Cronache Economiche

27.01.2021

La Banca Centrale mantiene i tassi d’interesse al 17%

La Banca Centrale si è impegnata a mantenere "decisamente" una politica monetaria restrittiva ed il 21 gennaio 2021 ha annunciato di mantenere costante il tasso di interesse ufficiale al 17% in linea con le aspettative del mercato. L'impatto della forte stretta monetaria, attuata a novembre e dicembre 2020 sul credito e sulla domanda interna, dovrebbe essere più significativo e gli effetti della domanda e dei fattori di costo sull'inflazione dovrebbero diminuire gradualmente. Tuttavia, le condizioni della domanda interna, gli effetti cumulativi sui costi, in particolare gli effetti del tasso di cambio, l'aumento dei prezzi internazionali dei prodotti alimentari e di altre materie prime e gli alti livelli delle aspettative di inflazione continuano ad influenzare negativamente il comportamento dei prezzi e le prospettive di inflazione. La finalità è quella di mantenere decisamente l'orientamento restrittivo della politica monetaria per un periodo prolungato fino a quando forti indicatori non indicheranno un calo permanente dell'inflazione e della stabilità dei prezzi per raggiungere la crescita sostenibile, l’occupazione, l’equa distribuzione del reddito e l’aumento del benessere sociale del paese. La Banca Centrale turca ha fissato un obiettivo di inflazione del 9,4% a fine 2021 e del 5% entro il 2023. I prezzi al consumo sono aumentati a dicembre 2020 con l'aumento dei prezzi alimentari, mantenendo la pressione sulla Banca Centrale per rispettare una politica monetaria rigorosa. L'inflazione annuale è aumentata al 14,6% dal 14% a novembre 2020, secondo i dati ufficiali.

CONTINUA A LEGGERE

27.01.2021

Interscambio commerciale nel periodo gennaio-novembre: Italia secondo partner europeo

L’interscambio commerciale con la UE (principale partner commerciale della Turchia con il 36,7% dell’interscambio totale), ha registrato un calo del 3% passando da $ 131,9 miliardi del 2019 a $ 127,9 miliardi registrati nei primi undici mesi del 2020. Le importazioni turche dalla UE sono passate da $ 61,1 miliardi a $ 65,2 miliardi (6,6%), mentre le esportazioni verso la UE sono diminuite del 11,3%, passando da $ 70,8 a $ 62,8 miliardi. La graduatoria dei principali partner commerciali mostra al primo posto la Germania con $ 33,7 miliardi di interscambio (3,5% rispetto al 2019), di cui 19,3 miliardi di importazioni (11,9%) e 14,4 miliardi di esportazioni (-6%) con un saldo negativo per la Turchia di $ 4,9 miliardi. Segue: la Cina con 23,1 miliardi di interscambio (17%), di cui 20,5 miliardi di import (19%) e 2,6 miliardi di export (3,2%) e un saldo negativo per la Turchia di 17 miliardi di USD. L’Italia si posiziona quale 6° partner commerciale con 15,4 miliardi di interscambio totale (-11,9%) rispetto al 2019, di cui 8,1 miliardi di importazioni turche dall'Italia (-3,5%) e 7,2 miliardi di esportazioni turche verso l'Italia (-19,7%) e un saldo negativo per la Turchia di $ 898 milioni. Nel periodo gennaio-novembre 2020, l’Italia si conferma il quinto fornitore della Turchia dopo Cina, Germania, Russia, Stati Uniti ed il quinto cliente dopo Germania, Regno Unito, Stati Uniti ed Iraq. Le tre voci prevalenti dell’export turco verso l’Italia riguardano: autoveicoli, trattori e parti di ricambio; macchinari ed apparecchiature meccaniche; ferro e acciaio. Le principali categorie dell’import turco dall'Italia si riferiscono a: macchinari ed apparecchiature meccaniche; autoveicoli, trattori e parti di ricambio; materie plastiche.

Per il report completo cliccare:

BILANCIA_COMMERCIALE_GENNAIO_NOVEMBRE_2020.pdf

Jan 27, 2021 @ 10:09application/pdf1.37 MB

CONTINUA A LEGGERE

27.01.2021

Previsioni di crescita della Turchia per il 2020 e il 2021

Nel “Global Economic Prospects” della Banca Mondiale, pubblicato il 5 gennaio 2021, l'Istituto finanziario internazionale stima che l'economia turca sia cresciuta dello 0,5% nel 2020, rispetto ad una contrazione prevista del 3,8% a giugno. Si prevede che il PIL cresca del 4,5% nel 2021, in calo rispetto alle precedenti aspettative di un aumento del 5%, a causa della forte accelerazione della pandemia, di un turismo internazionale più debole ed una politica monetaria più rigida del previsto. Nel 2022 è stimata una crescita del 5%. Anche l’OCSE ha rivisto le previsioni sull’economia della Turchia e, nell’ultimo rapporto “Economic Outlook” di dicembre 2020, ha stimato una crescita economica del 2,9% nel 2021 e del 3,2% nel 2022, sulla base della graduale ripresa dagli effetti della pandemia e dell’importanza del recente inasprimento della politica monetaria della Banca Centrale turca in termini di politiche macroeconomiche. Inoltre, il tasso medio di inflazione in Turchia dovrebbe raggiungere il 12% nel 2021 e 2022, rispettivamente. Una volta avviata la ripresa e ripristinata la fiducia degli investitori, l’OCSE ha previsto un aumento del PIL pro-capite dell’1% su base annua nei prossimi anni, grazie ad una combinazione di riforme del mercato, istituzionali e dell'istruzione. il Fondo Monetario Internazionale (FMI) prevede che l'economia turca aumenti di circa il 6% nel 2021 con l'introduzione nel Paese del vaccino contro il COVID-19 e la ripresa dei rapporti con i partner commerciali. L'inflazione dovrebbe diminuire modestamente entro la fine del 2021 ed il disavanzo delle partite correnti dovrebbe scendere al 3,5% del PIL, in gran parte riflettendo le minori importazioni di oro ed una modesta ripresa del turismo. Secondo l'FMI, le misure intraprese recentemente dal Governo hanno portato ad un forte rimbalzo del PIL e dell'attività economica nel terzo trimestre al di sopra dei livelli pre-pandemici in Turchia, che si stima sia tra i pochi paesi che abbiano registrato una crescita complessiva nel 2020. L’Istituto considera che la risposta politica iniziale alla pandemia si basava principalmente su una rapida espansione monetaria e del credito, inclusi i tagli dei tassi di rapida crescita dei prestiti da parte delle banche statali e le misure amministrative e regolamentari progettati per aumentare il credito. L'istituto finanziario internazionale, d'altra parte, ha evidenziato alcuni rischi, come l'inflazione, che rimane ben al di sopra dell'obiettivo pesando ulteriormente sulla credibilità delle politiche, l'aumento della dollarizzazione, nonché le elevate importazioni, i deflussi finanziari e gli interventi sui cambi su larga scala per contenere il deprezzamento della lira turca. Secondo il FMI, altri fattori, come le scarse riserve di valuta estera e le elevate esigenze di finanziamento esterno, rendono l'economia turca vulnerabile agli shock.

CONTINUA A LEGGERE

27.01.2021

Il 2021 sarà l'anno delle riforme per la Turchia: Presidente Erdoğan

Il Presidente della Repubblica di Turchia, Recep Tayyip Erdoğan, in occasione di due cerimonie di apertura, in collegamento video a fine dicembre 2020, ha proclamato che il 2021 sarà un "anno di riforme democratiche ed economiche" e di nuovi investimenti nel Paese. İl pacchetto di riforme in campo economico e giudiziario è atteso per il mese di febbraio. Egli ha inoltre sottolineato che nuovi investimenti sono stati realizzati nel settore dei trasporti, della cultura, dell'arte, dell'agricoltura e dell'industria della difesa. Inoltre, considerando che il 2020 è stato un anno fruttuoso per la Turchia, soprattutto nel campo dell'energia, ha sottolineato l’importanza di apportare nel paese non solo risorse di idrocarburi, ma anche altre ricchezze naturali e sotterranee.

CONTINUA A LEGGERE

27.01.2021

FIAT: il marchio di veicoli più venduto in Turchia nel 2020

Secondo l'Associazione dei distributori automobilistici (ODD), Fiat è stato il marchio più venduto di veicoli in Turchia, con 137.325 unità tra autovetture e veicoli commerciali leggeri, seguito da Renault e Ford con 101.534 e 92.487 rispettivamente. Nel 2020 le vendite totali di auto e veicoli commercilai leggeri hanno raggiunto le 772.788 unità, registrando un aumento del 61,3% su base annua.

CONTINUA A LEGGERE

27.01.2021

Aeroporti turchi: riduzione del 60% dei passeggeri nel 2020

Secondo l'Autorità statale degli aeroporti (DHMI), il numero di passeggeri negli aeroporti turchi, compresi i passeggeri in transito, ha raggiunto gli 81,7 milioni nel 2020, in diminuzione del 61% rispetto all'anno precedente a causa della pandemia che ha comportato restrizioni ai viaggi in tutto il mondo, chiusure alle frontiere ed un calo complessivo della domanda dei consumatori. Il numero di passeggeri domestici è diminuito del 50,3% su base annua a 49,7 milioni nel 2020, mentre 32 milioni di passeggeri hanno utilizzato voli internazionali. Nello stesso periodo, gli aeroporti turchi hanno servito più di 1 milione di aerei, inclusi i sorvoli, rispetto ai 2,03 milioni del 2019. I dati hanno mostrato che il traffico merci è diminuito del 30% su base annua a 2,4 milioni di tonnellate nel 2020. L'aeroporto di Istanbul è stato nel 2020 l'aeroporto più trafficato del paese, accogliendo 23,4 milioni di passeggeri e servendo circa 185.642 aerei. Secondo l'Organizzazione Europea per la sicurezza della navigazione aerea (Eurocontrol), la compagnia di bandiera nazionale turca, Turkish Airlines, si è classificata al 2 ° posto in Europa con una media di 626 voli giornalieri nel 2020 ed al quarto posto con 1.331 voli giornalieri nel 2019. Al primo posto si è classificata la compagnia low cost irlandese Ryanair, con 951 voli giornalieri. L'aeroporto di Istanbul ha conquistato il quinto posto con una media di 504 voli al giorno in Europa, mentre un altro aeroporto di Istanbul, Sabiha Gokcen International, si è classificato all'ottavo con 339 voli. La compagnia low cost turchia Pegasus Airlines si è classificata al decimo posto con 261 voli giornalieri.

CONTINUA A LEGGERE

27.01.2021

Accordo di libero scambio tra Regno Unito e Turchia

Turchia e Regno Unito hanno firmato il 29 dicembre 2020, prima della fine del periodo di transizione della Brexit, un Accordo di libero scambio che è operativo a partire dal 1 gennaio 2021 e regola i rapporti commerciali bilaterali. L’Accordo permette di preservare il sistema di libero scambio esistente nel quadro dell’Unione doganale UE-Turchia dopo l’uscita del Regno Unito dall’Unione. L’Intesa è stata siglata formalmente dalla Ministra del Commercio turco, Ruhsar Pekcan, e dall’Ambasciatore britannico in Turchia, Dominick Chilcott, con una cerimonia in videoconferenza, che in Turchia si è tenuta presso il Ministero del Commercio. Pekcan ha definito l’Intesa come “il patto commerciale più significativo per la Turchia dalla firma di un Accordo di Unione Doganale con l’UE del 1995” e come “una nuova e speciale pietra miliare nelle relazioni tra Turchia e Regno Unito”. Secondo Pekcan "questa nuova era nelle relazioni porterà mutui benefici”, offrendo l'occasione per rafforzare ulteriormente il volume di scambi già esistente tra i due Paesi. È importante sottolineare che il Regno Unito è il secondo mercato di esportazione della Turchia e che nel 2019 gli scambi commerciali Turchia-Regno Unito sono stati valutati in $ 16,3 miliardi. Nei primi 10 mesi del 2020, le esportazioni della Turchia nel Regno Unito hanno raggiunto $ 8,8 miliardi, mentre le importazioni dalla Gran Bretagna sono state la metà, con un un aumento commerciale di $ 4,4 miliardi per la Turchia. Inoltre, con la firma dell’Accordo, la Turchia manterrà anche tutti i privilegi che spettano come Paese aderente all’Unione Doganale del 1995 con l’Unione Europea. Per Ankara è motivo di soddisfazione considerato che senza l'Accordo, circa il 75% delle esportazioni turche nel Regno Unito sarebbe soggetto a dazi, causando perdite per circa 2,4 miliardi di dollari. L’Accordo riguarderà beni industriali ed agricoli e secondo Pekcan l’obiettivo sarà quello di espandere l’Accordo anche ai servizi finanziari ed altri settori di enorme potenziale, quali biotecnologia, industria siderurgica ed automobilistica, per creare nuovi investimenti ed una collaborazione commerciale ancora più forte.

CONTINUA A LEGGERE

27.01.2021

Aumento dell’inflazione in Turchia: al 14,6% a dicembre 2020

Secondo gli ultimi dati dell’Ente di Statistica turco (Turkstat), il tasso di inflazione annuale è aumentato a dicembre 2020 al 14,6%, dal 14,03% di novembre, e all’1,25% su base mensile. L'unica diminuzione annuale è stata registrata nei prezzi di abbigliamento e calzature con lo 0,32%. Le bevande alcoliche ed il tabacco con lo 0,65%, la comunicazione con il 5,73% e l'istruzione con il 6,84% sono stati gli altri gruppi principali in cui sono stati realizzati gli aumenti annuali più bassi. I principali gruppi, in cui sono stati registrati alti aumenti annuali a dicembre 2020 sono stati: beni e servizi vari con il 28,12%; trasporti con il 21,12% e cibo e bevande analcoliche con il 20,61%. I Beni e servizi vari con lo 0,58%, l'istruzione con lo 0,03 e le bevande alcoliche ed il tabacco con lo 0,01% sono stati gli altri gruppi che hanno indicato una diminuzione mensile. D'altra parte, gli arredi e le apparecchiature domestiche con il 3,46%, i trasporti con il 2,64 e gli alimenti e le bevande analcoliche con il 2,53% sono stati i principali gruppi con aumenti mensili elevati. A dicembre 2020, all'interno dei prezzi medi di 418 articoli, i prezzi medi di 98 articoli sono diminuiti e quelli di 36 articoli sono rimasti invariati, mentre i prezzi medi di 284 articoli sono aumentati. Tra le misure per contrastare l’inflazione, in base ad un Decreto Presidenziale pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 17 dicembre, la Turchia ha prorogato la sospensione dei dazi del 20% sulle importazioni di grano, orzo e mais fino al 30 aprile 2021. Il grano ha assunto un’importanza strategica in mezzo alla pandemia da coronavirus, quando i paesi si sono concentrati sul consumo interno piuttosto che sul commercio estero e le scorte di grano dei paesi sono aumentate in modo significativo. Il paese ha esportato 1,25 milioni di tonnellate di pasta lo scorso anno e quest'anno si prevede che la cifra raggiungerà oltre 1,3 milioni di tonnellate. Gli esportatori di farina turchi soddisfano l'85% della domanda di grano dalla Russia.

CONTINUA A LEGGERE

27.01.2021

Tasso di disoccupazione del 12,7% ad ottobre

Secondo i dati dell’Istituto di Statistica turco (Turkstat), il tasso di disoccupazione della Turchia è stato del 12,7% ad ottobre, segnando una diminuzione annua di 0,7 punti percentuali. Su base annua, il tasso di occupazione è stato registrato al 43,6% con una diminuzione di 2,3 punti percentuali. A settembre, il tasso di disoccupazione del paese era anche del 12,7%. Il numero di disoccupati di età pari o superiore a 15 anni è diminuito di 391.000 a poco più di 4 milioni rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Il tasso di disoccupazione giovanile nella fascia di età 15-24 anni è sceso del 24,9%, con una diminuzione di 0,4 punti percentuali. Il tasso di disoccupazione non agricola è sceso di 0,9 punti percentuale al 14,8% su base annua durante il mese di ottobre. Secondo la distribuzione dell'occupazione per settore: il 17,6% impiegato nell'agricoltura, il 20,3% nell'industria, il 6,4% nell'edilizia ed il 55,7% nei servizi.

CONTINUA A LEGGERE

27.01.2021

L’indice di fiducia è diminuita del 3,5% a dicembre

Secondo i dati ufficiali di TurkStat di fine dicembre, l’indice di fiducia dei consumatori nell'economia turca a dicembre è stato di 86,4, in calo del 3,5% rispetto all’89,5 del mese precedente, trainato dal deterioramento del settore dei servizi, del commercio al dettaglio e delle costruzioni. L’indice di fiducia nei servizi ha registrato il calo maggiore del 9,2% nello stesso periodo raggiungendo i 70,4 punti, in gran parte guidato dalla debole domanda a causa della pandemia. Il dato per il settore del commercio al dettaglio è scivolato del 7,8% a 87,6 punti durante lo stesso periodo, poiché le vendite delle attività commerciali sono peggiorate negli ultimi tre mesi dell’anno. L'indice di fiducia nel settore delle costruzioni ha registrato una diminuzione mensile del 7,2%, raggiungendo il 73,3 a dicembre, derivante da un calo dei sottoindici dell'attuale portafoglio degli ordini e delle aspettative di occupazione totale. Le stime e le aspettative dei consumatori in quasi 20 categorie economiche e finanziarie sono state calcolate attraverso la misurazione delle tendenze dei consumatori, congiuntamente da Turkstat e dalla Banca Centrale di Turchia.

CONTINUA A LEGGERE

27.01.2021

Aumento del consumo di gas nel 2020

Secondo i dati della Turkish Petroleum Pipeline Corporation (BOTAŞ), l'afflusso totale di gas naturale nella rete di distribuzione turca ha registrato un aumento su base annua di circa il 6,38%, raggiungendo i 50 miliardi di metri cubi (bcm) nel 2020, rispetto ai 47 miliardi di bcm del 2019. Poiché il volume delle esportazioni di gas naturale della Turchia è relativamente basso, si prevede che il consumo totale sia vicino al volume di afflusso. Nel 2020, il dato più alto per l'afflusso di gas naturale è stato registrato nel mese di gennaio con 7 bcm ed il più basso a giugno con 2,22 bcm. La rete del gas in Turchia si è ampliata con la fornitura di gas aggiuntivo in altre 31 regioni. Alla fine del 2020, il numero di abbonati ha raggiunto circa 17,5 milioni (l'equivalente di 70 milioni di abitanti) e la capacità di stoccaggio di gas naturale del paese ha raggiunto 3,84 miliardi di metri cubi. La Turchia importa gas tramite gasdotti dalla Russia, dall'Azerbaigian e dall'Iran. Nel 2019 Ankara ha importato 15,2 miliardi di metri cubi di gas dalla Russia, 9,56 miliardi di metri cubi dall'Azerbaigian e 7,74 miliardi di metri cubi dall'Iran. Il restante 28% è arrivato sotto forma di GNL. Per il 2020, la quota di GNL dovrebbe essere superiore al 20%, poiché i prezzi più bassi del GNL e le abbondanti forniture in eccesso hanno contribuito all'aumento della sua quota.

CONTINUA A LEGGERE

27.01.2021

TANAP trasporta gas a pieno regime

Il flusso di gas commerciale attraverso TANAP, lungo 1.850 chilometri, è iniziato il 30 giugno 2018. Nel suo primo anno di funzionamento, più di 2 miliardi di metri cubi di gas naturale sono stati trasportati in Turchia. Con un graduale aumento della capacità, da allora il totale del gas azero, consegnato alla compagnia nazionale turca Botaş, ha raggiunto gli 8,4 miliardi di metri cubi al 31 dicembre 2020. Saltuk Duzyol, General Manager di TANAP, ha affermato che il volume annuale di gas naturale consegnato alla Turchia rimarrebbe stabile a 6 miliardi di metri cubi annui fino ad un nuovo aumento della capacità. I restanti 10 miliardi di metri cubi di capacità annua di TANAP sono destinati ad altri paesi europei, tra cui Bulgaria, Grecia, Albania ed Italia. Il gasdotto Trans Adriatic (TAP), il gasdotto TANAP e il gasdotto del Caucaso meridionale sono sezioni del Corridoio meridionale del gas (SGC), costruito per trasportare il gas naturale dal campo di Shah Deniz nel Mar Caspio in Italia attraverso Azerbaigian, Georgia, Turchia, Grecia ed Albania. Le forniture commerciali di gas naturale a TAP tramite TANAP sono iniziate il 1 ° gennaio. Il gigantesco giacimento di Shah Deniz al largo della costa dell'Azerbaigian, ricco di energia, è stato scoperto nel 1999 ed è stato stimato dalla BP per contenere circa 1 trilione di metri cubi di gas naturale. Il progetto SGC è sostenuto dalla Commissione Europea, come parte degli sforzi per frenare la dipendenza dell'Europa dall'energia russa. La Russia controlla infatti il 34% del mercato europeo del gas e prevede di aumentare le esportazioni di gas in Europa, Turchia compresa, da 171-172 miliardi di metri cubi previsti del 2020 a 183 miliardi di metri cubi nel 2021. Nel 2019, la Turchia ha importato gas per 45,3 miliardi di metri cubi e gas naturale liquefatto da paesi, tra cui Russia, Azerbaigian, Iran, Qatar, Algeria e Stati Uniti, pagando circa $ 12 miliardi. Le entrate dovrebbero raggiungere $ 1,5 miliardi. Il fatturato annuo di TANAP, di proprietà di SGC (51%), SOCAR Turchia (7%), Botaş (30%) e BP Pipelines (12%), supererà $ 1,5 miliardi il prossimo anno, ha affermato Düzyol. L’Accordo tra TANAP e Botaş scadrà tra 13 anni, ma può essere prorogato per più di 30 anni. TANAP è stato premiato come "Progetto dell'anno 2020" dal Project Management Institute (PMI) di Filadelfia per la sua efficienza ed il rispetto per l'ambiente ed il patrimonio culturale. Düzyol ha dichiarato che il costo complessivo del progetto è stato del 45% inferiore rispetto ai calcoli iniziali.

CONTINUA A LEGGERE

27.01.2021

La Banca Mondiale stanzia $ 300 milioni di finanziamenti per le micro e piccole imprese turche

Il Direttore della Banca Mondiale per la Turchia, Auguste Kouame, ha annunciato lo stanziamento di finanziamenti rimborsabili per un valore di $ 300 milioni (TL 2,3 miliardi) a sostegno delle micro e piccole imprese manifatturiere ed altre giovani imprese innovative turche, operanti nel settore della produzione, della ricerca scientifica e sviluppo e della programmazione informatica. Il progetto, implementato dall'Organizzazione per lo sviluppo delle piccole e medie imprese della Turchia (KOSGEB), è destinato a soddisfare le esigenze temporanee di liquidità delle micro e piccole imprese, colpiti negativamente durante la crisi sanitaria ed economica in corso causata dalla pandemia da Covid-19 al fine di preservare le attività economiche e l’occupazione. Inoltre, commentando il progetto, Stefka Slavova, Capo economista presso la Banca Mondiale e co-task team leader del progetto, ha osservato che gli MSE turchi sono la principale fonte di occupazione per famiglie al di sotto o al di sotto della soglia di povertà e rappresentano oltre il 40% dell'occupazione nel settore manifatturiero.

CONTINUA A LEGGERE

27.01.2021

La BERS aumenta gli investimenti in Turchia

Secondo dichiarazioni dell’Amministratore delegato della BERS per la Turchia, Arvid Tuerkner, la Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (BERS) ha aumentato nel 2020 il suo sostegno finanziario alla Turchia, nel mezzo della situazione pandemica, a 1,7 miliardi di euro ($ 2 miliardi), attraverso 33 progetti per l'acquisizione di attrezzature mediche chiave e per aiutare il settore privato. Più della metà degli investimenti della BERS per il 2020 nell'economia turca sono stati realizzati attraverso istituzioni finanziarie locali (Akbank, Aklease, Alternatifbank, Denizbank, Garanti, Isbank, QNB Finansbank e Yapi Kredi). Inoltre, la Banca ha anche esteso un prestito di 130 milioni di euro al Ministero della Salute turco per acquistare attrezzature mediche di emergenza per gli ospedali locali, comprese le unità di terapia intensiva ed i monitor dei ventilatori, migliorando la capacità del sistema sanitario.

CONTINUA A LEGGERE