Cronache Economiche

18.05.2022

La Banca Centrale turca mantiene i tassi stabili per il quarto mese consecutivo al 14 per cento

Il Comitato di politica economica (MPC) nella riunione del 14 aprile scorso, ha mantenuto stabile il tasso di riferimento per il quarto mese consecutivo, confermando la propria posizione incoraggiata dal Presidente Erdogan nonostante l’incessante aumento dei prezzi al consumo.

Nella dichiarazione della CBRT, al termine della riunione dell’MPC, è stato affermato che la decisione di mantenere invariato il tasso ufficiale di riferimento è stata presa poiché le aspettative di un "processo di disinflazione" non tarderebbero a manifestarsi; nel frattempo però il tasso di inflazione in Turchia è salito 61,14% nello scorso mese di marzo dal 54,4% di febbraio scorso (era al 16,19% nel marzo 2021), il livello più alto da due decenni, sospinto dagli incessanti rincari dei consumi energetici (nel settore energetico l’inflazione è cresciuta al 76% dal 43% da dicembre 2021 a gennaio 2022) e dei prezzi delle materie prime alimentari e agricole; le aspettative resterebbero negative anche per i prossimi mesi. I dati più recenti pubblicati lo scorso aprile sono ancora peggiori: il tasso di inflazione si attesterebbe infatti al 70%.

Per far fronte all'impennata dei prezzi al consumo e salvaguardare il potere d’acquisto delle famiglie turche, il Governo ha adottato misure volte a rendere più accessibili i consumi dei beni di prima necessità e delle bollette elettriche con sgravi fiscali. Secondo la riunione della CBRT di aprile, l’inflazione doveva entrare in una tendenza al ribasso già all’inizio dell’estate grazie ad una politica economica basata su un programma che mira al raggiungimento dell’avanzo delle partite correnti, crescita delle esportazioni, del PIL e dell’occupazione ma le stime di maggio prevedrebbero un miglioramento solo alla fine del 2022.

Se non ci sarà “un’inversione a U” nella politica monetaria della BCRT, affermano molti economisti indipendenti, sarà impossibile mantenere la stabilità della lira turca, anche se nel mese di marzo è stata una delle poche valute al mondo ad apprezzarsi rispetto al dollaro dopo aver perso il 44% del suo valore nel 2021. Tuttavia la lira turca rimarrebbe nelle previsioni del 2022 tra le valute dei mercati emergenti con la peggior performance. I dati più recenti, del resto, parlano di una lira turca che è stata scambiata lo scorso 5 maggio a 15 lire per un dollaro, il risultato peggiore dal tracollo dello scorso dicembre quando perse il 44% del suo valore.

ll Governatore Sahap Kavcioglu in una recente intervista ha affermato che il sostegno alla valuta nazionale è un obbiettivo irrinunciabile almeno fino al termine del 2022 anche con un’inflazione in crescita; il Ministro delle Finanze Nureddin Nebati dal canto suo prevedeva che la crescita dei prezzi potesse raggiungere il picco nei prossimi due per poi rallentare dalla fine dell’estate. La prossima riunione del Comitato di Politica Economica si terrà il 26 maggio.

Meno ottimismo dal FMI: la guerra, scoppiata il 24 febbraio scorso ha ridotto le stime crescita della Turchia (2,6% nel 2022), cosi come in tutto il globo a causa della spirale inflazionistica, dei prezzi del carburante e dei generi alimentari in costante aumento.

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18.05.2022

Un recente articolo apparso sul Financial Times parla di presunte “pressioni” da parte delle Autorità Turche nei confronti delle banche sulle operazioni di conversione di valuta

Secondo un articolo apparso recentemente sul Financial Times, funzionari della banca centrale starebbero chiamando i loro corrispondenti nelle banche commerciali quando a queste vengono richieste operazioni di cambio anche piccole in un ambito corporate (da USD 1 mln in su) per verificare che siano funzionali a esigenze reali e non speculative al fine di sostenere il cambio della lira turca, il quale sta scivolando da giorni e, chiaramente, le riserve valutarie, depauperate da azioni difensive che, secondo il FT, sarebbero costate USD 24 mld nel primo trimestre del 2022.

Il fenomeno di fondo, che al momento non appare smentito da parte degli operatori, ha alla base un fattore distorsivo (un tasso di politica monetaria irrealisticamente basso rispetto all’inflazione) sorretto con azioni (gli interventi difensivi sul cambio) troppo costose in termini di dispendio di riserve valutarie rispetto agli afflussi di valuta estera che l’economia è in grado di generare (con le esportazioni) o che accetta di mettere a disposizione (aderendo ai depositi indicizzati al cambio lanciati a dicembre); i processi gestionali del settore privato (soprattutto imprese e banche) sono sottoposti a torsioni che ne stanno minando la continuità operativa velocemente.

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18.05.2022

Il Ministro del Tesoro e delle Finanze Nebati: “per vedere scendere l’inflazione bisognerà attendere la fine dell’anno”

L’impegno del Governo teso a frenare l'impennata dei prezzi al consumo per salvaguardare il potere di acquisto delle famiglie darà i suoi frutti a cominciare dal prossimo dicembre. Lo ha affermato il Ministro delle Finanze turco, Nureddin Nebati durante un evento organizzato da una delle principali associazioni imprenditoriali turche indipendenti (MÜSIAD), a Istanbul lo scorso mese di aprile.

L'inflazione al consumo annuale della Turchia è balzata al 61,14% a marzo scorso, secondo i dati ufficiali, alimentata dall'aumento dei prezzi dell'energia e delle materie prime e dagli effetti del conflitto Russia-Ucraina. Nebati ha elogiato la performance dell'economia turca nel 2021 cresciuta nonostante la pandemia da coronavirus: il prodotto interno lordo della Turchia è aumentato dell'11% l'anno scorso, la percentuale più alta dell’ultimo decennio, le esportazioni sono balzate alla cifra record di 225 miliardi di dollari. Nebati ha anche affermato che, per vedere il tasso di inflazione scendere ad una cifra, bisognerà attendere il 2024 (stime riviste dall’8,3% al 23,2%) così come per raggiungimento dell’avanzo del conto delle partite correnti rivedendo le stime di appena un mese fa quando la Banca centrale turca ha alzato le sue previsioni annuali di inflazione dei prezzi al consumo per il 2022 dal 23,2% al 42,8%. Per contrastare l'aumento dei prezzi e contenerne l'impatto sulle famiglie, la Turchia ha introdotto numerosi tagli all'imposta sul valore aggiunto (IVA), 23,2%) volti a sostenere le famiglie più bisognose alle prese con le bollette dell’elettricità. Nel frattempo, però l’inflazione ha raggiunto su base annua il 61,14% a marzo 2022 e il 70% ad aprile.

L'indice dei prezzi al consumo è aumentato nel solo mese di marzo del 5,46% rispetto al mese precedente e del 22,81% rispetto a dicembre 2021. Nel mese di marzo 2022 il più alto aumento del tasso di inflazione ai prezzi al consumo si è registrato nei trasporti (+99,12%), negli alimenti e bevande analcoliche (+70,33%) e nell'arredamento e elettrodomestici (+69,26%). Il tasso più basso ha riguardato i settori della comunicazione (+15,08%), dell’istruzione (+26,73%), dell’abbigliamento e calzature (+26,95%). L'aumento mensile più alto dei prezzi è stato osservato nei trasporti (+13,29%); istruzione (+6,55%) e hotel, bar e ristoranti (+6,04%). L’incremento annuo minore dei prezzi si è registrato nell'abbigliamento e calzature (+1,78%), nell'edilizia abitativa (+1,84%) e nel tempo libero e cultura (+2,78%). Il grafico riposta le stime marzo 2021-2025 del tasso di inflazione annua dei prezzi al consumo (variazione % CPI) secondo le proiezioni più recenti di TurkStat.

Nel frattempo, le aliquote dell’IVA per determinati beni e servizi sono state ridotte lo scorso 29 marzo e pubblicate nella Gazzetta Ufficiale della Presidenza n. 5359 che disciplina l’IVA per determinati beni e servizi. Le modifiche hanno in particolare riguardato, oltre i beni di prima necessità, alimentari e prodotti dell’igiene e dispositivi medicali, i criteri per l'applicazione dell'IVA alle compravendite di abitazioni.

Le aliquote IVA dal 1 aprile 2022 si sono abbassate fino all’1% per le abitazioni fino a 150 metri quadrati e a seconda dell’area metropolitana, mentre per tutte le tipologie di immobili e terreni non ad uso abitativo e per le residenze con oltre 150 mq di superficie continueranno ad essere soggette all’IVA del 18%.

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18.05.2022

Il Ministro del Turismo e della Cultura Ersoy visitando la nave italiana “Costa Venezia” nel nuovo porto turco di Istanbul: “puntiamo a 42 milioni di turisti e ad un fatturato di oltre 35 miliardi nel 2022, e partiamo con il turismo croceristico”

Lo scorso 27 aprile ha debuttato nel porto turco di Galaport, la nave da crociera “Costa Venezia”, prima cruise ship di queste dimensioni ad ormeggiare nel nuovo terminal di Galaport. Il 28 aprile si è tenuta a bordo della nave una suggestiva cerimonia inaugurale durante la quale sono intervenuti il Vice Ministro del Turismo e l’Ambasciatore d’Italia in Turchia, Giorgio Marrapodi.

L’Ambasciatore Marrapodi, nel suo discorso, ha voluto sottolineare l’elevato valore simbolico della presenza della Costa Venezia ad Istanbul che rappresenta al tempo stesso una eccellenza della cantieristica italiana ed il simbolo della ripartenza dell’importante settore crocieristico in Turchia a seguito degli ultimi difficili anni caratterizzati dalla Pandemia. La nave di Fincantieri-Monfalcone, ultimata nel 2019, infatti, ha una lunghezza complessiva di 323 metri per una larghezza massima di 37 può ospitare oltre 5 mila passeggeri.

Secondo quanto affermato dal Ministro del Cultura e del Turismo Nuri Ersoy il Galataport di Istanbul dovrebbe raddoppiare la propria capacità nel 2023 (attualmente dispone di oltre mille metri di costa nel centro di Istanbul e costato quasi 2 miliardi di dollari) candidandosi a diventare uno dei principali porti di origine per imbarcazioni come la Costa Venezia potendo contare oggi di infrastrutture di primo livello favorite anche dai collegamenti aeroportuali (la Turkish Airlines ha infatti attualmente voli diretti da Istanbul in più di 130 destinazioni nel mondo).

Il Ministro Ersoy insieme al Governatore della città di Istanbul, Ali Yerlikaya, hanno visitato l’imbarcazione che e’ salpata in direzione del porto egeo di Izmir, prima tappa dei previsti 25 tour lungo le coste della Turchia e della Grecia che si protrarranno fino all’inizio del prossimo inverno. Cetin Ay, Presidente di “Ay Cruise” che collabora con l’armatore italiano di Costa Crociere, è ottimista e ha previsto un flusso di passeggeri dal porto turco di oltre un milione nel prossimo periodo. Un obiettivo che potrà ulteriormente essere migliorato nei prossimi anni considerando che, ad esempio, la Spagna ospita più di 6 milioni di passeggeri all’anno nei propri porti.

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18.05.2022

Turchia – Alcuni dati statistici sugli effetti del conflitto russo-ucraino sugli approvvigionamenti

La visione prevalente degli analisti economici turchi nelle settimane iniziali del conflitto russo-ucraino identificava i maggiori rischi diretti per Ankara a carico della continuità, da un lato, delle importazioni di prodotti energetici, siderurgici e cerealicoli e, dall’altro, dei flussi turistici.

I principali rischi indiretti venivano invece individuati nella difficoltà di finanziare squilibri crescenti della bilancia dei pagamenti (per la riduzione delle esportazioni verso i paesi europei e il minor turismo), nelle spinte inflazionistiche (provocate dalle dinamiche dei prezzi internazionali e del cambio) e in una crescita più bassa. Dati statistici molto recenti, estesi fino alla fine di marzo, confermano un’allarmante contrazione delle forniture di “ghisa, ferro e acciaio” sia dalla Russia che dall’Ucraina e un numero di ingressi turistici dalla Russia inferiore alla media. Per ora, invece, non emergono carenze di cereali, grazie anche ad acquisti elevati dall’Ucraina negli ultimi trimestri e a un’autosufficienza quasi totale della Turchia, né di combustibili minerali, dei quali questo paese continua a rifornirsi dalla Russia in un quadro di rapporti economici non condizionati dall’applicazione di sanzioni.

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18.05.2022

La “İzmir Development Agency” lancia un tender per incrementare lo sfruttamento dell’energia da fonti rinnovabili

La diversificazione del mix energetico della Turchia verso l’utilizzo di energie rinnovabili con in testa l’eolico, sta dando i propri frutti considerando che il Paese è riuscito a duplicare la propria capacità eolica nell’ultimo decennio. Secondo il Global Wind Energy Council (GWEC), l’energia prodotta dal vento in Turchia è oggi la principale fonte di produzione di elettricità (in testa la regione dell’Egeo), con una quota che ha superato abbondantemente il 20%, risultato confermato anche dalla Turkish Electricity Transmission Corporation secondo cui le centrali eoliche hanno generato 179 mila megawattora su un totale di quasi 800 mila megawattora di produzione giornaliera di elettricità.

In questo contesto, lo scorso mese di aprile, la İzmir Development Agency (İZKA) ha lanciato un tender per lo sfruttamento dell’energia eolica presso la città di Izmir, "la capitale eolica della Turchia". Hülya Ulusoy Sungur, il coordinatore del progetto Boosting Effective and Sustainable Transformation (BEST) for Energy di İZKA, ha dichiarato che Izmir si propone sempre più come il centro di produzione di apparecchiature per il settore eolico, classificando la Turchia al quinto posto in Europa per produzione di energia eolica.

La grande regione dell’Egeo, con un'economia diversificata e multisettoriale, che spazia dall'agricoltura alla difesa, dall’automotive al tessile, è diventata uno dei centri con competenze significative nelle tecnologie per l'energia pulita grazie a solide infrastrutture e manodopera qualificata. La regione può inoltre contare su ben 16 porti, 10 università, cinque parchi tecnologici e 16 zone industriali speciali.

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18.05.2022

La Camera di Commercio di Konya lancia una nuova piattaforma per attirare nuovi investitori e incrementare la presenza di imprenditori stranieri

Selçuk ÖZTÜRK, Presidente della Camera di Commercio di Konya lancia una nuova piattaforma per attirare nuovi investitori e incrementare la presenza di imprenditori stranieri nella regione dell’Anatolia centrale.

Il Ministero degli Affari Esteri di Ankara ha segnalato una interessante iniziativa da parte della Camera di Commercio e Industria di Konya che ha recentemente lanciato una piattaforma rivolta a tutti gli enti economici, istituzioni pubbliche e private e imprenditori interessati a intrattenere rapporti commerciali con l’ente camerale.

Il portale, raggiungibile al seguente link www.listofcompany.com, mira infatti a valorizzare e diffondere una delle più importanti realtà economiche della provincia dell’Anatolia.

Realizzato in otto diverse lingue, il sito web presenta sezioni dettagliate per ogni voce merceologica e consente l’interrogazione di un database aggiornato da parte delle aziende potenzialmente interessate. La piattaforma consente ad importatori ed esportatori di instaurare un primo contatto attraverso il “meeting point” dell’applicativo che prevede la compilazione di un request form. Il tutto e’ arricchito da una lista di oltre diecimila aziende locali classificate in 50 differenti categorie in base al settore di attività e da un canale virtuale dedicato ai meeting B2B.

La città e’ tra i centri commerciali più attivi della Turchia e può contare su un patrimonio culturale di primo livello. La regione esporta in quasi duecento differenti Paesi di tutto il Mondo e ha realizzato negli ultimi 20 anni un impressionante sviluppo che le ha consentito di raggiungre un grado di industrializzazione di tutto rispetto nel settore agroalimentare, dell’arredamento, dei macchinari, plastica e calzaturificio e tessile in generale.

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18.05.2022

Il FMI abbassa le previsioni di crescita della Turchia al 2,7% nel 2022

Il Fondo Monetario Internazionale ha rivisto le sue stime al ribasso sulla crescita economica globale per il 2022, considerando che l’invasione dell’Ucraina continua. Nel suo rapporto di aprile 2022 World Economic Outlook intitolato "War Sets Back the Global Recovery", il FMI ha previsto che l'economia globale dovrebbe espandersi del 3,6% quest'anno, in calo di 0,8 punti percentuali rispetto alla precedente stima le cui previsioni di crescita si attestavano al 4,4% (gennaio 2022).

Per quanto attiene la Turchia, si stima che la sua economia cresca del 2,7% del 2022, in calo dunque rispetto alla precedente previsione del 3,3 per cento.

Come si evince dal grafico dell’International Monetary Fund (annual % change), dopo un 2021 che ha collocato la Turchia al primo posto tra i Paesi emergenti - e nel mezzo della pandemia da COVID-19 - per crescita del PIL (+11%) seguita da Croazia e Ungheria, le stime per il 2022 di tutti i Paesi della medesima categoria della Turchia sono state riviste tutte al ribasso.

L’indice dei prezzi al consumo, sempre secondo il FMI, relativo al 2021 ha invece collocato la Turchia all’ultimo posto tra i mercati emergenti (+19,6%) con previsioni ritoccate per il 2022 al 60,5%. Il tasso di disoccupazione resta infine tra i peggiori tra i mercati emergenti (12%) ma in miglioramento secondo le previsioni del FMI nel 2022 (11,3%) e nel 2023 (10,6%).

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18.05.2022

Per il “Sakarya Field”, il maxi-giacimento di gas naturale suk Mar Nero, è previsto un sostegno statale con un investimento di 10 miliardi di dollari

Secondo un decreto presidenziale pubblicato nel mese di marzo scorso sulla Gazzetta Ufficiale, il Governo di Ankara sosterrà il progetto del giacimento di gas naturale scoperto nel 2020 nel Mar Nero. Il valore dell'investimento del progetto Turkish Petroleum (TPAO) è stimato in 145 miliardi di lire turche (circa 10 miliardi di dollari) e la durata del progetto sarà di 11 anni.

Per lo sfruttamento del giacimento di gas, che creerà posti di lavoro per oltre 1.000 persone, è prevista l'esenzione dai dazi doganali, l'esenzione dall'imposta sul valore aggiunto (IVA) e un abbattimento di tutte le tasse. L’espansione del progetto porterà la capacità di produzione annua della Turchia a 14 miliardi di metri cubi (bcm).

Il giacimento di Sakarya al largo della provincia settentrionale di Zonguldak ha volumi stimati in 540 miliardi di metri cubi.

I dati più recenti diffusi dall'Autorità di regolamentazione del mercato dell'energia (EPDK) mostrano che il consumo di gas naturale della Turchia è stato di 59,6 miliardi metri cubi nel 2021, con un aumento del 24% rispetto all'anno precedente, mentre le importazioni della Turchia sono cresciute del 22% a 58,7 miliardi di metri cubi.

Si stima che il flusso annuo di gas naturale dal giacimento di Sakarya (il gas verrebbe trasportato dal porto di Fiyos alla rete nazionale turca grazie anche all’ingegneria della nostra SAIPEM), potrebbe variare tra 15 e 20 miliardi di metri cubi, corrispondenti a circa il 30% del consumo annuo di gas della Turchia.

Secondo i piani di Ankara, l’impianto dovrebbe entrare in funzione nei primi mesi del prossimo anno contribuendo a ridurre sensibilmente le importazioni estere, in particolare dalla Federazione Russa. La Turchia, infatti, riceve quasi il 98% del gas che consuma dal gasdotto Blue Stream e Turkish Stream attraverso il Mar Nero dalla Russia e dall’Azerbaigian attraverso il gasdotto TANAP e dall’Iran oltre che il GNL dal Qatar, Algeria e Nigeria.

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18.05.2022

Turchia: 550 mln di euro dalla Bers per sostenere la transizione verde. Focus sulle rinnovabili

La Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (Bers) stanzierà un finanziamento di 500 milioni di euro alla Turchia per sostenere la transizione verde, lo ha fatto sapere il Vice-Responsabile della Bers Turchia, Arthur Poghosyan in una intervista rilasciata all'agenzia Anadolu lo scorso 19 aprile in cui rivela che la somma da stanziare è la maggiore rispetto ai finanziamenti precedentemente concessi alla Turchia per sostenere progetti energetici. "La dimensione del nuovo finanziamento (Green Economy Financing Facility Geff) risponde all'ambizioso impegno da parte della Turchia, soprattutto dopo la ratifica dell’accordo sul clima di Parigi dell’ottobre 2021” ha poi continuato Arthur Poghosyan, concludendo che “onorare questi impegni richiederà da parte della Turchia un netto aumento degli investimenti green dato che utilizza soltanto il 3% del potenziale stimato per l'energia solare e il 15% dell’eolico onshore”.

I tempi per l’erogazione dello stanziamento dipenderà dalla reattività del sistema finanziario turco. Nel dettaglio, il GEFF della BERS destinato alla Turchia prevede 21,5 milioni di euro di finanziamenti agevolati dal Clean Technology Fund (CTF) e 7,1 milioni di euro di sovvenzioni per l'assistenza tecnica dalla CTF e il restante dal Fondo di cooperazione Turchia-BERS. Per consentire al Paese di aumentare gli i investimenti verdi verranno messi in campo altri finanziamenti da parte di altre organizzazioni multilaterali come ad esempio quelli della International Finance Corporation della Banca Mondiale per consentire al Paese di raggiungere l’obiettivo prefissato delle zero emissioni entro il 2053.

Dal 2010 la BERS e i suoi partner finanziari hanno messo a disposizione per la Turchia 2,5 miliardi di euro insieme a quasi 80 milioni di euro in finanziamenti agevolati dalla CTF e 23 milioni di euro in sovvenzioni da parte dell'Unione Europea a 14 istituzioni finanziarie in Turchia.

Le energie rinnovabili svolgono un ruolo significativo nel raggiungimento degli obiettivi e nella riduzione dei costi per l'energia importata, che sono aumentati notevolmente a causa dell'aumento dei prezzi dell'energia e dell'inflazione a livello mondiale dopo l’invasione dell’Ucraina: la capacità solare fotovoltaica installata della Turchia ha superato gli 8 mila megawatt nel marzo 2022, rappresentando l'8% della sua capacità installata totale, mentre l'energia eolica si è attestata a 10.861 megawatt, di cui il 10,8% della capacità elettrica totale. La capacità geotermica del paese è invece di 1.676 megawatt.

La quota delle risorse di energia rinnovabile sulla capacità totale installata ha raggiunto il 54%, secondo i dati diffusi dal Ministero dell'Energia e delle Risorse Naturali; la capacità è passata da 32.000 MW nel 2002 a 100.334 a fine marzo 2022. Gli impianti idroelettrici detengono la quota maggiore potenza installata con 31.508 MW, seguita da centrali a gas naturale con 25.458 MW. Il carbone domestico detiene la terza quota più grande con 11.388 MW, seguito dalle centrali eoliche con 10.861 MW.

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18.05.2022

Gli IDE in Turchia nel mese di febbraio 2022 sono ammontati a 450 milioni di dollari

Nel febbraio 2022, i flussi di investimenti diretti esteri (IDE) in Turchia sono stati pari a 450 milioni di dollari, valore più basso degli ultimi 17 mesi, pari al 9% del disavanzo delle partite correnti.

Gli IDE nel settore immobiliare da parte di cittadini stranieri sono stati pari a 396 milioni di dollari e hanno rappresentato l'88% del totale. Insieme alle vendite di immobili, gli altri settori che hanno beneficiato di importanti acquisizioni dall’estero sono stati i servizi di ristorazione, l’ICT, il settore chimico e quello agroalimentare con una quota pari all’80% provenienti dai Paesi dell'UE-27 e Regno Unito.

In testa i Paesi Bassi con il 35% di tutto il capitale IDE in entrata in Turchia seguiti da Austria e Germania.

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18.05.2022

Sviluppo del settore aeroportuale in Turchia con importanti ricadute sul turismo, pilastro dell’economia del Paese che rappresenta oltre 40 miliardi di dollari di entrate

La Turchia mira ad aumentare il numero degli scali aeroportuali dagli attuali 53 presenti in tutto il territorio a 61 entro il 2053, con l’obiettivo di raggiungere i 200 milioni di passeggeri l’anno.

Accanto all’aeroporto internazionale di Istanbul, uno dei più importanti snodi del traffico passeggeri e merci al mondo, si aggiungono gli scali di di Çukurova, Rize-Artvin (secondo scalo in Turchia, inaugurato proprio nei giorni scorsi dai due Presidenti di Turchia e Azerbajan), Bayburt-Gümüşhane e Yozgat nell’ambito dell’ambizioso programma “Transportation 2053 Vision” previsto dal recente lancio del Master Plan Trasporti e Logistica. Il piano prevede anche l'ampliamento dell'aeroporto di Esenboğa nella capitale Ankara, l'aeroporto di Antalya nella città costiera mediterranea e l'aeroporto di Trabzon sul Mar Nero, mentre sarà completata anche la seconda fase del “mega” aeroporto di Istanbul, che per il secondo anno consecutivo è stato lo scalo più trafficato d'Europa secondo l'Airports Council International Europe (ACI Europe) con 37 milioni di passeggeri nel 2021.

Si prevede inoltre che gli investimenti consentiranno agli scali turchi un numero annuo di passeggeri di 203 milioni entro il 2053 dagli attuali 112 milioni. In questo processo verranno istituite infrastrutture di monitoraggio, rendicontazione e verifica delle emissioni di carbonio e verranno utilizzati biocarburanti ecologici e combustibili sintetici nelle tratte. Tra gli obiettivi figura anche lo sviluppo del trasporto regionale di merci per via aerea.

Secondo gli ultimi dati diffusi dal Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture, il numero di passeggeri in transito attraverso gli aeroporti in Turchia è salito di oltre il 67% da gennaio a marzo 2022.

La Direzione Generale dell'Autorità Aeroportuale di Stato (DHMI), ha inoltre stimato che il flusso di passeggeri è salito da 17,7 milioni del marzo 2021, in piena pandemia, a 33,6 milioni nell’analogo periodo del 2022.

Nel frattempo, secondo le prime stime del dell'Associazione degli albergatori turchi (TÜROB), il flusso turistico è in netta ripresa nelle grandi città, nelle province nord-occidentali di Yalova e Bursa e nelle località costiere della Turchia (in cima la città costiera mediterranea di Antalya, Muğla e di Izmir sulla costa egea).

Secondo l’associazione turca, segnali positivi per l’imminente stagione estiva provengono dai mercati americano ed europeo: in primis dalla Spagna e dall'America Latina mentre in netto aumento sono anche le presenze dall’Iran (oltre 2 milioni di turisti previsti nell’anno in corso).

Il Turkish Statistical Institute (TurkStat) stima che le potenziali perdite del turismo proveniente dalla Federazione Russa e dall’Ucraina verrà anche in parte coperto dall’aumento del turismo domestico cresciuto dell'80,2% nel 2021 rispetto all'anno precedente con un fatturato di oltre 4 miliardi di dollari. Circa 10 milioni di turchi hanno infatti viaggiato in Turchia nel solo ultimo trimestre del 2021 con il numero di pernottamenti che all'interno del Paese è aumentato del 48,9% rispetto allo stesso trimestre del 2020.

L’ampliamento dell’aeroporto di Istanbul

Vengono stimati in 8,64 miliardi di dollari gli investimenti destinati all'aeroporto di Istanbul (al primo posto in Europa e al secondo nel mondo in termini di numero di passeggeri) per il suo ampliamento che consentirà allo scalo di gestire 90 milioni di passeggeri all'anno nella fase attuale, con una capacità potenziale di servire 200 milioni dopo il completamento di tutte le fasi, rendendolo il più grande del mondo. Nel 2021 l'aeroporto ha gestito un totale di 37 milioni di passeggeri, secondo i dati diffusi dall’Airports Council International Europe (ACI Europe), rendendolo il più trafficato d'Europa per il secondo anno consecutivo.

Infine, gli ultimi dati diffusi dalla DHMI (State Airports Authority), nel mese di aprile, gli scali turchi hanno ospitato oltre undici milioni di passeggeri (+88,2% rispetto all’analogo periodo del 2021). Oltre 5 milioni e mezzo di passeggeri hanno volato all’interno del Paese mentre sono stati quasi sette milioni quelli che hanno utilizzato gli scali per i voli internazionali per un totale di 140 mila aerei in movimento nel solo mese di aprile 2022. Nel secondo semestre dell’anno in corso, secondo quanto recentemente affermato dal CEO di Turkish Airlines, Bilal Eksi, saranno attivati voli diretti della Turkish Airlines verso Seattle, Juba (Sudan del Sud), Bukara (Uzbekistan) e Tivat (Montenegro).

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18.05.2022

Disoccupazione in aumento nel mese di marzo con un tasso ancora alto tra i giovani in cerca di un primo impiego dopo il conseguimento di un titolo di laurea

Il tasso di disoccupazione della Turchia era sceso di mezzo punto percentuale al 10,7% lo scorso mese di febbraio ma, secondo i dati più recenti diffusi da TurkStat a fine aprile, la disoccupazione è salita nuovamente all’11,5% nel mese di marzo.

Nel dettaglio i dati di febbraio per i quali si dispongono di valori disaggregati, avevano evidenziato un numero di disoccupati di età pari o superiore a 15 anni sceso di 178.000 unità, attestandosi a quasi 4 milioni rispetto a gennaio 2022 con il 9,3% per gli uomini e il 13,4% per le donne.

Nello stesso periodo preso in considerazione, il numero di occupati era aumentato di quasi 100 mila unità, sempre rispetto al mese di gennaio, attestandosi a circa 31 milioni.

Il tasso di occupazione è rimasto stabile al 46,6% (64% per gli uomini e del 29,6% per le donne) mentre l’orario di lavoro settimanale degli occupati nel periodo di riferimento è stato di 45,6 ore.

Il tasso di sotto-occupazione è invece diminuito di un punto percentuale su base mensile ed è salito al 21,8%.

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18.05.2022

Il Ministro del Commercio Mehmet Mus: “esportazioni in aumento nei primi mesi del 2022 con una importante crescita delle vendite ad alto contenuto tecnologico. Declino delle merci dalla Turchia verso la Russia e l’Ucraina”

Le esportazioni turche sono aumentate del 19,8% a marzo 2022 attestandosi in un solo mese a 22,7 miliardi di dollari, secondo i dati provvisori diffusi lo scorso mese di aprile dal Ministero del Commercio. Le importazioni nell’analogo periodo sono aumentate del 31%. L'aumento delle importazioni, soprattutto energia e metalli, è stato pari quasi al doppio rispetto a quello delle esportazioni, e il deficit commerciale nel primo trimestre del 2022 è stato di 26,4 miliardi di dollari.

Degno di nota, nel periodo in considerazione, è anche il forte aumento delle importazioni di plastica, ferro-acciaio, alluminio, filati di cotone e carta della Turchia mentre restano stabili gli acquisti di veicoli, macchinari elettrici, macchinari non elettrici, rame, prodotti farmaceutici e cereali. L'industria siderurgica ha dato un forte contributo sia alle esportazioni che alle importazioni.

Sul lato delle esportazioni, nel primo trimestre del 2022, le vendite di alluminio sono superiori dell'84% rispetto allo scorso anno. In aumento anche le esportazioni di abbigliamento (+40%) mentre si registrano incrementi più moderati nel settore delle apparecchiature elettriche. Un calo del 3,3% ha invece riguardato le vendite del settore automobilistico, principale voce dell’export turco.

Le esportazioni della Turchia ad alto contenuto tecnologico sono aumentate del 20,7% nei primi tre mesi del 2022 attestandosi a 57 miliardi di dollari, un risultato reso possibile grazie al piano c.d. "National Technology Move" condotto sotto la guida del Ministero dell'Industria e della Tecnologia turco.

Le esportazioni verso la Russia e Ucraina nel solo mese di aprile scorso sono invece diminuite di circa 140 milioni di dollari secondo la Turkish Exporter Association (TIM). Nel primo quadrimestre del 2022 le merci destinate al mercato russo dalla Turchia sono scese del 5,5% attestandosi a 1,4 miliardi di dollari mentre quelle destinate all’Ucraina hanno fatto registrare nell’analogo periodo un crollo del 21,7% pari a 542,1 milioni di dollari.

Il commercio bilaterale turco nel 2021 con la Federazione Russa è stato di 35 miliardi e di 7,5 miliardi di dollari con l’Ucraina. La Russia nel 2021 era il decimo mercato di sbocco delle vendite della Turchia, il secondo per acquisti. L’Ucraina invece si era piazzata alla ventesima posizione per merci esportate e tredicesimo partner commerciale per l’import turco.

Tra le voci merceologiche esportate nei predetti due Paesi, la Turchia ha rilevato perdite nelle vendite di cemento, gioielli, automotive e acciaio mentre in Ucraina si sono registrati cali importanti nelle vendite di ceramiche, concimi e olive.

Nel 2021 le vendite totali turche si sono attestate al livello record di oltre 225 miliardi di dollari, mentre gli acquisti della Turchia sono state pari a 270 miliardi di dollari. Nel complesso l’interscambio totale è stato quasi di 500 miliardi di dollari con un deficit commerciale in diminuzione, grazie all’aumento dell’export, a 46,1 miliardi di dollari.

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18.05.2022

Il disavanzo delle partite correnti della Turchia sale a 5,15 miliardi di dollari a febbraio 2022

Il saldo delle partite correnti della Turchia ha registrato un disavanzo di 5,15 miliardi di dollari nello scorso mese febbraio (più del doppio rispetto al febbraio del 2021) secondo i recenti dati ufficiali pubblicati dalla Banca Centrale. La CBRT ha affermato che il deficit delle partite correnti “anno su anno” della Turchia, sempre nel mese di febbraio 2022, si è attestato a 21,84 miliardi di dollari. Uno squilibrio della bilancia dei pagamenti dovuto, oltre che agli effetti della crisi Ucraina che ha aumentato le importazioni di prodotti energetici del Paese ampliando il deficit commerciale, anche dalla forte espansione del credito voluta dal Presidente Erdogan attraverso una politica di tassi di interesse bassi, costantemente al di sotto del livello di inflazione. Allo stesso tempo le riserve ufficiali sono diminuite di 2,2 miliardi di dollari lo scorso mese di febbraio dopo essere state sensibilmente prosciugate alla fine del 2021 Il deficit cronico della bilancia dei pagamenti, come si evince dal grafico, inizia nell’ottobre dello scorso anno e nel 2021 è stato pari a 15 miliardi di dollari. Escludendo l’oro e i prodotti energetici, il saldo delle partite correnti ha invece registrato un surplus di poco superiore ai 2 miliardi di dollari nel mese in oggetto rispetto ai 624 milioni di dollari nell’analogo periodo del 2021.

Secondo molti analisti raggiungere un surplus entro la fine del 2022 è un obiettivo fuori portata per la Turchia e i dati di febbraio scorso mostrano un parziale fallimento della politica macroeconomica eterodossa adottata da Ankara secondo cui la svalutazione della valuta nazionale avrebbe dovuto aumentare le esportazioni e consentire già nel breve termine di raggiungere un avanzo corrente. Il deficit potrebbe ampliarsi invece alla fine dell’anno passando dai 15 miliardi del 2021 a oltre 38 miliardi di dollari alla fine del 2022 (2,5% del PIL).

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18.05.2022

Turchia e Austria rafforzano la reciproca collaborazione commerciale ed economica e in particolare nella cooperazione energetica per affrancarsi dal gas della Federazione Russa. Intensificati anche i rapporti con Israele e Egitto

Il 10 aprile scorso il presidente Recep Tayyip Erdoğan ha tenuto una conversazione telefonica con il primo ministro austriaco Karl Nehammer durante la quale si è stata esaminata la possibilità di una maggiore cooperazione nel campo dell'energia poiché i due paesi hanno il potenziale per poter fungere da hub in tutta Europa. Il colloquio ha permesso di muovere i primi passi per migliorare le relazioni a 360 gradi Turchia-Austria ma ha anche toccato i temi regionali, inclusa la guerra Russia-Ucraina. Si tratta del primo incontro tra leader dei due Paesi in 13 anni, e che segna un concreto passo verso una normalizzazione dei rapporti tra Turchia e Austria

Erdoğan ha richiamato l'attenzione sulla natura strategica del posizionamento geografico della Turchia per il trasporto delle risorse energetiche del bacino del Caspio e del Mediterraneo orientale verso l'Europa. Erdoğan ha anche accolto con favore il recente intensificarsi dei contatti ad alto livello con l’Austria ribadendo di essere favorevole ad un rilancio delle relazioni Turchia-Ue. Erdogan ha infine espresso la propria soddisfazione per le politiche di Vienna nei confronti dei numerosi immigrati di origine turca che vivono in Austria.

La Russia attualmente copre il 40% del fabbisogno annuale di gas dell'Europa, attraverso l'esportazione di 150 miliardi di metri cubi di gas l'anno e circa il 30% del fabbisogno di petrolio. La Turchia potrebbe giocare un ruolo di accresciuto rilievo come mercato di transito per il gas proveniente dall’Azerbaigian attraverso il già attivo TANAP (circa 4 miliardi di metri cubi l'anno). Infine, la rotta del gas azero potrebbe incrociarsi con quella del gas estratto in Iraq.

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18.05.2022

Interscambio commerciale della Turchia con il resto del Mondo: fonte ICE-Agenzia di Istanbul su rielaborazione dati TUIK

Nel confronto tra il 2022 ed il 2021, le esportazioni turche sono aumentate del 32,8% passando da 169,6 miliardi a 225,3 miliardi di dollari, mentre le importazioni hanno registrato un incremento pari al 23,6%, passando da 219,5 a 271,4 miliardi di dollari. Nel complesso l’interscambio totale ha registrato un aumento del 27,6%, passando da 389,2 a 496,7 miliardi di dollari con un deficit commerciale sceso a 46,1 miliardi di dollari.

Nei primi due mesi del 2022 il trend caratterizzato nel 2021 si ripete con un aumento delle vendite turche in soli due mesi di quasi 40 miliardi di dollari e, nell’analogo periodo, acquisti pari a 56 miliardi di dollari quindi con un leggero disavanzo commerciale della Turchia. Tornando al 2021, tra i principali Paesi esportatori troviamo al primo posto la Cina con più di 32 miliardi di dollari seguita dalla Russa (con quasi 30 miliardi), Germania (22 miliardi), USA (13 miliardi) e Italia (12 miliardi) che precede a lunga distanza Francia e India (8 miliardi), la Corea del Sud 7,5 miliardi) e Spagna e UK rispettivamente con 6 e 5,5 miliardi di dollari di merci vendute alla Turchia nel 2021.

Per quanto attiene i principali Paesi di sbocco delle merci turche al primo posto si piazza la Germania (con più di 19 miliardi di dollari di acquisti turchi) seguita da USA (14,7), Regno Unito (13,7) e Italia (11,5) che precede Iraq (11,1) e Spagna e Francia.

A livello di interscambio complessivo la Germania guida questa classifica con oltre 41 miliardi di merci scambiate nel 2021 seguita da Cina (35,9), Russia (34,7), USA (27,8), Italia (23,1) UK (19,3), Francia (17,1) e Spagna (15,9).

Infine, sempre nel 2021, l’Unione Europea si conferma il principale mercato estero per la Turchia (36% sul totale) con 178,5 miliardi di dollari di merci scambiate.

La classificazione merceologica delle merci scambiate tra la Turchia e i suoi principali partner mondiali vede al primo posto tra i prodotti venduti dalla Turchia gli autoveicoli (e parti di ricambio), seguiti dai macchinari e dalle apparecchiature meccaniche, da ferro e acciaio, macchinari di precisione (e attrezzature elettriche ed elettroniche), metalli e abbigliamento. Tra i prodotti acquistati dalla Turchia spicca al primo posto la voce combustibili (e minerali).

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18.05.2022

La Turchia aumenta i costi per gli stranieri interessanti ad acquisire un immobile e alza la soglia per ottenere la cittadinanza

Cambiano le regole per chi è interessato, attraverso l’acquisto di immobili in Turchia, ad ottenere la cittadinanza. Infatti, gli stranieri che cercano di acquistare case oggi in Turchia e ottenere successivamente la cittadinanza turca, dovranno sborsare di più (la soglia potrebbe passare dai duecentomila ai quattrocentomila dollari) e dovranno impegnarsi a conservare la proprietà per almeno tre anni per ottenere un passaporto turco. Sono stati circa settemila gli stranieri che tra il 2017 e il 2020 hanno ricevuto la cittadinanza tramite l'acquisto di una casa, o con un investimento di almeno mezzo milione di dollari (con l’assunzione di almeno 50 impiegati locali) oppure coloro che hanno depositato almeno 500.000 dollari nelle banche turche per almeno tre anni o ancora che hanno acquistato un capitale di rischio o un fondo immobiliare sempre pari almeno a 500 mila dollari.

Nel frattempo, le vendite in Turchia di abitazioni ad uso residenziale a cittadini stranieri sono aumentate (iraniani, iracheni, russi e afgani in testa) raggiungendo la cifra record di quasi 60 mila unità nel 2021, con un aumento del 43,5% rispetto al 2020. Nel solo bimestre gennaio-febbraio 2022 le vendite sono aumentate del 54,9% con oltre 4.600 negoziazioni (5% delle compravendite totali) a favore di cittadini stranieri, effetto, almeno in parte, probabilmente anche favorito dalla crisi ucraina che ha spinto molti cittadini russi e ucraini a guardare al mercato turco per l'affitto o l'acquisto di immobili. Le vendite totali nello stesso periodo sono state 8.843.

vendite di unità abitative ad uso residenziale negli ultimi due anni

Lo scorso marzo sono state vendute un totale di 134.170 case, rispetto alle 111.241 di marzo 2021 (fonte TÜİK) con Istanbul, la più grande metropoli della Turchia, che ha venduto a cittadini stranieri 2.245 unità, seguita da Antalya (1.434) mentre la capitale Ankara, al terzo posto, ha fatto registrare 347 abitazioni vendute a stranieri. Tra i fattori della crescita del settore immobiliare e dei prezzi cresciuti del 33% da inizio anno, a prescindere dall’aumento della domanda da parte di stranieri, vi è la crescita della domanda proveniente dai risparmiatori turchi, che utilizzano le case per tutelare i propri risparmi.

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18.05.2022

Il recente sondaggio Turkish Perceptions of the European Union di GMF trova d’accordo il Viceministro degli esteri Faruk Kaymakci che ha partecipato lo scorso 9 maggio ad Ankara alle celebrazioni della Giornata dell’Unione Europea

Secondo il recente sondaggio "Turkish Perceptions of the European Union" condotto dal think tank di politica estera GMF con sede negli States, su un campione di 2.180 intervistati di età adulta, il 33,1% dei partecipanti ha affermato che la Turchia dovrebbe collaborare più strettamente con l'UE sulle questioni internazionali. I paesi dell’Unione Europea sono seguiti a distanza dalla Russia con il 5,6%, la Cina con il 6,8% e gli Stati Uniti con il 4,7%. Nella fascia di età 18-24 si registra la percentuale più alta che raggiunge (44% del campione). Il 24,6% degli intervistati ha invece espresso opinioni contrarie a collaborazioni più strette con l’Ue, percentuale cresciuta rispetto al 15,9% che si era registrato nella precedente indagine condotta nel 2021.

Il “sì” per l’adesione della Turchia all’Ue ha invece totalizzato il 61,4%: il tasso è salito leggermente dal 60,1% registrato nell’analogo sondaggio condotto lo scorso anno. La tendenza a votare in questa direzione è stata nettamente più forte, anche in questo caso, nella fascia di età 18-24 anni (75,0%).

L'UE, prima in termini di fiducia dei turchi tra e istituzioni europee, è stata seguita dalla Corte europea dei diritti dell'uomo (CEDU) con il 48,3% e dalla NATO con il 39,4%. Il 35,6% dei cittadini turchi crede inoltre che l'Europa abbia un peso determinante nella risoluzione dei problemi globali e nel miglioramento delle condizioni di vita.

La quota di turchi che desiderava invece che gli Stati Uniti avessero voce in capitolo nella risoluzione dei problemi per il bene dell'umanità è scesa dal 12,9% nel 2021 al 5,8% nel 2022 mentre tra coloro che preferivano la Russia il tasso è sceso dal 10,5% nel 2021 al 3,8% nel 2022, soprattutto dopo l’intervento militare russo in Ucraina.

Per quanto attiene ai partenariati internazionali, i cittadini turchi continuano a considerare l'Azerbaigian, la Germania e la Russia come i tre paesi partner più importanti per la Turchia. L’invasione dell’Ucraina ha infine indotto la maggior parte degli intervistati ad esprimere l’opinione che la Russia rappresenta oggi una minaccia alla sicurezza mondiale (la quota di intervistati è aumentata infatti dal 19,0% del 2021 al 31,0% nel 2022).

Il ruolo di mediazione della Turchia tra le parti in guerra è accolto invece con favore dal 43,7% degli intervistati, mentre la maggior parte delle persone intervistate ha affermato che la Turchia dovrebbe rimanere neutrale. C'è stato anche un aumento significativo della percentuale di turchi che pensano che il proprio Paese sia influente nelle questioni militari: la quota infatti è aumentata dal 30,6% nel 2021 al 36,8% nel 2022.

Infine, il 58,7% del campione ha espresso il desiderio che la Turchia dia precedenza alla risoluzione dei problemi interni, mentre il 38,2% degli intervistati ha affermato che la Turchia dovrebbe svolgere un ruolo più attivo in Medio Oriente, nei Balcani e nel Nord Africa.

Il sondaggio è stato molto apprezzato dal Viceministro degli Esteri Faruk Kaymakci che, partecipando ad Ankara il 9 maggio scorso alle celebrazioni della Giornata dell’Unione Europea, ha ribadito come sia forte il sostegno tra la popolazione turca al processo di adesione della Turchia all’UE. Nonostante gli ultimi tre anni siano stati caratterizzati da alti e bassi nei rapporti tra Turchia e UE, il Vice Ministro Kaymakci resta fiducioso nella ripresa dei contatti ad alto livello per proseguire i negoziati con l’Ue a cominciare dalla modernizzazione dell’Unione doganale.

Sul versante delle relazioni commerciali tra Turchia e UE, il Viceministro ha affermato che i rapporti sono estremamente positivi e la ripresa del negoziato sull’Unione Doganale potrebbe raddoppiare il volume dell’interscambio commerciale che nel 2021 ha totalizzato quasi 179 miliardi merci scambiate.

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18.05.2022

America latina nel mirino della Turchia per incrementare il commercio bilaterale. Relazioni in primo piano con il Brasile

La Turchia mira a sviluppare ulteriormente le relazioni bilaterali con i paesi dell'America Latina, un obiettivo seguito da vicino da parte della diplomazia turca e confermato anche durante il recente tour del Ministro degli Esteri Mevlüt Çavuşoğlu.

Çavuşoğlu ha infatti intrapreso lo scorso mese di aprile un tour latino-americano in sei paesi con una visita in Uruguay, seguita da un viaggio in Brasile allo scopo di approfondire la cooperazione e aumentare il commercio bilaterale con quei Paesi. Il Ministro ha successivamente visitato anche Ecuador, Colombia, Panama e Venezuela.

Çavuşoğlu, parlando del più importante partner per la Turchia in quella regione, il Brasile, ha evidenziato l’eccellente volume dell’interscambio che si è attestato lo scorso anno a oltre dieci miliardi di dollari. Oltre al settore della difesa, importante nelle relazioni commerciali tra Turchia e Brasile anche quello del turismo. Prima dello scoppio della pandemia, infatti, il numero di turisti brasiliani che avevano visitato la Turchia aveva superato le centomila unità, un numero che, secondo il Ministro Çavuşoğlu, potrà ulteriormente aumentare grazie anche alle connessioni garantite dalla Turkish Airlines.

Ankara è poi decisa ad ampliare ulteriormente le relazioni bilaterali con l’Uruguay. Durante l’incontro con il Ministro degli Esteri uruguaiano, Francisco Bustillo, sono stati firmati alcuni accordi nei settori dell’agricoltura, sanità, istruzione, industria della difesa e del turismo.

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18.05.2022

Turchia e EAU intensificano i reciprochi rapporti commerciali e avviano i colloqui per un Accordo di partenariato economico

La Turchia e gli Emirati Arabi Uniti (UAE) intensificano i rapporti intrapresi dopo la vista ad Ankara dello sceicco Mohammed bin Zayed Al Nahyan lo scorso novembre e quella del presidente Recep Tayyip Erdoğan (la prima di Erdoğan nel Paese del Golfo dal 2013) a metà febbraio scorso ad Abu Dhabi, avviando ufficialmente i negoziati per un Accordo di partenariato economico globale (CEPA), che dovrebbe aumentare in modo significativo l’interscambio commerciale bilaterale.

L’annuncio è arrivato lo scorso mese di aprile dal ministro del Commercio Mehmet Muş in un incontro stampa congiunto con il ministro di Stato per il commercio estero degli Emirati Thani al-Zeyoudi. L'accordo consentirà alla Turchia e agli Emirati Arabi Uniti di sviluppare le loro relazioni economico-commerciali in modo più completo e approfondito a cominciare dalla rimozione di alcune barriere commerciali e promuovendo libera circolazione delle merci. Si stima che l'accordo consentirà alla Turchia e agli Emirati Arabi Uniti di raggiungere un interscambio superiore ai 15 miliardi di dollari.

Nel frattempo, le reciproche viste hanno portato alla sigla di numerosi accordi su commercio, industria, difesa, sanità, trasporto terrestre e marittimo con investimenti per miliardi di dollari ed è stato stanziato da parte degli EAU un fondo di 10 miliardi di dollari per sostenere finanziamenti strategici in Turchia. Il fondo, infatti, si concentrerà su investimenti nel settore energetico, in primis, ma anche energie verdi, trasporto elettrico e prodotti ad alto contenuto tecnologico.

Gli Emirati Arabi Uniti sono attualmente il più grande partner commerciale della Turchia nella regione del Golfo con un volume di scambi bilaterali di circa 8 miliardi di dollari. L’interscambio era sceso a 6,9 miliardi di dollari nel 2018, prima di rimbalzo importante nel 2019 quando il volume di merci scambiate tra i due Paesi si era attestato a quasi 7,9 miliardi, secondo i dati diffusi dalla dal Turkish Statistical Institute (TurkStat). Il volume è poi cresciuto ulteriormente nel 2020 (8,3 miliardi) nonostante la pandemia per poi toccare i 7,6 miliardi nel 2021.

Nel dettaglio, le esportazioni della Turchia negli EAU avevano raggiunto il massimo storico nel 2017 allorquando le vendite furono di quasi 9,2 miliardi di dollari rispetto ad un volume di acquisti di poco superiore ai 5 miliardi di dollari. Tuttavia, la Turchia aveva registrato un deficit commerciale negli anni successivi, prima di invertire nuovamente la tendenza nel 2021 anno in cui la Turchia ha esportato merci per circa 5,2 miliardi di dollari acquistandone 2,4 miliardi.

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