurezza dell'approvvigionamento di gas naturale, il Piano di Sviluppo stabilisce l’ultimazione dei lavori nei depositi sotterranei di gas naturale del lago Tuz e del Nord Marmara per raggiungere uno stoccaggio nel sottosuolo di 10 milioni di metri cubi. Per quanto riguarda il progetto del gasdotto per fornire gas russo alla Turchia ed all'Europa, è prevista la definizione dell’ultimo tratto turco di TurkStream e la messa in funzione delle restanti parti del corridoio multinazionale del gas meridionale per il trasporto di gas azero alla Turchia ed all'Europa.
27.09.2019
L'agenzia di rating Standard & Poor's (S&P) lascia invariato il rating sovrano a lungo termine della Turchia: il rating del credito in valuta estera a B+, mentre il rating del credito in valuta locale a BB-. S&P prevede che il PIL turco si riduca dello 0,5% nel 2019, prima di crescere del 3,2% nei tre anni successivi (2020, 2021, 2022). Tuttavia, il nuovo programma economico della Turchia di settembre 2018 fissa l’obiettivo di crescita al 2,3% per 2019, al 3,5% per il 2020 ed al 5% per il 2021. Secondo S&P, il tasso di disoccupazione del paese dovrebbe scendere al 12,9% nel 2019, all'11,8% nel 2020 ed al 10,8% nel 2021 (quest’ultima percentuale è comunque in linea con quella prevista dal nuovo programma economico).
27.09.2019
Secondo i dati dell’Istituto di Statistica turco (TurkStat), il PIL della Turchia a prezzi correnti è ammontato a 1 trilione di lire turche (quasi $ 175 miliardi) nel secondo trimestre del 2019. L'economia turca si è ridotta dell'1,5% nel periodo aprile-giugno, rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. Per quanto riguarda le attività che costituiscono il PIL, il valore aggiunto totale è aumentato del 3,4% nel settore agricolo, è diminuito del 2,7% nel settore industriale e del 12,7% nel settore delle costruzioni e dello 0,3% nel settore dei servizi (all'ingrosso e al dettaglio commercio, trasporti, stoccaggio, alloggio e servizi di ristorazione) rispetto allo stesso trimestre dell'anno scorso. I dati hanno mostrato che il prodotto interno lordo destagionalizzato ed adattato al calendario è aumentato dell'1,2% rispetto al trimestre precedente. Secondo i dati rivisti di TurkStat, il tasso di crescita dell'economia turca è stato meno del 2,4% nel primo trimestre di quest'anno. Il governo turco punta ad un tasso di crescita economica del 2,3% per quest'anno, del 3,5% per il 2020 e del 5% entro il 2021, nell'ambito del programma economico annunciato lo scorso settembre.
27.09.2019
L’FMI, nel suo rapporto pubblicato recentemente dopo un monitoraggio sugli sviluppi economici della Turchia, prevede una crescita economica dello 0,25% annuo per il 2019, ed un’inflazione inferiore al 14%. Nonostante l’outlook economico positivo, dopo il forte deprezzamento della lira e la recessione associata alla fine del 2018, la situazione presenta tuttavia delle fragilità: riserve valutarie basse; finanziamenti esterni elevati; adeguata capitalizzazione e moderati crediti deteriorati delle banche; elevata dollarizzazione che riflette un indebolimento della fiducia e delle esigenze di finanziamento delle banche statali; deficit fiscale aumentato; incertezza sulla possibile entità delle passività potenziali e potenziali pressioni di rollover del debito che limitano lo spazio fiscale disponibile. Dall’altro lato, il Fondo rileva come il debito pubblico basso sia un punto di forza chiave per il Paese. Inoltre, la Turchia rimane esposta ai rischi esterni ed interni e le prospettive di una crescita forte, sostenibile a medio termine, sono legate all’approvazione di ulteriori riforme: riforme della governance, riduzione dell'inflazione, misure strutturali mirate a sostenere la produttività e dalle condizioni di mercato favorevoli. E’ probabile che la crescita a medio termine rimanga contenuta e vi sono rischi derivanti da un peggioramento della fiducia nei confronti dei mercati emergenti e da sviluppi avversi nazionali o geopolitici.
27.09.2019
La Banca Europea per gli Investimenti (BEI) ha deciso di congelare i prestiti alla Turchia in attesa di una revisione degli orientamenti strategici della Banca sulle sue attività di prestiti nel Paese prevista per la fine di quest’anno. Tale iniziativa riflette la decisione dell'Unione Europea presa nei confronti della Turchia all'inizio del mese di luglio per le attività di perforazione per gas e petrolio al largo della costa greco-cipriota, definite “illegittime”. il Governo turco, nonostante gli eventuali tagli ai finanziamenti dell'UE, intende continuare le trivellazioni nelle acque internazionali al largo di Cipro settentrionale. Un portavoce della BEI ha annunciato che la Banca seguirà le raccomandazioni del Consiglio ed, in particolare, adotterà un approccio restrittivo nei confronti della presentazione di nuove operazioni di prestito. La BEI ha speso in Turchia tra 0,4 miliardi di euro (446 milioni di dollari) e 2,2 miliardi di euro (2,45 miliardi di dollari) nel corso degli ultimi tre anni, mentre finora nel 2019 non ha investito.
27.09.2019
Il Presidente della Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (BERS), Suma Chakrabarti, a colloquio con il Ministro del Tesoro e delle Finaze, Berat Albayrak, in occasione della celebrazione dei 10 anni di lavoro della Banca nel paese, ha dichiarato che la Turchia è il paese in cui la BERS ha investito dal 2009 € 11,5 miliardi (circa $ 13 miliardi) ed attualmente detiene il 97% del suo portafolio nel settore privato. Mentre nel corso del 2019 gli investimenti sono stati di € 543 milioni, entro la fine dell’anno la banca prevede di raggiungere 1 miliardo, nonostante la volatilità dell'economia turca che ha iniziato a rallentare nei primi due trimestri dell’anno dell'1,5% e negli ultimi tre mesi del 2,4%. Secondo Chakrabarti, la ripresa dell'economia turca è iniziata e la crescita sta tornando, considerato che la Turchia offre immense opportunità per gli investitori per la sua posizione geografica, l'economia molto diversificata ed il grande mercato. Inoltre, la BERS tiene in debita considerazione il lavoro svolto seppur lentamentedal Governo per migliorare la posizione della Turchia nella lista delle attività commerciali della Banca Mondiale. La nuova strategia quinquennale della banca per il periodo 2019-2024 si concentrerà sul rafforzamento della resilienza economica in Turchia, sostenendo un'economia più verde, portando capitale di rischio per l'innovazione ed aumentando la partecipazione femminile alla forza lavoro (la banca ha già aiutato 20.000 imprenditrici turche negli ultimi anni).
27.09.2019
Secondo l’Istituto di Statistica turco (TurkStat), a agosto, l’indice dei prezzi al consumo su base annuale è stato del 15,01%, in diminuzione rispetto al 16,65% del mese precedente. I maggiori incrementi, su base annuale, sono stati registrati in settori quali: bevande alcooliche e tabacco (+41,42%), beni e servizi vari (+20,98%), arredamento e attrezzature domestiche (+20,13%), hotel, bar e ristoranti (+18,52%).
27.09.2019
Il confronto fra l’anno 2019 e il 2018 mostra una contrazione del deficit commerciale della Turchia con il resto del mondo, diminuito del 61,4% da USD 46,8 miliardi a USD 18,1 miliardi. Le esportazioni sono aumentate del 2,7% passando da USD 96,2 miliardi a USD 98,9 miliardi, mentre le importazioni hanno registrato una diminuzione pari a -18,3%, passando da USD 143 a USD 116,9 miliardi. Nel complesso l’interscambio totale ha registrato una diminuzione pari a 9,8%, da USD 236,2 a USD 215,8 miliardi. Nei confronti della UE, principale partner commerciale della Turchia con il 41,1% dell’interscambio totale, si è passati da un deficit di 4.030 milioni USD ad un attivo di 8.948 milioni USD. Le importazioni dalla UE sono passate da USD 53,1 a USD 39,9 miliardi (-24,9%), mentre le esportazioni verso la UE sono diminuite dello 0,4%, passando da USD 49 a USD 48,8 miliardi. Complessivamente l’interscambio Turchia/UE è diminuito nel periodo considerato del 13,1% passando da USD 102,1 miliardi del 2018 a USD 88,7 miliardi registrati nell’anno 2019. La graduatoria dei principali partner commerciali mostra al primo posto la Germania con USD 19,2 miliardi di interscambio (-14,2% rispetto al 2018), di cui 10,2 miliardi importazioni (-21,1%) e 9,1 miliardi di esportazioni (-4,8%) con un saldo negativo per la Turchia di USD 1086 milioni; al secondo posto la Russia, con 14,7 miliardi di interscambio (-3,4%), di cui 12,6 miliardi di import (-5,1%) e 2,1 miliardi di export (+5,5%) ed un saldo negativo per la Turchia di 10,5 miliardi di USD. L’Italia si posiziona quale 5° partner commerciale con 10,4 miliardi di interscambio totale (-15,8%) rispetto al 2018, di cui 4,9 miliardi di import (-23,9%) e 5,4 miliardi di export (-6,9%) ed un saldo attivo per la Turchia di 425 milioni di USD. Nel mese di luglio 2019, l’Italia si conferma quinto fornitore della Turchia dopo Russia, Cina, Germania e Stati Uniti e il terzo cliente dopo Germania e Regno Unito.
27.09.2019
L’Italia si posiziona quale 5° partner commerciale con 8,8 miliardi di interscambio totale (-18,1%) rispetto al 2018, di cui 4,1 miliardi di import (-27,8%) e 4,7 miliardi di export (-7,2%) ed un saldo attivo per la Turchia di 577 milioni di USD. Nel mese di giugno 2019, l’Italia si conferma quinto fornitore della Turchia dopo Russia, Cina, Germania e Stati Uniti e il terzo cliente dopo Germania e Regno Unito.
27.09.2019
Secondo i dati Turkstat, nel mese di giugno 2019 il tasso di disoccupazione è salito al 13%, con un aumento del 2,8% su base annua. Rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, il numero di persone occupate è diminuito di 802.000 unità e ha raggiunto i 28,5 milioni (tasso di occupazione del 46,4%). La disoccupazione giovanile (15-24 anni) si è attestata al 24,8% (+5,4% rispetto al medesimo periodo dello scorso anno). Per quanto riguarda la distribuzione della forza lavoro per settori, le persone occupate nel settore agricolo hanno rappresentato il 18,9%, nell’industria il 19,7%, nell’edilizia il 5,7% e nei servizi il 55,7%. Il tasso di partecipazione della forza lavoro è stato del 53,3% (-0,5% su base annua), di cui il 72,4% uomini (-1% su base annua) ed il 34,7 % donne (+0,1% su base annua), mentre la popolazione attiva ha raggiunto i 32,8 milioni. Il tasso di occupazione informale - non registrato, riferito a persone che lavorano senza assistenza sociale correlata alla loro principale occupazione - è stato calcolato al 35,2%, con un aumento dello 1,2% su base annua.
27.09.2019
Il Gruppo della Banca Mondiale ha recentemente lanciato un memorandum economico su "Produttività delle imprese e crescita economica in Turchia" in un conferenza tenutasi nella capitale Ankara. Il documento indica come la Turchia potrebbe conseguire una crescita sostenuta migliorando la produttività, in particolare nei settori “a favore dello sviluppo” in grado di offrire sia valore aggiunto che occupazione al fine di migliorare gli standard di vita. Potrebbero essere adottate iniziative per stimolare le imprese turche e per allocare risorse economicamente più redditizie, al fine di favorire la connessione con le imprese internazionali per nuovi guadagni di produttività. Inoltre, incentivi pubblici ben mirati per le aziende innovative, comprese le giovani imprese, potrebbero anche incoraggiare nuove linee di business, nuove tecnologie e processi più efficienti. Il Gruppo ha osservato che le aziende turche più produttive ed innovative sono diventate maggiormente competitive nell'attuale mercato mondiale, mentre quelle improduttive sono state costrette ad uscire dal mercato, liberando risorse a favore delle imprese a maggiore produttività e favorendo in tal modo la crescita in tutta l'economia turca. Il Gruppo ha rilevato che la produttività industriale si è arrestata recentemente tranne nelle industrie di veicoli a motore, di metalli di base e di tessili, e che le imprese edili ed i servizi a bassa produttività sono invece cresciute. Tra l’altro, per i settori a più alta tecnologia, quali informazione e comunicazione, si prevedono ritmi di spansione più sostenuti.
27.09.2019
L'Ufficio per gli Investimenti della Repubblica della Turchia ha intensificato gli sforzi per facilitare i processi burocratici per gli investitori locali ed esteri. Oltre ad una serie di regolamenti, compresi emendamenti legislativi e sistemi di incentivazione, che sono stati attuati in coordinamento con il Ministero dell’Industria e della Tecnologia e di tutte le altre parti interessate, l'ultima iniziativa riguarda l’istituzione di unità di coordinamento degli investimenti in tutti i Ministeri che sono impegnati con gli investitori durante i processi di investimento. Per la tutela degli investimenti ed a garanzia della prevedibilità nelle procedure burocratiche, l’Ufficio Investimenti e la Presidenza del Bilancio e della Strategia stanno collaborando per delineare un Disegno di Legge che sarà completato dopo le consultazioni con le parti interessate pubbliche e private nei mesi a venire. Riguardo gli investimenti tecnologici nel paese, il Presidente dell’Ufficio per gli Investimenti, Arda Ermut, ha sottolineato che sono prioritari per l'Ufficio e che il mercato delle Tecnologie dell'Informazione e della Comunicazione in Turchia ha totalizzato ricavi per un ammontare di 113,8 miliardi di TL nel 2017, di 131,7 miliardi di TL nel 2018 (+15%) e quest’anno è prevista una crescita dal 5% al 10%. Attualmente nel settore sono impiegati 139.000 dipendenti, di cui il 21% lavora in R&S. I sottosettori dell'industria automobilistica, farmaceutica, chimica, petrolchimica, aerospaziale ed informatica sono considerati ad alta intensità di R&S. Molte società globali hanno realizzato 118 importanti centri di R&S dall'inizio del 2018 e ad oggi il numero è salito a 170. Inoltre,è prevista l’istituzione di un sistema di monitoraggio degli investimenti che permetterà di identificare gli investimenti prioritari che saranno classificati come" progetti sostenuti dall'Ufficio Investimenti ".
27.09.2019
Nella prima metà del 2019, il Ministero dell'Industria e della Tecnologia turco ha sostenuto oltre 2.300 progetti di investimento (1.500 progetti per il settore manifatturiero e gli altri per i settori dell'energia, dei servizi, delle miniere e dell'agricoltura). L’ammontare dei flussi finanziari è stato pari a circa 58,4 miliardi di lire turche ($ 10,4 miliardi), di cui 51,44 miliardi di lire sono stati ottenuti da oltre 2.100 progetti sviluppati da aziende nazionali (1.368 nuovi progetti, 691 per investimenti di espansione e 245 per altre tipologie). Oltre 94.300 persone dovrebbero essere impiegate in questi progetti, una volta completati. Le società sono sostenute dal Governo con incentivi, quali esenzioni o sconti fiscali, premi di assicurazione, tassi di interesse bassi e terreni.
27.09.2019
La Turchia continua a godere di una vivace stagione turistica sia in termini di numero di visitatori stranieri che di reddito. Secondo il Ministero della Cultura e del Turismo, il paese ha visto aumentare il numero di visitatori stranieri del 13,2% su base annua nel periodo gennaio-giugno, mentre i proventi del turismo sono aumentati di quasi il 10% nello stesso periodo (oltre $ 12,6 miliardi). I turisti hanno raggiunto gli oltre 18 milioni con una spesa media di $ 649 pro-capite. Più di 3 milioni di cittadini turchi residenti all'estero hanno visitato la Turchia nella prima metà dell'anno (+4,27% rispetto allo stesso periodo del 2018). L'Istituto statistico turco (TurkStat) ha confermato che Istanbul continua ad essere la principale attrazione turistica della Turchia con circa 6,8 milioni di visitatori, seguita da Antalya con oltre 5,34 milioni ed Edirne con 1,8 milioni. I turisti russi sono stati più di 2,7 milioni (+ 13,9% su base annua), seguiti dai tedeschi con 1,8 milioni di visitatori (+15,5% annuo) e dai bulgari con 1,2 milioni (+25,14% rispetto allo stesso periodo del 2018). Nel 2018 sono entrati nel Paese circa 39,5 milioni di stranieri, rispetto ai 32,4 milioni del 2017.
27.09.2019
Le tre banche di proprietà statale (Ziraat, Halkbank e Vakıfbank) hanno erogato prestiti per 1,7 miliardi di lire turche ($ 307 milioni) a 11.500 imprese locali nell'ambito del pacchetto finanziario İVME (Industria Avanzata, Produttiva e Nazionale), annunciato a maggio 2018 dal Ministro del Tesoro e delle Finanze, Berat Albayrak. Sono stati stanziati 5,2 miliardi di lire (di cui 1,7 miliardi già utilizzati) a favore delle industrie manifatturiere operanti in settori ad alta e media-alta tecnologia, che presentano un considerevole potenziale in termini di esportazioni ma che dipendono notevolmente dalle importazioni e registrano un deficit commerciale. Il pacchetto vuole dare priorità alla produzione di materie prime e di beni intermedi, macchinari ed agricoltura. Sono stati inoltre assegnati: 665 milioni di lire a società operanti nel settore manifatturiero di macchinari e attrezzature, 310 milioni al settore dell'alimentazione animale, 290 milioni alle aziende produttrici di soia, mais e girasole, 170 milioni all'industria chimica/plastica, 90 milioni al settore alimentare, 45 milioni al comparto tessile e 130 milioni ad altri settori.
27.09.2019
Secondo i dati dell'Autorità di regolamentazione del mercato dell'energia della Turchia (EMRA), le importazioni turche di gas naturale liquefatto (GNL) hanno raggiunto un record storico di 7,14 miliardi di metri cubi nella prima metà del 2019. La quota di GNL nelle importazioni di gas naturale ha superato per la prima volta il 30% nel periodo gennaio-giugno su un totale di 23,29 miliardi di metri cubi di importazioni di gas naturale. Il paese aveva importato 6,24 miliardi di metri cubi nella prima metà del 2018 e 5,52 miliardi di metri cubi nello stesso periodo del 2017, che corrispondevano rispettivamente al 24% e al 19% delle importazioni totali di gas. Di conseguenza, l'importo delle importazioni totali di GNL nel periodo gennaio-giugno è aumentato del 14% nel 2019, rispetto allo stesso periodo del 2018. La quota e l'ammontare delle importazioni di GNL hanno subito un'accelerazione nonostante il calo delle importazioni totali di gas naturale in Turchia nel primo metà dell'anno. In totale, la Turchia ha importato 23,29 miliardi di metri cubi di gas naturale attraverso condutture e terminali GNL nella prima metà del 2019, con una diminuzione del 10% rispetto ai 25,95 miliardi di metri cubi dello stesso periodo di un anno fa. Il calo delle importazioni di gas è derivato dalla scarsa domanda di centrali elettriche a gas nel settore elettrico. La produzione di energia rinnovabile, soprattutto dalla generazione di energia idroelettrica, ha raggiunto i livelli di picco fino alla primavera del 2019.
27.09.2019
Il Governo ha come obiettivo quello di sviluppare l’industria energetica turca al fine di espandere in modo esponenziale la quota di risorse di energie rinnovabili attraverso la capitalizzazione delle risorse di energia solare, eolica e geotermica e la riduzione della dipendenza dalle importazioni. Le condizioni favorevoli agli investimenti ed i programmi di incentivazione hanno permesso alla Turchia di diventare il quarto paese con la più alta capacità di energia geotermica al mondo, dopo Stati Uniti, Indonesia e Filippine. Come risultato della crescente espansione delle energie rinnovabili, la Turchia ha ottenuto il 65% della sua elettricità da risorse locali negli ultimi sette mesi ed ha cancellato $ 1,5 miliardi dalla bolletta energetica del paese. I numerosi progetti, realizzati in ambito del Programma YEKDEM (Renewable Energy Support Scheme), hanno consentito alla Turchia di compiere notevoli progressi sull'utilizzo di questa particolare risorsa, nonchè di diventare esempio per altri paesi, quali Indonesia e Kenya. Con il programma YEKDEM, le centrali geotermiche si svilupperanno anche in Anatolia centrale ed orientale e la Turchia potrà raggiungere facilmente il terzo posto nella classifica mondiale. Inoltre, la capacità geotermica può essere sfruttata per i processi di riscaldamento, essiccazione e raffreddamento, in particolare nelle coltivazioni agricole in serra. Un buon esempio è dato dal nuovo progetto di Zorlu Enerji nella centrale geotermica di Kızıldere 2, su un'area di 600 decadi situata nella provincia centrale dell'Egeo di Denizli. Il progetto, primo nel suo genere in Turchia, è condotto con un partenariato pubblico-privato e consentirà la coltivazione di circa 15.000 tonnellate di ortaggi in serra con il riscaldamento fornito dalla centrale geotermica di Kızıldere 2, contribuirendo in modo significativo allo sviluppo regionale. Per quanto riguarda la sostenibilità ambientale delle centrali geotermiche, l’Associazione degli investitori delle centrali geotermiche (JESDER) sta collaborando con la Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (BERS) e la Banca Mondiale per elaborare uno studio investigativo per valutare e ridurre l’impatto sull’ambiente causato dalle centrali geotermiche. I lavori, avviati ad aprile, dovrebbero essere completati entro la fine dell'anno.