08.06.2023
“Il mio primo pensiero va alle popolazioni colpite dai devastanti sismi del 6 febbraio scorso che hanno gravemente ferito la zona sudorientale della Turchia causando numerosissime vittime e feriti. Siamo stati testimoni di una inaudita tragedia e il ricordo di quei terribili eventi resterà sempre nei nostri cuori”. Così l’Ambasciatore d’Italia in Turchia Giorgio Marrapodi, in un passaggio del suo discorso che ha aperto la cerimonia per celebrare il settantasettesimo anniversario della Repubblica Italiana lo scorso 2 giugno, alla presenza di oltre mille e cinquecento ospiti tra personalità del mondo politico, imprenditoriale e culturale, della stampa, del corpo diplomatico presente in Turchia e dei connazionali residenti.
L’Ambasciatore Marrapodi ha poi ricordato lo spirito di solidarietà delle squadre di soccorso italiane impegnate nella città di Hatay e la mobilitazione a supporto delle strutture ospedaliere gravemente danneggiate attraverso l’attivazione dell’ospedale da campo italiano successivamente donato dalla Regione Piemonte al Ministero della Salute. “L’Italia resterà sempre al vostro fianco” - ha poi aggiunto l’Ambasciatore - affermando che l’Italia continua a collaborare intensamente con la Turchia per una più stretta collaborazione scientifica per la condivisione di informazioni geologiche e sismologiche utili per la prevenzione e mitigazione del rischio sismico. Doveroso ricordo, infine, alle popolazioni colpite dalle alluvioni in Emila Romagna e un pensiero alle vittime che sono state tolte alla vita da quanto è recentemente accaduto. L’Ambasciatore Marrapodi ha ringraziato tutte le Istituzioni turche per i segnali di forte vicinanza e di solidarietà alle popolazioni emiliane e romagnole colpite dall’alluvione.
L’Ambasciatore si è poi soffermato sulle relazioni tra i due Paesi sottolineando che Italia e Turchia sono Paesi alleati e condividono l’importante responsabilità nel Mediterraneo e nel mondo; l’eccellente e vasto dialogo politico, i vivaci rapporti culturali e quelli commerciali che i due Paesi portano avanti da sempre, potranno essere determinanti anche per porre fine all’aggressione all’Ucraina grazie al fondamentale ruolo che riveste la Turchia. L’Ambasciatore Marrapodi ha poi auspicato che il prossimo appuntamento che vede impegnati Italia e Turchia nella “Joint Economic and Trade Commission” (JETCO), possa ripetere il successo del Vertice intergovernativo del 2022.
Il Ministro del Commercio, Mehmet Muş, intervenuto alle celebrazioni in rappresentanza del Governo turco, ha voluto ringraziare solennemente le squadre di ricerca e soccorso italiane per il sostegno profuso a seguito dei devastanti sismi del 6 febbraio 2023 ed ha espresso cordoglio per le popolazioni alluvionate dell’Emilia-Romagna. Sottolineando le eccellenti relazioni economiche tra i due Paesi che vantano un interscambio commerciale che nel 2022 ha superato i 26 miliardi di dollari (ma che potrebbe salire a 30 miliardi entro il 2023); il Ministro Muş ha poi partecipato alla premiazione delle numerose aziende italiane e turche che hanno contribuito alle celebrazioni del 2 giugno e a cui va il ringraziamento dell’Ambasciata.
Il successo dell’evento è infatti stato reso possibile anche grazie al fondamentale contributo di tutti gli sponsor di questa edizione, qui di seguito elencati; un grazie particolare va al Gruppo Calzedonia per il generoso contribuito che ha consentito di ristrutturare l’Ambasciata d’Italia ad Ankara.
A margine della giornata celebrativa del settantasettesimo anniversario della nascita della Repubblica Italiana, la Residenza ha ospitato una mostra fotografica e alcuni video promozionali della candidatura di Roma a Expo 2030 il cui voto finale è previsto a Parigi il prossimo 23 novembre.
08.06.2023
In occasione della VII edizione dell’Italian Design Day 2023 (IDD), l’Ambasciata d'Italia ad Ankara, in collaborazione con le Università M.E.T.U. e Bilkent, ha organizzato il 23 maggio scorso presso la Residenza dell’Ambasciatore d’Italia in Turchia una mostra-evento sul tema “La qualità che illumina. L’energia del design per le persone e per l’ambiente”, nell’ambito del nuovo format “Sustain-IT”, lanciato per la prima volta lo scorso anno.
Il tema dell’edizione 2023, ha focalizzato la riflessione su particolari esempi di illuminazione urbana e illuminazione architettonica sostenibile come ad esempio quelli realizzati al Pantheon (illuminazione naturale monumentale), a Torraca in provincia di Salerno (primo Comune in Italia ad illuminazione LED), a Bagheria della città metropolitana di Palermo nonché quelli realizzati in Turchia come l’illuminazione della Basilica della “Cisterna Yerebatan” di Istanbul, curata dagli architetti Eugenio Cipollone (Insula Architettura e Ingegneria), Adriano Caputo (Studioillumina) e Dogu Kaptan (Atelye70) intervenuti durante il simposio.
Coordinato dalla Professoressa Bahar Gedikli del METU, Ambasciatore del Design italiano ad Ankara per il secondo anno consecutivo, questa edizione del progetto “Sustain-IT 2023” ha coinvolto gli studenti dell’Università METU e della Bilkent in un workshop finalizzato alla preparazione di progetti che ruotano intorno al concetto di illuminazione sostenibile, traendo ispirazione dal design italiano. All’evento è intervenuta anche la Professoressa Funda Ataylar, esperta in “lighting design” e docente presso alcune facoltà di architettura e design industriale della Capitale.
L’Ambasciatore Giorgio Marrapodi, nel suo intervento di apertura, ha voluto ricordare che l’IDD 2023 è stato inserito nel programma ufficiale del Festival della Sostenibilità 2023, l’iniziativa di “ASVIS”, l'Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, volta a sensibilizzare sugli obiettivi dell'Agenda ONU 2030 attraverso una serie di eventi realizzati in Italia e nel Mondo che si sono svolti dall'8 al 24 maggio scorsi.
L’Ambasciatore Marrapodi ha poi ringraziato il main sponsor del Seminario, la Barilla Group, impegnata a promuovere la sostenibilità all’interno delle proprie attività in Turchia ed ha lanciato un video sull'industria del design italiano realizzato nell'ambito della campagna nazionale di branding “be IT” alla presenza di numerosi accademici, studenti, designer, architetti e mondo delle Istituzioni turche. L’Italian Design Day è una iniziativa lanciata nel 2017 dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale italiano in collaborazione con il Ministero dell’Università e della Ricerca, con lo scopo di promuovere in tutto il mondo i valori del Design italiano.
08.06.2023
Il quarto appuntamento del nuovo ciclo di incontri “MeeTürkItaly” si è svolto a Palazzo di Venezia ad Istanbul il 7 giugno. Ospite d’eccezione Oscar Farinetti, fondatore di Eataly, la catena di distribuzione specializzata nella vendita di generi alimentari italiani che possiede oggi ha una rete nel mondo composta da una quarantina di punti vendita di cui la metà all’estero.
Eataly ha fatturato nel 2021 quasi mezzo miliardo di euro, portando le eccellenze dell’enogastronomia Made in Italy in Turchia nel 2013, anno in cui il marchio è sbarcato ad Istanbul presso il famoso centro commerciale Zorlu Center.
L’Ambasciatore d’Italia Giorgio Marrapodi in apertura ha ricordato quello che è il principale obiettivo del format “MeeTürkItaly” ideato dall’Ambasciata d’Italia lo scorso anno, ossia quello di provare ad avvicinare ancor di più l’Italia alla Turchia raccontando “storie di successo” in diversi ambiti che coinvolgono i due Paesi: dall’imprenditoria allo sport, dalla cultura alla scienza passando per l’enogastronomia con la speranza che i partecipanti possano trarre ogni volta una nuova “ispirazione”. Dopo gli incontri dedicati alla tecnologia ed al fitness con il Fondatore di Technogym Nerio Alessandri; quello dedicato allo sport con le leggende del calcio Antognoni e Terim e quello dedicato al fashion retail italiano con il presidente del Gruppo Calzedonia Sandro Veronesi, per il quarto appuntamento si è deciso di invitare un grande imprenditore italiano che ha costruito la propria “storia di successo” attorno ad un altro dei capisaldi del Made in Italy nel mondo: l’enogastronomia. L’Ambasciatore Marrapodi ha poi ricordato che la dieta mediterranea, che accomuna i due Paesi, è stata riconosciuta dall’UNESCO nel 2010 quale patrimonio immateriale dell’umanità e che proprio quest’anno il Ministero della Cultura ed il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste hanno annunciato l’avvio dell’iter per la candidatura della cucina italiana a patrimonio immateriale dell’umanità.
Oscar Farinetti, nel prendere la parola, ha affermato che per riuscire in un progetto imprenditoriale è fondamentale non sbagliare l'analisi preventiva facendosi “guidare anche dai sentimenti”. Passando poi al tema dell’eccellenza italiana nella gastronomia Farinetti ha citato il contributo di Pellegrino Artusi, che è stato fondamentale per creare la base del successo del cibo italiano nel mondo. Nel fare un paragone con la cucina francese, egli ha affermato che quest’ultima è stata “inventata dai cuochi secoli prima di quella italiana” ma la cucina italiana, avendo la caratteristica di essere nata nelle case dalle nostre nonne e bisnonne con ingredienti freschi e abbinamenti semplici, ha il vantaggio di essere più facilmente replicabile, e questo è stato il suo punto di forza.
Il grande successo di pubblico è stato testimoniato anche dal notevole riscontro sui social media, per un incontro che ha avvicinato molto le due comunità grazie ad un filo conduttore sempre in voga come la passione per la buona cucina mediterranea.
08.06.2023
Erdoğan è stato eletto per un nuovo mandato quinquennale, il terzo di fila, fino al 2028 dopo aver ottenuto lo scorso 28 maggio il 52,1% nel ballottaggio presidenziale. Si passa ora alle sfide che, in ambito economico, sono legate in primis alla spirale inflazionistica e al forte deprezzamento della lira turca che hanno corroso il potere d'acquisto di migliaia di famiglie turche e logorato i bilanci di numerose aziende. Nelle sue osservazioni, dopo la vittoria, Erdoğan ha collocato l'inflazione tra le questioni più urgenti della Turchia dopo quella legata alla ricostruzione delle città del sud-est del Paese colpite dai devastanti sismi dello scorso 6 febbraio.
Mustafa Gültepe, Presidente dell'Assemblea degli esportatori turchi (TİM), è ottimista dopo la rielezione del Reis: “stiamo lavorando con l'obiettivo di collocare la Turchia tra i primi dieci più grandi Paesi esportatori al mondo ma per raggiungere questo traguardo è richiesto uno sforzo da parte del Governo per frenare l'elevata volatilità del tasso di cambio che mina la competitività dei nostri esportatori”. Il Presidente delle Associazioni degli esportatori dell'Egeo (EİB), Jak Eskinazi, quello della Istanbul Chemicals and Chemical Products Exporters Association (İKMİB), Adil Pelister, ed il Presidente dell'Associazione turca degli industriali e degli uomini d'affari (TÜSİAD), Orhan Turan, concordano nell’importanza di creare nel brevissimo termine un migliore clima per gli investimenti e auspicano una politica monetaria più ortodossa da parte dell’Esecutivo di Ankara. Da parte sua Erdoğan, subito dopo la vittoria sul rivale Kılıçdaroğlu, ha però sottolineato che rimarrà fedele al suo programma economico di bassi tassi di interesse per contrastare l'aumento dei prezzi e stimolare la crescita economica, insistendo sulla teoria che il programma presentato nel 2021 possa trasformare i disavanzi cronici della parte corrente della bilancia dei pagamenti in un avanzo: "stiamo progettando un'economia incentrata sugli investimenti e sull'occupazione, con un team di economisti che gode di una reputazione internazionale", ha poi aggiunto Erdoğan.
Ma la vera sfida investe la posizione economico-finanziaria della Turchia che versa, in realtà, in un precario stato di salute se si guarda alle forti pressioni sulle partite correnti, all’erosione delle riserve valutarie e ai crescenti controlli sui movimenti di capitali; misure monetarie eterodosse che se reiterate, come ha subito annunciato Erdogan dopo l’elezione, potrebbero ulteriormente affaticare il settore bancario e sottoporre a stress i rating del credito turco.
Se da una parte le politiche di bilancio hanno contribuito a diminuire le tasse e ad aumentare i sussidi, dall’altra parte il TEM, il modello economico del Presidente turco basato su crescita, investimenti, esportazioni e occupazione, potrebbe non essere più sufficiente per garantire il “welfare”, combattere le disuguaglianze sociali e contrastare l’aumento dei prezzi al consumo e quello degli affitti. Su quest’ultimo aspetto, le potenziali soluzioni sollevate anche da Presidente, sono rappresentate dal limite del 25% sugli aumenti degli affitti soprattutto degli alloggi sociali rivolti alle fasce di reddito medio e basso limite fino ad oggi è sembrata un’applicazione ancora poco diffusa. Tuttavia il nuovo Parlamento ha nell’ordine del giorno nella sua prima seduta della prossima settimana, l’introduzione del limite all'aumento degli affitti in Turchia.
Se è pur vero i quattro i pilastri del programma economico del Presidente hanno contribuito alla recente trasformazione economica del Paese, preferendo un tasso di inflazione elevato piuttosto che affrontare cicli recessivi, secondo gli analisti una politica monetaria e fiscale espansiva incentrata sui tagli ai tassi di interesse, non aiuterebbe il Paese a contrastare il disavanzo cronico di parte corrente con l’esigenza per il Paese di continuare a ricorrere a finanziamenti esterni aumentando la volatilità della valuta nazionale.
Nel frattempo, la scorsa settimana è stata presentata la nuova squadra di Governo che vede alla guida dei Dicasteri economici Mehmet Fatih Kacir (Industria e Tecnologia), Omer Bolat (Commercio) che subentra al posto di Mehmet Muş e Mehmet Şimşek (Tesoro e Finanze). Il nuovo Capo del Ministero del Tesoro e delle Finanze Şimşek - che ha aveva già rivestito questo ruolo dal 2009 al 2015 e con alle spalle esperienze di economista alla Merrill Lynch di Londra, alla Deutsche-Bender, alla UBS di NYC e all’Ambasciata USA ad Ankara (Şimşek è anche cittadino statunitense) - subentra a Nureddin Nebati; il suo nome circolava insistentemente nei giorni prima della formazione del nuovo Esecutivo ed era atteso con un certo ottimismo per le sue politiche più favorevoli al mercato e per un possibile “graduale” ritorno a forme più ortodosse nella gestione dell’economia del Paese. Per il momento l’attenzione si sposta alle nomine della Banca Centrale e all’eventuale conferma dell’attuale Governatore Sahap Kavcioglu.
08.06.2023
A marzo 2023, secondo gli ultimi dati resi noti dalla Banca Centrale, la posizione della bilancia dei pagamenti della Turchia rimane debole anche se migliora rispetto al 2022 quando il saldo di parte corrente fece registrare un -5,6 miliardi; il saldo di parte corrente è risultato, infatti, in deficit di 4,484 miliardi di dollari nel mese in osservazione. Al netto delle importazioni di oro non monetario e di energia, il conto corrente della bilancia dei pagamenti è risultato invece in surplus per 1,372 miliardi di dollari rispetto ai 2,6 di marzo 2022.
Ciò ha portato ad una riduzione del deficit a 12 mesi a 54,2 miliardi di dollari.
Il disavanzo delle partite correnti registrato in Turchia è dovuto principalmente all’espansione del saldo della bilancia commerciale: nel mese di marzo 2023 i dati preliminari indicavano un deficit commerciale salito a 6,3 miliardi di dollari rispetto ad un deficit di 6.5 miliardi nell’analogo mese dello scorso anno.
I flussi della voce “servizi” hanno invece fatto registrare un avanzo netto pari a 3,088 miliardi di dollari (il surplus era di 2,4 miliardi a marzo 2022). Nell’ambito di questa voce, i viaggi per turismo hanno fatto registrare un surplus di 2,067 miliardi.
Per quanto attiene al deficit di bilancio, nel mese di aprile scorso, si è registrato un ampliamento: il disavanzo accumulato ha raggiunto 132,5 miliardi di lire turche (circa 6,2 miliardi di euro) rispetto ai 2,3 miliardi dell’analogo mese del 2022. Complessivamente, il disavanzo di bilancio accumulato nei primi quattro mesi del 2023 ha raggiunto i 382 miliardi di lire turche pari a 17,8 miliardi di dollari rispetto ai 19,4 miliardi di lire (1 miliardi di euro) dello stesso quadrimestre del 2022.
Prendendo in osservazione il solo mese di aprile scorso, le entrate di bilancio sono state superiori del 63,3% mentre le spese sono aumentate dell’86,9% rispetto all’analogo mese di un anno fa. I ricavi si sono attestati a 286,8 miliardi di lire turche (12,5 miliardi di euro) e le spese (compresi gli interessi) a 404,4 miliardi di lire turche (18,8 miliardi di euro). Le entrate fiscali ammontavano a 237,7 miliardi di lire turche (10,8 miliardi di euro), con un aumento del 70,8% rispetto a marzo 2023. L'aumento maggiore è stato registrato per l’imposta sulle transazioni bancarie e assicurative (+117.6%), e per l’imposta speciale sui consumi (+92,8%) mentre una riduzione si è osservata nell’Irpef del 75%.
08.06.2023
La potenza elettrica installata in Turchia a maggio scorso ha raggiunto i 104.488 megawatt (MW) di cui quasi la metà è rappresentata dalle rinnovabili con in testa l’idroelettrico (31.600 MW). Segue l’eolico (11.490 MV) e il solare (9.820 MV), quest’ultime due fonti sono in forte espansione.
La potenza eolica, che ha coperto il 10,9% della produzione di energia elettrica, si attesta esattamente a 11.490 MW, secondo le più recenti stime fornite lo scorso mese di aprile dal Ministero dell'Energia e delle Risorse Naturali. La città di Izmir ha la più alta capacità installata di energia eolica con 1.754,9 MW. Secondo i dati della Turkish Wind Energy Association (TÜREB), il settore dell'energia eolica in Turchia continua a crescere, non solo in potenza installata, ma anche in termini di crescita della produzione e nell’esportazione di turbine. Secondo TÜREB, oltre 100 aziende operanti in questo campo in Turchia esportano tecnologie per l'energia eolica in 44 Paesi; l’aumento del prezzo del petrolio, i cambiamenti climatici e l'alto costo dell'energia importata, hanno poi obbligato la Turchia a svoltare in direzione delle risorse rinnovabili di energia destinando ingenti investimenti proprio nel solare e nell’eolico. Si prevede che entro il 2023 possano essere installati 1.000 MW di potenza eolica e solare aggiuntiva che consentirebbero alla Turchia di raggiungere posizioni di primato sia in Europa che nel mondo.
Cem Özkök, DG dell'Associazione degli investitori energetici (GÜYAD) in una recente intervista ha posto l’accento sul potenziale, eolico e solare, non ancora sfruttato affermando che “in Turchia lo sfruttamento dell’eolico è partito in ritardo rispetto all’energia solare a causa dei costi più elevati ma oggi si sta muovendo molto più rapidamente". Özkök ha poi aggiunto che grazie ad uno sfruttamento più inteso del sole, la potenza installata salirà fino a 52.900 MW (contro 1/5 di potenza installata oggi) a partire dal 2035, (stime del Piano Energetico Nazionale del Ministero dell'Energia e delle Risorse Naturali presentato lo scorso mese di gennaio). Özkök ha infine affermato che i progetti c.d. “Renewable Energy Resource Zone” (YEKA) sono stati i principali motori della crescita delle energie rinnovabili in Turchia, sia in termini di sviluppo tecnologico che di produzione di pannelli e si prevede che i futuri investimenti da parte di investitori e/o di consorzi locali possano essere in grado di realizzare una potenza installata di 3.000 megawatt ogni anno.
Secondo l'Agenzia internazionale per l'energia (AIE), si prevede che la Turchia vedrà una crescita di circa il 64% della sua capacità di energia rinnovabile fino a 90 GW nei prossimi cinque anni, con quasi il 75% di questa aggiunta costituita da energia solare ed eolica. La crescita la aiuterà il Paese ha collocarsi al quarto posto in Europa e tra i 10 maggiori mercati rinnovabili al mondo.
A livello geografico, Konya ospita la maggior parte della potenza solare installata in Turchia grazie alla grande centrale solare costruita sul sito di “Kalyon Karapınar” (la più grande d’Europa e tra le prime al mondo) che assicura una potenza installata di 1.350 megawatt, mentre le regioni meridionali del Paese, devastate dai sismi del 6 febbraio scorso, vantano alti tassi di sole.
Le province turche con la maggiore potenza eolica installata sono anche quelle che producono più energia: l’eolico in Turchia è distribuito in 47 province dislocate principalmente nella parte occidentale di Izmir (che possiede la più alta capacità installata di energia eolica con 1.754,9 MW), seguita da Balıkesir, un'altra città a ovest del Paese (1.382,4 MW); in questa classifica seguono poi Çanakkale (943,7 MW), Istanbul (838,7 MW) e Manisa (701,7 MW). Come per il solare, anche l’eolico vede tra i siti più con la più alta potenza di energia installata quelli devastati dai terremoti come le province di Hatay, Aydın, Kırklareli e Kayseri.
08.06.2023
L'inflazione al consumo (CPI) della Turchia, secondo i dati aggiornati resi noti dall’Istat turco (TUIK) lo scorso 5 giugno, nel mese di maggio 2023 si è attestata al 39,59% su base annua e solo un +0,04% mese su mese, rallentando per il settimo mese di fila e segnando un significativa involuzione rispetto al picco di oltre l'85% nell'autunno del 2022.
Nello stesso mese di maggio, l’indice dei prezzi alla produzione (D-PPI), si attesta su base annua al 40,76% (era al 52,11% nel mese di aprile) dopo aver raggiunto il picco massimo nell’ottobre 2022, quando si attestò al 157,69%.
Passando all’andamento dei prezzi dei principali sottogruppi che compongono l’economia del Paese, gli aumenti più significativi su base annua dei prezzi al consumo sono stati rilevati alle voci: “servizi ricettivi e ristorazione” (+68,4%), “sanità” (+66,93%), e “alimenti e bevande non alcoliche” (+52,52). Qquello più basso è stato invece fatto registrare ancora una volta dal settore “abbigliamento e calzature” i cui prezzi sono aumentati del 19,49%. Tra le restanti componenti si registra un 20% in più nel settore immobiliare pur diminuendo di due cifre mese su mese (-13,79%).
In una dichiarazione successiva alla pubblicazione del dato di maggio, il Chief Economist Regionale della BERS, Roger Kelly, stima che, a condizione che non ci sia un eccessivo deprezzamento della lira turca, l'inflazione dovrebbe leggermente attenuarsi entro la fine dell'anno con un indice annuale dei prezzi al consumo (CPI) intorno al 35%.
Nel frattempo Mehmet Şimşek, il neo Ministro del Tesoro e delle Finanze, subito dopo la sua nomina ha affermato che “il Paese non ha altra scelta che tornare su un terreno razionale in termini di politica monetaria” aprendo la strada a possibili “mosse chiave” per instaurare un nuovo contesto favorevole alla crescita, all’inflazione e alla stabilità dei prezzi.
08.06.2023
I dati ufficiali resi noti da TurkStat lo scorso 31 maggio, indicano una crescita del Prodotto Interno Lordo della Turchia del 4,0% nel primo trimestre dell’anno rispetto all’ultimo trimestre del 2022 quando si attestò al 3,5%. Nel 2022 la crescita è stata del 5,5% (miglior risultato tra i Paesi G20 dopo Arabia Saudita e India) dopo un 2021 che aveva segnato una crescita record dell’11,4%.
La crescita del primo trimestre del 2023 al 4% è stata trainata, nonostante i due sismi dello scorso febbraio, da una politica economica dell’Esecutivo incentrata sui prestiti a basso costo - che hanno incentivato i consumi - da bollette di gas e di luce fortemente sovvenzionate e dagli aumenti del salario minimo e delle pensioni; una crescita importante nonostante un tasso di inflazione fuori controllo - il più alto tra i Paesi G-20 dopo quello dell’Argentina e il quinto peggior al mondo secondo il FMI - e malgrado una volatilità della lira turca che ha aumentato in maniera vertiginosa i prezzi al consumo.
Secondo un sondaggio di economisti di Bloomberg, la crescita scenderà all'1,6% nel secondo trimestre su base annua al 2,7% nel 2023. Un rallentamento è previsto nella seconda metà del 2023 secondo le stime degli economisti di Goldman Sachs Group Inc., che hanno anche indicato un calo delle riserve valutarie della Turchia con un disavanzo delle partite correnti di oltre il 6% del PIL. La Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (BERS) ha rivisto invece le sue previsioni di crescita per la Turchia nel 2023, abbassandole al 2,5% dal 3%. Per il 2024 la BERS prevede per contro che gli sforzi di ricostruzione legati ai terremoti dovrebbero contribuire alla crescita, con la Banca che prevede un'espansione del 3% per l'economia turca. Per parte sua la Banca Mondiale ha alzato le sue aspettative di crescita per l'economia turca per il 2023 dal 2,7% al 3,2% e per il prossimo anno dal 4% al 4,3%. Anche la Commissione europea ha recentemente fornito le sue previsioni attestando le prospettive di crescita del Paese al 3,5% per il 2023 e al 4% nel 2024, mentre l’OCSE prevede per il 2023 una crescita del 3,6%.
Tornado ai dati ufficiali, l’allora Ministro delle Finanze Nureddin Nebati commentando i dati sulla crescita subito dopo la loro pubblicazione, aveva affermato che, seppure frenata dall'impatto dei sismi, il PIL del Pase ha avuto una dinamica positiva grazie anche agli investimenti in macchinari e attrezzature (+8% rispetto al primo trimestre del 2022) e malgrado il modesto contributo del commercio internazionale. L’ex Ministro aveva poi evidenziato gli sviluppi positivi nell'occupazione (+1,6 milioni di occupati in più nei primi tre mesi del 2023 rispetto a gennaio-marzo dell’anno precedente) con un tasso di disoccupazione sceso sotto la doppia cifra (9,9%).
Nel frattempo, con un PIL a 4% la Turchia si colloca al 2° posto con la crescita più elevata tra i paesi dell'OCSE (preceduta dall’Irlanda al 6,4% e seguita da Israele al 4%) e al 3° posto in ambito G-20 dove la media nel primo trimestre dell’anno è stata dell'1,5%.
Nel frattempo, sempre l'Istituto statistico turco (TÜİK), ha reso pubblici gli indici sintetici di fiducia nelle varie componenti dell’economia turca del mese di maggio 2023: quello economico generale è salito dell’1,4%, il livello più alto degli ultimi 20 mesi, attestandosi a 103,7 su base mensile (a seguito dei sismi del 6 febbraio scorso l’indice era sceso a 99,1 punti) mentre l’indice di fiducia dei consumatori (91,1) è aumentato del 4% nel periodo in osservazione restando però al di sotto della soglia dei 100 punti.
Quello composito del clima di fiducia delle imprese è rimasto sostanzialmente stabile. Scomponendo il dato, si rileva infatti che la fiducia del settore reale è rimasta stabile a 105,1 mentre l’indice di fiducia dei servizi è sceso dello 0,6% a 117,4. La più grande variazione mensile è stata osservata ancora una volta nell'indice delle costruzioni, che è balzato a 92,2 (+4,3%).
L'indice di fiducia economica racchiude le valutazioni, le aspettative e le tendenze dei consumatori e dei produttori sulla situazione economica generale; l'indice indica una prospettiva ottimistica quando sopra 100 punti e pessimista sotto i 100.
08.06.2023
Secondo i dati diffusi dall’Agenzia ICE di Istanbul, nel primo trimestre del 2023 - rispetto all’analogo periodo del 2022 - il commercio estero con la Turchia segna un aumento del 7,1%. L’Italia si colloca al 6° posto tra i maggiori partner commerciali con 6,8 miliardi di dollari di interscambio ed una quota del 3,7% sul totale importato dalla Turchia.
Il nostro Paese, in ambito UE, si piazza invece al secondo posto preceduto dalla Germania (12,11 miliardi di merci e servizi venduti) e prima di Francia (5,5 miliardi) e Spagna (4,57 miliardi) e conferma, infine, come primo partner commerciale della Turchia nell’area del Mediterraneo.
Nei mesi gennaio-marzo 2023, le esportazioni italiane sono state 3,57 miliardi di dollari con un incremento dell’export in valore del 20,7% rispetto al 2022, che collocano l’Italia al sesto posto tra i principali fornitori della Turchia preceduti da Russia, Cina, Svizzera, Germania e Stati Uniti. L’Italia balza invece al terzo posto, subentrando alla Federazione russa, tra i principali clienti dopo Germania e Stati Uniti e Russia con 3,22 miliardi di dollari di beni acquistati. La bilancia commerciale è piuttosto in equilibrio, con un lieve saldo positivo per l’Italia di 353,8 milioni di dollari.
La dinamica dell’export italiano nel trimestre in osservazione è stata trainata dalle vendite di “metalli e pietre preziose” (+88,6%) e da quelle della voce merceologica “autoveicoli e parti di ricambio” (+64,8%) e, in misura meno marcata, dalle nostre esportazioni di strumenti ottici di precisione (+54,4%). È risultato in calo invece l’export di materie plastiche (-5,0%). In termini assoluti, le principali voci del nostro export nel primo trimestre dell’anno restano quelle tradizionali dei “macchinari e apparecchiature meccaniche” che si sono attestati su un valore di circa 834 milioni di dollari. In diminuzione l’export turco del 7,2% con la prima voce merceologica degli acquisti italiani rappresentata dalle vendite di autoveicoli e parti di ricambio con oltre 700 milioni di dollari.
Nel confronto con i principali partner commerciali europei e Regno Unito, nei mesi gennaio-marzo 2023 si rileva ancora una crescita delle esportazioni dell’Italia superiore agli incrementi registrati dalla Germania (+17,3% rispetto al nostro +20,7%) e del Regno Unito (+7,6%), che guadagna quote nei confronti dei nostri due principali concorrenti. Nel trimestre in considerazione fa invece meglio la Francia (+25,0%) con incrementi importante negli acquisti turchi di autoveicoli e parti di ricambio e cosmetica.
La dinamica dell’export turco fa invece registrare nel trimestre in osservazione un aumento degli acquisti italiani di combustibili (+162,2%) e un importante calo negli acquisti italiani del settore tesile e ortofrutticolo rispettivamente del 60,3% e del 46,6%. Tra gli incrementi maggiori delle esportazioni complessive della Turchia, nel primo trimestre del 2023 si segnala l’aumento fatto registrare verso la Federazione Russa (+167,8%) mentre la dinamica dell’import turco continua a segnare, tra i più cospicui aumenti, un +965,1% dalla Svizzera (lingotti) nonché un incremento dell’import dagli Emirati Arabi (+35,1%) e dalla Polonia (+31,9%).
08.06.2023
Şahap Kavcıoğlu, Governatore della Banca Centrale (BCRT), nell’ultima riunione del Comitato di Politica Monetaria (MPC) dello scorso 25 maggio, ha deciso - come ampiamente previsto - di mantenere il tasso ufficiale all'8,5% per il terzo mese di fila.
Sebbene i dati congiunturali più recenti delineino una fase dell’economia globale meno debole rispetto alle previsioni, secondo la BCRT persistono i rischi di turbolenze nelle principali economie a causa dell’incertezza del quadro geopolitico internazionale, dei ripetuti aumenti dei tassi ufficiali di sconto da parte di molte Banche Centrali e per i recenti episodi di crisi bancarie (USA e Svizzera) che potrebbero causare timori di contagio. Il Governatore ha poi aggiunto che la Turchia è riuscita invece a contenere l’inflazione alimentare mentre nel contesto internazionale il tasso resta è stato elevato.
I dati più recenti mostrano che l'attività economica nelle arre terremotate è in ripresa, più velocemente del previsto. Inoltre, resta sostenuto il contributo del settore turistico al saldo di parte corrente anche se il continuo aumento dei consumi interni, la crescita del credito, l’elevato costo dell'energia e la debole attività economica dei principali partner commerciali della Turchia, mantengono vivi i rischi sul saldo delle partite correnti e quindi sulla stabilità dei prezzi.
Di conseguenza, continua la nota del Governatore, la BCRT ha deciso di mantenere invariato il tasso di riferimento all’8,50% valutando che l'attuale orientamento di politica monetaria sia adeguato a sostenere la necessaria ripresa delle aree terremotate. Il Comitato di Politica Economica, ha poi concluso Kavcıoğlu, adotterà le decisioni di volta in volta e sulla base dei dati che si renderanno disponibili visto il livello di incertezza geoeconomico generale.
La lira turca è rimasta stabile a 19,92 contro il dollaro dopo la seduta del Comitato di Politica Monetaria della BCRT ma ha toccato nuovi minimi storici (21 lire per un dollaro) subito dopo il ballottaggio per le presidenziali dello scorso 25 maggio e oggi si attesta 21,3 sul dollaro. Gli analisti internazionali stimano per fine anno un ribasso a quota 25 contro il dollaro mentre la Banca di investimenti statunitense, Morgan Stanley, stima un vero e proprio tracollo (cambio dollaro/lira a 28) se non ci sarà una inversione di tendenza nella politica monetaria della Banca Centrale.
Destano preoccupazioni le riserve nette della BCRT, in negativo, e il deficit di quelle valutarie. L’ultimo dato ufficiale reso disponibile dalla Banca Centrale ha mostrato che le riserve ufficiali della BCRT si attestano a 114,9 miliardi di dollari (-6,2% sul mese di marzo 2023) mentre quelle valutarie, sempre nel mese in osservazione, hanno mostrato un calo del 2,9% e ammontano a 60,9 miliardi: le riserve auree sono infine diminuite dell’11% e si attestano a 46,4 miliardi di dollari rispetto ai 52,2 miliardi di dollari del mese di marzo 2023.
08.06.2023
Le rilevazioni sulla disoccupazione in Turchia recentemente rese note dall’Istat turco TÜİK, non rilevano per il momento nel trimestre in osservazione i dati relativi alle zone terremotate delle province di Adıyaman, Gaziantep, Hatay, Kahramanmaraş, Kilis, Malatya e Osmaniye che rappresentano il 4,1% dell’intero campione per il calcolo del tasso di disoccupazione in Turchia.
Nel primo trimestre dell’anno, il tasso di disoccupazione in Turchia così calcolato è stato del 9,9%.
Il numero di disoccupati si è attestato a poco meno di tre milioni e mezzo con una ripartizione di genere dell’8,2% per gli uomini e del 13,4% per le donne.
La disoccupazione giovanile nella fascia di età 15-24 è salita invece al 19,9% (quasi 1 punto percentuale in più rispetto all’ultimo trimestre del 2022), un dato che continua ad essere il più alto della media OCSE e che riguarda il 16,6% degli uomini e il 27,6% delle donne.
Nel trimestre in considerazione è aumentata l’occupazione (31,56 milioni) con un tasso del 48,4% e si osserva una ripartizione del 66% per gli uomini e del 31,2% per le donne.
Infine, l'orario di lavoro settimanale effettivo medio è stato di 44,5 ore, in linea con quello dei mesi precedenti.
Il numero degli occupati è aumentato in tutti i settori (agricolo, industria, costruzioni e servizi) con una distribuzione dell'occupazione per settore che vede il 15,7% dei lavoratori occupati nell'agricoltura, il 21,4% nell'industria, il 6,1% nell’edilizia e il 56,8% nei servizi. Nello specifico, il tasso di occupazione in Turchia è aumentato del 7,3% nell’ultimo trimestre del 2022 rispetto all’analogo trimestre del 2021.
Infine, l'indice lordo dei salari è aumentato su base annua del 119,4% nel primo trimestre del 2023 rispetto all’analogo periodo del 2022.
08.06.2023
I dati i più aggiornati sui flussi di IDE in Turchia, pubblicati lo scorso 11 maggio dall’Associazione non governativa degli Investitori Internazionali nel Paese (YASED), indicano che nel primo trimestre del 2023 i ricavi provenienti dalle vendite delle proprietà immobiliari sono stati pari a 1,37 miliardi di dollari (59% del totali degli IDE in entrata), seguiti dagli investimenti in “equity capital” (796 milioni di dollari), e dagli strumenti di debito (ossia crediti e depositi commerciali, sottoscrizioni di titoli obbligazionari e prestiti) che hanno totalizzato nel trimestre in osservazione 217 milioni di dollari.
I disinvestimenti si attestano invece a 75 milioni di dollari.
In totale gli IDE hanno totalizzato nei mesi gennaio-marzo di quest’anno 2.3 miliardi di dollari facendo segnare un decremento del 31% rispetto all’analogo trimestre del 2022.
I saldi negativi degli IDE nel primo trimestre del 2023 hanno rappresentato il 9,8% del deficit di parte corrente della bilancia dei pagamenti.
Dal 2002 ad oggi il IDE in entrata in Turchia sono ammontati a 254 miliardi di dollari.
Il settore del commercio all’ingrosso e al dettaglio, ha fornito il più grande un contributo agli IDE in “equity capital” che hanno rappresentato il 24% del totale seguito da quello dei prodotti chimici e farmaceutici (20%). Del 12% è stato invece l’apporto del settore elettronico e degli strumenti ottici di precisione.
Nel primo trimestre del 2023, sono ancora una volta i Paesi dell’Unione Europea (più il Regno Unito) i più importanti investitori in Turchia, detenendo una quota dell’80% degli IDE totali nel Paese e con una crescita del 21%.
Il blocco UE più Regno Unito è seguito a distanza dai Paesi dell’Asia orientale (4%), che hanno scavalcato gli altri Paesi dell’Europa fermi al 5%; seguono i Paesi CIS, quelli delle Americhe e del Medio Oriente.
A livello di singoli Paesi, nella graduatoria riferita al trimestre in osservazione, i Paesi Bassi si confermano al primo posto (34% degli IDE totali in entrata), l’Olanda precede Francia e la Germania; si confermano nella top 10 Taiwan e Irlanda.
Nel 2022, i flussi di IDE in entrata in Turchia si erano attestati a 13 miliardi di dollari con la Spagna al primo posto con 1,6 miliardi di dollari che ha preceduto Paesi Bassi (863 milioni) e Svizzera (737 milioni).
08.06.2023
Lo scorso 16 maggio sono stati resi pubblici da parte della TÜİK i dati riferiti al mese di aprile 2023 delle compravendite di immobili ad uso abitativo. Il settore ha fatto nuovamente registrare un sensibile calo (-35,6% sull’analogo mese del 2022), peggiore anche rispetto al mese precedente di marzo 2023, registrando 85 mila immobili venduti. Istanbul si colloca ancora una volta al primo posto con 14 mila unità vendute (16,3% del totale), seguita dalla capitale Ankara con 10 mila unità abitative (11,7%) e Izmir (5,8%), che sfiora 6 mila unità vendute e scavalca nel mese in osservazione la città di Antalya. Se invece analizziamo le statistiche dei primi 4 mesi del 2023, il decremento è invece minore (18,6%) sul 2022 con 370 mila immobili venduti.
In calo rispetto allo stesso mese dell’anno precedente le abitazioni acquistate con mutui (-32,0%): nel mese di maggio, in pieno clima pre-elettorale e dopo il primo turno, l’erogazione di finanziamenti ha mostrato tassi di interesse decisamente meno convenienti.
La tipologia di compravendita con finanziamenti ha rappresentato nel mese in osservazione il 25,4% di tutti gli immobili venduti in Turchia. Più sensibile invece il calo registrato ad aprile 2023 sia degli acquisti di immobili nuovi (-26,4%) che di quelli di seconda mano (-39,3%) rispetto all’analogo mese del 2022.
Le vendite agli stranieri, cresciute del 15,2% nel 2022, sono invece diminuite anch’esse del 60,3% (era stato del 38,7% nel marzo 2023) con i contratti di compravendita che si sono fermati a 2.557 ad aprile 2023 ed hanno rappresentato il 3,0% di tutte le vendite. Antalya, Istanbul e Mersin le città più gettonate per l’acquisto di residenze abitative da parte di cittadini stranieri.
I cittadini della Federazione russa si piazzano nuovamente al primo posto con 800 mila unità acquistate, rispecchiando un andamento costante dall’inizio dell’aggressione all’Ucraina e dopo le sanzioni imposte alla Federazione. I russi, la maggior parte dei quali ha ottenuto la cittadinanza turca grazie all’acquisto di immobili, sono seguiti a distanza dagli iraniani, ucraini, iracheni e in minor misura da kazaki e tedeschi.
08.06.2023
Sulla base dei dati provvisori resi noti dal Ministero della Cultura e del Turismo lo scorso 26 maggio, il numero di viaggiatori stranieri in Turchia nel periodo gennaio-aprile 2023 è stato pari a 9,5 milioni (+27,5% sull’analogo periodo del 2022).
I dati indicano ai primi tre posti le città di Istanbul (50,04% sul totale), con 4,7 milioni di presenze, seguita a grande distanza da Antalya (17,11%) e da Edirne, al confine con Grecia e Bulgaria, con l’11,75%. La citta di Antalya perde nel periodo in osservazione un 12% rispetto al picco del 2019 e mostra un flusso di turisti russi fermo a causa del combinato effetto di prezzi locali più alti e del deprezzamento del rublo, oltre ai problemi riscontrati negli ultimi tempi con il sistema di pagamento russo “MIR”. Tuttavia si registra un numero crescente di presenze ad Antalya provenienti da Egitto e da Dubai. A Bodrum, un'altra destinazione molto popolare situata nelle nella provincia di Muğla, si è registrato un leggero calo a causa delle due tornate elettorali dello scorso mese di maggio.
A livello geografico, gli arrivi da gennaio ad aprile sono stati guidati dalla Federazione russa (12,10% del totale) e dall’Europa (Germania e Regno Unito in primis): nel periodo in osservazione sono giunti in Turchia oltre un milione di cittadini russi (+130% rispetto all’analogo periodo dello scorso anno) seguiti da tedeschi con 966.336 turisti (+18,74% sul 2022); la Bulgaria si piazza al 3° posto con 797.956 arrivi (+17,45%) e precede Iran e il Regno Unito.
I visitatori stranieri sono aumentati dell'80,33% su base annua e lo scorso anno sono stati pari a 44,6 milioni, poco meno del picco di 45,1 milioni del 2019. I ricavi sono aumentati del 53,4% del 2022 rispetto all'anno precedente, raggiungendo un livello record di quasi 46,3 miliardi di dollari.
Il turismo rappresenta un importante settore dell’economia turca, con un forte potenziale di crescita e occupazione e con un contributo fondamentale per il saldo di parte corrente: nei primi due mese del 2023 la bilancia dei pagamenti turistica della Turchia ha registrato un avanzo di 4,1 miliardi di dollari, in aumento rispetto allo stesso bimestre del 2022 (3,3 miliardi). L’obiettivo del Governo è di raggiungere i 60 milioni nel 2023 e i 90 milioni entro il 2028 con le entrate derivanti dal settore che quest’anno sono stimate in 56 miliardi di dollari e 100 miliardi entro cinque anni.
08.06.2023
Secondo i dati diffusi da “TurkStat” in collaborazione con il Ministero del Commercio, nel mese di aprile 2023, su base annua, le esportazioni sono state pari a 19,3 miliardi di dollari con un decremento del 17,1% sull’analogo mese del 2022; l’import cresce invece del 4,8% attestandosi a 28,69 miliardi. Le vendite turche nel periodo gennaio-aprile 2023 hanno invece sfiorato gli 81 miliardi di dollari (-3,0%) mentre gli acquisti sono ammontati a 124,3 miliardi (+7,1% sul primo quadrimestre del 2022).
Se scorporiamo la voce fabbisogno energetico e oro, nel mese di aprile 2023, il deficit commerciale ha sfiorato i 4 miliardi di dollari, quasi il doppio rispetto al mese di marzo scorso, mentre il disavanzo commerciale nei primi quattro mesi dell’anno è stato di 8,7 miliardi di dollari (+32,9% sul 2022), con un rapporto percentuale di copertura delle esportazioni sulle importazioni che scende al 65,1% rispetto al 71,8% rispetto a gennaio-aprile del 2022.
A livello geografico, nel mese di aprile 2023, il principale mercato di sbocco delle merci turche è stato quello tedesco (1,6 miliardi di dollari), seguito da quello statunitense (1,2 miliardi) e da quello iracheno (970 milioni) che precede quello italiano (954 milioni) e del Regno Unito (945 milioni). Se prendiamo in considerazione il periodo gennaio-aprile 2023, la Germania si conferma primo Paese cliente della Turchia con 7,1 miliardi di merci e servizi acquistati seguita da Stati Uniti (4,7 miliardi), Italia (4,2 miliardi) che precedono la Federazione russa e Regno Unito rispettivamente con 3,9 e 3,8 miliardi di dollari di importazioni.
Tra i principali fornitori, nel mese in osservazione, la Federazione russa si piazza al 1° posto con 4,2 miliardi di dollari, seguita da Cina (3,7 miliardi), dalla Germania (2,2 miliardi) e dall’Italia che con 1,2 di dollari si piazza alla 3a posizione. Nel periodo gennaio-aprile 2023 rispetto a quello analogo del 2022, la Russia ha esportato in Turchia merci e servizi pari a 17,3 miliardi di dollari precedendo Cina (14,1 miliardi), Svizzera (9,4 miliardi), Germania (8,7 miliardi) e Stati Uniti con 4,8 miliardi di dollari.
Il deficit commerciale alla fine dell’anno scorso era stato pari a 109,5 miliardi di dollari con un incremento sul 2021 del 137%; un disavanzo commerciale appesantito dall’import di energia (22,2%), dalle importazioni di oro non lavorato (lingotti) pari a 4,1 miliardi di dollari (+859%) e di macchinari e macchine elettriche (+40,5%) pari 2,1 miliardi di dollari.
08.06.2023
Il grande viaggio di trasformazione della THY negli anni è stato strepitoso: la compagnia oggi raggiunge la maggior parte dei Paesi - 344 scali in 129 paesi e cinque continenti - grazie ad un parco flotta che supera i quattrocento aeromobili. Fondata il 20 maggio 1933, con il nome di “State Airlines Administration” e dipendente dal Dicastero della Difesa, la Turkish Airlines oggi può contare su 82.000 persone tra piloti, personale di bordo e di terra e si colloca tra le prime 10 compagnie al mondo con la più grande flotta di aeromobili e con uno dei più vasti network di voli del pianeta. È membro della rete “Star Alliance”.
Prima dell’epidemia da coronavirus, la Turkish Airlines aveva raggiunto gli 80 milioni di passeggeri; dopo un 2020 chiuso con soli 28 milioni di passeggeri, è passata a 44,8 milioni nel 2021 quando sono i ripresi i voli con la pandemia sotto controllo. L’anno scorso, invece, i passeggeri che hanno scelto di volare con la THY sono saliti nuovamente sopra gli 80 milioni (per l’esattezza 82,5 milioni) con un profitto di 2,7 miliardi di dollari, la migliore performance nell’ambito dell'aviazione europea.
L’AD di THY, Ahmet Bolat, ha evidenziato il contributo della compagnia all'economia del Paese con quasi 5 miliardi di dollari nel 2022, che sarà ancora più sostenuto nei prossimi anni grazie al nuovo programma di crescita strategica decennale del vettore che è stato presentato in occasione del 90° anno di servizio. Bolat ha anche annunciato che Turkish Airlines ha ordinato 600 nuovi aerei (probabilmente commesse con Boing per una parte dell’ordine ed il resto con Airbus), con consegne scaglionate in 10 anni, con l’obiettivo di portare la flotta a ben 810 aeromobili, 150 mila dipendenti e 170 milioni di passeggeri entro il 2033.
Il vettore THY è stato recentemente premiato da istituzioni internazionali ed eletta come "Best Airline In Europe", "Top-10 International Airline", "Five Star Global Airline", "Best Airline Of Eastern Europe", "Top-3 Global Airlines", e “miglior catering business class al mondo”, riconoscimenti a cui si aggiunge quello “Arline Sustainability Innovation of the Year” del 2022.
Il maxi-scalo di Istanbul, inaugurato dal Presidente Erdoğan nel 2018 e pienamente operativo dalla primavera del 2019, è tra i più grandi aeroporti al mondo con un traffico passeggeri di 150 milioni di persone e un costo iniziale stimato in 12 miliardi di dollari. Il piano di crescita strategica 2023-2033 di THY consentirà allo scalo del Bosforo di competere con gli scali di Dubai e Doha e con quelli europei.
08.06.2023
Nel 2022 più di 770 mila cittadini turchi hanno richiesto un visto Schengen, collocando la Turchia al primo posto tra i Paesi con il maggior numero di domande presentate scavalcando a Federazione russa, secondo da quanto è emerso dalle statistiche rese note lo scorso mese di aprile.
Nell’anno in osservazione, le domande depositate dai cittadini turchi alla rete diplomatico-consolare tedesca in Turchia sono state oltre 220 mila seguite da quelle presentate agli Uffici consolari greci e francesi in Turchia rispettivamente con circa 160 mila e 110 mila domande.
Il numero di cittadini turchi che hanno richiesto un visto Schengen è tuttavia sceso del 14% rispetto al 2021, anno in cui le domande di visto per lo spazio Schengen furono circa 900 mila.
Oltre al drastico calo delle domande per il rilascio di visti Schengen presentate dai cittadini della Federazione Russa a causa prima delle sanzioni occidentali e poi a seguito l’aggressione all’Ucraina (la Russia si colloca ai primissimi posti al mondo tra i Paesi con il maggiore numero di dinieghi), il primato della Turchia è dovuto anche all’attuazione da parte della Cina durante il COVID (ma anche dopo), di rigide restrizioni, in particolare nel settore del turismo, ed il conseguente impedimento ai propri cittadini di viaggiare all'estero.
Nel 2022 la rete diplomatica e consolare degli Stati membri ha ricevuto oltre 7,5 milioni di domande di visto per soggiorni nello spazio Schengen da parte di cittadini di Paesi Extra-UE: un numero in forte calo rispetto alle 17 milioni di domande presentate nel 2019.
Nel 2022 i primi 5 Paesi con il più alto numero di domande di richiesta di visto Schengen sono stati la Turchia (778.409 domande) la Federazione Russa (687.239 domande), l’India (671.928) il Regno del Marocco (423.201 domande) e l’Algeria (392.053 domande).
08.06.2023
Prima della giornata della “Gioventù e dello Sport” che in Turchia si è celebrata lo scorso 19 maggio, l'Istituto statistico turco (Turkstat), aveva pubblicato i dati demografici della popolazione turca (85,3 milioni i residenti) per fascia di età.
La popolazione giovanile di età compresa tra i 15 ed i 24 anni ammonta a 12,9 milioni, (15,2% della popolazione totale) con una ripartizione per genere che vede il 51,2% della popolazione giovane composta da maschi e il 48,8% da donne.
Per l’’Istat turco, TUİK, in futuro la Turchia sarà interessata da un crescente calo della popolazione giovanile, rispettivamente del 14,0% nel 2030, del 13,4% nel 2040, dell'11,8% nel 2060 e dell'11,1% nel 2080. Tuttavia, oggi il tasso giovanile in Turchia è più alto rispetto ai 27 Paesi membri dell'Unione.
Analizzando la popolazione giovane nel 2022 per fasce di età, emerge che il 29,7% della popolazione giovane si presenta nella fascia 15-17 anni, il 19,1% nella fascia 18-19 anni, il 30,2% nella fascia 20-22 anni mentre il 21% era nella la fascia di età 23-24 anni. La percentuale più alta della popolazione giovanile si trova nella provincia sud-orientale di Hakkari (22%), seguita da Şırnak (21,7%) e Siirt (21,1%), tutte situate nell’Anatolia orientale mentre le province di Muğla e Balıkesir (costa dell’Egeo) hanno il rapporto di popolazione giovane più basso (12,3%).
I dati del recente rapporto rilevano anche che il tasso medio di speranza di vita alla nascita in Turchia è di 77,7 anni (sceso da 78,3 anni del biennio 2018-2020) mentre una differenza significativa è di genere per quanto riguarda i dati sullo stato civile: nell’anno in osservazione il 96,3% della popolazione maschile nella fascia di età 15-24 anni non era sposata rispetto al 3,6% dei coniugati con solo lo 0,1% dei giovani maschi divorziati; percentuali che per le giovani donne si attesta rispettivamente all'85,8%, al 13,7% e allo 0,4% con un numero molto basso di convivenze prematrimoniali.
Secondo l'indagine, inoltre, il tasso di occupazione della popolazione giovanile è aumentato dal 32,2% nel 2021 al 35,3% nel 2022. Tuttavia, si resta al di sotto della media OCSE mentre la ripartizione per genere vede gli uomini al 46,9% e le donne al 23,2%. Per settore di attività, infine, l'occupazione tra la popolazione giovane, vede 15,1% dei giovani occupati nel settore agricolo, il 31,4% in quello industriale e il 53,5% nei servizi.
Il 67,9% della popolazione in Turchia si concentra nei centri urbani; a dicembre 2022, oltre 57 milioni di persone vivevano nelle aree urbane che rappresentano l'1,6% della superficie totale del Paese. Il 17,3% della popolazione risiede invece nei centri rurali (93,5% del territorio turco) mentre il 14,8% della popolazione vive in città a media densità (4,9% della superficie). Scomponendo i dati della distribuzione per genere, il 49,7% della popolazione residente nelle aree urbane è costituito da uomini e il 50,3% da donne, percentuale che nelle aree urbane è del 51,4% per uomini e il 48,6% per le donne.
Il rapporto rileva infine che il 30,1% della popolazione di età pari o superiore a 65 anni (9,9% del totale) risiede nelle zone rurali mentre solo il 14,6% vive in città a media densità, ed il 55,3% che vive nelle aree urbane.
08.06.2023
L’attivismo di Ankara con Abu Dhabi e Riyad, dopo la riconciliazione nei rapporti politici, è in forte espansione anche in quelli economici come testimoniano i recenti accordi commerciali conclusi con gli Emirati Arabi Uniti e l’intenso interscambio con l’Arabia Saudita.
Il Ministro per il commercio estero emiratino, Thani bin Ahmed Al Zeyoudi, lo scorso mese ha dichiarato che gli Emirati Arabi Uniti e la Turchia hanno ratificato un accordo di partenariato economico che segna una nuova era nella cooperazione e contribuirà a incrementare il commercio bilaterale (escluso il petrolio) di oltre i 40 miliardi di dollari (828 miliardi di lire turche) nei prossimi cinque anni. Nel 2022 l’interscambio commerciale è ammontato a 10 miliardi di dollari.
I legami tra i due Paesi, dopo anni di relazioni tese, si avviano dunque verso una nuova fase attraverso l’abbattimento di quelle barriere al commercio che nel passato avevano penalizzato gli investimenti ed il commercio con l’introduzione per oltre l’80% degli scambi commerciali di un accordo preferenziale.
Ad ulteriore testimonianza del nuovo clima instauratosi tra i due Paesi, la presenza, la scorsa settimana ad Ankara, del Presidente del Consiglio nazionale federale degli Emirati Arabi Uniti, Ghobash, alla cerimonia di giuramento del Presidente Erdogan. Turchia e EAU condividono interessi in molto settori economici a cominciare da quello delle alte tecnologie (digitalizzazione), delle rinnovabili fino al settore culturale, passando per il turismo per i trasporti e la sanità. In una intervista Ghobash ha segnalato che l'attiva partecipazione della Turchia a Expo 2020 Dubai riflette l'importanza di costruire nuovi ponti di cooperazione tra i due Paesi evidenziando che gli Emirati Arabi Uniti rappresentano per la Turchia il primo partner commerciale in ambito di Paesi del Golfo ed il 12° a livello mondiale. Le società che operano in Turchia con capitale emiratino sono oltre 400 mentre sono 200 le aziende turche operative negli EAU.
Passando ai rapporti commerciali tra Turchia e Arabia Saudita, anch’essi cresciuti negli ultimi anni, le esportazioni della Turchia verso Riyad sono ammontate a quasi 800 milioni di dollari nei soli primi quattro mese del 2023; sulla base dei dati dell'Assemblea degli esportatori turchi (TİM), infatti, le vendite turche sarebbero cresciute di oltre il 600% rispetto ai mesi gennaio-aprile 2022 quando gli acquisti dei sauditi si erano attestati ad appena 107,4.
Un incremento che testimonia il dinamismo delle relazioni tra le due Paesi. L'Arabia Saudita si colloca tra i principali venti Paesi di sbocco dell’export turco, un risultato inimmaginabile fino a pochi anni fa.
I settori degni di nota dell’export turco verso l’Arabia Saudita sono rappresentati dal tessile (in particolare tappeti che, sempre nei primi quattro mesi dell’anno, hanno rappresentato vendite per oltre 111 milioni di dollari) seguiti dalla voce merceologica “cereali, legumi e semi oleosi” con 81,2 milioni di dollari e dall’industria chimica (77,9 milioni di dollari). Anche il settore della componentistica elettronica ha dato un contributo significativo alle esportazioni di Ankara per un valore di 56,6 milioni di dollari.