Cronache Economiche

11.07.2022

Missione istituzionale del Governo Draghi ad Ankara per rilanciare i rapporti bilaterali: Il Presidente Draghi co-presiede il terzo Vertice intergovernativo italo-turco.

Una folta delegazione guidata dal Presidente del Consiglio Mario Draghi, accompagnato dal Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Luigi Di Maio, dal Ministro degli Interno Luciana Lamorgese, dal Ministro della Difesa Lorenzo Guerini, dal Ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti e dal Ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani, si è recata ad Ankara lo scorso 5 luglio per partecipare al Terzo Vertice Intergovernativo (il primo da 10 anni a questa parte) con l’obiettivo di rafforzare le relazioni tra Italia e Turchia. Durante il Summit sono stati firmati numerosi accordi tra i due Paesi tesi al rilancio della cooperazione bilaterale e al rafforzamento dei legami commerciali, già oggi molto intensi con oltre 23 miliardi di dollari di interscambio nel 2021. Sono stati affrontati numerosi dossier economici (micro e PMI, sviluppo sostenibile, crisi alimentare, interscambio commerciale ed energia), securitari (questione migratorie e cooperazione nella lotta al terrorismo) e politici (Libia, guerra in Ucraina, diritti umani, Unione Europea).

L’attesa vista in Turchia del Presidente Draghi è cominciata nel primo pomeriggio di martedì 5 luglio con la visita al mausoleo di Mustafa Kemal Atatürk e proseguita al Palazzo Presidenziale dove il Presidente del Consiglio è stato accolto dal Presidente Erdogan. In parallelo al tete-a-tete tra i due leader, hanno avuto luogo anche gli incontri bilaterali tra i ministri italiani e gli omologhi turchi che si sono conclusi con la sigla di ben nove tra accordi e intese tra i due Paesi nei più diversi campi.

La stampa turca he messo in risalto il livello eccellente delle relazioni bilaterali, una intensità dei rapporti tra i due Paesi soprattutto a livello economico-commerciale più volte ricordata dal Presidente Erdoğan durante tutto il Summit.

I settori di reciproco interesse per rafforzare i legami economici sono quelli energetico, l’industria della difesa, lo spazio, la mobilità sostenibile (con particolare focus sull’Alta Velocità ferroviaria).

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11.07.2022

Il portale “AccessMarkets” dell’Unione Europea

La Commissione Europea ha recentemente illustrato gli ultimi aggiornamenti del portale “Access2Markets”, avviato nell'ottobre 2020 per aiutare le imprese dell’UE a reperire informazioni dettagliate sui principali aspetti del commercio internazionale.

Il portale mira infatti mira a fornire alle PMI europee uno nuovo strumento utile a migliorare le proprie relazioni commerciali con i Paesi Terzi. L’accesso e gratuito e offre agli operatori economici di usufruire di tutte le lingue dell’unione.

In particolare la piattaforma “AccesMarkets” offre aggiornamenti e strumenti su dati statistici in merito a dazi e tasse, procedure doganali, regole di origine, requisiti dei prodotti e ostacoli agli scambi per oltre 120 mercati del mondo.

“A2M “consente inoltre di accedere alle informazioni chiave necessarie per il commercio di servizi, nonché per gli investimenti e gli appalti nei Paesi extra UE.

Il portale include una panoramica degli oltre 70 accordi commerciali stipulati dall'Unione con i Paesi terzi e, per quanto concerne il settore dei servizi e investimenti, offre un nuovo link "My Trade Assistant for Services and Investment", presente all'interno di A2M, che consentita’ in futuro di reperire informazioni sulle condizioni necessarie per fornire servizi verso mercati extra UE nonché sulle autorità di riferimento in tali mercati.

Nel corso del 2022 verranno ampliate anche le pagine di A2M dedicate agli appalti pubblici, tramite le quali sarà possibile per un'impresa UE valutare la possibilità e le condizioni di partecipazione ad un appalto pubblico al di fuori dell'Unione.

Di seguito il link per Access2Markets: [https://trade.ec.europa.eu/access-to-markets/en/home]

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11.07.2022

La Banca Centrale turca mantiene costante per il 6° mese consecutivo il tasso di interesse a breve termine al 14%.

Focus sui tassi di riferimento nelle principali economia del mondo alle prese con l’incremento dell’inflazione il cui tasso in Turchia a giugno è stato del 78,62%.

Nella seduta del 23 giugno scorso, il Comitato per la politica monetaria (MPC) della BCRT (la Banca Centrale turca) presieduta dal Governatore Şahap Kavcıoğlu, ha mantenuto costante, per il 6° mese consecutivo, il tasso di riferimento al 14%. Nonostante l’inflazione incalzante, il Comitato ha ritenuto che - pur nelle attuali condizioni caratterizzate da elevata incertezza accresciuta dalle nuove strozzature create dalla guerra in Ucraina e dai continui e bruschi rincari dell’energia, delle materie prime e dei prodotti alimentari - un processo di disinflazione possa presto essere avviato grazie alle misure recentemente attuate con interventi mirati per la stabilità dei prezzi e specifici programmi per incoraggiare l’utilizzo della lira turca in investimenti e depositi nel Paese.

La BCRT ha inoltre aggiunto che la crescita anche nel primo trimestre del 2022 è stata importante (+7,3%) e, nelle stime, continuerà anche nel secondo trimestre dell’anno in corso grazie al sostegno della domanda estera, agli introiti attesi per la stagione turistica. In crescita il deficit delle partite correnti della bilancia dei pagamenti in buona parte dovuto ai maggiori costi legati all’energia. La BCRT ritiene che un equilibrio delle partite correnti sia un obiettivo prioritario da perseguire per raggiungere una stabilità sostenibile dei prezzi. Il Comitato di politica monetaria ha poi aggiunto che monitorerà attentamente gli sviluppi finanziari internazionali con l’attuazione di una politica monetaria prudenziale, adottando eventuali ulteriori misure aggiuntive che si rendessero necessarie per incoraggiare l’utilizzo della Lira Turca fino a quando il tasso di inflazione non mostrerà una tendenza al ribasso.

Analisti indipendenti prevedono che la BCRT manterrà inalterato il tesso di riferito al 14% anche nei prossimi mesi.
Fonte: CBRT: key takeaways: dal grafico si evince che l’inflazione non è scesa quando il tasso di riferimento è diminuito (da dicembre 2021 a giugno 2022 è sceso dal 19 al 14 per cento); contestualmente il deficit delle partite correnti della bilancia dei pagamenti non sarebbe stato assorbito da un tasso di cambio competitivo tendendo conto dell’aumento delle importazioni.

La Turchia, insieme a Giappone e alla BCE (quest’ultima prevede il primo incremento negli ultimi dieci anni del tasso di riferimento durante la prossima riunione del 26 luglio), sono gli unici Paesi in cui le rispettive Banche Centrali hanno deciso di mantenere i tassi invariati. L’unico Paese che ha ridotto il tasso di interesse di riferimento è la Federazione Russa, meno 150 punti base attestandosi a giugno scorso al 9,5% con un tasso di inflazione vicino al 18%.

Le altre principali economie del mondo seguono invece la linea opposta in politica monetaria alzando i propri tassi di interesse: la Federal Reserve (+75 punti base, il più grande aumento del tasso degli ultimi 28 anni), la Bank of England (all'1,25%, dall'1%), la Bank of Canada (+50 punti base), la Banca Centrale australiana (da 50 punti base a 85), quella norvegese (+50 punti base, il più alto aumento dei tassi dal 2002), la Banca Nazionale svizzera (+50 punti base, portando il tasso di interesse a meno 0,25%, da meno 0,75) e quella brasiliana e canadese (+50 punti base, portando il tasso al 13,25%), mentre l'Ucraina ha aumentato drasticamente il tasso di interesse al 25% dal 10%; anche le banche centrali di Australia, India, Corea del Sud, Messico, Polonia e Sud Africa hanno alzato i tassi di riferimento lo scorso mese di maggio.

Per quanto attiene al tasso di inflazione, lo scorso maggio ha raggiunto il massimo storico dell'8,8% nei Paesi dell’Ue (con l’Estonia che ha registrato il tasso di inflazione annuale più alto al 20,1%, seguita dalla Lituania al 18,5%, dalla Lettonia al 16,8%, dalla Repubblica Ceca con il 15,2% e dalla Bulgaria al 13,4%). I livelli più bassi nell'UE si sono registrati invece a Malta e in Francia, entrambi i Paesi al 5,8%, e in Finlandia con il 7,1%.

Tra le principali economie europee, la Germania ha registrato i tassi di inflazione più elevati dal 1974 al 7,9% mentre nel Regno Unito è salito al 9,1%, il più alto degli ultimi 40 anni. Negli Stati Uniti, i prezzi al consumo sono aumentati dell'8,6% a maggio su base annua, anche in questo caso l'aumento più alto dal dicembre 1981. Alla base di un tasso di inflazione così elevato e generalizzato ci sono i significativi aumenti dei prezzi di materie prime come grano, mais e olio di semi di girasole (la FAO ha diffuso a maggio scorso i dati sui prezzi dei generi alimentari aumentati del 22,9% con un +31,1% per l'olio vegetale, +29,7% per i cereali, +16,9% per i latticini, +15,4% per lo zucchero e +13,6% per la carne). Anche i rincari di gas, elettricità e petrolio hanno notevolmente contribuito all’aumento dell’inflazione: un barile di greggio Brent, ad esempio, ha raggiunto oggi quasi i 120 dollari mentre il gas naturale alla Borsa di New York è quasi triplicato nel mese di maggio.

Nella riunione dei G7 conclusasi lo scorso 26 giugno, sono stati presi importanti impegni per contrastare il deficit di esportazioni di gas e petrolio dalla Federazione Russa e la IEA, l’International Energy Agency, ha ipotizzato di attuare misure temporanee per ridurre il consumo di gas domestico e quello dei carburanti, come l’uso degli autoveicoli nei grandi centri urbani ogni due giorni e il differimento della chiusura delle centrali nucleari.

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11.07.2022

Le relazioni commerciali tra Italia e Turchia nel nuovo aggiornamento di luglio dell’ICE-Agenzia di Istanbul che fotografa l’interscambio nei primi 5 mesi del 2022.

Secondo i dati diffusi dall’ICE-Agenzia di Istanbul, nei primi cinque mesi del 2022 l’Italia consolida la sua 5° posizione tra i più importanti partner commerciali della Turchia con un interscambio che sfiora gli 11 miliardi di dollari facendo segnare un +20,5% rispetto all’analogo periodo di un anno fa.

Anche nel mese di maggio si registra una crescita sia per l’import che per l’export, con un saldo però favorevole alla Turchia. Le importazioni italiane sono infatti aumentate del 24,5% attestandosi a 5,465 miliardi di dollari mentre le nostre vendite sono state pari a 5,339 miliardi di dollari (+16,7% rispetto ai primi 5 mesi del 2021);

L’Italia, come detto, si conferma il 5° fornitore della Turchia dopo Russia, Cina, Germania e Stati Uniti e il terzo cliente dopo Germania e USA.

Tra le voci merceologiche, aumenti percentuali a tre cifre per l’export turco di combustibili, minerali e alluminio mentre sono state elevati anche gli acquisti da parte italiana di materie plastiche e rame dalla Turchia. Il nostro export ha invece mostrato un maggiore equilibrio. In testa una delle categorie tradizionali del nostro export, i macchinari e le apparecchiature meccaniche.

Nel confronto con i partner europei l’aumento delle esportazioni dell’Italia nei primi cinque mesi di quest’anno (+16,7%) è superiore a quello della Germania (+1,6%) e della Francia ma di molto inferiore a quello degli altri principali Paesi fornitori della Turchia come la Federazione Russa (trainata in particolare dalle esportazioni di gas e petrolio), Cina e USA.

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11.07.2022

Il Governo vara ulteriori misure per contrastare gli effetti dell’aumento dei costi energetici sui bilanci di famiglie e imprese. Tasso di inflazione record a giugno 2022.

Le autorità turche hanno annunciato una nuova serie di misure per contrastare l’elevato tasso di inflazione, che ha mostrato una ulteriore accelerazione su base annua. I dati appena diffusi da TurkStat per giugno 2022 indicano un tasso di inflazione che sale a 78,62% (il picco più altro dal 1998) con il CPI che in un solo mese è cresciuto del 4,95% rispetto a maggio 2022. Dal 1 luglio il salario minimo è stato aumentato, per la seconda volta nel 2022, del 30% (ora salito a oltre 330 dollari).

Nel mese di maggio 2022, i rincari sono stati diffusi e hanno interessato una pluralità di settori: il maggior aumento annuo dei prezzi si è registrato nei trasporti (+107,62%), negli alimenti e bevande analcoliche (+91,63%) e nell'arredamento e elettrodomestici (+82,08%); gli aumenti più contenuti hanno invece interessato le telecomunicazioni (+19,81%), l'istruzione (+27,48%), l'abbigliamento e calzature (+29,80%) e sanità (+37,74%). La principale determinante dell’elevato tasso di inflazione continua ad essere il costo dell’energia.

Il grafico riporta la variazione percentuale (CPI) del di tasso di inflazione annua dei prezzi al consumo (2020-2022) da parte dell’Istat turco, TurkStat:

Tornado alle misure annunciate lo scorso 9 giugno per contenere l'inflazione e sostenere la valuta nazionale (in leggera ripresa a luglio sul dollaro), saranno attuate da parte dal Ministro del Tesoro e delle Finanze delle nuove misure a cominciare dall’emissione di obbligazioni indicizzate ai ricavi (le cedole trimestrali garantirebbero un rendimento minimo che verrà annunciato a ridosso dell’emissioni di tali titoli, più alto del tasso ufficiale di riferimento) in lire turche con obiettivo di promuovere ulteriormente il risparmio dei cittadini nelle operazioni attività in valuta nazionale.

Tra le novità indotte vi sono anche facilitazioni all'accesso degli stranieri alla lira mentre saranno consentite dalla Borsa di Istanbul le transazioni sul mercato delle materie prime evitando agli investitori nazionali di recarsi all’estero nonché l’estensione degli incentivi fiscali alle società che convertono le proprie valute estere in moneta nazionale. Tra le altre misure coordinate tra Governo, BDDK (ossia l’Autorità di regolazione e controllo) e l’Autorità dei mercati finanziari (SPK), vi sarà l’allentamento delle restrizioni per l’accesso alla valuta nazionale da parte di investitori esteri, inoltre i prestiti al consumo prevedono nuovi scaglioni; previsti anche “swap in valuta” a favore delle banche locali per consentire alle imprese nazionali di scontare i pagamenti con l’estero in lire per mitigare il rischio di cambio e la riduzione delle commissioni per incoraggiare i finanziamenti esteri per le offerte pubbliche turche.

La lotta all’inflazione resta una delle priorità nella politica macroeconomica, ma verrà condotta senza rinunciare alla crescita, si prevede quindi nei prossimi mesi una linea di politica macroeconomica ancora basata su bassi tassi di interesse.

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11.07.2022

Rapporto dell'Agenzia delle Nazioni Unite per il commercio e lo sviluppo (UNCTAD): IDE in Turchia in crescita nel 2021.

Gli investimenti diretti (IDE) in Turchia sono cresciuti nel 2021, secondo il rapporto 2022, UNCTAD, dopo un 2020 che aveva risentito della stagnazione causata dalla pandemia.

La Turchia ha visto crescere l'afflusso di IDE in tutti i principali comparti che nel 2021 sono stati pari a 14 miliardi di dollari (finanziando il 41% del disavanzo corrente totale della Turchia) rispetto a circa 8 miliardi nel 2020.

I dati diffusi nel mese di aprile indicano però una leggera flessione dopo il vibrante 2021: nel mese in considerazione gli IDE sono stati circa 633 milioni ossia il 23% del deficit delle partite correnti; il 72% degli IDE in aprile sono stati originati dall’UE27+Regno Unito con in testa l’Olanda (tra i Paesi Ue) con una quota pari al 25% seguita da Francia e Germania.

Nello stesso periodo gli investimenti diretti esteri turchi sono invece cresciuti attestandosi a 2,54 miliardi di dollari portando il rapporto “inflows/outflows” al 60,3% nel periodo gennaio-aprile 2022 (era del 46,5% nel 2021 e al 41,4% nel 2020).

Le prospettive per i prossimi 12 mesi sono ancora più incerte a causa della crisi alimentare, dei prezzi al consumo in crescita (con l’aumento vertiginoso dei carburanti) e delle turbolenze finanziarie innescate dalla guerra in Ucraina: elementi che spingono verso un significativo ribasso degli IDE globali nel 2022; l’obiettivo principale della Turchia è quello di aumentare la propria quota globale nel campo degli investimenti esteri all’1,5% entro il 2023 (quella del 2021 si è attestata allo 0,9% mentre era lo 0,6% nel 2020), i flussi di IDE sono stati trainati dalle acquisizioni nel settore “real estate” da parte di investitori e residenti stranieri, dall’acquisizione di partecipazioni azionarie e dai c.d. strumenti di debito, vale a dire i crediti commerciali e i depositi e le sottoscrizioni di titoli obbligazionari. Gli IDE nella forma di “equity capital” sono affluiti nei primi quattro mesi del 2022 nel settore “food” seguito da quello del commercio all’ingresso e al dettaglio e dall’ICT.

Per quanto attiene ai principali investitori esteri in Turchia, la graduatoria vede in testa, nel mese in osservazione, al primo posto i Paesi Bassi (25% del totale), seguiti da Francia (195) e dalla Germania (10%).

In merito alle conseguenze della guerra russa in Ucraina, l’impatto sull’economia turca è stato negativo per le esportazioni turche (nel marzo del 2022 le vendite nella Federazione Russa e in Ucraina sono diminuite rispettivamente del 40% e dell’80%).

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11.07.2022

Il settore turistico in Turchia si sta lasciando alle spalle la crisi degli ultimi due anni causati dalla pandemia e cresce nonostante l’invasione dell’Ucraina: il mese di maggio ha registrato +308,5% di turisti in più rispetto all’analogo mese del 2021.

In Turchia il turismo ha un’incidenza significativa sul PIL e la domanda turistica in questi ultimi mesi è stata crescente trainata non solo dalle presenze dalla Federazione Russa ma anche dall’aumento di turisti provenienti dal Medio Oriente e dai Paesi del Golfo, con Istanbul che ha fatto segnare un +135% su base annua (tra le prime tre destinazioni al mondo nel primo trimestre del 2022), ma anche dall’Europa, dagli States, e dall’Iran, secondo i recenti dati diffusi dal Presidente della Turkey Hoteliers Union (TÜROB), Müberra Eresin che si esalta anche davanti al numero delle prenotazioni per questa estate provenienti da turisti giapponesi e sudamericani.

Il numero complessivo di stranieri in visita in Turchia nei primi cinque mesi del 2022 è aumentato del 172,5% (11,3 milioni, secondo i dati ufficiali, rispetto ai 3,1 milioni del 2021). Eresin afferma che “la pandemia è stata per lo più lasciata alle spalle e l'industria ha ripreso a crescere. Nel 2021 il numero di visitatori stranieri era stato di 24,71 milioni e i ricavi erano raddoppiati superando i 25 miliardi di dollari. Ci si aspetta dunque che il 2022 possa replicare o superare i numeri del 2019, quando circa 52 milioni di stranieri visitarono la Turchia generato entrate per oltre 34 miliardi di dollari”; nel 2022 questa cifra potrebbe raggiungere rispettivamente i 42 milioni di presenze stranieri e oltre 35 miliardi di dollari di introiti.

Secondo il recente rapporto della World Travel & Tourism Council, la Turchia è destinata a diventare nel 2022 la quarta destinazione europea più gettonata malgrado la riduzione delle presenze da Federazione Russa e Ucraina, rispettivamente la prima e la terza più grande fonte di visitatori nel 2021. Non solo turismo di massa ma c’è anche quello sanitario che Ankara intende sostenere e promuovere: si punta a 10 miliardi di dollari di introiti che potranno entrare nelle casse dello Stato per viaggi dall’estero per le cure sanitarie di quasi 2 milioni di stranieri.

In testa i tedeschi (a maggio hanno rappresentato quasi il 13% di tutti gli arrivi) con mezzo milione di presenze (nei primi 5 mesi la presenza tedesca in Turchia sale a oltre 1,3 milioni di turisti) seguiti dai britannici (395.000 il mese scorso). Le mete sono state Istanbul, Antalya sulla costa mediterranea, Edirne costa nordoccidentale, Muğla costa sudoccidentale e Artvin costa settentrionale (Mar Nero). Se prendiamo in considerazioni i primi 5 mesi del 2022, la Germania resta in testa seguita però da Bulgaria, Federazione Russa e Iran con incrementi importanti rispetto all’analogo periodo del 2021.

Previsto in aumento anche il flusso previsto per le festività dell’“Eid al-Adha” dal 9 al 12 luglio: secondo l'Associazione delle agenzie di viaggio turche (TÜRSAB), oltre 2 milioni di turchi si sposteranno dalle principali città per la festa religiosa mentre la Turkey Hoteliers Union (TÜROB) prevede un tutto esaurito nel medesimo periodo grazie anche al numero crescente di visitatori stranieri.

Previsto in aumento anche il flusso previsto per le festività dell’“Eid al-Adha” dal 9 al 12 luglio: secondo l'Associazione delle agenzie di viaggio turche (TÜRSAB), oltre 2 milioni di turchi si sposteranno dalle principali città per la festa religiosa mentre la Turkey Hoteliers Union (TÜROB) prevede un tutto esaurito nel medesimo periodo grazie anche al numero crescente di visitatori stranieri.

Nel frattempo gli ultimi dati diffusi dalla compagnia di bandiera Turkish Airlines (THY), parlano di 24 milioni di passeggeri trasportati durante i primi cinque mesi del 2022, superando i livelli pepandomici (solo a maggio sono stati 6,3 milioni) collocando lo scalo di Istanbul (il secondo più trafficato in Europa) nella top ten a livello globale.

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11.07.2022

L’Istat turco TÜİK: tasso di disoccupazione ad aprile in aumento dello 0,1%.

Malgrado l’incertezza derivante dall’invasione dell’Ucraina e del connesso rialzo dei bene energetici e alimentari e una crisi finanziaria globale, la variazione del tasso di occupazione in Turchia è aumentato di 0,7 punti percentuali nel mese di aprile 2022 (9,7% per gli uomini e del 14,5% per le donne).

L’Istat turco, TÜİK ha anche affermato che il numero di occupati a maggio scorso è salito a 30,4 milioni con un aumento di quasi mezzo milione in più di occupati; il tasso di occupazione si è attestato al 47,1%. Rispetto all’anno passato, in questi primi quattro mesi la dinamica del mercato di lavoro è stata sostenuta soprattutto dai contratti a tempo pieno.

Nel mese in considerazione, TÜİK ha diffuso il tasso di disoccupazione, aumentato dello 0,1% rispetto al mese di marzo 2022, attestandosi all'11,3%.

Il numero dei disoccupati è aumentato di 65 mila unità raggiungendo quasi 4 milioni di persone. Secondo l'agenzia statale per l'impiego İŞKUR, però, il numero reale di disoccupati supererebbe gli 8 milioni; la disoccupazione giovanile nella fascia di età 15-24 anni è stata invece del 20% con una diminuzione di 0,8 punti percentuali rispetto al mese precedente.

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11.07.2022

Il gas proveniente dal giacimento israeliano Leviathan è il più grande del Mediterraneo (almeno 600 miliardi di metri cubi di produzione) e parte dell’estrazione è destinata all’export. Il ruolo della Turchia.

Il Leviathan, il giacimento di gas naturale israeliano è il più grande nel Mediterraneo, confinante con quello egiziano di Zohr scoperto dall'Eni, con riserve stimate a circa 600 miliardi di metri cubi, potrebbe essere collegato all’Europa attraverso la Turchia (collegandosi al TANAP).

Il Leviathan fornisce gas principalmente alla Giordania, ma la prospettiva di maggior valore sarebbe quella creare un collegamento con l'Europa. In questo contesto si colloca l’opzione turca.

Gulmira Rzayeva, Direttore e di Eurasia Analytics, vede un'opportunità per la Turchia per rafforzare il suo ruolo di snodo e di hub energetico data la rilevanza del gas naturale liquefatto (GNL) - la Turchia ha circa 50 miliardi di bcm di capacità per la gassificazione del GNL - che potrebbe transitare nel Paese per poi raggiungere i l’Europa sudorientale, in primis la Bulgaria.

Peraltro la Turchia dispone di una infrastruttura energetica molto sviluppata, assicura buoni standard di sicurezza e offre una politica energetica sufficientemente diversificata (il Paese ottiene gas da più Paesi) che non si basa solo sulle rinnovabili.

Del resto l’incontro dello marzo 2022, ad Ankara, tra il Presidente israeliano Isaac Herzog ed Il Presidente turco Recep Tayyip Erdoğan, è stata l’occasione anche per discutere della possibile costruzione di un gasdotto che potrebbe collegare il Leviatano alla Turchia che, assieme all’altro giacimento israeliano Tamar, potrebbero assicurare alla Turchia fino a 16 miliardi di metri cubi di gas l’anno.

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11.07.2022

Il Presidente Erdoğan è intervenuto lo scorso 13 giugno all'Assemblea degli Esportatori della Turchia (TİM). Focus sulla bilancia commerciale.

(* Foto: Il Ministro del Commercio turco, Mehmet Muş’ alla TİM, l'Assemblea degli Esportatori della Turchia)

“Le esportazioni supereranno i 250 miliardi di dollari alla fine del 2022”, così si espresso il Presidente Recep Tayyip Erdoğan, in un incontro organizzato lo scorso 13 giugno a Istanbul dall'Assemblea degli Esportatori della Turchia (TİM) in occasione della premiazione dei migliori investimenti realizzati nel 2021 da parte di imprenditori turchi.

Erdoğan ha poi aggiunto che il modello economico esistente, sostenuto e condiviso basato sulla crescita, sull’occupazione e sul credito, continuerà ad essere implementato in modo deciso e potrà essere facilitato dal recente allentamento delle strozzature della filiera produttiva, da un minor impatto esercitato dal coronavirus sull’economia del Paese e da un settore manifatturiero in rapida crescita. “Ci attendono ancora sforzi da parte tutti per far fronte alla crisi economico-finanziaria globale, per le incertezze sulle forniture di gas e le fluttuazioni valutarie che hanno avuto un pesante impatto sulla Turchia, come l'aumento del costo della vita nel Paese; ciononostante il Paese ha reagito con una crescita del primo trimestre del 2022 del 7,3% dopo una crescita record nelle principali economia dell’OCSE dell’11% nel 2021 e le nostre esportazioni crescono ogni mese”, ha poi aggiunto Erdoğan.

Tuttavia, il primo semestre del 2022, è stato caratterizzato, come detto, da un crescente disavanzo commerciale che è stato alimentato dall'impennata dei costi energetici; le esportazioni nel mese scorso di giugno sono aumentate del 18,5% su base annua attestandosi a 23,4 miliardi di dollari mentre le importazioni sono aumentate di quasi il 40% e hanno oltrepassato i 32 miliardi di dollari.

Il Ministro del Commercio Mehmet Muş partecipando ad un evento nella provincia orientale di Erzurum ha annunciato i dati preliminari di giugno: la sola energia ha rappresentato esborsi superiori a 8 miliardi di dollari (il 57% della crescita dell’import della Turchia) spingendo il deficit commerciale a 8,2 miliardi di dollari, con un aumento del 184% rispetto ai 2,87 miliardi di dollari del 2021 (a maggio era stato di 10,7 miliardi).

Prendendo in esame i primi sei mesi del 2022 le esportazioni si sono attestate a 126 miliardi di dollari (+20%) mentre le importazioni sono aumentate del 40,6% superando i 177 miliardi di dollari. Escludendo l'energia, il rapporto di copertura export-import ha raggiunto il 93,4%, ha infine affermato Muş.

Mustafa Gültepe, Presidente dell'Associazione degli esportatori turchi (TİM) ha evidenziato l’ottima performance dell'industria chimica, prima voce merceologica dell’export turco che si piazza nel periodo in osservazione prima degli autoveicoli (2,7 miliardi di dollari), con oltre 3 miliardi di dollari di vendite (+34,6%) e dell’acciaio (2,3 miliardi di dollari); anche l'industria della difesa e aerospaziale ha fatto registrare il più alto aumento delle esportazioni nel primo semestre dell’anno (+42,2% a giugno) con vendite per quasi 400 milioni di dollari.

A livello geografico, la Germania resta il primo mercato di sbocco delle merci turche (1,87 miliardi di dollari a giugno scorso) facendo registrare un +9,8% rispetto a un anno fa, seguita dagli USA (+15,3% e 1,55 miliardi), e dall’l'Iraq (+32,2% e 2 miliardi). Aumenti significativi delle vendite turche in Romania, Emirati Arabi Uniti e Sud Africa"; "Abbiamo raggiunto record di esportazioni in esattamente 18 paesi, tra cui Russia, Corea del Sud, Argentina e India" ha poi concluso il Presidente di TİM.

Gli acquisti sono stati effettuati nella Federazione Russa (primo mercato) per oltre 5 miliardi di dollari (+118,3% su base annua), seguita dalla Cina (+28,6% e importazioni che hanno sfiorato i 4 miliardi di dollari), e ancora Germania (+4% e 1,99 miliardi di dollari di acquisti). La metà delle esportazioni turche pari a 9,7 miliardi di dollari sono state assorbita dai Paesi dell’Ue mentre gli acquisti della Turchia dall’Ue hanno superato gli 8 miliardi di dollari. In crescita, infine, le esportazioni verso i paesi del Vicino e Medio Oriente (quasi 4 miliardi di dollari).

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11.07.2022

Dopo la posa del primo tubo per lo sfruttamento del giacimento nel Mar Nero “Sakarya” nel 13 giugno, Erdoğan stima 10 milioni di m³/gio. di gas naturale da estrarre e trasferire nel Paese entro i primi mesi del 2023 che a regime, nel 2027 saliranno a 40.

Il Ministro dell'Energia e delle Risorse Naturali Fatih Donmez ha recentemente dichiarato che la nave della SAIPEM, la Castoro 10, inizierà i lavori di alta ingegneria per la posa di tubi, prodotti dall’italiana Tenaris, per il trasferimento dai pozzi del giacimento di Sakarya nel Mar Nero a circa 175 km al largo della costa di Eregli di gas in Turchia attraverso un gasdotto di quasi 200 km.

La compagnia energetica statale “Turkish Petroleum Corporation” (TPAO) ha stimato che i lavori dovrebbero durare almeno cinque mesi ed impiegheranno oltre 5 mila addetti. Dönmez ha anche affermato che i primi metri cubi di gas potrebbero arrivare già a partire dall’inizio del 2023, con una estrazione regolare a cominciare dal 2027.

Il Presidente Erdoğan, presente alla cerimonia della posa del primo tubo lo scorso 13 giugno, ha dichiarato che l’obiettivo entro il 2023 sarà quello di trasferire 10 milioni di m³/giorno di gas naturale dal giacimento del Mar Nero, successivamente con una regolarità giornaliera di gas di quasi 40 milioni di m³. Nel frattempo anche la seconda nave della SAIPEM, la Castorone, è giunta nel Mar Nero per partecipare alle operazioni.

Le considerevoli risorse di gas scoperte dall'agosto 2020 nel giacimento di Sakarya, che dopo ulteriori indagini si è rivelato ancora più grande di quanto inizialmente previsto, prevede il coinvolgimento di diverse compagnie internazionali leader mondiali nel settore, tra cui diverse italiane.

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11.07.2022

I rapporti tra Turchia e Venezuela si rafforzano in numerosi settori economici grazie ad un nuovo slancio relazionale tra Erdoğan e Maduro.

Accompagnato da una folta delegazione, il Presidente Maduro si è recato nella Capitale turca lo scorso 8 giugno dove ha siglato numerosi accordi e MoU in diversi settori ad iniziare da quello tra l'Associazione delle agenzie di viaggio turche “TURSAB” e la Compagnia di turismo statale venezuelana Venatura, a quello sulla protezione dell'ambiente; accordi specifici sono anche stati firmati nel settore agricolo e bancario. Nella sua visita il Presidente Venezuelano ha posto l’accendo sulle opportunità offerte dal suo Paese, in ripresa, con interessanti sgravi fiscali per le imprese turche interessate ad investire.

I rapporti economico-commerciai tra i due Paesi costituiscono uno sviluppo recente dato che precedentemente le relazioni erano state oggetto di tensioni diplomatiche e di momenti di forte instabilità come, ad esempio, nel 2005, allorquando il Venezuela riconobbe il genocidio armeno a cui segui una vibrante protesta turca. Rapporti poi peggiorati sotto l’era Chavez che sostenne i governi di Assad e di Gheddafi in Libia con forti accuse rivolte in quel tempo anche alla Turchia oltreché alla NATO. Le relazioni diplomatiche sono poi riprese dopo il golpe del 2016 quando il Venezuela mostrò forte solidarietà al Presidente turco. Fu allora che Manduro ed Erdoğan (quest’ultimo si recò in visita ufficiale a Caracas nel 2018) strinsero una nuova alleanza in campo economico e commerciale (tra cui spiccavano forme di partenariato nel settore dell’energia, minerario, agroalimentare e in quelli dei trasporti aerei e dell’industria della Difesa);

L’interscambio commerciale ha beneficiato di questo dinamismo facendo registrare quasi un miliardo di dollari lo scorso anno (era solo di 160 milioni di dollari del 2019) anche grazie all’attivismo della turca MUSIAD (l’Associazione degli Industriali e Imprenditori indipendenti) che ha aperto un proprio ufficio di rappresentanza a Caracas. Anche la Turkish Airlines ha approfittato di questa distensione nei rapporti tra i due Paesi collegando la capitale venezuelana ad Istanbul con voli giornalieri regolari.

Le attività economiche e commerciali sono state estremamente importanti nel settore petrolifero (con un aumento dell’export del greggio venezuelano verso la Turchia), nel settore minerario, soprattutto in quello aurifero che vede la Turchia uno tra i maggiori acquirenti dell’oro venezuelano.

Secondo analisi indipendenti, delle oltre 70 tonnellate di oro vendute dal Venezuela (circa il 40% delle riserve auree del Paese), almeno 24 tonnellate sarebbero state esportate in Turchia per un valore vicino al miliardo di dollari.

Il Venezuela rientra indubbiamente in quella cerchia di Paesi con i quali la Turchia intende rafforzare la propria presenza strategica, non solo per accrescere il volume di scambi commerciali ma anche per possibili alternative per l’approvvigionamento di gas e petrolio.

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11.07.2022

I rapporti tra Turchia e Georgia si intensificano: regolamentazione dei prodotti farmaceutici attraverso le norme di GMP e commercio bilaterale

Si intensificano gli scambi bilaterali tra Turchia e Georgia con un trend che potrebbe portare a oltre 3 miliardi di dollari l’interscambio grazie anche alla Commissione economica mista tra i due paesi che ha reso più fitti i contatti economico-commerciali aumentando la lista dei prodotti e delle facilitazioni rientranti nell’ambito dall'accordo di libero scambio che era stato firmato nel 2007. Inoltre, dallo scorso anno, è stato attualizzato un meccanismo con la Giorgia e i Paesi dell’Ue che dovrebbe facilitare il movimento di merci e servizi made in Georgia ma con materie prime turche per la successiva vendita nell’Ue.

Anche il settore medico è stato incentivato e ad oggi sono oltre 200 i farmaci turchi presenti sui banchi delle farmacie georgiane grazie al c.d. “good-mnufacturing-practices (GMP), ossia le “norme di buona fabbricazione”. In questo contesto è prevista nelle prossime settimane una visita in Turchia del Vice Ministro della Sanità georgiano in occasione della quale uno dei primi incontri sarà appunto quello dedicato alla visita di aziende turche produttrici e distributrici di medicinali. Il Primo Ministro georgiano, Irakli Garibashvili, avrebbe peraltro recentemente dichiarato alla stampa locale che i prezzi dei farmaci, a seguito dell’incremento dell’import dalla Turchia, si sarebbero dimezzati.

Nel 2021 l’interscambio commerciale tra i due Paesi è aumentato del 34% (2,14 miliardi di dollari con un forte avanzo commerciale a favore della Turchia) rispetto al 2020 (1,59 miliardi di dollari) toccando il livello più nelle relazioni economiche tra Turchia e Georgia. La Turchia si colloca al primo posto tra i partner commerciali della Georgia con una quota del 15% sul totale seguita da Cina, Federazione Russa e Azerbaigian. Le importazioni georgiane della Turchia (322,2 milioni di dollari) riguardano in particolar modo il settore abbigliamento, ferro e semilavorati in acciaio mentre la Turchia esporta principalmente autoveicoli e metalli.

Le relazioni diplomatiche Georgia-Turchia, che risalgono a 100 anni fa, poi interrotte e riprese nel 1992, sono sempre più solide (i cittadini turchi possono viaggiare in Georgia senza visto per un soggiorno fino a 1 anno) e lo testimoniano le visite a livello ministeriale che dovrebbero svolgersi nella seconda metà del 2022: tra le tante quella del Ministro degli Esteri georgiano Ilia Darchiashvili e del Ministro del Commercio turco Mehmet Mus; in programma anche visite prettamente commerciali per rafforzare la cooperazione economica con un forum d'affari bilaterale", in attesa di una possibile visita del presidente Recep Tayyip Erdogan in Georgia dopo il Consiglio supremo per la cooperazione strategica, istituito nel 2016, per sviluppare ulteriormente le relazioni tra Turchia e Georgia anche nel settore energetico (il TANAP- Trans Anatolian Natura Gas Pipeline, oltre alla Turchia e all’Azerbaijan attraversa anche Tbilisi nel tratto Baku-Ceylan).

La Georgia è, infine, tra le più ricercate mete dai turisti turchi (il confine si oltrepassa con la sola carta di identità turca e si può permanere fino a 6 mesi) con un flusso crescente: quasi 1 milione mezzo di visitatori turchi nel 2019 e 53 voli a settimana con i vettori della Turkish Airlines, Anadolujet e Pegasus.

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11.07.2022

Conferenza conclusiva ad Ankara della rete turca delle cooperative sul tema “New Generation Cooperatives Society” in partnership anche con l’italiana “Haliéus”, braccio operativo della cooperazione allo sviluppo di “Legacoop” Roma.

Si è svolta lo scorso 24 giugno ad Ankara la conferenza conclusiva del progetto “New Generation Cooperatives Society” un progetto finanziato dall’Ue (nell’ambito della “Civil Society Support Program III), e condotto dalla turca “Youth Deal Cooperative” impegnata nel progetto in diversi settori non tradizionali con la partnership di “Haliéus”, la struttura specializzata per la cooperazione allo sviluppo di Legacoop Roma e con l'Unione nazionale delle cooperative della Turchia (NCUT).

*Conferenza conclusiva ad Ankara il 24 giugno 2022 presso l’Hotel Grand Mercure

Il progetto ha avuto lo scopo di rafforzare la governance e la capacità di networking delle cooperative turche di nuova generazione con lo scopo di migliorare la loro partecipazione ai processi decisionali; il progetto ha portato alla realizzazione di un fondamentale database di cooperative “non tradizionali” turche, di un portale dedicato per lanciare un piano d'azione triennale attraverso gruppi di lavoro strategici. Un risultato importante per le nuove cooperative attive nel settore innovativo, le c.d. “Cooperative di Nuova Generazione” che in Turchia non hanno un riconoscimento ufficiale e hanno bisogno del patrocinio dell’Unione Nazionale delle Cooperative della Turchia per sostenere il loro progetti.

La Conferenza finale di Ankara ha visto la partecipazione del Ministero turco del Commercio, di alcune importanti organizzazioni internazionali presenti in Turchia come FAO e ILO, oltre ovviamente a quella del network di cooperative turche.

La Turchia è un paese di particolare interesse per il movimento delle cooperative tradizionali e Legaccop, attraverso Haliéus e alcune imprese di cooperative italiane, ha intrattenuto nel recente passato proficui rapporti di collaborazione che hanno sostenuto il movimento cooperativo turco attraverso numerosi progetti; Attualmente è attivo un altro progetto, “To Be Coop”, incentrato sulla provincia di Rize. Legacoop collabora in Turchia anche con le organizzazioni delle cooperative turche nell'ambito della rete europea “CooperativesEurope” e in quella globale “International Cooperative Alliance”. Prima della pandemia Legacoop ha inoltre ospitato una delegazione del Ministero del Commercio turco, interessato in particolare alla cooperazione sociale, anche come strumento per favorire l'occupazione femminile. Infine la struttura di Legacoop Haliéus era stata coinvolta - in partenariato con l'agenzia tedesca di cooperazione allo sviluppo (GiZ) - in un tender di “EuropeAid” per l’assistenza tecnica ad un progetto Ue su “Empowering Women through Cooperatives” per promuovere l’occupazione femminile e, in particolare, l’economia solidale inclusiva.

Nel settore delle cooperative sociali si è invece svolto lo scorso 17 giugno a Istanbul una conferenza a conclusione del progetto “Una Piattaforma di Eccellenza per le Cooperative Sociali” co-finanziato dall’UE nell’ambito del “Civil Society Dialogue Programme” tra Europa e Turchia e finalizzato a sviluppare un meccanismo sostenibile di dialogo tra le cooperative sociali e le Organizzazioni del Terzo Settore presenti in Turchia, attraverso uno scambio di conoscenze e buone pratiche con il sistema di cooperative sociali italiane (in particolare con la rete di Federsolidarietà). Il Capofila del progetto è l’organizzazione turca “Needs Map”, mentre tra i partner associati figurano anche “Confcooperative Emilia Romagna” e STGM (Centro per lo Sviluppo della Società Civile in Turchia).

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11.07.2022

50 miliardi di dollari nel bilancio dello Stato per far fronte agli aumenti energetici: intervento del Ministro delle Finanze Nurredin Nebati sulla solidità della finanza pubblica della Turchia.

È stata presentata lo scorso 20 giugno in Parlamento una proposta per aumentare il bilancio dello Stato di oltre 50 miliardi di dollari nel 2022 per far fronte alle importazioni di gas e di carbone e per coprire i possibili esborsi futuri causati dalla svalutazione della lira, dal continuo aumento dell’inflazione ed i probabili aumenti salariali e pensionistici. La Turchia ha registrato un avanzo di 124,6 miliardi di lire turche nel suo bilancio statale da gennaio a maggio 2022, sospinto da un aumento delle entrate fiscali, generate dalla crescente inflazione.

Le spese sono aumentate del 74,5% rispetto all'anno precedente a quasi 959,77 miliardi di lire turche. Le entrate fiscali sono state pari a 881,15 miliardi di lire turche, mentre il pagamento degli interessi è stato di 121,88 miliardi di lire turche. Il saldo di bilancio dovrebbe registrare un disavanzo di 278,3 miliardi di lire turche alla fine di quest'anno, secondo i dati del Ministero del Tesoro e delle Finanze; centrato l’obiettivo del rapporto tra deficit di bilancio e prodotto interno lordo (PIL) al 3,5% nel 2022.

Il Ministro del Tesoro e delle Finanze Nureddin Nebati ha affermato che la finanza pubblica continua a essere uno degli elementi più solidi dell'economia turca nonostante le prospettive macroeconomiche siano cambiate con il rapido aumento dell'inflazione, le strozzature delle catene di approvvigionamento e l’aumento record dei prezzi delle materie prime.

Per far fronte all’attuale situazione il Governo, ha poi proseguito Nebati, ha aumentato gli stanziamenti in bilancio per rendere la crescita del Paese sostenibile, equilibrata e inclusiva. “Il fatto che negli ultimi sei mesi settori come l'industria e il turismo hanno ripreso slancio testimonia chiaramente che abbiamo adottato le giuste misure e ciò è stato confermato dalla crescita della nostra economia del 7,3% nel primo trimestre di quest’anno” ha poi concluso Nebati.

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11.07.2022

La crescita del settore immobiliare in Turchia non si arresta: pubblicati da TurkStat i dati relativi al mese di maggio 2022.

Le vendite di immobili ad uso residenziale in Turchia sono più che raddoppiate nel mese di maggio scorso cosi come in aumento sono stati gli acquisti di case da parte dei non residenti, con i russi sempre in testa tra gli acquirenti per il secondo mese consecutivo.

Nel dettaglio la compravendita di abitazioni sono aumentate del 107,5% anno su anno nel mese scorso, superando le 122 mila unità secondo i dati recentemente diffusi dall'Istituto statistico turco (TurkStat), nonostante l’aumento dei tassi dei mutui e dei prestiti ed prezzi in forte crescita (+100% in alcune delle principali città della Turchia). Un andamento che riflette la necessità di proteggersi dall’attuale tasso di inflazione che ha raggiunto il suo picco degli ultimi 24 anni (78,62% a giugno 2022), con la lira turca che ha perso nei primi mesi del 2022 oltre il 25% del suo valore sul dollaro.

*House Sales Statistics, May 2022

Istanbul, la città più popolosa della Turchia, ha fatto registrare nel solo mese di maggio, 23 mila contratti di compravendita (+18%), seguita dalla capitale Ankara (11.497 vendite) e la provincia egea di Smirne (7.159 vendite). Da gennaio a maggio 2022 le vendite delle abitazioni ad uso residenziale sono aumentate del 37,7% anno su anno, avvicinandosi a 600 mila contratti conclusi.

Anche gli acquisti dei non residenti sono cresciuti: +235,7% rispetto allo scorso anno e oltre 6 mila vendite (+58,1% nel solo mese di aprile 2022) spesso legate alla possibilità di successivo acquisto della cittadinanza turca (la soglia dell’investimento per ottenere la cittadinanza è aumentata recentemente da 250 mila a quasi mezzo milione di dollari).

*House sales to foreigners, May 2022

In testa anche qui i cittadini della Federazione Russa, seguiti dagli iraniani e iracheni a cui si aggiunge un numero crescente di ucraini (prima della guerra russi e ucraini rappresentavano oltre il 25% delle vendite agli stranieri di abitazioni in Turchia) in fuga dal Paese in guerra per raggiungere parenti residenti in Turchia.

Makbule Yönel Maya, Direttore generale dell'Industrial Development Bank of Turkey (TSKB) Real Estate Appraisal, ha confermato la crescita delle vendite di immobili ad uso abitativo in crescita: “nel 2019 le vendite ai non residenti erano state pari a 46.500 unità per poi passare a oltre a quasi 60 mila unità nel 2021 con introiti stimati in 10 miliardi di dollari; tra gennaio e aprile 2020 le vendite di appartamenti a cittadini stranieri ha raggiunto le 27 mila unità, con un aumento del 70% rispetto all’analogo periodo del 2021”.

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11.07.2022

Avviata una nuova fase nelle relazioni bilaterali tra Ankara e Riyadh che mira a normalizzare i rapporti tra i due Paesi soprattutto in campo economico e commerciale.

Il principe ereditario Mohammed bin Salman lo scorso 22 giugno ha incontrato il Presidente Recep Tayyip Erdoğan nel complesso Presidenziale nella capitale Ankara. Una visita “storica” che fa seguito a quella compiuta dal Presidente turco dello scorso aprile per ricucire le relazioni tra due potenze regionali e riprendere il commercio bilaterale che era stato interrotto dopo le reciproche restrizioni al commercio, ai collegamenti aerei e nel settore radiotelevisivo. Durante la visita sono stati firmati accordi su energia, economia e sicurezza. In lavorazione anche un piano per l'ingresso di fondi sauditi nel mercato azionario turco.

Le relazioni tra Turchia e Arabia Saudita si erano deteriorate nell'ultimo decennio, ma entrambi i Paesi stanno ora cercando di recuperare il tempo perduto ravvivando i legami, sviluppando e diversificando le loro opportunità commerciali con gli occhi puntati agli investimenti e alle partnership, soprattutto nel settore bancario. L’Arabia Saudita può giocare un ruolo sempre più decisivo nel sostenere la politica economica inaugurata dal Presidente Erdogan, che punto tutto sulla crescita, assicurando introiti in importanti settori quali il turismo, i grandi lavori infrastrutturali, i trasporti.

Durante l’incontro tra il Principe saudita ed il Presidente turco si è anche parlato di smart cities, digitalizzazione, di start up e R&D e di energia (l’Arabia Saudita è uno dei primi dieci produttori al mondo di gas naturale e ha riserve importanti che, pur destinate attualmente in larga parte al consumo interno, grazie al processo nazionale di decarbonizzazione, potranno in futuro essere sempre più esportate all’estero). Il rilancio nei rapporti con l'Arabia Saudita fa seguito all’altro riavvicinamento storico tra la Turchia e gli Emirati Arabi Uniti. L’Arabia Saudita, come detto, potrebbe sostenere la Turchia con importanti investimenti finanziari e riaprire il suo fiorente settore edile alle aziende turche che si erano installate nel Regno prima dello scoppio della Primavera Araba che aveva di fatto inasprito le relazioni tra i due Paesi.

Il commercio bilaterale, i rapporti economici (ad esempio nel ricco settore saudita del petrolchimico) oltre che nel già citato settore edile, sono alla base di questo riavvicinamento. L’obiettivo è quello di incrementare l’export turco nel Regno ad oltre 10 miliardi all'anno (prima che il commercio si fermasse, i rapporti bilaterali erano soddisfacenti con esportazioni turche che sfioravano i 7 miliardi di dollari). A testimonianza del forte “baricentro” commerciale che ha avuto la Visita bilaterale, il Principe ereditario Mohammed bin Salman era accompagnato da una folta delegazione di imprenditori.

Discussi anche un eventuale accordo di swap in valuta ed un accordo economico o di cooperazione finanziaria. Nel frattempo sono stati firmati impegni tra i due leader per 7,7 miliardi di dollari. Una maggiore cooperazione e poi prevista anche nel settore difesa.

Le relazioni tra la Turchia ed il mondo arabo stanno vivendo un momento di grande disgelo dopo anni di spaccature: Ankara è impegnata in sforzi per ricucire i legami con diverse potenze regionali, in primis Emirati Arabi Uniti, Egitto e Arabia Saudita. Questo intenso rapporto diplomatico si rifletterà sulle relazioni economico-commerciali della Turchia con i Paesi dell’area come è stato testimoniato dal recente vertice tenutosi nella provincia sudorientale della Turchia lo scorso 10 giugno organizzato dall'Associazione degli industriali e degli imprenditori indipendenti (MÜSİAD) in collaborazione con l'International Business Forum (IBF) e con il supporto del Ministero del Commercio turco. Il vertice, che ha riunito oltre mille e cinquecento industriali, imprenditori e investitori della Turchia e dai Paesi del Medio Oriente, ha costituito, secondo le parole del Direttore di MÜSİAD, Mahmut Asmalı, un momento importante per le future relazioni turco-arabe e per le oltre 40 mila imprese in Turchia che sono oggi gestite da imprenditori di origine araba e che danno occupazione a oltre 1 milione di persone.

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11.07.2022

S&P Global ha ridotto lo scorso aprile 2022 il rating del credito in lire turche (-22% sul dollaro da inizio 2022) a "B+"; invariato il credito in valuta estera cosi come l’outlook, che resta negativo.

S&P ha ulteriormente ridotto il rating creditizio in valuta locale della Turchia a B+ (speculative grade) mantenendo invariato il credito in valuta estera a B+, alla pari con Bahrain e Bolivia, con una prospettiva negativa sul paese che conferma l’outlook negativo. Secondo S&P Global, infatti, Turchia, Tunisia e altri paesi del Medio Oriente e del Nord Africa sono a rischio di liquidità a causa dell'inasprimento delle condizioni economico-monetarie che interessano tutto il pianeta.

La Turchia, che come detto ha lasciato per il 6° mese consecutivo il suo tasso di interesse invariato al 14% nonostante un’inflazione al 78,62%, sconta un debito elevato che, secondo S&P, scoraggerebbe gli investitori internazionali a intrattenere rapporti con le banche commerciali turche le quali restano altamente vulnerabili per il loro rifinanziamento considerando anche l’aumento della dollarizzazione dei depositi nel Paese (a maggio 2022 quasi il 60% dei deposti in Turchia erano in valuta estera) anche se sembra ancora lontano il rischio di una eventuale interruzione all’accesso da parte delle banche turche ai prestiti internazionali che oggi rappresentano il 52% del debito estero totale a breve termine (dati del 31 marzo 2022).

S&P Global ha anche affermato che il debito estero che la Turchia dovrà rimborsare ammonta attualmente a circa 180 miliardi di dollari nei prossimi 12 mesi. Dopo la grave svalutazione della lira turca a metà dicembre 2021 (-44% sul dollaro) la Banca Centrale Turca ha attuato diverse misure per spingere le banche ed i risparmiatori turchi a convertire i loro depositi in valuta estera in lire turche; sebbene tali misure abbiano contribuito a ridurre la dollarizzazione, i depositi che hanno beneficiato di questo schema coprivano a fine maggio scorso solo il 13,7% dei risparmi totali. Resta tuttavia ancora ampia la liquidità detenuta in valuta estera (circa 154,8 miliardi di dollari comprese riserve obbligatorie che ammontano a 49,9 miliardi). A tal fine nell’anno in corso la CBRT ha promulgato una nuova legge che impone agli esportatori e alle società che operano nei settori dei servizi con l’estero di convertire il 40% dei loro ricavi in valuta estera in valuta locale per contenere l'erosione delle riserve.

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11.07.2022

L’ecosistema delle startup in Turchia nel 2021 e nei primi mesi del 2022 conferma che gli investimenti e la presenza di attori specializzati sono in crescita. Focus su Trendyol.

Il 2021 è stato un anno importante per l’ecosistema delle start up in Turchia: il settore ha ricevuto finanziamenti pari a quasi 2 miliardi di dollari distribuiti tra angel investors, incubatori e fondi di venture capital. Il 2021 è stato anche l’anno in cui l’applicazione turca di consegna di generi alimentari, Getir, è diventata unicorno, raggiungendo Dream Games, con una valutazione che ha superato il miliardo di dollari ma che potrà presto trasformarsi in un decacorn con la prospettiva di collocarsi al secondo posto tra le startup turche con maggior valore dietro alla piattaforma di e-commerce Trendyol (sostenuta dai cinesi di Alibaba) che nel 2021 ha raggiunto il valore di ben 16,5 miliardi di dollari.

Il 2021 è stato anche l’anno che ha collocato la Turchia tra i primi 10 paesi in Europa che hanno ricevuto il maggior numero di investimenti mentre si è posizionata al secondo posto nella regione del Medio Oriente e del Nord Africa dietro solo a Tel Aviv e prima di Dubai. Sempre nell’anno in osservazione, nell'ecosistema delle venture capital, Istanbul si è classificata al 13° posto tra le città europee che hanno ricevuto il maggior numero di investimenti e al quarto posto in termini di numero di accordi conclusi nel 2021.

Da sola, la più grande metropoli della Turchia, ha visto anche crescere TechOne, tra i fondi di venture capital più attivi mentre il Keiretsu Forum (una rete di angel e venture capital) ha investito in 19 startup; anche la prima piattaforma di “crowdfunding” Fonbulucu, ha ottenuto un grande successo investendo sempre nel 2021 in 18 startup; risultati ottenuto anche grazie ai finanziamenti della piattaforma “Individual Young Startup” (BiGG) del CNR turco, TÜBİTAK.

Un anno, il 2021, che è stato citato come “record” anche dal Presidente dell'Ufficio Investimenti della Presidenza turca, Burak Dağlıoğlu, che ha voluto evidenziare l’elevato livello di competenze raggiunto dagli investitori locali: “lo spirito imprenditoriale e umano dei fondatori delle startup turche dell’e-commerce oramai famose in tutto il globo come “Trendyol”, “Getir”, e “Yemeksepeti” e quelle del gioco come “Peak” e “Dream Games” è un nostro patrimonio e i risultati raggiunti ci spingono affinché la Turchia si trasformi in un centro mondiale di talenti creando percorsi per i giovani, in particolare per le donne, che cercano una carriera nei settori altamente tecnologici”.

Ma idee brillanti sono arrivate anche durante questo primo semestre del 2022. La piattaforma imprenditoriale locale di Zorlu Holding Parlak Bi'Fikir ha lanciato un programma a sostegno dell'innovazione e della creatività, inoltre è nata "Be Right Back", piattaforma che trasforma gli schermi dei PC in computer da gioco; anche i settori tradizionali hanno beneficiato di applicazioni intelligenti sviluppate da investitori turchi, ne è un esempio "Geliverio" applicazione che fornisce alternative cargo più convenienti con prezzi competitivi e consegne rapide alle aziende e alle compagnie oppure "Whatever You Sew", piattaforma agricola che rende più facile per gli agricoltori ottenere macchinari agricoli e servizi altamente tecnologici.

Trendyol

Trendyol, una delle piattaforme di e-commerce più famose, non solo in Turchia, e primo decacorn nel Paese (valutato oltre 16 miliardi di dollari), con un piano di investimenti nei Paesi Bassi, nel Regno Unito, in Lussemburgo e in Germania, dove venderà i propri prodotti “Made in Türkiye” punta a realizzare oltre 3 miliardi di dollari di ricavi nei prossimi tre anni; Il Presidente del gruppo Trendyol, Caglayan Cetin, ha recentemente affermato che la startup ha oggi più di 300 produttori in Turchia, con oltre 100 addetti in Europa, metà dei quali in Germania, e con un volume di esportazioni totale stimate in oltre 1 miliardi di dollari. Trendyol spedisce oltre 1 milione di pacchi al giorno in Turchia, mentre quelli spediti all’estero - in quasi 100 paesi in un'ampia area geografia che va dall'Europa al Medio Oriente e all'Africa - supera il mezzo milione di unità; il giro d’affari lo scorso anno è stato di quasi 200 milioni di dollari con oltre 6 milioni di ordini in totale ricevuti. Il piano di espansione di Trendyol prevede l’acquisizione di piattaforme di e-commerce mediorientali (in particolare degli Emirati Arabi Uniti) ma anche in Arabia Saudita.

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